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Re: dalle proteste alle proposte

Escludendo la disgrazia di un intervento militare esterno che sovverta l'attuale governo, sapendo che il tentativo di prostrare l'Eritrea economicamente è inutile perché a questo ci pensa benissimo il goe, constatando che l'ipotesi di attirare consensi intorno a una qualche personalità rappresentativa di eventuali istanze antigovernative, non è fattibile per mancanza di materia prima, purtroppo anche per i noti motivi e che anche la predetta e supposta imminente sollevazione popolare non è mai avvenuta ancora e spero mai avvenga.
Come potrebbe avvenire il cambiamento?
mi duole doverle continuamente ripetere che è semplice, basta volerlo.
Occorre che il goe si decida a effettuare finalmente quel periodo di transizione verso regolamentazioni dello stato già a suo tempo previste e da lui stesso redatte.
Dia inizio finalmente a quella fase che porti alla consultazione popolare per rendere operativa la costituzione.
E se non piace quella a suo tempo prospettata o si è cambiato idea la modifichi, ma lo faccia:
Vedrà che poi tutto quanto sarà meno difficile.
Ma secondo lei esiste una alternativa a questo ? Ma come pensate sia possibile governare in assenza di regole.
Io che vorrei investire sulla base di quale garanzia legale potrei farlo?
Anche ammettendo decida di farlo e soprattutto mi venga concesso, perché non dimentichiamo siamo a questo stadio, domani mattina per disgrazia o per fortuna mi muore isaias cosa potrebbe succedere poi? BOHH!!!
Tutti gli affari che si stanno realizzando attualmente sono per loro definizioni affari, oggi ci sono domani chissà, niente di strutturale, si prende quanto la natura dispone senza preoccuparsi di realizzare opere o strategie che resistano nel tempo e che portino posti di lavoro remunerato.
La sua troppa frequentazione di un certo ambiente evidentemente le ha fatto assimilare una visione dell’economia e delle sue problematiche comparata agli standard dei paesi inaffidabili.
Ma pensate davvero che occorra raffrontarsi sempre alla somalia o al sudan o peggio? Non esiste di meglio?
Possibile non avvertite l’ambizione di fare di meglio?
Pensate che senza cambiare niente dell’attuale situazione politica- sociale si possa cambiare tutto o qualcosa? Impossibile.
Vuole che le ripeta ancora quello che ho già proposto e di cui anche lei ha concordato?
Tutto quello che potrei proporle attualmente si và sempre a scontrare con le condizioni di base.
Lo sanno anche i bambini che se si vuole costruire una casa occorre partire dalle fondamenta.
Purtroppo i presupposti sono semplici e oramai chiari, non esiste la volontà di una politica-socio-economia liberale o simile; in assenza di una modifica di questo concetto difficilmente avverrà un cambiamento reale.

P.S
Ma proprio nulla vi trasmette quanto descritto nella costituzione approvata? Domanda, se non viene neppure rispettato quanto liberamente sottoscritto da isaias e dal goe, che garanzie si pensa possano avere eventuali operatori economici? MAHH!!!









LA COSTITUZIONE ERITREA
Ratificata dall'Assemblea Costituente,
Il 23 maggio 1997


Articolo 18 - Diritto alla Privacy
1. Ogni persona ha il diritto alla privacy.
2. (A) Nessuno può essere soggetto a perquisizione personale, né nei suoi
locali, cercato o interferito tra le sue comunicazioni, la sua corrispondenza o altri beni
senza validi motivi.

Articolo 19 - Libertà di coscienza, di religione, di espressione
Parere, Movimento, all'Assemblea e Organizzazione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero,
coscienza e di fede.
2. Ogni persona deve avere la libertà di parola e di
espressione, compresa la libertà di stampa e altri media.
3. Ogni cittadino ha il diritto di accesso alle informazioni.
4. Ogni persona deve avere la libertà di praticare qualsiasi religione
e per manifestare tale pratica.
5. Tutte le persone hanno diritto di riunirsi e di
dimostrare pacificamente insieme con gli altri.
6. Ogni cittadino ha il diritto di costituire organizzazioni per
fini politici, sociali, economici e culturali.
7. Ogni cittadino ha il diritto di praticare qualsiasi legittima
professione, o impegnarsi in alcuna attività professionale o commerciale.
8. Ogni cittadino ha il diritto di circolare liberamente in tutto
Eritrea o risiedere e stabilirsi in qualsiasi parte di esso.
9. Ogni cittadino ha il diritto di lasciare e tornare in Eritrea
e di essere dotati di passaporto o qualsiasi documento di viaggio

Articolo 20 - Diritto di voto e di essere un candidato ad un elettive
Ufficio
Ogni cittadino che soddisfa i requisiti della legge elettorale
ha il diritto di voto e di candidarsi a cariche elettive.
Articolo 21 - Diritti Economici, Sociali e Culturali e
Responsabilità
1. Ogni cittadino ha il diritto di parità di accesso ai pubblici
finanziamento dei servizi sociali. Lo Stato si impegna, entro il
limite delle sue risorse, per rendere disponibile a tutti la salute dei cittadini,
istruzione, servizi sociali culturali e di altro.
2. Lo Stato deve garantire, all'interno di mezzi a disposizione, le parti sociali
benessere di tutti i cittadini e in particolare di quelli svantaggiati.
3. Ogni cittadino ha il diritto di partecipare liberamente in qualsiasi
attività economica e di impegnarsi in qualsiasi attività lecita.
4. Lo Stato e la società avrà la responsabilità di
l'individuazione, conservazione e sviluppo, come necessario, e
lasciando alle generazioni successive storiche e culturali
patrimonio; e gettare le basi necessarie per la
sviluppo delle arti, scienza, tecnologia e sport, così
incoraggiare i cittadini a partecipare a tali sforzi.
5. L'Assemblea nazionale deve emanare leggi che garantiscano e
garantire il benessere sociale dei cittadini, i diritti e
condizioni dei diritti dei lavoratori e di altri e responsabilità
elencati in questo articolo.

segue

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini
non sono assolutamente d’accordo con lei, la correggo, in eritrea non comanda il popolo sovrano,comanda un presidente attraverso il suo governo.
Lei continua imperterrito a disinformare.
Lei sa benissimo che “Riunioni di partito, congressi, elezioni, confronti (con chi?) al momento evidentemente non trovano motivo di esistere” di fatto non esistono perché lo sono fisicamente attraverso le repressioni effettuate.
Guardi che la definizione di questo governo si definisce benissimo e inequivocabilmente, in questo mi associo a quanti questo governo lo definiscono con la sua parola precisa, governo dittatoriale.

Da Wikipedia
La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo Stato
In senso lato, dittatura ha quindi il significato di predominio assoluto e perlopiù incontrastabile di un individuo (o di un ristretto gruppo di persone) che detiene un potere imposto con la forza. In questo senso la dittatura coincide spesso con l'autoritarismo e con il totalitarismo. Sua caratteristica è anche la negazione della libertà di espressione e di stampa. La dittatura è considerata il contrario della democrazia. Va inoltre detto che il dittatore può giungere al potere anche democraticamente e senza violenza (valga l'esempio di Adolf Hitler, eletto dal popolo tedesco). La salita al potere di una dittatura è favorita da situazioni di grave crisi economica - per esempio dopo una guerra - sociali - lotte di classi - politiche - instabilità del regime precedentemente esistente. Altre due forme di dittatura sono l'assolutismo monarchico e la teocrazia (vedi Ebraismo, Cattolicesimo e Islam).
Il Cesarismo ovvero la dittatura del "capo" ("uomo della Provvidenza", "padre del popolo"): è la categoria in cui Max Weber e Antonio Gramsci facevano ricadere le dittature del loro tempo. Questi regimi non si basano solo su strumenti di repressione, ma anche sul consenso. Sono incentrati sulla figura di un capo carismatico e su un forte apparato statale. All’ideologia si sostituisce il carisma del capo. Caratteristica di questa dittatura è la mediazione tra interessi contrastanti. Il termine deriva dalla dittatura di Cesare nell’antica Roma.


Sono invece d’accordo con lei dove l’italia e nessun paese, può dare lezioni di probità, onestà e senso dello stato se poi nella realtà emergono tutte le porcherie che stiamo sentendo attualmente.
Mi conforta il fatto che anche se in fortissimo ritardo questa anomalia stia per essere messa in condizioni di non nuocere.
Di una cosa però sono certo, non è la struttura costituzionale dello stato italiano né tantomeno c’entra la democrazia, queste cose succedevano anche nei paesi del socialismo reale.

La causa del degrado morale e politico e di quanto stiamo venendo a conoscenza, come diverse volte ho affermato, ritengo siano insite da sempre nell’animo dell’uomo.
Dobbiamo sì fare un bagno di umiltà, però prendere ad esempio l’operato del goe, in quanto campione di sobrietà e coerenza, beh veramente mi sembra troppo spudorato.
Noto che ha omesso, presumo per convinzione, la parola democrazia.

nessuno


LA COSTITUZIONE ERITREA
Ratificata dall'Assemblea Costituente,
Il 23 maggio 1997


Articolo 11 - competente Servizio Civile
1. Il Servizio Civile dell'Eritrea sarà efficiente, efficace e
responsabili delle istituzioni amministrative dedicato al
servizio del popolo.
2. Tutte le istituzioni amministrative devono essere esenti da corruzione,
discriminazione e ritardo nella consegna dei documenti e efficienti e
equa dei servizi pubblici.
Articolo 12 - Nazionale di Difesa e Sicurezza
1. Le forze di difesa e sicurezza dell'Eritrea devono
fedeltà e obbedienza alla Costituzione e al governo
ivi stabilito.
2. Le forze di difesa e di sicurezza sono parte integrante della società,
e devono essere protettive e rispettose delle persone.
3. Le forze di difesa e di sicurezza devono essere competenti e
soggette e responsabili secondo la legge.
4. La difesa e la sicurezza dell’ Eritrea dipende dalla gente e
dalla loro attiva partecipazione.
Articolo 13 - Politica estera
La politica estera di Eritrea si basa sul rispetto degli stati
sulla loro sovranità e indipendenza e sulla promozione degli interessi di
la pace regionale e internazionale ,sulla cooperazione, sulla stabilità e
sullo sviluppo.

segue

Re: dalle proteste alle proposte

“Nessuno” proviamo a seguire il suo ragionamento:
Domani il GoE annuncia l’immediata applicazione della Costituzione eritrea così come approvata dalla costituente, l’avvio di libere consultazioni per la fondazione di partiti politici e successive prossime elezioni.

Che accadrebbe?

A giudicare dai vari commenti presentati sul forum la mia opinione è che gli scenari potrebbero essere due:
- (per sintesi uso una sua affermazione) “…dopo 30 anni di battaglie, la propaganda assillante che minaccia invasioni a piè sospinto, l’assenza di corretta e plurale informazione, la mancanza per eliminazione diretta di alternativa vera, rende apatico e fatalista il popolo eritreo costringendolo ad accettare il male minore…” , e dunque il popolo rinuncia a tentare nuove strade e vota in massa il PFDJ ed elegge Iasias come presidente.
- Il popolo orgogliosamente e nel pieno rispetto del diritto costituzionale alla sua autodeterminazione vota in massa nelle fila del PFDJ ed elegge Isaias come presidente.

Risolto il problema del presidente si dovrebbe passare a quello più urgente dell’avvio del processo economico basato sul libero scambio e sull’intervento dell’imprenditoria privata sulla base di regole certe e garantite.

Questo è il nodo cruciale che si è discusso nel corso della Conferenza di Asmara sugli Investimenti.

Riuscirà il GoE a dare risposte concrete e garanzie certe?
Chi può dirlo? L’ampia adesione di investitori alla prima Conferenza farebbe pensare a una buona fiducia riposta nei confronti del GoE, ma credo che una qualche risposta concreta arriverà solo a dicembre a seguito della seconda Conferenza sugli Investimenti, e questo indipendentemente dalla forma di governo presente in Eritrea.

Cito inoltre un suo pensiero: “Ma pensate davvero che occorra raffrontarsi sempre alla somalia o al sudan o peggio? Non esiste di meglio?
Possibile non avvertite l’ambizione di fare di meglio?
Pensate che senza cambiare niente dell’attuale situazione politica- sociale si possa cambiare tutto o qualcosa?

L'Eritrea nel dopo-liberazione era l'economia emergente che con il suo esempio faceva paura alle grandi potenze per le conseguenze che avrebbe potuto portare ai loro interessi in Africa.

L'Eritrea non guardava alla Somalia o al Sudan, ma molto oltre e questo ha determinato i cambiamenti che conosciamo.


P.S. La Costituzione eritrea l'ho gia tradotta tutta da molto tempo, invece di pubblicarla a rate sul forum dove è di difficile consultazione perchè non mi manda direttamente via e-mail tutta la sua traduzione così la confronto con la mia e poi finalmente la pubblico sul sito?


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Premesso che il sistema democratico attualmente è il riconosciuto migliore possibile sistema di gestione di un popolo o il meno peggio.
Questo non vuol dire che sia di facile realizzazione o di gestione, anzi ritengo sia il più difficile.
fintanto che la sua componente umana si evolva in meglio.
Molto più facile una gestione autoritaria e dittatoriale di un qualsiasi popolo.

Proseguo
Domani mattina il goe finalmente dichiara conclusa la fase di transizione e si dichiara pronto ad ottemperare a quanto approvato in precedenza sia nella National Charter che nella Costituzione.

Cosa accadrebbe?
1-Si darebbe finalmente un senso a coloro i quali credendo in esse sono morti.
2-si renderebbe meno pressante la contestazione internazionale o quantomeno si avrebbe una tregua
3- si darebbe finalmente inizio alla realizzazione legalmente riconosciuta dello stato indipendente
4- si porrebbero finalmente le basi per la realizzare una riconciliazione nazionale
5- si riotterrebbe il contributo di idee di quanti sono attualmente dissidenti
6- si renderebbe finalmente possibile realizzare quanto scritto nella National Charter e nella Costituzione.
7- si creerebbero le strutture organizzative dello Stato di Diritto
8- si renderebbe certo l’organigramma dello stato e dei suoi dirigenti
9- - si passerebbe alla fase elezioni dell’Assemblea Nazionale
10- si avrebbero i primi rappresentanti del Popolo Sovrano
11- si avrebbe un riconosciuto Presidente eletto dal Popolo Sovrano
12- -l’Assemblea Nazionale potrebbe emanare legali leggi riconosciute
13 l’Asssemblea Nazionale emanerebbe leggi di gestione economica di valore legale Internazionale
14- Si rimetterebbe in moto l’economia Nazionale
E scusate se è poco.

