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Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Italia-Eritrea: Terzi, accordo su status scuole italiane

(AGI) - Roma, 21 set. - E' stato concluso oggi ad Asmara il nuovo accordo tecnico sullo status delle Scuole italiane in Eritrea e sul loro personale.

"Si tratta di un risultato importante per il rilancio di una storica presenza italiana nel Paese", ha affermato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, commentando la positiva conclusione di un negoziato per il quale lo stesso titolare della Farnesina si e' personalmente adoperato.

L'intesa firmata oggi dall'ambasciatore ad Asmara Marcello Fondi e dal ministro dell'Educazione eritreo Semere Russom definisce i termini per l'operativita' delle Scuole e le condizioni del personale docente italiano, e consente l'immediata riapertura delle iscrizioni alle prime classi di ciascun ciclo, che erano state temporaneamente sospese.

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Ecco il testo dell'accordo

http://www.ambasmara.esteri.it/NR/rdonlyres/324DCC51-1A0F-4093-9ED7-FD6091109AB1/61370/SCUOLEACCORDOTECNICOITALIANO.pdf

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara


Eritrea Live intervista Gian Paolo Carini, preside della Scuola Italiana di Asmara, coautore del libro “Storia della Scuola Italiana in Eritrea”


Stralcio:

E.L.<...Lo scorso giugno il Ministro Riccardi è stato in Eritrea, ha incontrato il Presidente Isaias Afwerki, il ministro degli esteri e il ministro dello sviluppo per promuovere una cooperazione che garantisca stabilità e crescita all’intera area perché il modello Italia, ha detto il ministro al Forum della Cooperazione Internazionale che si è tenuto a Milano a ottobre, è apprezzato all’estero per la sua capacità dialogica e di partenariato. Come mai allora la scuola italiana di Asmara, modello Italia ante litteram, ha rischiato di non aprire?>

G.P.C. - Il problema è nato dalla richiesta italiana di rivedere il vecchio accordo tecnico del 2000, un accordo importante per lo status del personale della scuola che coinvolge vari ministeri, dell’educazione, dell’immigrazione, delle finanze.

Quest’accordo ha permesso alla scuola di funzionare senza togliere però problemi d’interpretazione. Ogni anno qualcosa andava rivisto, riadattato. Si sono accumulate tensioni, ritardi nella concessione dei permessi, lungaggini burocratiche, richieste di accertamenti sanitari in loco anziché solo in Italia.

Sono stati allontanati tre insegnanti risultati positivi ad alcuni esami e ci sono stati ritardi nella concessione dei permessi di lavoro. Quest’accordo avrebbe dovuto avere una validità di cinque anni, però è sempre stato rinnovato, unilateralmente, da parte eritrea, fino al 2012. Insomma era un accordo vecchio, anche se necessario.

Alla fine del 2010-2011 l’Italia ha eleborato un nuovo testo che ha inviato alla controparte eritrea che non l’ha preso nella dovuta considerazione così. Così l’Italia ha deciso che quest’anno la scuola avrebbe potuto cominciare solo per gli italiani, non per gli eritrei e che si bloccavano le prime classi di ogni ciclo. Due colpi bassi, il primo perché così la scuola terminava, il secondo per la sottolineatura che la scuola è per gli italiani. Gli eritrei hanno detto e scritto che la decisione è stata improvvisa, che non erano stati informati a sufficienza.

Certo non compete a me scoprire cos’è successo a livello diplomatico, sono stati mesi di tensioni, (ndr, giugno- settembre 2012) che ho vissuto mio malgrado. Tensioni non solo a livello diplomatico, di governi ma anche individuale. Pensate a una famiglia che ha investito nella scuola italiana, dove non è facile entrare, (per l’ingresso alla materna i bambini sono sorteggiati) e che ha un costo più alto delle pubbliche.

Pensate al rammarico di chi ha investito sulla scuola italiana perché i figli magari possano continuare a studiare in Europa. Anche la comunità italiana non era felice di essere discriminata, seppur in positivo. Io, però, ho pensato subito che la cosa si sarebbe risolta, perché la valenza della scuola italiana in Eritrea va oltre la scuola, è una presenza paragonabile a quella della cooperazione, in un settore chiave come l’istruzione, importante come sanità e nuove tecnologie.

Istruzione, sanità e nuove tecnologie sono i settori in cui è importante l’investimento italiano. La scuola è una risorsa, con i suoi cinquanta ragazzi che ogni anno si diplomano; se poi questi ragazzi vanno più all’estero anziché rimanere in Africa, questo è un altro problema che non riguarda solo l’Eritrea. Mi dicono che ci siano più medici del Benin in Europa che nel Benin. Tornando alla scuola di Asmara, a settembre si è raggiunto un nuovo accordo che ha permesso alla campanella di suonare ancora...