Il popolo orgogliosamente e nel pieno rispetto del diritto costituzionale alla sua autodeterminazione vota gli strumenti Istituzionali previsti, confluisce in massa nelle fila del PFDJ, la rimanenza vota altro raggruppamento, l’Assemblea Nazionale democraticamente costituita secondo il Capitolo V Art 41 della Costituzione Nazionale Eritrea elegge il suo Presidente.
Il Popolo attraverso questi passaggi voterebbe in massa isaias?
Sia fatta la volontà del Popolo finalmente Sovrano.

Risolto il problema del presidente si dovrebbe passare a quello più urgente dell’avvio del processo economico basato sul libero scambio e sull’intervento dell’imprenditoria privata sulla base di regole certe e garantite.

“Riuscirà il GoE a dare risposte concrete e garanzie certe? Chi può dirlo?”
Purtroppo solo il tempo saprà dirlo
Certamente se il goe non ottempererà a quanto sopra descritto dubito fortemente venga accolta la sua richiesta di aiuto allo sviluppo strutturale e economico sulla sola fiducia se non limitata alla realizzazione di affari a spot poco e nullo incisivi nel medio/lungo periodo.
Del resto, così come risultato dalla conferenza economica, mancano gli strumenti legali e operativi per potere intraprendere attività economiche.
Certo che farselo dire da cittadini qualunque non è stata una grande dimostrazione di possesso di chiare capacità menageriali o imprenditoriali.




“L'Eritrea nel dopo-liberazione era l'economia emergente che con il suo esempio faceva paura alle grandi potenze per le conseguenze che avrebbe potuto portare ai loro interessi in Africa.”
Sono d’accordo anche se non esagererei con fare paura alle grandi potenze, per favore lasciamo perdere, siamo seri, accontentiamoci delle potenzialità che stavano emergendo e che già erano sufficenti.
E’ vero che l’eritrea non guardava la somalia etc. ma molto oltre, purtroppo la successiva politica involutiva e autarchica la sta portando a raffrontarsi con queste ultime realtà, non lo dico io lo dice il goe in ogni occasione.
E mi dispiace molto.

P.S. Pettini noto con piacere che la costituzione è finalmente tradotta, io non ho nessuna difficoltà a inviarle quanto in mio possesso, cosa che farò al più presto.
Non mi preoccuperei di eventuali discrepanze né eventuali imprecisioni anche perché è chiaro il senso del contenuto e comunque non sarebbe di nessun valore legale e se la pubblico a rate è solo per non appesantire troppo il testo.
Spero che anche lei oltre che a pubblicarla la vorrebbe applicata in Eritrea.

Nessuno



LA COSTITUZIONE ERITREA
Ratificata dall'Assemblea Costituente,
Il 23 maggio 1997

Articolo 22 - Famiglia
1. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e
ha diritto alla protezione e cure speciali dello Stato e
società.
2. Uomini e donne in piena età hanno il diritto, con
il loro consenso, di sposarsi e di fondare una famiglia liberamente, senza
ogni discriminazione ed essi hanno uguali diritti e doveri
come a tutti gli affari di famiglia.
3. I genitori hanno il diritto e il dovere di educare i loro figli con
la dovuta cura e affetto, e, a loro volta, i bambini hanno il diritto
e il dovere di rispettare i loro genitori e per sostenerli in
loro vecchiaia.
Articolo 23 - Diritto di Proprietà
1. Fatte salve le disposizioni del sub-articolo 2 del presente articolo, qualsiasi
cittadino ha il diritto, in qualsiasi luogo in Eritrea, ad acquisire
e disporre di proprietà, individualmente o in associazione con
gli altri e lasciare lo stesso ai suoi eredi o legatari.
2. Tutte le terre e tutte le risorse naturali sotto e sopra la superficie
del territorio dell'Eritrea appartengono allo Stato. Gli interessi
dei cittadini sulla terra sono determinati dalla legge.
3. Lo Stato può, nell'interesse nazionale o pubblico, prendere
le proprietà, fatto salvo il pagamento di un giusto risarcimento e in
conformità alla procedura prevista dalla legge.
Articolo 24 -ricorso amministrativo contro una disposizione
1. Qualsiasi persona per una questione amministrativa ha il
diritto di essere ascoltato con rispetto dai funzionari amministrativi
interessati e di ricevere risposte rapide ed eque da
loro.
2. Qualsiasi persona per una questione amministrativa, i cui diritti o
interessi vengano disturbati o minacciati, hanno il diritto
a cercare dovuto ricorso amministrativo.
Articolo 25 - Doveri dei Cittadini
Tutti i cittadini hanno il dovere di:
1. sottostare alla sudditanza Eritrea, lottare per il suo sviluppo e
promuovere la sua prosperità;
2. essere pronti a difendere il paese;
3. compiere il proprio dovere in servizio nazionale;
4. mantenere un sentimento di unità nazionale;
5. rispettare e difendere la Costituzione;
6. rispettare i diritti degli altri, e conformi ai requisiti di legge.

segue

Re: dalle proteste alle proposte

- “L'Eritrea nel dopo-liberazione era l'economia emergente che con il suo esempio faceva paura alle grandi potenze per le conseguenze che avrebbe potuto portare ai loro interessi in Africa.”
Sono d’accordo anche se non esagererei con fare paura alle grandi potenze, per favore lasciamo perdere, siamo seri, accontentiamoci delle potenzialità che stavano emergendo e che già erano sufficenti. –

Questo passaggio necessita di un chiarimento: quando ho scritto “con il suo esempio” intendevo dire che se, sulla scia di quanto fatto dagli eritrei, anche altri paesi africani avessero aperto gli occhi sul modo di trattare gli affari con le potenze economiche egemoni che dipendono dalle risorse del grande continente, queste avrebbero dovuto accettare condizioni certamente meno favorevoli a tutto vantaggio della popolazione.

L’Eritrea nel tempo ha sempre continuato su questa strada e gestisce i contratti senza timori reverenziali.

Esente virtualmente dal problema della corruzione il GoE è rimasto libero di far valere le proprie leggi e non ha esitato ad allontanare dal paese quelle compagnie che credevano di poter operare all’europea allungando dollari qui e là.

Il risultato è che se da una parte gli esclusi starnazzano vanamente, gli imprenditori seri si sentono più tutelati.

“Nessuno” lei afferma: “Del resto, così come risultato dalla conferenza economica, mancano gli strumenti legali e operativi per potere intraprendere attività economiche.
Certo che farselo dire da cittadini qualunque non è stata una grande dimostrazione di possesso di chiare capacità menageriali o imprenditoriali”.

In questo caso non credo lei abbia del tutto compreso la portata della Conferenza che si è tenuta in Asmara.

Non è vero che nell’occasione “cittadini qualunque” abbiano in qualche modo offerto lezioni su come vanno gestiti gli affari, ma al contrario è stato il GoE che in modo trasparente e democratico ha voluto che gli imprenditori esprimessero i loro pareri per calibrare congiuntamente una metodologia sulla quale basare un nuovo capitolo dell’economia eritrea.

Questa è la prima volta che il paese affronta un argomento di tale portata e trovo sia interessante e corretto che il governo si sia confrontato apertamente allo scopo di raggiungere una soluzione soddisfacente per tutti.

In definitiva un gran bell’esempio di gestione democratica di una questione di interesse pubblico.

Lei dice: “Certamente se il goe non ottempererà a quanto sopra descritto dubito fortemente venga accolta la sua richiesta di aiuto allo sviluppo strutturale e economico sulla sola fiducia se non limitata alla realizzazione di affari a spot poco e nullo incisivi nel medio/lungo periodo”.

Ma al GoE non è stato chiesto di ottemperare a nulla che riguardi il suo assetto politico, ma solo di presentare degli approfondimenti programmatici su argomenti a carattere prettamente economico.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini
Anch’io ogni tanto chiudo gli occhi e mi immagino un mondo scevro di ogni male e di ogni difetto, poi apro gli occhi e la mente e leggo casi di scandalosi comportamenti umani.
Pensi che una volta sono venuto a conoscenza che un certo prosperini è stato accusato e condannato perchè prendeva mazzette per agevolare trattative commerciali e/o chissà cos’altro da un personaggi riconducibili a un paese come l’eritrea.
Sulla base di questo fatto ho ritenuto che anche quel paese non ritenesse poi così immorale comportarsi così come fan tutti per l’ottenimento dei propri obiettivi, oppure incapace di effettuare una normale trattativa commerciale, oppure in casi particolari fosse giustificato qualsiasi comportamento.
Nulla di nuovo sotto il sole, mi sento di poter dire che in questo caso l’eritrea non ci insegna nulla, siamo già istruiti a sufficienza, grazie.

Per quanto riguarda la conferenza economica guardi che ho compreso benissimo, il goe intende proseguire la sua politica economica all’insegna del nazionalismo
Gli operatori invitati erano esclusivamente eritrei, cittadini qualunque che non è una definizione dispregiativa anzi.
Padronissimi di farlo, già questo metodo a mio modo di vedere non coglie le potenzialità che un mondo globalizzato come quello odierno può offrire e dimostra una ulteriore tendenza alla chiusura di tipo autarchico.
Potrebbe anche essere che il “faso tuto mi” sia realizzabile, però non mi sembra di avere visto casi simili nel mondo e già questo fatto mi lascia perplesso.
Forse nei paesi di economia sovietica, , cosa poi è successo lo abbiamo visto.
Sappiamo tutti che è la competizione, giustamente indirizzata, che evolve l’economia e l’uomo.

I fatti
Il goe si è presentato alla conferenza con un ordine del giorno che è stato stravolto dagli interventi dei convenuti, i quali hanno evidenziato le incongruenze e le manchevolezze dei contenuti economici e pratici proposti dal goe e se è vero che ci si è limitati a questo è perché di economia si parlava e non mi immagino sarebbe stato possibile parlare di assetto politico se non a rischio della propria persona
Il goe si è reso conto della realtà e ha dovuto aggiornare la conferenza per metabolizzare quanto proposto altrimenti la conferenza non avrebbe ottenuto i consensi sperati e sarebbe fallita.
C’è da augurarsi prenda atto di quanto evidenziato e apporti gli opportuni cambiamenti.
Gli interessi che hanno spinto il goe a convocare la conferenza erano altri, il bell’esempio di gestione democratica invece l’hanno data gli interventi succedutosi da parte delle persone qualunque i quali hanno dimostrato che non è con piani quinquennali di sviluppo economico già sulla carta fallimentari e caduti dall’alto che si sviluppa una economia.


La conferenza economica era attinente all’economia gli interventi erano improntati a questo.
In definitiva, se si volesse parlare di assetto politico, non si avesse nessun problema e si volesse dare un bell’esempio di gestione democratica del paese perché non convocare parimenti una conferenza aperta a tutti con questo ordine del giorno magari convocata in un paese neutrale dove certamente si avrebbe una folta partecipazione.

nessuno


LA COSTITUZIONE ERITREA
Ratificata dall'Assemblea Costituente,
Il 23 maggio 1997

Articolo 22 - Famiglia
1. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e
ha diritto alla protezione e cure speciali dello Stato e
società.
2. Uomini e donne in piena età hanno il diritto, con
il loro consenso, di sposarsi e di fondare una famiglia liberamente, senza
ogni discriminazione ed essi hanno uguali diritti e doveri
come a tutti gli affari di famiglia.
3. I genitori hanno il diritto e il dovere di educare i loro figli con
la dovuta cura e affetto, e, a loro volta, i bambini hanno il diritto
e il dovere di rispettare i loro genitori e per sostenerli in
loro vecchiaia.
Articolo 23 - Diritto di Proprietà
1. Fatte salve le disposizioni del sub-articolo 2 del presente articolo, qualsiasi
cittadino ha il diritto, in qualsiasi luogo in Eritrea, ad acquisire
e disporre di proprietà, individualmente o in associazione con
gli altri e lasciare lo stesso ai suoi eredi o legatari.
2. Tutte le terre e tutte le risorse naturali sotto e sopra la superficie
del territorio dell'Eritrea appartengono allo Stato. Gli interessi
dei cittadini sulla terra sono determinati dalla legge.
3. Lo Stato può, nell'interesse nazionale o pubblico, prendere
le proprietà, fatto salvo il pagamento di un giusto risarcimento e in
conformità alla procedura prevista dalla legge.
Articolo 24 -ricorso amministrativo contro una disposizione
1. Qualsiasi persona per una questione amministrativa ha il
diritto di essere ascoltato con rispetto dai funzionari amministrativi
interessati e di ricevere risposte rapide ed eque da
loro.
2. Qualsiasi persona per una questione amministrativa, i cui diritti o
interessi vengano disturbati o minacciati, hanno il diritto
a cercare dovuto ricorso amministrativo.
Articolo 25 - Doveri dei Cittadini
Tutti i cittadini hanno il dovere di:
1. sottostare alla sudditanza Eritrea, lottare per il suo sviluppo e
promuovere la sua prosperità;
2. essere pronti a difendere il paese;
3. compiere il proprio dovere in servizio nazionale;
4. mantenere un sentimento di unità nazionale;
5. rispettare e difendere la Costituzione;
6. rispettare i diritti degli altri, e
conformi ai requisiti di legge.
Articolo 26 - Limitazione Su Diritti fondamentali e
Libertà
1. I diritti e le libertà fondamentali garantite ai sensi del presente
Costituzione può essere limitato solo nella misura in cui è nell'interesse
della sicurezza nazionale, pubblica sicurezza, al benessere economico
del paese, della salute o della morale, per la prevenzione del pubblico
reato o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui.
2. Qualsiasi legge che prevede la limitazione dei diritti fondamentali
e delle libertà garantiti dalla presente Costituzione deve:
a. essere coerenti con i principi della democrazia e della giustizia;
b. essere di applicazione generale e non negare l'essenziale
contenuto del diritto o la libertà in questione;
c. specificare l'estensione accertabile di tale limitazione e
identificare l'articolo o gli articoli del presente documento sul quale l'autorità di
mettere in atto tale limitazione è affermato
3. Le disposizioni del sub-articolo 1 del presente articolo non possono essere
utilizzato per limitare i diritti e le libertà fondamentali garantite
ai sensi degli articoli 14 (1) e (2), 15, 16, 17 (2), (5), (7) e (8), e
19 (1) della presente Costituzione.

segue

Re: dalle proteste alle proposte

“Nessuno” noi procediamo nei nostri ragionamenti secondo diversi punti di vista.

Personalmente, deluso profondamente dalla gestione politica ed economica del mio paese e soprattutto dal suo indegno e apparentemente inarrestabile degrado morale, trovo interessanti spunti di riflessione nell’esempio fornito dal percorso storico dell’Eritrea.

Non faccio differenze fra GoE, Isaias o il popolo nel suo insieme; tutta l’esperienza eritrea, da me lungamente studiata nel corso degli anni, continua ad apparirmi di una nettezza e coerenza che francamente ammiro.

Alla fine del 2001 ero in Eritrea e ho vissuto la vicenda dei G15 non sapendomene fare un’opinione immediata; l’unica era aspettare, valutare la reazione del popolo eritreo e studiare gli eventi raccogliendo quante più informazioni era possibile.

Nel tempo poi ho avuto modo di farmene un’idea più completa soprattutto alla luce di molti altri eventi che si sono succeduti nel tempo.

In Eritrea va tutto bene?

Se qualcuno si dovesse mai prendere il disturbo di chiedermi un parere circa la gestione di molti aspetti dell’organizzazione del paese avrei ovviamente molto da dire, ma in mancanza di specifiche istanze mi limito a tentare nel mio piccolo di fornire una chiave di interpretazione della realtà del paese.

Quello che però non sopporto sono gli attacchi gratuiti basati sulle menzogne e sulla diffusione spregiudicata di notizie false, con i quali si vorrebbe giocare al massacro in sostituzione del confronto dialettico.

Gli esempi sono moltissimi, tanto per capirci basta leggere la notizia, diffusa in questi giorni da una organizzazione internazionale e ripresa da una nota Ong che operava in Eritrea, secondo la quale oltre il 50% della popolazione dell’Eritrea, del Burundi e di Haiti sarebbe denutrita a causa del cosiddetto Land Grabbing cioè la cessione di terreni fertili a compagnie straniere per la produzione di bio-carburanti.

Burundi e Haiti sono paesi che non conosco, ma che l’Eritrea sia alla fame e vittima del Land Grabbing…

Lei insiste sul tasto della democrazia, ma sulla base di quanto vediamo ogni giorno sono sempre più dell’idea che in generale la cosiddetta democrazia assuma a seconda dei casi delle sfumature sempre più bizzarre che alla fine determinano lo stato di cose al quale stiamo tutti assistendo nel mondo.

L'argomento è complesso e di difficile trattazione in questo contesto.

Lei afferma in modo strumentale:”Il goe si è presentato alla conferenza con un ordine del giorno che è stato stravolto dagli interventi dei convenuti, i quali hanno evidenziato le incongruenze e le manchevolezze dei contenuti economici e pratici proposti dal goe e se è vero che ci si è limitati a questo è perché di economia si parlava e non mi immagino sarebbe stato possibile parlare di assetto politico se non a rischio della propria persona”.

A me pare che il ragionamento sia capzioso, per prima cosa l’ordine del giorno non è stato stravolto dagli interventi dei convenuti, ma bensì opportunamente modificato dagli organizzatori per dare spazio a quanti più convenuti fosse possibile.

Poi nessuno, come detto, ha corso alcun rischio nell’esporre le sue idee in considerazione comunque del fatto che il velo che separa le questioni economiche da quelle politiche è veramente sottile.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Un giorno in un bar in Eritrea mi son sentitp dire: non parlare di poliritca perch<è qui anche i muri sentono. Che cosa signnifica?

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini mi ha anticipato, concordo che stiamo interloquendo avendo visioni dello stesso panorama ma visto da due punti diversi. Ci differenziano alcune distorsioni ottiche e qualche suo caso eclatante non visto
Rimanendo in questo ambito presumo sia lecito e consentito ad ambedue.
Alcune sue analisi però mi lasciano perplesso e se mi consente le devo contestare.
Una differenza tra isaias, il goe e il popolo nel suo insieme, esiste e come.
Dal mio punto di vista vedo una scollatura tra la dirigenza e il resto del paese.
Vedo una gestione verticistica dell’eritrea
Non sono convinto che la partecipazione alle sorti sia politiche che economiche del paese sia sorgiva dal popolo.
Non parliamo poi di coerenza per favore, lei, se davvero ha studiato la storia eritrea, non può non avere notato la direzione che ondivaga è un eufemismo per quanti cambiamenti ha fatto il goe ma specialmente isaias.
Il popolo in questo caso non c’entra per nulla e nulla poteva decidere, ha solo subito gli eventi.
Le elenco quelli più eclatanti.
Inserito nell ElF fuoriuscito dal ELF
Amico di melles- nemico di melles
Compagno dei G15 distruttore dei G15
Alleato dell’america nemico giurato dell’america
Disponibile all’apertura del libero mercato- ripristino dell’autarchia
Estensore della National Charter- rifiuto di ottemperare a quanto descritto in essa
Estensore della Costituzione eritrea- rifiuto di implementarla.

Posso capire che mancando una corretta e plurale informazione all’epoca non era forse possibile farsi una immediata opinione
della estromissione dei G15, ma se mi dice che l’unica soluzione era aspettare, valutare la reazione del popolo, studiare gli eventi, e se a queste aggiungo che in diverse occasioni ha dichiarato che se ci fossero stati dei diversi risultati si sarebbe adeguato, bè francamente mi sembra un atteggiamento da opportunista, non tanto diverso da chi nel tanto criticato e bistrattato bel paese aspetta fino all’ultimo per essere certo di saltare sul carro del vincitore.




Concordo che attacchi gratuiti o peggio menzogneri al pari della disinformazione e della ostinata negazione ad oltranza di gravi fatti veri siano da condannare con fermezza.

Democrazia
Be veramente di democrazia si parla ampiamente nella National Charter e nella Costituzione voluta, discussa, approvata, da isaias e dal goe poi Ratificata dall'Assemblea Costituente, Il 23 maggio 1997 , ad esse mi ricollego, e a queste io faccio riferimento.
Ma non solo di democrazia si parla ad esempio National Charter e nella Costituzione, si parla di organigrammi dello Stato, di famiglia, di assistenza agli anziani, di tutela delle proprietà, di giustizia, di cittadinanza, di principi democratici, di cultura nazionale, competenze del sistema giustizia, competenze Servizio Civile, Politica estera, Nazionale di Difesa e Sicurezza, Parità ai sensi della legge, Diritto alla Vita e della Libertà, Diritto alla dignità umana, Libertà di coscienza, di religione, di espressione Parere, Movimento, all'Assemblea e Organizzazione, Ricorso amministrativo contro una disposizione, etc etc.
Pretendere venga resa attuata la Costituzione Eritrea vuol dire che i summenzionati importanti articoli in essa contenuti tra cui l’organizzazione in senso democratico dello stato, verranno resi operativi.
Intendiamoci è la realizzazione pratica della gestione legale dello stato e che è prioritaria.
Il beneficio è e sarà evidente e a vantaggio di tutti
E’ interesse di tutti che un governo nel pieno possesso delle sue funzioni possa emanare norme a tutela della famiglia, degli anziani, oppure rendere attuative le norme con cui amministrare la giustizia, norme a tutela della proprietà, stabilire modalità di ricorsi avverso disposizioni etc etc
Non ultimo attuare norme specifiche per lo Sviluppo economico e sociale.
Anche a questo mi riferisco quando parlo di struttura organizzata dello Stato che attualmente manca.
Ribadisco, solo attraverso l’implementazione della Costituzione , l’Eritrea potrà riottenere anche gli spazi economico sociali che le permetteranno di progredire speditamente.

Con tutti i suoi limiti, i sistemi socio politico della stragrande parte del mondo sono amministrati da governi di stampo democratico. Non vedo altrimenti praticabile governare uno stato moderno con un sistema centralizzato di stampo nazionalsocialista o social nazionalista, anche la russia e la cina hanno dovuto cambiare.

“Lei insiste sul tasto della democrazia, ma sulla base di quanto vediamo ogni giorno sono sempre più dell’idea che in generale la cosiddetta democrazia assuma a seconda dei casi delle sfumature sempre più bizzarre che alla fine determinano lo stato di cose al quale stiamo tutti assistendo nel mondo”.
Intanto comincio col dire che per me democrazia significa anche consapevolezza della propria libertà individuale, se pur limitata dal rispetto delle altrui opinioni o aspirazioni.
Significa potermi permettere di possedere una autonoma capacità critica ed espressiva di ciò che mi contorna.
Per quanto non necessariamente intruppata in rigide organizzazioni partitiche.
Sono consapevole che non sempre una organizzazione strutturale democratica, non per sua colpa, alla fine può non offrire il meglio di sé e nei regimi verticistici ancora peggio, purtroppo la loro componente umana è quella che conosciamo.
Ed è la medesima che attualmente ricopre cariche dirigenziali in eritrea.

Congresso economico

Un ordine del giorno in un ordinamento organizzato normalmente non può essere modificato nella sostanza in corso d’opera, altrimenti si potrebbero ledere i diritti dei terzi non convenuti. e se il verbale agli atti, rispecchia quanto richiesto dai presenti e se queste richieste non combaciano o non rientrano tra quanto elencato nell’ordine del giorno della riunione o viene modificato dagli organizzatori per qualsiasi ragione, questo di fatto viene stravolto.

Pettini il velo che separa le questioni economiche da quelle politiche è veramente così sottile o inesistente tanto che di fatto i due argomenti sono interconnessi, ciò conferma anche che è necessario analizzare sì proposte di lo sviluppo economico ma partendo dalla definizione della prioritaria base politica costitutiva dello Stato Eritreo.


nessuno

Articolo 27 - Stato di Emergenza
1. In un'epoca in cui la sicurezza pubblica o la sicurezza o la stabilità del
Stato è minacciato da guerre, invasioni esterne, disordini civili o
disastro naturale, il presidente può, mediante un annuncio
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dichiarare uno stato di
emergenza in Eritrea o in parte di esso.
2. Una dichiarazione ai sensi del sub-articolo 1 del presente articolo non
diventare efficace se non approvato da una delibera approvata da almeno
due terzi dei voti di tutti i membri della Assemblea Nazionale
Una dichiarazione fatta quando l'Assemblea Nazionale
è in sessione deve essere presentato entro due giorni dalla sua
pubblicazione, o in altro modo, l'Assemblea Nazionale deve essere
convocata per verificare e prendere in considerazione la dichiarazione entro trenta
giorni dalla sua pubblicazione.
3. Una dichiarazione approvata dall'Assemblea Nazionale ai sensi del
Sub-articolo 2 del presente articolo, continuano ad essere in vigore per un
periodo di sei mesi dopo tale approvazione.
L’ Assemblea Nationale può, con una risoluzione di maggioranza dei due terzi dei voti
tutti i suoi membri, estendere la sua approvazione della dichiarazione di un
periodo di tre mesi alla volta.
4. L'Assemblea nazionale può, in qualsiasi momento, con delibera
revocare la dichiarazione approvata da essa ai sensi delle disposizioni
del presente articolo.
5. Una dichiarazione di stato di emergenza o di eventuali misure
intraprese o leggi emanate in applicazione della stessa non deve:
a. sospendere gli articoli 14 (1) e (2), 16; 17 (2) e 19 (1) del
Costituzione;
b. accordare la grazia o amnistia a qualsiasi persona o alle persone che,
agendo sotto l'autorità dello Stato, si sono impegnati
in atti illegali.
c. introdurre la legge marziale in assenza di invasione esterna o
disordini civili.

Articolo 28 - Rispetto dei diritti fondamentali e della Libertà
1. L'Assemblea nazionale con qualsiasi atto legislativo subordinato
dall'autorità non deve fare alcuna legge, e l'Esecutivo e le
agenzie di governo non devono intraprendere alcuna azione che
abolisca o compendia i diritti e le libertà fondamentali
conferiti dalla presente Costituzione, senza l'autorizzazione di questa
Costituzione. Ogni legge o azione in violazione delle medesime devono essere
nulle.
2. Qualsiasi persona offesa che afferma che il suo diritto fondamentale alla
libertà garantiti dalla presente Costituzione è stata negata o
violato il diritto di petizione di un tribunale competente per
risarcimento. Ove accerti che tale diritto fondamentale o
libertà è stata negata o violata, il giudice ha il
potere di fare tutti gli ordini, come è necessario, per assicurare
al richiedente il godimento di tale diritto fondamentale o
al richiedente libertà se tale subisce un danno, ed includere
un premio di compensazione monetaria.
Articolo 29 - Diritti residui
I diritti enumerati nel presente capo non ostano altri
diritti che derivano dallo spirito di questa Costituzione e il
principio di una società basata sulla giustizia sociale, democrazia e
Stato di diritto.


segue

Re: dalle proteste alle proposte

“Nessuno” lei riassume in poche righe un percorso di vita durato alcune decine di anni che tuttavia sembra confermare la mia opinione dimostrando coerenza e concretezza.

Riferendosi al presidente Isaias lei scrive:

1 - Inserito nell ElF fuoriuscito dal ELF
2 - Amico di melles- nemico di melles
3 - Compagno dei G15 distruttore dei G15
4 - Alleato dell’america nemico giurato dell’america
5 - Disponibile all’apertura del libero mercato- ripristino dell’autarchia
6 - Estensore della National Charter- rifiuto di ottemperare a quanto descritto in essa
7 - Estensore della Costituzione eritrea- rifiuto di implementarla.

1 – Le vicissitudini dell’Elf sono note e si possono sintetizzare in questo modo:
a) 1961 - Alcuni esuli eritrei, fra i quali l’ex presidente del parlamento eritreo, Idris Mohammed Adem, fondano il Fronte di liberazione dell’Eritrea (F.L.E.) e decidono di dare inizio alla lotta armata. L’1 settembre, un gruppo di guerriglieri, guidati da Hamed Idris Awate, attacca una stazione di polizia nella provincia eritrea occidentale del Barka.
b) 1967 - Con l’aiuto di consiglieri militari israeliani, l’esercito etiopico scatena la sua prima offensiva su vasta scala contro i guerriglieri del F.L.E. Decine di migliaia di civili eritrei sono costretti a trovare rifugio nel vicino Sudan, mentre all’interno del F.L.E, che non ha saputo tenere testa all’offensiva etiopica, la dirigenza viene messa sotto accusa per le divisioni di carattere religioso e tribale all’origine del rovescio militare registrato.
c) 1970 Dopo aver inutilmente tentato di modificarne l’orientamento, gruppi di guerriglieri abbandonano il F.L.E. e danno vita alle Forze popolari di liberazione dell’Eritrea (F.P.L.E.).Contro la nuova organizzazione, il F.L.E. scatena una sanguinosa guerra civile. Nel frattempo, ad agosto, si svolge a Monaco (Germania) il primo congresso in Europa degli Eritrei per la liberazione.
d) 1973 Nel mese di agosto si svolge, per la prima volta a Pavia (Italia), il quarto congresso degli Eritrei per la liberazione, in Europa, dopo i primi tre che si sono svolti in Germania: Monaco (1970), Norimberga (1971), Monaco (1972). L'FLE si scinde in due tronconi: FLE storico e FLE-FPLl forze popolari di liberazione frazione marxista dell'FLE. Si afferma l'FPLE - Fronte Popolare di Liberazione dell'Eritrea.
e) 1974 - La guerra civile tra il F.L.E. e il F.P.L.E. ha finalmente termine. In agosto prosegue il quinto congresso degli Eritrei per la liberazione, in Europa, per la prima volta nella città di Bologna.
Dunque è la linea di Isaias quella che prevale su quanti volevano liberare l’Eritrea basandosi su divisioni di carattere religioso e tribale, non è Isaias a modificare la sua posizione.

2 - Isaias non è amico di Melles, ma è Melles a essere amico di Isaias salvo poi dimostrarsi il più indegno dei nemici.

3 – Isaias è compagno di tutti poi tradito dai tragici errori di una minoranza.

4 – Isaias crede nelle promesse di quello che crede un alleato nella lotta al terrorismo e quando i fatti dimostrano la reale inaffidabilità e pericolosità delle varie amministrazioni che si succedono, prende le distanze.

5 – Sempre disponibile al libero mercato, da attuarsi quando le condizioni lo consentiranno.

6 – Isaias non è l’estensore dalla National Charter e non si rifiuta di implementarla poiché questa prevede come strumento operativo la Costituzione dell’Eritrea e questa è stata regolarmente ratificata.

7 – Poco dopo la ratifica della Costituzione l’Etiopia dichiara lo stato di guerra e invade l’Eritrea impedendo di fatto ogni altra attività che non sia la strenua difesa della sovranità e integrità territoriale della nazione.

Lei afferma:”… ma se mi dice che l’unica soluzione era aspettare, valutare la reazione del popolo, studiare gli eventi, e se a queste aggiungo che in diverse occasioni ha dichiarato che se ci fossero stati dei diversi risultati si sarebbe adeguato, bè francamente mi sembra un atteggiamento da opportunista, non tanto diverso da chi nel tanto criticato e bistrattato bel paese aspetta fino all’ultimo per essere certo di saltare sul carro del vincitore”.

Le ricordo che come osservatore esterno, straniero e super partes non mi trovo nella posizione di “saltare sul carro” di nessuno, ne di avvantaggiarmi del successo di questa o quella compagine, posso solo limitarmi a prendere atto della volontà popolare così come la diplomazia internazionale che riconosce l’attuale governo dell’Eritrea così come avrebbe riconosciuto quello che eventualmente il popolo eritreo avesse deciso di appoggiare in caso di successo del colpo di stato.

Inoltre lei sottolinea che:” Un ordine del giorno in un ordinamento organizzato normalmente non può essere modificato nella sostanza in corso d’opera, altrimenti si potrebbero ledere i diritti dei terzi non convenuti.
e se il verbale agli atti, rispecchia quanto richiesto dai presenti e se queste richieste non combaciano o non rientrano tra quanto elencato nell’ordine del giorno della riunione o viene modificato dagli organizzatori per qualsiasi ragione, questo di fatto viene stravolto”.

Nel caso in questione nulla è stato stravolto del programma originale, ma si è semplicemente ampliato lo spazio dedicato alle istanze dei partecipanti posticipando la presentazione delle imprese delle quali si volevano immettere sul mercato le azioni.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte



Pettini dal suo punto di vista lei sarà anche
“osservatore esterno, straniero e super partes non mi trovo nella posizione di “saltare sul carro” di nessuno, ne di avvantaggiarmi del successo di questa o quella compagine, posso solo limitarmi a prendere atto della volontà popolare così come la diplomazia internazionale che riconosce l’attuale governo dell’Eritrea così come avrebbe riconosciuto quello che eventualmente il popolo eritreo avesse deciso di appoggiare in caso di successo del colpo di stato”.

Mentre dal mio punto di vista ritengo che il suo modus operandi sarà tutto meno che super partes, lei è troppo sbilanciato verso una parte, infatti le devo far rilevare che ancora dal suo punto di vista continua a vedere una volontà popolare che non esiste se nel suo immaginario perché allo stato è inespressa e questo è un fatto.
Cosa le fa pensare che sia così, su quali base certe e inequivocabili si basa, forse sull’opinione personale dei parenti o di chi incontra nei bar di asmara o forse le sue frequentazioni le danno informazioni a tutti precluse?
Più modestamente mi devo limitare ai fatti ed essi mi dicono che finchè le situazioni non cambieranno l’eritrea è nelle mani di una sola persona, isaias.
E ancora per cortesia non insista con le teorie di colpi di stato mai pensati nè proposti da alcuno.
La verità sono stanco di rileggerla ed è quella che tutti oramai conoscono.
L’unica cosa reale nel suo testo è che l’eritrea a seguito della sua indipendenza, all’immediato riconoscimento etiopico faceva seguito quello della comunità internazionale e il 28 maggio 1993 l'Eritrea venne ammessa all'ONU.
Ma innumerevoli sono le condanne, le critiche e le prese di distanza sempre dalle stesse comunità internazionali che l’eritrea ha poi ricevuto e riceve per il suo ostinato rifiuto di realizzare quanto inserito nella National Charter e nella Costituzione.

Economia
Lei afferma
“Nel caso in questione nulla è stato stravolto del programma originale, ma si è semplicemente ampliato lo spazio dedicato alle istanze dei partecipanti posticipando la presentazione delle imprese delle quali si volevano immettere sul mercato le azioni.”

Non è esatto, la conferenza economica di fatto è stata modificata e stravolta, sostanzialmente fallita perché sarebbe stato impossibile collocare le azioni proposte senza le necessarie e opportune garanzie così come è giusto, logico e già molte volte suggerito che sia.
Infatti questo era il vero interesse del goe in questa riunione, recuperare risorse pensando di nulla concedere.
Vede come imperterrito il goe persegue una politica autarchica e nazionalista tutto il contrario del liberismo.
Ma come, lo stato vorrebbe presentare imprese presumibilmente sue su cui investire dando in cambio promesse fondate sul nulla? E’ chiaro che i partecipanti hanno fatto le opportune rivendicazioni e chiesto chiarimenti che il goe deve metabolizzare.
A parte il fatto che voler realizzare economie statali è suicida, la storia ha dimostrato essere destinate al fallimento
Una nazione come l’eritrea che non presenta nessun bilancio dello stato, non ha una costituzione operante, non ha regole certe né condivise, in uno stato di pace armata ai confini, nessuna normativa in merito al credito bancario né azionario pensa di ottenere finanziamenti privati alle sue imprese sulla base della sola fiducia?
Azioni, in assenza di una istituzione come una borsa di interscambio merci, da chi verrebbero garantiti i soldi investiti?
Più che azioni le dovremmo chiamare obbligazioni o titoli di stato?
Si rende conto che sono molto di più le perplessità,le domande che le chiare risposte ottenute?
Azioni? Considerato il momento economico mondiale sfavorevole e che società del calibro di lehman brothers sono fallite annunciando debiti bancari per usd 613 miliardi, debiti obbligazionari per usd 155 miliardi e attività per un valore di usd 639 miliardi e classificata come la più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti.
Come una Impresa privata, addirittura Stati sovrani come a suo tempo l’ Argentina hanno fatto default mandando in bancarotta chi aveva investito nelle iniziative sconsiderato dello stato.
Lo stesso pericolo lo stiamo vedendo ora con le note difficoltà dei paesi europei in prima fila Portogallo Spagna Grecia Italia etc etc.
Ciò premesso e con questi precedenti il Goe dovrà essere molto convincente.
Il mio punto di vista mi porta a dire che il goe ha solo una strada percorribile ed è quella di rifarsi una credibilità, in primis verso il suo popolo, secondo verso chi potrebbe tornare ad investire nel paese ma solo a seguito del verificarsi di quanto descritto nella National Charter
Lo farà?

nessuno




LA COSTITUZIONE ERITREA
Ratificata dall'Assemblea Costituente,
Il 23 maggio 1997





CAPITOLO IV: L'ASSEMBLEA NAZIONALE
Articolo 30 - Rappresentanza del Popolo
1. Tutti i cittadini eritrei, di diciotto anni di età o più, si
hanno diritto di voto.
2. L'Assemblea nazionale emana una legge elettorale, che
assicura la rappresentanza e la partecipazione del
Popolo eritreo.
Articolo 31 - Istituzione e durata della Assemblea Nazionale
1. Vi sarà una Assemblea Nazionale che sarà il
supremo organo legislativo e rappresentativo.
2. L'Assemblea Nazionale è composto da rappresentanti
eletti dal popolo.
3. I membri dell'Assemblea nazionale sono eletti a scrutinio segreto
scrutinio di tutti i cittadini che hanno diritto di voto.
4. I membri dell'Assemblea nazionale sono i rappresentanti del
Popolo eritreo nel suo complesso. Nello svolgimento dei loro doveri, essi
sono regolati dagli obiettivi e principi della
Costituzione, l'interesse del popolo e del paese e
la loro coscienza.
5. La prima sessione dell'Assemblea Nazionale si riunisce
entro un mese dopo le elezioni generali. La durata del
Assemblea Nazionale è di cinque anni dalla data di tale
prima sessione. Dove esiste una situazione di emergenza che
previene le elezioni generali , l’ Assemblea Nazionale
può, con una risoluzione supportata da almeno
due terzi dei voti di tutti i suoi membri, estendere la vita del
Assemblea nazionale per un periodo non superiore a sei mesi.
6. Le qualifiche e l'elezione dei membri del
Assemblea nazionale, le condizioni per il loro decadimento e
altre questioni connesse sono determinati dalla legge.
Articolo 32 - Poteri e compiti dell'Assemblea Nazionale
1. Ai sensi delle disposizioni di questa Costituzione:
a. l'Assemblea Nazionale ha il potere di emanare leggi
e deliberare per l’ottenimento della pace, della stabilità, dello sviluppo
e la giustizia sociale dell'Eritrea;
b. salvo autorizzazione ai sensi delle disposizioni del presente
Costituzione e la legge emanata dall'Assemblea Nazionale,
nessuna persona o organizzazione ha il potere di fare
decisioni che hanno forza di legge.
2. L'Assemblea Nazionale è vincolata dagli obiettivi e
principi della Costituzione, e si adopera per realizzare gli
obiettivi in esso indicati.
3. L'Assemblea Nazionale approva il bilancio nazionale e
emanare leggi fiscali.
4. L'Assemblea Nazionale ratifica accordi internazionali
di legge.
5. L'Assemblea Nazionale ha il potere di approvare il
governo.
6. L'Assemblea Nazionale approva uno stato di pace, di guerra o
di emergenza nazionale.
7. L'Assemblea Nazionale ha il potere di sovrintendere alla
esecuzione delle leggi.
8. L'Assemblea Nazionale ha il potere di eleggere,
tra i suoi membri, e da una maggioranza assoluta di tutti i suoi
membri, il presidente che deve servire per cinque anni.
9. Ai sensi delle disposizioni dell'articolo 41 (6) (a), (b) e (c)
del presente documento, l'Assemblea nazionale può, con una maggioranza dei due terzi
di voto di tutti i suoi membri, mettere sotto accusa o licenziare
Il presidente prima della fine del suo mandato.
10. L'Assemblea Nazionale ha il potere di approvare un
emendamento ai sensi della presente Costituzione.
11. L'Assemblea nazionale deve creare una commissione permanente
per trattare le petizioni dei cittadini.
12. L'Assemblea Nazionale ha il potere di emanare tutte le
risoluzioni e di intraprendere tutte le misure
necessario e per stabilire la rappresentatività di comitati ad hoc
come ritiene opportuno per scaricare la sua responsabilità costituzionale


segue

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini
Dal mio punto di vista ritengo che
1) Il suo lungo excursus storico non c’entra nulla col fatto che isaias abbia di cambiato bandiera politica passando a diverso schieramento e questo è un fatto
2) la sua definizione di amicizia è stravagante, comunque è noto che i due erano anche compagni di merende e questo è un fatto
3) che i G 15 erano suoi compagni di lotta e di partito è un fatto, che a seguito di disaccordo sulla sua linea politica e resosi conto del suo tradimento lo abbiano contestato è un fatto, che li abbia incarcerati facendoli sparire e probabilmente ormai morti è un fatto.
4) che sia stato alleato di diversi paesi tra cui l’america che adesso contesta aspramente è un fatto
5) che allo stato in eritrea non esiste il libero mercato è un fatto
6) Con Isaia presidente, il terzo congresso a nakfa nel 1994, ben 19 anni fa, approvò fra l’altro un documento nazionale (National Charter) che stabilì i principi fondamentali su cui si basa il sogno (vision, dream) di quello che sarebbe dovuta divenire la nuova Eritrea.

Sei sono i principi fondamentali contenuti in essa

1)Armonia nazionale.
Perchè la gente eritrea viva nell'armonia, nella pace e nella stabilità, seguendo senza distinzioni le linee regionali, etniche, linguistiche, religiose, di genere o di classe.
2)Democrazia politica.
Perchè la gente eritrea partecipi attivamente e si trasformi in protagonista nella gestione e nella conduzione della sua vita e del suo paese, con i suoi diritti garantiti per legge e nella pratica.
3)Evoluzione economica e sociale.
Perchè l’Eritrea progredisca socialmente ed economicamente nelle aree della formazione, della tecnologia e della qualità di vita.
4)Giustizia sociale (democrazia economica e sociale).
Giusta distribuzione della ricchezza, servizi e opportunità, e attenzione speciale da dedicare alle sezioni più svantaggiate della società.
5)Rinascita culturale.
Disegnata sulla nostra ricca eredità culturale e sui valori approfonditi durante la lotta di liberazione, per sviluppare una coltura Eritrea caratterizzata da amore per il paese, rispetto per umanità, solidarietà fra uomini e donne, amore della verità e della giustizia, rispetto per la legge, lavoro duro, sicurezza di se, fiducia nella riuscita, mentalità aperta e inventiva.
6)Cooperazione regionale ed internazionale
Perchè l’Eritrea si trasformi in un membro rispettato della Comunità internazionale, attraverso la coesistenza nell'armonia e cooperazione con i paesi vicini; e contribuendo, nella misura delle sue possibilità, alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo regionale e globale.

La National Charter parla anche di molto altro, cosa è RIMASTO DI QUESTI SOGNI? nessuna di queste visioni isaias ha voluto realizzare e questo è un fatto.
7) la Costituzione dell’Eritrea approvata nel 1997 atto costitutivo della nazione contiene anche regolamentazioni di carattere organizzativo interno che con l’invasione da parte dell’etiopia non c’entrano nulla.
E comunque a distanza di così tanti anni.Il fatto che rimanga confinata in un cassetto dimostra che isaias non voglia renderla operativa, e questo è un fatto.

Non è obbligatorio essere amico di tutti, ma un personaggio a capo di una nazione ha obblighi e doveri particolari.
Che oculato statista è isaias che amico di tutti, da tutti viene tradito, o questa almeno è la sua versione.
Se anche così fosse ciò dimostrerebbe la sua scarsa statura politica o la scarsa considerazione umana nei suoi confronti che ad alto livello si ha di lui.
E’ mia opinione il contrario cioè che isaias sia poco stabile, incauto e presuntuoso nei rapporti con i patner del momento fino ad arrivare agli eccessi disastrosi che conosciamo e che poi si riflettono negativamente sul popolo eritreo.


nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Dopo aver sviscerato le nostre diverse opinioni possiamo ritenere che l'argomento sia stato analizzato in maniera esaustiva e quindi, dopo una lunga deviazione, possiamo tornare all'argomento del 3D.

Nel frattempo ho collegato il link della traduzione della Costituzione dell'Eritrea sulla Home page del sito.

Tale traduzione non è ufficiale e quindi chi volesse un testo certificato dovrà cercare le versioni originali che sono state pubblicate dal governo in tutte le lingue parlate in Eritrea e in inglese.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

I Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti, candidati nelle liste Amnistia Giustizia e Liberta' al senato in Toscana, hanno presentato ieri un'interrogazione al Minstero degli Esteri per chieder conto, tra le altre cose, delle angerie che alcuni italiani residenti in Eritrea subirebbero da parte del regime anti-democrativo di Afewerki.
"L'interrogazione", spiegano i Radicali in una nota "fa seguito alle critiche avanzate dal Senatore Perduca in sede di conversione in legge del decreto di rifinanziameto delle missioni internazionali che conteneva anche la cessione a titolo gratuito di materiale ferroviario 'fuori servizio' ad Asmara"
Alcuni italiani residenti da tempo in Eritrea, ci hanno inviato dei documenti in cui ci segnalano una campagna di espropri di terreni e immobili da parte delle autorita' eritree. Espropri ingiustificati e imposti senza alcun riferimento di legge. Auspichiamo che il governo si prenda a cuore quanto da noi denunciato. Non crediamo che ci si voglia trovar di fronte a un nuovo caso Libia...

Testo del’linterrogazione a risposta scritta al Ministro degli esteri dei Senatori Perduca e Poretti
A seguito della pubblicizzazione della loro non partecipazione al voto finale del decreto missioni gli scriventi son stati contattati da alcuni rappresentanti della comunità italiana residente in Eritrea che ha condiviso preoccupanti informazioni relative a presunti abusi che si concretizzerebbero nell'esproprio della proprie abitazioni da parte delle autorità eritree;
secondo quanto raccolto dagli interroganti da parte della rappresentanza diplomatica del nostro paese non vi sarebbe stata alcuna possibilità di tutelare gli interessi dei nostri connazionali;
Secondo il materiale visionato, tali espropri avverrebbero nell'ambito di una serie di iniziative che il Governo Eritreo sta mettendo in atto senza peraltro fornire alcuna spiegazione nei confronti delle proprietà di stranieri, in particolare di cittadini italiani. Tali espropri sarebbero considerati "prassi" da parte delle autorità eritree quindi in totale deroga o disrispetto di leggi esistenti.
Si chiede di sapere:
- Se il ministro in indirizzo sia a conoscenza di tali espropri;
- Se essi, in virtù della prassi che li legittima, possano interessare anche proprietà demaniali;
- Come il Governo intenda procedere per tutelare i diritti dei nostri connazionali con proprietà in Eritrea;
- Se, sulla base di quanto sopra, la concessione del materiale ferroviario "fuori servizio" sia ancora da considerarsi come una cessione a fondo perduto o non possa invece far parte di una trattativa colle autorità di Asmara volta a far pressione affinché le proprietà degli italiani in Eritrea vengano garantite dalla legge nazionale piuttosto che dalle politiche del governo di Afewerki;
- Se e quali accordi bilaterali esistano per tutelare le proprietà e gli interessi economici di cittadini italiani in Eritrea e quali siano le iniziative in atto perché tali accordi vengano rispettati.
----------------------


Quanto sopra riportato è la chiara e reale dimostrazione, da me denunciata in precedenti post, di come viene gestita la politica socio-economica interna e di quanto grave sia il pericolo derivante dall’assenza della certezza del diritto in Eritrea.
Oggi il danno coinvolge gli stranieri residenti, domani qualunque cittadino eritreo potrà subire le stesse conseguenze.
Quello che accade in Eritrea è la chiara dimostrazione che senza una Costituzione dello stato in vigore tutti i cittadini sia residenti che eritrei siano soggetti all’imprevedibile comportamento giornaliero di una persona.
La sola alternativa per lo sviluppo dell’Eritrea passa attraverso l’implementazione della sua Costituzione a seguito della quale un parlamento composto da cittadini promulghi e renda operative leggi e regole condivise da tutti, le applichi e le rispetti.
A seguito di siffatti comportamenti reali e attuali da parte del goe mi chiedo come si possa pensare che un qualsiasi imprenditore voglia investire in Eritrea.
Questo autolesionista comportamento del goe conferma quanto le sbandierate riunioni, dichiarazioni, conferenze varie per gli investimenti siano in realtà la solita bufala propinata ad esclusivo uso propagandistico interno.
Purtroppo le finalità ultime del goe, con la sua fallimentare gestione del potere, lo rendono insensibile al danno che sta facendo al suo popolo.

nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Il recente e contraddittorio episodio accaduto ad Asmara, e da molti riportato impropriamente come "Tentativo di colpo di stato", nella sua assolutà inutilità ha quanto meno evidenziato una realtà della quale occorre tenere conto.

La scintilla è scoccata non in una polveriera, ma in una pozza d'acqua.

Nessuno ha dato peso all'accaduto, nessuna reazione militare, nessuna reazione da parte della gente che ha semplicemente continuato a vivere la sua giornata come se niente fosse.

Naturalmente c'è chi ha chiesto di inseguire i carri armati per vedere dove andassero, ma era mia figlia di nove anni e la si può capire.

Ora, in mancanza di meglio, per esprimere dissenso verso il governo eritreo esce fuori la questione delle proprietà degli italiani che verrebbero "confiscate arbitrariamente".

Non vi sembrano un pò povere come argomentazioni?

Magari faranno presa su qualche sprovveduto che fidandosi dell'espressione "arbitrariamente" grideranno allo scandalo, ma questo smuoverà le coscenze del popolo che si crede vittima del presunto despota?

Nel corso della seconda conferenza sugli investimenti in Eritrea molto si è dibattutto sulla necessità che il governo assuma impegni per l'emanazione e il rispetto di regole certe come precondizione essenziale, ma si potrà arrivare a questo importante cambiamento quando il contesto internazionale dimostra che non esiste una reale applicazione di "regole certe".

Patti di Algeri rimasti sulla carta.

Diritti internazionali e sovranità nazionali violate arbitrariamente dai paesi più potenti.

E chi più ne ha più ne metta.

La farsa poi del nuovo primo ministro etiope Hailemariam Desalegn che dichiara di voler fare la pace con il Presidente Afewerki guardandosi bene però dal ritirare le sue truppe illegalmente schierate all'interno dell'Eritrea e dall'annunciare la piena adesione dell'Etiopia alle disposizioni della Commissione Confini Etiopia Eritrea.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini,
Posso anche capire che i suoi trascorsi militari non le consentono di capire la differenza tra il mondo della imprenditoria e il suo.
Per cui non mi stupisce il fatto che non comprenda la gravità di un esproprio di beni di proprietà di privati cittadini residenti arbitrariamente effettuati da parte della dirigenza attuale eritrea.

Nessuna giustificazione a questo comportamento, una tra le priorità del buon governo deve essere la salvaguardia delle attività economiche e del commercio quotidiano che devono essere il vero motore dell’economia interna di ogni nazione.
Questi deleteri comportamenti inficiano e rendono nulle le prospettive di richiamo per qualsiasi potenziale investitore, guardi bene che l’imprenditore sprovveduto non è, specialmente quello che teoricamente potrebbe investire in un paese fortemente a rischio come l’Eritrea.

Ma forse è proprio quanto il Goe vorrebbe, solo parole, parole e niente fatti.
La capacità di attrazione di potenziali investitori e di sviluppo economico di una buona dirigenza dovrebbe essere ben altra, ah, ma dimenticavo la forte propensione presuntuosa del goe a voler fare tutto da soli.

Tra le altre cose, non mi sembra che la posizione socio-economica dell’Eritrea attuale, posta tra gli ultimi paesi al mondo per il Pil e per tutte le altre classifiche, possa permettersi questo modo agire così autolesionistico, anche perchè da solo il goe ha dimostrato in venti anni tutte le sue incapacità.

Quanto espresso vuole evidenziare il disastroso modo di agire di una dirigenza nei confronti delle attività economiche e personali del suo popolo che a questo punto sono a rischio assoluto per tutti.
Agire sulla base di regole Costituzionali accertate e rispettarle è un valore inestimabile e un beneficio per tutta la comunità, non capirlo e perseverare a evitarle con progetti onirici e autolesionistici, dimostra solo in quali mani il destino del popolo Eritreo è riposto e quale triste destino gli si prospetta.

A una persona accorta non dovrebbe sfuggire che problematiche internazionali anche gravi, esistono per tutti, ma quanto di quello che non viene arbitrariamente ottemperato da paesi terzi non autorizza né giustifica nessuna dirigenza di nazione libera a comportarsi in modo altrettanto scellerato, specialmente verso il proprio popolo.

nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Nessuno, la questione degli espropri da parte del governo di alcune proprietà di cittadini italiani residenti in Eritrea, da non confondersi con le nazionalizzazioni del Derg, è controversa e delicata, e solleva anche alcuni interrogativi.

Mi ero sempre domandato come mai a distanza di tanto tempo esistessero in Eritrea ancora cittadini italiani e a che titolo possedessero proprietà private, o più precisamente quali origini avessero tali titoli di proprietà.

Credevo che tutti gli italiani di lungo corso avessero avuto il diritto di essere considerati cittadini eritrei e mi pareva strano che esistesse questa apparente anomalia di residenza ultradecennale alla quale non avesse fatto seguito dopo l’indipendenza l’acquisizione della cittadinanza.

La cosa mi è stata spiegata in questi termini: effettivamente dopo l’indipendenza fu garantito a tutti il diritto alla cittadinanza, ma quei cittadini che ora sono ancora italiani la rifiutarono cosi come si rifiutarono di votare al referendum sull’indipendenza.

La ragione di questo andrebbe ricercata nelle simpatie filo etiopiche di queste persone che mai hanno creduto nel successo dei combattenti eritrei e hanno ritenuto la loro vittoria solo temporanea e presto rovesciata.

Le attuali proteste sono poi state sollevate non già da quei cittadini italiani che attivarono fiorenti imprese economiche in Eritrea, ma dai loro eredi che di quelle attività si sono disinteressati.

Poi c’è la questione dei titoli di proprietà che andrebbe valutata caso per caso per accertarne la correttezza giuridica.

Tuttavia l’intera vicenda che interessa un numero estremamente limitato di cittadini non incide sulle prospettive di sviluppo economico del paese che si basa su ben altre e più importanti certezze che il governo eritreo si è impegnato a garantire.

Regole certe, prima di tutto.

Questo è quanto richiesto dall’assemblea degli investitori che hanno detto chiaramente che l’attuale stato di anarchia commerciale deve essere sostituito da un sistema chiaro e garantito, dove tutti pagano il dovuto e da dove l’illegalità sia bandita.

Bella sfida per chiunque.


Stefano Pettini


Re: dalle proteste alle proposte

Mi rimase molto difficile credere che un governo autoleggittimato, al pari del suo presidente, che in primis, rifiuta di rendere operativo il documento fondativo del suo stato, sia in grado di mantenere regole certe.

Ma quale paese legittimo è l’Eritrea senza uno straccio di leggi a tutela dei suoi cittadini.
Regole certe di cosa poi, se tutte quelle da lui promesse sono state puntualmente vanificate da 20 anni.

Guardi che la fiducia non si trova sul banco del supermercato, perderla è un attimo ritrovarla è impossibile.
Qualunque siano i presupposti o gli alibi utilizzati dal goe per espropriarei beni di cittadini, rimane il fatto che gli espropri vengono eseguiti senza nessuna possibilità di difesa.

Patetica e indegna poi la scusante avanzata, il fatto che non avere la cittadinanza di in un paese e non avere votato per la sua indipendenza dia diritto postumo e a orologeria al goe di espropriare cittadini residenti è degno del titolo che isaias detiene tra i paesi civil.

Questo è un fatto inoppugnabile e un precedente preoccupante.

Pur con le dovute proporzioni, è quasi paragonabile nello spirito a quella effettuata dai nazisti contro gli ebrei, o quella dei pogrom in unione sovietica etc.
Una bella mattina suonano alla porta e tu vieni cacciato dalla tua casa in cui vivi da generazioni.

Anche in questo caso emerge l’arroganza e il mancato rispetto di quanto promesso dopo l’indipendenza.
Solo nei paesi dove vige un regime che non ha alcun rispetto dei suoi cittadini succede.

Se poi questi cittadini sono pochi come lei afferma, a maggior ragione, il goe dimostra zero buon senso né senso dell’opportunità perché a fronte degli ipotetici vantaggi, neanche si rende conto del danno esponenziale che riceve in contropartita.

Lei accenna alla necessaria verifica dell’origine dei diritti di proprietà, potrebbe essere comprensibile se non fosse limitata a un solo gruppo di residenti, e, a maggior ragione, considerate le vicissitudini storiche della nazione dal Califfato d’Egitto in avanti, allora dovrebbe essere un problema che riguarda una gran parte dei cittadini residenti in eritrea.

Del resto pari esempi avvengono in altri paesi vedi Zimbawe con i risultati che sappiamo , e altri paesi, che per la verità si comportano con maggiore cautela, vedi Cina.

Se con così facile pressapochismo il goe agisce contro sui cittadini residenti da generazioni nel paese, mi immagino quali certezze possano avere imprenditori che volessero investire oggi in Eritrea, obbligati a un socio locale.
Altro fatto che lascia esterefatti
“Le attuali proteste sono poi state sollevate non già da quei cittadini italiani che attivarono fiorenti imprese economiche in Eritrea, ma dai loro eredi che di quelle attività si sono disinteressati”.

Incredibile, nessuna autocritica del perché le attività una volta fiorenti ora sono appassite? Del perché la fabbrica di birra non produce perché manca la materia prima? O del perché la fabbrica di batterie chiude per mancanza di materiali? O del perché la fabbrica di mobili deve utilizzare materiali di recupero? O del perché aziende agricole importanti non consegnano vino perché mancano le bottiglie di vetro e i mezzi di trasporto? O del perché aziende con buoni macchinari per la lavorazione meccanica non lavorano per l’ impossibilità di importare materiali ferrosi?

Ma sulla base di quale criterio si vorrebbe agire, forse sulla base di un fatturato? O così come al solito a capocchia? Che bel cervello dimostra colui il quale ha avuto questa bella trovata.
Questo modo di comportarsi conferma quanto dice un mio amico imprenditore, il quale afferma che chi volesse investire in africa deve avere un orizzonte temporale di sei mesi max. Con queste premesse anche l’eritrea del goe lo conferma.
Questi sono i fatti che ne sia certo pesano e peseranno sulle decisioni di chi potenzialmente potrebbe investire.

Sempre brutte notizie, sempre peggio.


Nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Ho pubblicato sul sito il testo della nuova Proclamation in materia valutaria.

Non sono in grado di dire se è un miglioramento che và nella direzione sperata da chi si occupa di piccolo commercio e da chi si reca in Eritrea per turismo, ma è pur sempre una novità.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Bene
Prendo atto che finalmente, a seguito della sollecitazione degli operatori economici e del buon senso, si potrebbe disporre anche in eritrea di un conto in valuta estera per finalità commerciali, anche se è mia opinione che il testo è estremamente sintetico e occorrerebbe entrare più nel dettaglio.
Inoltre l’ assenza di norme attuative pratiche presta il testo a possibili interpretazioni che necessiteranno di ulteriori chiarimenti

Rimango perplesso anche sul seguente punto
“Questo annuncio può essere citato come annuncio n ° 173/2013 riguardante l'apertura del conto di deposito in valuta estera, transazioni nazionali commerciali e / o contratti, valuta, rimessa e exange e la dichiarazione di valuta di viaggiatori in arrivo e in partenza da in Eritrea
Art. 2 regolamenti abrogati
Avviso legale n ° 101/2005 e note legali 102/2005 rilasciate a modificare le prime sono abrogate e sostituite dal presente annuncio”.

Anche in questo caso senza entrare nel merito dell’annuncio si evince che queste disposizioni cadono dall’alto senza un collegamento alcuno a regole di diritto acquisito.
Infatti, a ben vedere, qualcuno e chissà chi e con quali criteri, ha deciso che le norme antecedenti in materia di depositi in valute siano da abrogare (non per questo mi dispiaccia sia chiaro).
E' il metodo il problema, è pensabile che con questi sistemi, sempre questo qualcuno e a parer suo, decida domani il contrario e arbitrariamente espropri, congeli o si appropri di parte di conti correnti.

Cattivi esempi di questo tipo ne sono successi diversi anche in italia
Torno ad esprimere la mia convinzione che non è con iniziative sporadiche e a spot per quanto condivisibili che si avvia una fase virtuosa dell’economia.

Il goe, al mercato e agli operatori economici sia locali che stranieri deve non solo sembrare ma dare le opportune garanzie di stabilità e certezza del diritto.

Le norme per i turisti possono andare bene
nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

"Nessuno" qualunque legge di qualunque stato reca in calce la dicitura "la presente annulla e sostituisce le precedenti"; è un atto dovuto e non credo dunque che questo possa essere considerato un segnale premonitore di possibili future intransigenze.

Io sarei più ottimista e lo considererei un segnale positivo di continuità di quei propositi di emancipazione e rinnovamento manifestati in occasione della Conferenza sugli Investimenti.

Ovvio poi che i potenti possono fare improvvisamente e impunemente quello che vogliono come ad esempio aumentare da un giorno all'altro il numero degli anni di contributi utili al pensionamento di due anni e mezzo con buona pace di chi aveva raggiunto il limite contributivo e si sentiva già in quiescenza, oppure istituire una nuova tassa sulla casa in sostituzione di una precedente strumentalmente abolita a favore di un prelievo direttamente in busta paga (addizionale regionale IRPEF) casualmente non decaduta per cessata esigenza.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Lei è fiducioso sulle intenzioni del goe, ma per un attimo si metta nei panni di un investitore, si renderà conto che l’operato politico-economico di esso viene visto con una ottica molto diversa e molto più preoccupata.

E’ vero, nei paesi normali è ovvio che una nuova legge sostituisce la vecchia.
Ma stiamo parlando di paesi normali non di eritrea.

La differenza sostanziale risiede nel fatto che a decidere su qualunque cosa non è una persona sola ma un parlamento composto da tutti i rappresentanti eletti dal popolo i quali operano in forza di una costituzione fondante dello stato e delle leggi approvate in rispetto di essa. Mica per niente nei paesi normali esiste una corte costituzionale o simili a vigilare sulla corrispondenza dei suoi dettati.
Scusi se è poco.

Che poi i deputati a gestire il potere politico possono e fanno di tutto e spesse volte degli obbrobri tipo quelli che lei richiama è un dato di fatto inoppugnabile che poi però pagano in termini di consenso elettorale alla prima occasione possibile, vedi i risultati politici odierni in italia.

Le leggi è evidente che possono cambiare in funzione di tante cose e se seicento persone delegate a prendere decisioni che riguardano l’interesse di tutti possono sbagliare, figuriamoci una persona sola che agisce senza alcun controllo.

L’esperienza di una persona unica al comando in italia e altri paesi è una scorciatoia politica che affascina, ma è già stata sperimentata, sappiamo come finisce, sempre male.

In una realtà economica mondiale in forte recessione, sempre più interconnessa e impaurita come l’attuale, la fiducia nel futuro e nella credibilità nei suoi rappresentanti politici è l’elemento più importante per lo sviluppo economico e per la considerazione internazionale di un paese.
Se questi requisiti mancano o sono recepiti instabili, è molto difficile che trovi serio supporto dagli investitori, se questo vale per tutti a maggior ragione vale per l’eritrea.

Se il goe non si decide a rendere operative le basi fondanti dello stato di diritto non credo abbia la possibilità di attrarre investimenti e i progetti di sviluppo assolutamente necessari al paese.
Ripeto non è con iniziative a spot non supportate dalla certezza del diritto e troppo affidate ai possibili umori giornalieri del gestore unico del momento che si deve operare.
Una solida casa si costruisce dalle fondamenta non dal tetto.

nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Gentile Signor Nessuno,
devo dire che apprezzo molto la qualità del suo italiano e il modo in cui espone le sue idee.
Mi permetta un breve commento che riguarda la sua preferenza per un parlamento con tanti deputati invece che un solo "dittatore" che decide tutto.
Le recenti esperienze della primavera araba (Egitto senza Mubarak, Tunisia senza Ben Ali') dimostrano che non sempre la democrazia si traduce in un vantaggio per il popolo, nei casi citati direi che è il contrario.

Io personalmente sono troppo giovane o se prefersice non abbastanza vecchio per aver vissuto durante il periodo del fascismo quindi non posso parlare per conoscenza diretta tuttavia mi permetto di dire che preferisco di gran lunga - invece che 600 deputati semi-delinquenti . un solo uomo al potere . Per quanto egli possa arrichirsi e fare i propri interessi non farà mai altrettanti danni che i nostri parlamentari che a centinaia si sono macchiati di gravi colpe per aver pensato solo al loro personale vantaggio , per avere corrotto, per essersi fatti corrompere etc...

Mi permetto di riprendere una frase di François Soudan (vice direttore di Jeune Afrique) che avevo già citato in un mio post del 2010

Parlando dell'Eritrea e di Afewerki François Soudan ha scritto " zero corruzione, zero delinquenza, scuola gratuita obbligatoria, cure mediche gratuite per tutti. Ma una dittuatura virtuosa è pur sempre una dittatura" .

Quindi forse esiste una dittatura virtuosa, non crede ?

Un sincero saluto

Cesare

Re: dalle proteste alle proposte

“Nessuno”, sostanzialmente condivido il suo pensiero, ma non i presupposti teorici su cui è basato che rischiano di rendere fuorviante tutto il ragionamento.

Lei, secondo il mio parere, non tiene nella giusta considerazione il fatto che la popolazione eritrea è di scarsi cinque milioni di persone che corrisponde per la sua amministrazione alla struttura operativa di una regione italiana, ma soprattutto sopravvaluta il ruolo del Presidente che non dispone affatto della autonomia decisionale della quale lei è convinto.

Probabilmente una delle ragioni del fallimento di alcune iniziative è dipeso proprio dalla incapacità gestionale di chi era deputato a seguirne la fase progettuale ed esecutiva, quando non da un atteggiamento schizofrenico e contraddittorio fra le diverse forze in causa del tutto indipendenti dal controllo presidenziale.

Tutto questo paradossalmente si sarebbe potuto evitare proprio con una gestione centralizzata e diretta del presidente, ma questo non corrisponde al tipo di struttura politico amministrativa che il GoE si è data e quindi non è avvenuto.

Se a questo si aggiunge l’inesperienza e la cronica mancanza di competenze specifiche e di consulenze di parte, il quadro è completo nelle sue evidenti lacune.

Spero però che le due tornate della Conferenza sugli Investimenti siano riuscite a stabilire un punto di contatto dal quale possa emergere un rapporto fiduciario fra il GoE e le notevoli risorse di conoscenza, di esperienza e di capitale rappresentate dai molti eritrei che hanno fatto fortuna all’estero grazie alle loro capacità personali.

Questi delicati equilibri si possono stabilire tuttavia solo facendo tutti dei passi per venirsi incontro e rimuovere quel velo di reciproca diffidenza che ha caratterizzato in passato i rapporti fra le parti.

La questione della fondazione dei partiti e l’avvio di quella che viene spesso definita la svolta democratica per il paese, non è stata menzionata nelle varie prese di posizione, pur spesso piuttosto, critiche assunte dai partecipanti al convegno, che al contrario hanno dimostrato di considerare il GoE l’unico legittimo organismo al quale indirizzare le proprie istanze.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Sig Cesare
La mia opinione relativa a come dovrebbe essere la gestione politica di un paese non è esattamente come lei ritiene essa sia, ritengo sia più articolata.

La mia partecipazione in diversi consigli di amministrazione e organizzazioni sociali mi porta ad affermare che è molto più pratico avere un solo uomo al comando, quando costui ha le capacità amministrative e di idee positive che determinano un ciclo virtuoso delle sue attività.

Un uomo solo però non può fare tutto e fino a che è nella condizione di scegliersi i collaboratori giusti tutto va bene altrimenti lì cominciano i guai.

Se questo vale per le organizzazione private a maggior ragione vale per la struttura dello stato la quale è molto più diversificata e coinvolge molteplici interessi sociali.

Non da ultimo l’uomo solo al comando comporta che per quanto illuminato possa essere anche lui è a tempo, esaurita la sua fase ed in assenza di regole strutturali il rischio che il suo successore non sia esattamente la sua replica ma disastroso è troppo elevato. Ed è proprio per questo che ai miei amici dei paesi che lei richiama dico sempre che è pericoloso affidarsi al gestore unico del potere specialmente là dove non esistono regole condivise.

E’ vero che non sempre la democrazia si traduce in vantaggi per il popolo specialmente laddove il rispetto dei dettati costituzionali vengono traditi, nei casi da lei citati e altri, i presidenti hanno trasformato i mandati a tempo in regni personali, in dinastie, in questi casi parlare di democrazie partecipate è puro eufemismo.

Esiste una dittatura illuminata? Teoricamente potrebbe essere possibile, rimarrebbe però per ragioni fisiche sempre limitata nel tempo, volendo anche fascinosa; le esperienze succedutesi nella storia però alla fine non sono per nulla confortanti, l’anello debole è e rimane sempre l’uomo il quale, come ben sà, è riuscito a mandare in croce perfino Gesù Cristo.

Fatte queste considerazioni e in funzione di esperienze proprie è mia convinzione che la gestione allargata ai sensi della costituzione di una qualsiasi struttura sociale, sia essa condominio o governo di uno stato, non è di sicuro la più pratica, è difficile, lunga, non accontenta in pieno mai nessuno, ma almeno può avere il pregio di una più solida unione sociale.

Va da sé che è molto più difficile sapere accettare le diversità di proposte, mentre è più facile e pratico evitare il confronto arrogandosi il diritto di emarginare chi può avere opinioni diverse.

Ed è per questo che è FONDAMENTALE l’esistenza di una costituzione fondante della struttura della società/condominio/stato approvata da tutti a cui attenersi e FATTA RISPETTARE SCRUPOLOSAMENTE, qui sì in senso dittatoriale.

E’ chiaro che questi concetti possono valere fino a che chi partecipa o detiene la gestione del potere ha la capacità di creare intorno a sé il più ampio consenso possibile.
Sono consapevole che anche in presenza di quanto su affermato non è facile difendere lo stato da presidenti, amministratori, deputati corrotti o peggio incapaci, che esistono anche nelle più avanzate democrazie, ma non per questo però occorre abbassare la guardia e abbandonare il proprio paese nelle mani di costoro.

Concludendo il problema di ogni organizzazione sociale è sempre l’elemento umano che purtroppo è quello che è, le miserie che esso è in grado di realizzare sono ben conosciute.

Nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini
Lei afferma
“Probabilmente una delle ragioni del fallimento di alcune iniziative è dipeso proprio dalla incapacità gestionale di chi era deputato a seguirne la fase progettuale ed esecutiva, quando non da un atteggiamento schizofrenico e contraddittorio fra le diverse forze in causa del tutto indipendenti dal controllo presidenziale”

Potrebbe anche essere, ma fino a prova contraria e se le parole hanno un senso, chi si ritiene il presidente di una realtà che google definisce in diversi modi non ben chiarificati, Governo provvisorio, Repubblica presidenziale, Repubblica, Monopartitismo è anche il gestore non solo della politica socio-economica del suo paese ma anche il responsabile in primis delle persone alle cariche delegate, in secondo dei risultati da essi conseguiti.

E’ inaccettabile affermare che il presidente è bravo ma il resto è deficitario e scadente; chi si ritiene abilitato alla gestione di tutti è il maggiore indiziato dei successi o dei fallimenti; Non può chiamarsi fuori solo quando va male.

Alla prova dei fatti in un paese normale un presidente con ha a cuore il benessere del suo popolo trarrebbe le ovvie conclusioni degli scadenti risultati acquisiti e darebbe le dimissioni.

Considerata inimmaginabile questa soluzione, responsabilità vorrebbe che sostituisca con altri le persone che lo circondano e che alla prova dei fatti si sono dimostrate inadatte a ricoprire i ruoli assegnati, magari con chi propone soluzioni non allineate con quanto finora proposto da lui ma che portino a un rinnovamento della classe politica; in cina Deng XiaoPing insegna.

Certamente esistono delle attenuanti, le vicissitudini occorse hanno disperso enormi energie fisiche e di esperienze umane e lavorative che purtroppo non sono facilmente sostituibili.
Ma occorre assolutamente voltare pagina, qualsiasi iniziativa che da ora si voglia intraprendere non può prescindersi dal rivedere l’impostazione socio politica attuale.
Qualsiasi scorciatoia non è più ammissibile, Isaias questo lo deve finalmente comprendere ed accettare e rivedere le sue iniziative egocentriche.

Detto questo, la gestione politica-economica dell’eritrea in termini di popolazione, potrebbe essere paragonata a quella di una qualsiasi media città.
Niente di eccezionale, meraviglia semmai il perseverare nella mancata realizzazione di quanto possibile, molte altre nazioni paragonabili all’eritrea sia come dimensioni, con peggiori infrastrutture locali che escursus storico hanno raggiunto in tempi limitati risultati sorprendenti.

L’eritrea no, si è avvitata in una situazione di stagnazione completa.

Sveglia, l’eritrea non partirebbe da zero, esistono già strutture ereditate in loco già pronte o facilmente ripristinabili e il materiale umano è di ottima qualità, la posizione geografica invidiabile.

Capisco la finalità ma non condivido la volontà autarchica del goe nel ricercare aiuto limitato alle sole esperienze e capitali degli eritrei espatriati, escludere l’esplorazione a priori di eventuali disponibilità a collaborare degli imprenditori stranieri, in questa fase storica lo considero autolesionistico.

Pettini, in ultimo, per quanto riguarda le conferenze sugli investimenti, stante la situazione attuale conosciuta laddove per esternare concetti diversi è necessario accompagnarsi a carri armati, pensava davvero fosse possibile si esplicitassero proposte alternative o di condanna della conduzione politica del paese?

Auspico e condivido anch’io che si debbano fare passi in avanti per venirsi incontro e rimuovere le differenze che fanno da barriera tra le parti e questo per l’interesse comune del paese di tutti.
Avanti

nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Signor Nessuno,
la ringrazio per il suo commento al mio post.
Sono certo che la sua opinione è più articolata di quanto io ho tratto dal suo penultimo post ma il mio intervento era solo per riportare il pensiero di un importante giornalista di un’importante rivista come Jeune Afrique ( che certo non brilla per opinioni particolarmente favorevoli a Afewerki come si può evincere leggendo questa rivista come faccio io da molti anni) .
Se guardo a molti Paesi dove la cosidetta democrazia è applicata mi sento di dissentire dai vantaggi assoluti di questa forma di governo .
Certo è chiaro che tutti a parole sosteniamo che la democrazia è la migliore forma di governo se non altro per evitare di essere tacciati di estremismi pericolosi ma nel segreto dell’anima è sempre così ? Io credo di no.
Vede gentile Signor Nessuno, se io (che ho visitato l’Africa Nera per olre 50 volte) dicessi che un nero è inferiore a un bianco sarei tacciato di razzismo e sarei violentemente condannato da tutti ; se però chiedessimo a questi “tutti” quanti di essi se dovessero scegliere tra un bianco o un nero da ospitare in casa sarebbero disposti a scegliere il nero ?
Quello che voglio dire è che c’è una evidente convenienza nel sostenere idee comunemente accettate come quelle su “una testa – un voto” mentre io ho il coraggio di sostenere che non è così che io vorrei essere governato ; io preferirei vivere in un paese come la vecchia URSS invece che nella nuova Russia democratica dove si alternano con giochetti di prestigio Presidente / Primo Ministro/Presidente e dove , grazie alla democrazia - vivacchiano alcune centinaia di super-extra -multimilardari .
Infatti vedo con tristezza il prossimo futuro di Cuba quando Fidel e Raul se ne saranno andati , certamente non ci sarà più la “libreta” ma in compenso, grazie alla democrzia , fioriranno la corruzione, gli interessi personali e in pochi si arricchiranno a detrimento dei tanti .
Quindi tanto per farla breve io giudico la qualità di un regime in funzione della sperequazione tra i più ricchi e i più poveri cioè se ci sono pochi che hanno grandi ricchezze e tanti che vivono modestamente . In una mia lettera d’informazione del 2005 citavo “l’indice di sviluppo sociale” dove si vedeva che il Paese più “ingiusto” è il Messico (il 10% dei più poveri ha un reddito dell’1,3% delle ricchezze totali mentre il 10% più ricco ne ha il 41,7% ) mentre il Paese più egualitario era la Slovacchia dove il 10% più povero ha il 5,1% mentre il 10% più ricco ha il 18,2%.
Guarda caso i paesi con le maggiori diseguaglianze sono quelli tra i più ricchi : gli USA e la Gran Bretagna. Le faccio notare che Messico, Stati Uniti e Gran Bretagna sono delle democrazie !
Ebbene io nei miei due viaggi in Eritrea non ho visto per le strade macchine di lusso, non ho notato a Massawa yacht privati, non ho visto e Keren , a Foro, a Dekamere , a Asmara ville con piscine , ho quindi dedotto che anche i dignitari del regime vivessero con modestia e questo mi basta. Mi sono forse sbagliato ?
Cesare

Re: dalle proteste alle proposte


Sig Cesare
Non sono dell’opinione che la democrazia intesa come modo di agire sciagurato di certi governi sia la migliore forma di gestione dei popoli ma sono altrettanto convinto che il nostro mondo, il mondo delle democrazie occidentali in modo particolare, non è certamente il migliore di tutti i mondi pensabili o logicamente possibili, ma è tuttavia il migliore di tutti i mondi politici della cui esistenza storica siamo a conoscenza.

Rimango comunque in attesa di proposte o di uomini migliori.

Il paragonare la democrazia occidentale alle democrazie popolari ritengo sia improponibile.
Troppa è la differenza infatti Ronald Regan affermava “L'altro giorno qualcuno mi ha spiegato la differenza tra democrazia e democrazia popolare. È la stessa differenza che passa tra una camicia e una camicia di forza”

Avendo lavorato tutta la vita le confesso che non avrei nessuna remora a vivere nei paesi di cui lei fa riferimento, mi lasci dire però che la miseria, la devastazione ecologica, l’inquinamento, la corruzione, la sopraffazione dei forti sui deboli, le prevaricazioni dei potenti dell’apparato, i disastri dei piani quinquennali, il crollo delle istituzioni, i gulag, la disgregazione familiare, la libertà personale azzerata, votazioni bulgare, il crollo produttivo, la fame, ma la fame vera etc esistono anche nei paradisi dei regimi popolari ma non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle che possono essere imputate alle nostre tanto vituperate democrazie. Ce ne siamo dimenticati?

E guardi che di questo ho esperienza diretta. Siamo tutti d’accordo che vorremmo essere molto meglio governati in democrazia ma per cortesia non mi proponga di essere governato come nella russia di prima o quella di adesso o in regimi simili che per quanto riguarda il rispetto diritti non hanno nulla da insegnare.

Che dire poi di tutte quelle persone che fuggendo dal loro paese per ricercare una vita che evidentemente ritengono migliore mettono a repentaglio la loro vita e in alcuni casi la perdono?

Come mai questi fuggiaschi sono a senso unico?

La qualità di una organizzazione dello stato va bene che sia giudicata in funzione anche della sperequazione tra i più ricchi e i più poveri , ma non basta, ritengo che nel computo debba essere inserito la qualità della vita, le libertà individuali, le strutture dello stato presenti, l’occupazione, la sanità, etc etc.

Neanche sono paragonabile semplicemente le condizioni di quelli meno abbienti comparate a quelli dei paesi occidentali laddove il peggiore ha almeno un telefonino in tasca.

Per quanto riguarda l’eritrea non tutto è negativo e non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo. Così come non mi scandalizzerei se ci fossero piscine e macchine di lusso.

Il benessere sociale realizzato con il giusto lavoro per quale motivo deve essere considerato un tabù? O debba essere auspicabile solo la livella della dignitosa povertà?
Alcune volte penso che enfatizzare la modestia sia il paravento degli ipocriti.

nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Signor Nessuno,
mi scuso se sono “entrato” nel post che lei ha iniziato esattamente due anni fa e
non voglio assolutamente che il mio intervento la allontani dai suoi scambi che durano ormai da molto con Stefano Pettini. Il mio intervento era solo per precisare che forse possono esistere dittature virtuose .
Dopo la sua risposta mi lasci quindi solo puntualizzare e chiarire alcuni malintesi .
Primo: non ho mai paragonato le democrazie occidentali alle democrazie popolari ho solo scritto che preferisco una società nella quale ci sono meno sperequazioni tra i ricchi e i poveri.
Secondo: lei dice che non avrebbe remore a vivere nei paesi da me citati (Usa Mesico , Gran Bretagna) e come contrappunto lei cita miseria-devastazione ecologica- inquinamento - corruzione come caratteristiche solo delle democrazie popolari . Probabilmente non l’hanno informata dei vari disastri ecologici dalla Exxon Valdes in poi fino al Golfo del Messico e ora anche con l’estrazione con acqua a alta pressione dei gas di scisto iniziata nelle democrazie occidentali di Usa, Canada, Germania (al momento solo la Francia ha detto “niet”) e presto in altri paesi con conseguenze drammatiche sulle falde acquifere . Sorvolo sulla corruzione della quale abbiamo esempi quotidiani da noi che siamo una democrazia occidentale !
Terzo: i fuggiaschi a senso unico : Lei non tiene conto che anche nei paesi africani si vede la televisione che mostra grazie o meglio a causa anche di vari serial televisivi uno stile e un livello di vita dei paesi ricchi che diventano così meta fortemente desiderata .
Lei crede veramente che sia meglio vivere come un sub-umano in capannoni in mezzo ai rifiuti e ai topi , senz’acqua etc.. in condizioni indecenti come spesso si vede per i vari fuggiaschi o vivere in una capanna vivendo di pesca o agricoltura nel proprio paese ?
La percezione sulla qualità della propria vita dipende anche dal confronto con gli altri: in un paese dove tutti vanno a piedi basta una bici per essere contenti ; in un paese dove c’è chi a va piedi, altri in bici, in moto in auto , in auto con autista , in aereo privato beh! In questo caso è più difficile essere contenti del proprio livello di vita.
Quarto e ultimo: mi riferisco alla chiusura del suo post: non credo che lei volesse darmi dell’ipocrita , se fosse così sappia che mi ha gratuitamente offeso. Mi spiace anche constatare che lei non accetta che alcuni abbiano idee e opinioni diverse dalla sua.
Cesare

Re: dalle proteste alle proposte

C’è chi dichiara che nel segreto dell’anima dissente dalla cosiddetta democrazia applicata ed è convinto che essa non sia la migliore forma di governo, afferma inoltre che preferirebbe vivere in paesi dove il concetto di uguaglianza e stile di vita è più vicino alle sue aspirazioni e ai suoi intendimenti.
Benissimo, è un loro parere che rispetto e questo l’ho già detto più volte.

Chissà perché si dimenticano di dire quali sono questi inconfutabili e meravigliosi paesi esenti da gulag o di offrire soluzioni migliori, ma nuove, perché quelle che esistono ora sotto la luce del sole sono quelle che sono, e dopo verifica, non avrei nessuna difficoltà ad accettare.

Mi va bene l’opinione personale di chi preferirebbe vivere ed essere governato in modo particolare come nella vecchia urss, non condivido solo il dovermici stabilire io.

Mi potrei domandare solo del perché desiderandolo non ne hanno appro*****to andandoci a vivere, non mi risulta ci fossero porte chiuse in quella direzione.

Il vorrei ma non posso non mi sembrerebbe una buona risposta, neanche che va bene starci per un mese magari sulle spiagge di cuba per poi ritornare, mai restare.

Naturalmente costoro non ci andrebbero ecologicamente a nuoto ma con quei mezzi di trasporto aereo che utilizzano il tanto disgustoso petrolio.
Non voglio magnificare lo stile di vita delle democrazie di tipo occidentale la quale fino a prova contraria ha permesso fino adesso alla stragrande maggioranza dei suoi cittadini di godere dei benefici da essa apportati.

E nemmeno voglio chiudere gli occhi su tutte le storture del mondo su cui viviamo, che riconosco tutte.
Questi benefici comportano un prezzo da pagare? Si è vero, il prezzo del benessere ricevuto dalla maggior parte delle genti, la disponibilità dei farmaci, delle tecnologie, della qualità di vita, l’auto, i telefonini, le cure mediche, la televisione, etc etc a cui tutti i popoli anche quelli sperduti nella savana ambiscono è stato alto e lo sarà di più se non si opererà con cognizioni di causa.

Cosa si vuole che contesti i danni ecologici e le miserie operate dai cattivi politici che avvengono nelle democrazie occidentalI?
Impossibile, perché sono sotto gli occhi di tutti, così come lo sono altrettanto quelli dei regimi che di democratico hanno solo il nome e,
se si vuole essere obiettivi si può affermare che in questo, tutto il mondo è paese.

Le sperequazioni tra ricchi e poveri esistono? certo che esistono, per differenti livelli e in ogni paese e organizzazione politica, in alcuni paesi specialmente del terzo mondo è ancora più scandaloso verificare che le loro classi politiche sono le prime a creare terribile disuguaglianza sociale.
Il razzismo cosa credete sia prerogativa dei solo bianchi? Oppure è peggiore quello tra neri, o gialli, o bianchi?

In ultima analisi questa è la boccia su cui noi stiamo allegramente danzando.

Oltre alle troppo facili denunce servono però proposte realizzabili.

Si potrebbe migliorare? Si dovrebbe migliorare e sarei il primo a condividere l’obiettivo, possibilmente senza ipocrisie.

Ma da dove? CERCASI PROPOSTE

P.S. Non so se sia meglio vivere in un villaggio di pesca o di agricoltura,pittosto che miseramente nei paesi di destino desiderati, che non sono solo quelli occidentali, potrebbe essere (magari con qualche comodità in più o è troppo?) ma se le persone interessate non lo accettano e preferiscono altro avranno le loro ragioni. Volere proporre loro la propria visione del mondo dal salotto di casa propria è scorretto. Ogni tanto affronto questo argomento, giusto o sbagliato che sia, con le persone interessate, quasi sempre ottengo un rifiuto.

pettini questa ultime personali considerazioni non sono attinenti né al 3d né all’obiettivo del forum e non avranno seguito

nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

Secondo me tutta la discussione si è incanalata in una direzione che rischia di risultare fuorviante rispetto all’analisi della oggettiva realtà eritrea.

In effetti nel paese le scelte politiche sono già state prese da tempo e tutto sommato sarebbero andate nella direzione dell’ampia partecipazione popolare se non fosse subentrato in maniera traumatica il problema non ancora risolto dell’invasione etiopica.

Questo è il punto di divisione che contrappone i sostenitori del GoE ai critici, dove i primi danno massima importanza al rispetto della sovranità territoriale nazionale come precondizione essenziale a qualunque altro processo sociale, e i secondi che minimizzano la circostanza sostenendo che la presenza di truppe straniere di occupazione in territorio nazionale non dovrebbe arrestare il processo di applicazione della Costituzione.

Di questo ne abbiamo dissertato a lungo, ma ferma rimane la realtà di un paese che con la massima coerenza prosegue incrollabile sulla sua strada a dispetto di tutte le Cassandre che da anni ne annunciano l’imminente crollo politico, economico e sociale.

Piaccia o meno questo è quanto e l’unico modo di avere certezze circa l’onestà intellettuale del GoE sarebbe verificare se all’indomani della piena accettazione da parte dell’Etiopia delle decisioni della Boundary Commission e la contestuale liberazione dei territori eritrei occupati, il GoE dimostrasse veramente di voler dar seguito a quanto da sempre preannunciato.

Anche in tempi molto recenti questo concetto è stato ribadito a chiare lettere dal rappresentante del GoE in risposta a quanto affermato dal primo ministro etiope Hailemariam Desalegn che aveva dichiarato di voler fare la pace con il presidente Afewerki guardandosi bene però dal ritirare le sue truppe illegalmente schierate all'interno dell'Eritrea e dall'annunciare la piena adesione dell'Etiopia alle disposizioni della Commissione Confini Etiopia Eritrea.

La mia opinione è sempre quella che solo il rispetto pieno del dispositivo democratico dell’Arbitrato internazionale espresso da tutte le parti in causa potrebbe dare risposte certe a chi sostiene che al minaccia etiopica sia solo un alibi.

Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Caro Pettini, sono d’accordo con lei , i post tra me e nessuno sono usciti dal seminato ma come si può leggere io all’inizio ho solo riportato un pensiero del vice-direttore di Jeune Afrique che a proposito dell’Eritrea parlava di un possibile dittatore virtuoso (Afewerki) e ho espresso la mia opnione (che non è legge ma solo un’opinione) che in Eritrea viva un regime più egualitario che in molte delle tanto decantate democrazie occidentali . Successivamente mi sono anche scusato per essere entrato nel vostro scambio . Come potrà leggere non sono io che sono uscito dal seminato .
Visto il tono saccente con il quale il signor (??) nessuno mi scrive non posso non rendere “pan per injera” e quindi scrivo di seguito il mio commento all’ultimo post di nessuno.

Io mi sono rivolto a lei sempre con educazione e buona creanza (ma pare che queste parole le siano sconosciute)
Povero nessuno ! sono triste per lei ; sono sempre triste quando incontro persone che sono convinte , come lei , di essere uno dei pochi depositari della verità (con la V maiuscola ovviamente).
Ora la mia vita ha finalmente un senso visto che l’ho incontrata ! ( frase ironica se non l’ha capito)
Non solo lei mi insulta dandomi dell’ipocrita ma si lancia in pirotecniche risposte (indirette) al mio post. Come quando dice che chi ama l’ecologia dovrebbe andare a nuoto a Cuba .
E’ poi divertente leggere che pare che io le abbia suggerito di stabilirsi in uno dei paesi da me citati, stia tranquillo resti pure dove è ora .
Ammetto però una colpa : leggendo qua e là alcuni dei suoi post avrei dovuto capire che lei è un personaggio che non ha il coraggio di firmare con un nome ma con un nick-name (nessuno) che la qualifica perfettamente.
La lascio quindi danzare sulla boccia (??? L’ha scritto lei) io ho il mio autista che mi aspetta
per portarmi al mio aereo personale con il quale andrò nel primo porto per partire poi a nuoto per Cuba.

Bye Bye

Re: dalle proteste alle proposte

pettini
già da tempo tutti sono d'accordo su questa sua analisi di carattere generale e convergono sulle origini dei problemi di fondo causati dalla etiopia, ma non sulla gestione della crisi sia di politica estera che interna , le parti mantengono le loro convinzioni finali che non portano a nessuno sbocco positivo.

In modo particolare il goe che essendo in posizione di forza e quindi di responsabilità, di fatto non dimostra nessuna apertura tesa a favorire un riavvicinamento con i propri cittadini dissidenti.

In questo ultimo suo post vorrei porre l’accento proprio sulla sua affermazione “ma ferma rimane la realtà di un paese che con la massima coerenza prosegue incrollabile sulla sua strada” ergo il goe prosegue per la sua strada incurante di tutto e di tutti, nessuna apertura possibile a pareri diversi dalla sua.

Ciò smentirebbe anche quello che ritengo un recente suo sensato e equilibrato auspicio al cercare di venirsi incontro per rimuovere quel velo di reciproca diffidenza che ha caratterizzato in passato i rapporti fra le parti.
Questa speranza è l’unico motivo per cui il dialogo tra le persone di buona volontà deve rimanere aperto.
Perché il goe purtroppo dimentica che i suoi nemici non devono essere i suoi cittadini.

P.S Comunque anche queste nostre argomentazioni non sono in linea con il 3d

Pettini è in grado di informare quale ente o commissione è stato delegato a rendere chiare le norme sul “ proclama n ° 173/2013 riguardante l'apertura del conto di deposito in valuta estera” nel quale non essendo ben chiari alcuni articoli possono essere interpretabili e di conseguenza forieri di possibili futuri equivoci?

Nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

"Nessuno" Lei afferma: “In modo particolare il goe che essendo in posizione di forza e quindi di responsabilità, di fatto non dimostra nessuna apertura tesa a favorire un riavvicinamento con i propri cittadini dissidenti”, questo non è del tutto vero poiché il governo ha dimostrato di essere estremamente tollerante e bendisposto nei confronti di chi è espatriato illegalmente e ha chiesto di rientrare in Eritrea tanto da disporre una amnistia per il reato di emigrazione clandestina ferme restando le conseguenze per eventuali responsabilità di altro tipo.

Vero è che chi a suo tempo è espatriato illegalmente non lo ha fatto per esprimere dissidenza, ma molto più prosaicamente nell’illusione di poter migliorare le condizioni di vita sua e della sua famiglia, ma è pur sempre un problema sociale che andava affrontato e risolto.

Poi lei aggiunge: “ergo il goe prosegue per la sua strada incurante di tutto e di tutti, nessuna apertura possibile a pareri diversi dalla sua”.

Se legge bene la mia affermazione “ma ferma rimane la realtà di un paese che con la massima coerenza prosegue incrollabile sulla sua strada” si rende conto che parlo di Paese e non di GoE.

Paese dunque inteso in tutta la sua interezza laddove il GoE ne è solo la legittima espressione.

Come si può sintetizzare il concetto di “legittima espressione” in mancanza di un tipo di “certificazione” che ci è stato inculcato essere ottenibile solo attraverso una consultazione elettorale?

Probabilmente basta guardare agli esiti dei fatti culminati con l’arresto dei G15 o della “Primavera araba” che ha sconvolto molti paesi senza neanche sfiorare l’Eritrea o ancora il recente episodio del gesto inconsulto che si è consumato presso il ministero dell’Informazione.

Nessuna reazione da parte della popolazione in patria, ne all’estero dove la diaspora avrebbe avuto la possibilità, al pari di moltissime comunità di esuli di altri paesi, di coagularsi intorno a un movimento di opposizione organizzato e influente che avrebbe trovato ogni possibile appoggio politico ed economico da parte dei paesi ospitanti, ma che nel caso della Diaspora eritrea non è neppure mai nato.

Tornando al tema del 3d la mia opinione è che andrebbe dato massimo impulso a un movimento che chiedesse in tutte le sedi legali il pieno riconoscimento dei diritti derivanti dagli accordi di Algeri come precondizione per qualunque altra istanza da presentare al GoE.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini, il riavvicinamento tra le parti auspicato non può essere riferito a una dubbia e parziale amnistia, in termini numerici nulla tanto da essere considerata solo mossa propagandistica, ininfluente rispetto alle problematiche ben più importanti quali la costituzione dello stato, quella dei diritti civili e quella dello sviluppo economico, ed è palese che la prima mossa deve necessariamente venire da chi attualmente ritiene di detenere la posizione di forza maggiore.

Altra considerazione, non è con dimostrazioni di tolleranza paternalistica, di buonismo peloso e concessioni che ricordano gestioni di antichi califfati che il goe/isais deve dare dimostrazione di corretta rappresentanza politica bensì deve agire in forza delle leggi dello stato di diritto da tutti riconosciute.

Che il goe/isaias, e solo lui, prosegue sulla sua strada è evidente in quanto attualmente è la sola entità che determina la politica generale in eritrea, non avendo altri mezzi riconosciuti legali per dimostrare il contrario, al goe/isaias e solo a lui compete essere imputato di quanto succede nel paese, nel bene e nel male.

Pensare che il solo fatto di non avere aderito a movimenti di protesta nel paese debba essere considerato un appoggio alle politiche del goe/isaias è presuntuoso e privo di ogni supporto serio. La partecipazione popolare che dimostri questa sua convinzione allo stato attuale non esiste.

Il non farlo oggi non preclude possa farlo domani, il solo fatto che le proteste sono via via più incisive rende di fatto possibile che la prossima prevedibile dimostrazione di forza sia ben più dirompente e violenta.

Il fatto che due o chissà quanti mezzi corazzati siano stati impiegati nell’ultima protesta di piazza non è stato una cosa da niente, nulla di è successo di irreparabile e sanguinoso, ma se avessero sparato cosa sarebbe successo?
Vuole il goe arrivare ad avere il paese diviso e insanguinato di lotta fratricida?

C’è chi è convinto che considerazioni generali di molti su questi argomenti siano solo visioni di impenitenti cassandre, potrebbe essere, per quel che mi riguarda so per certo che esistono anche gli struzzi.

Comunque è certo che le dimostrazioni di dissidenza effettuate in tempi diversi certificano che anche all’interno l’appoggio totale del paese al goe non esiste.

Bando alle supposizioni di parte, se si vuole la risposta sull’effettiva rappresentanza politica del goe esiste il mezzo, dare seguito alla costruzione effettiva dello stato con le basi già in essere riposte in un cassetto e indire libere e serie elezioni nazionali che stabiliscano la volontà popolare.
L’impressione è che il non volere intraprendere questa strada dimostra solo che il goe/isaias abbiano il sentore diretto degli umori delle genti e abbia paura di un risultato negativo.


nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

“Nessuno” lei afferma: “…il goe/isais deve dare dimostrazione di corretta rappresentanza politica bensì deve agire in forza delle leggi dello stato di diritto da tutti riconosciute…”

E questo chi lo dice? Perché mai il GoE/Isais dovrebbe dare una qualche dimostrazione? Quali sarebbero poi quelle che lei definisce “Le leggi dello stato di diritto da tutti riconosciute”?

Lei inoltre dichiara: “se si vuole la risposta sull’effettiva rappresentanza politica del goe esiste il mezzo, dare seguito alla costruzione effettiva dello stato con le basi già in essere riposte in un cassetto e indire libere e serie elezioni nazionali che stabiliscano la volontà popolare”.

Perché si pone questo dilemma quando il GoE si manifesta come una conclamata e concreta realtà di governo e dunque non c’è alcuna necessità di una verifica circa “La sua effettiva rappresentanza politica”?

Lei inoltre paventa: “Il fatto che due o chissà quanti mezzi corazzati siano stati impiegati nell’ultima protesta di piazza non è stato una cosa da niente, nulla di è successo di irreparabile e sanguinoso, ma se avessero sparato cosa sarebbe successo? Vuole il goe arrivare ad avere il paese diviso e insanguinato di lotta fratricida?

Concludendo con: ”L’impressione è che il non volere intraprendere questa strada (elezioni) dimostra solo che il goe/isaias abbiano il sentore diretto degli umori delle genti e abbia paura di un risultato negativo”.

Non le sembra di aver travalicato i limiti della decenza per passare a una retorica da quattro soldi che francamente alla luce dei suoi scritti precedenti proprio non le si addice?

Le ricordo che chi segue silente questo forum conosce molto bene la realtà sociale eritrea e non è incline a farsi coinvolgere in capsiosismi dialettici di questo genere.


Stefano Pettini