General Forum
Start a New Topic 
Author
Comment
View Entire Thread
Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Sono consapevole che il mio intervento non è pertinente all’argomento principale del post, ma dando seguito a quanto dichiara Pettini non mi sento di esimermi dal commentarlo qui, in modo particolare su:
“ Isaias non è pessimista sulla ripresa economica del paese poiché virtualmente l’Eritrea non ha attività economiche, semmai ha oggettivamente rilevato che visti gli scarsi risultati ottenuti fino a ora è il caso di trovare stimoli per finalmente avviarla questa economia.”
Ergo che l’affermazione dica in sostanza “non sono pessimista sulla ripresa economica è un argomento che non ci tocca, perché peggio di come siamo non può essere e di conseguenza possiamo solo migliorare”
Confesso che sono rimasto allibito nel constatare che FINALMENTE anche isaias si sia reso conto di quanto la sua visione della gestione dello Stato sia fallimentare e non incolpi le solite organizzazioni straniere.
A quanti si interessano dell’Eritrea ciò era evidente da tanto tempo.
E da tempo diverse proposte sono state suggerite ma puntualmente rigettate.
Finalmente anche lui si è arreso all’evidenza dei fatti e ammette che con la sua gestione l’Eritrea è al punto zero.
Non è mai troppo tardi anche se 20 anni sprecati effettivamente sono tanti.
Per inciso, non è scontato pensare che chi è capace di vincere una lotta per l’indipendenza sia automaticamente capace di vincere la lotta per il progresso e l’evoluzione economica del paese.
Molti prima di lui in questo hanno fallito clamorosamente
In un paese normale isaias avrebbe dovuto prendere atto del suo fallimento e dare le conseguenti dimissioni.
La seconda parte della sua affermazione purtroppo non contempla questa eventualità, imperterrito vuole proseguire nella sua gestione senza futuro.
Detto questo sono curioso di vedere come e quali saranno gli stimoli per la crescita dell’economia.
Rimane da rimarcare il fatto che se non sono bastati 20 anni per trovarli mi immagino quanti ne occorreranno ancora.

La mia modesta opinione, allo stato dei fatti attuale e come più volte affermato, è che lo sviluppo economico e sociale della Nazione può solo e deve necessariamente passare da quanto sottoscritto nella Costituzione e nella National Chart, di cui rammento alcuni passaggi.

I sei obiettivi di base inseriti
La nostra visione può essere ricapitolata in sei obiettivi di base:
1. Armonia nazionale.
Perchè la gente eritrea viva nell'armonia, nella pace e nella stabilità, seguendo senza distinzioni le linee regionali, etniche, linguistiche, religiose, di genere o di classe.
2. Democrazia politica.
Perchè la gente eritrea partecipi attivamente e si trasformi in protagonista nella gestione e nella conduzione della sua vita e del suo paese, con i suoi diritti garantiti per legge e nella pratica.
3. Evoluzione economica e sociale.
Perchè l’Eritrea progredisca socialmente ed economicamente nelle aree della formazione, della tecnologia e della qualità di vita.
4. Giustizia sociale (democrazia economica e sociale).
Giusta distribuzione della ricchezza, servizi e opportunità, e attenzione speciale da dedicare alle sezioni più svantaggiate della società.
5. Rinascita culturale.
Disegnata sulla nostra ricca eredità culturale e sui valori approfonditi durante la lotta di liberazione, per sviluppare una coltura Eritrea caratterizzata da amore per il paese, rispetto per umanità, solidarietà fra uomini e donne, amore della verità e della giustizia, rispetto per la legge, lavoro duro, sicurezza di se, fiducia nella riuscita, mentalità aperta e inventiva.
6. Cooperazione regionale ed internazionale.
Perchè l’Eritrea si trasformi in un membro rispettato della Comunità internazionale, attraverso la coesistenza nell'armonia e cooperazione con i paesi vicini; e contribuendo, nella misura delle sue possibilità, alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo regionale e globale.


Con buona pace di isaias tutto questo, dopo 20 anni, non è stato assolutamente realizzato, ripartiamo da qui.


nessuno

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Effettivamente la risposta di Nessuno non è pertinente con l'argomento di questo 3d, ma non per questo meno meritevole di approfondimento.

Credo che la corretta interpretazione di quanto affermato dal presidente Isaias in occasione dell'apertura della Conferenza sugli Investimenti, sia che dopo un lungo lavoro di incremento e rafforzamento delle infrastrutture del paese realizzato dal governo è ora arrivato il momento di passare alla fase della partecipazione privata alle attività commerciali in Eritrea, perfettamente in linea con i piani del governo eritreo.

Nel primo importantissimo incontro molte sono le perplessità sollevate dagli investitori che hanno affollato la conferenza, ora non rimane che aspettare dicembre e valutare quali saranno le risposte del governo in occasione del secondo incontro con gli investitori.

Stefano Pettini

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

sono appena tornato dall'Eritrea anch'io ed ho sentito la chiusura, non immediata ma graduale a cominciare dagli elementari sino alle superiori delle scuole italiane da un'amica impiegata dello Stato Eritreo e che è mamma di figli che frequentano le scuole italiane e che ha partecipato come genitore alle discussioni della chiusa che si prospetta.Alle scuole italiane sono pochi gli studenti figli degli italiani, la maggioranza sono eritrei.Si è interessato molto anche il ministro alla cultura eritrea Dr Semere Russom, che si è reso disponibile per far rimanere aperta la scuola italiana, così come è stato chiesto da tutti i genitori che hanno i figli nelle scuole italiane. Da parte della direzione delle scuole italiane in Asmara, l'ultima versione data è CHE LA CHIUSURA GRADUALE DELLE SCUOLE ITALIANE E' DOVUTA SEMPLICEMENTE PER MANCANZA DI FONDI.Cio' dispiace a tutti noi eritrei che abbiamo frequentato le scuole italiane e siamo italiani ed eritrei e che desideriamo che rimanga aperta la scuola italiana. Ma ormai noto il rapporto tra eritrei ed itaiani è a senso unico ed è un amore non corrisposto. E' storia, non sono nuove parole che voglio esprimere. I ns padri ascari (soldati eritrei a servizio della bandiera tricolore) hanno dimostrato grandi meriti in termini di coraggio, lealta' e fedelta' alla bandiera tricolore. E che cosa fu il risultato una presa per i fondelli con la canzone "facetta nera dell'abissinia....." e senza dimenticare che durante i lunghi anni di lotta per la liberazione dal colonialismo etiopico, la posizione italiana a favore del regime etiopico e contro l'Eritrea. Ed anche ora in una guerra fredda ed in una campagna denigratoria contro il ns Stato l'impegno di una grande parte dell'italia a fare eco. Ebbene l'Eritrea ha superato il grosso ed ora si sta avviando verso un percorso che fara' rimangiare la parola a molti predicatori falsi.

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Per fortuna sembra che la questione delle scuole italiane sia in procinto di essere risolta in maniera soddisfacente per ambedue le parti.

Una apposita delegazione diplomatica italiana si è infatti appositamente recata in Asmara per risolvere il problema e le notizie sono ora molto più tranquillizzanti.

Dovrebbe arrivare a breve un annuncio ufficiale.

Stefano Pettini

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Italia-Eritrea: Terzi, accordo su status scuole italiane

(AGI) - Roma, 21 set. - E' stato concluso oggi ad Asmara il nuovo accordo tecnico sullo status delle Scuole italiane in Eritrea e sul loro personale.

"Si tratta di un risultato importante per il rilancio di una storica presenza italiana nel Paese", ha affermato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, commentando la positiva conclusione di un negoziato per il quale lo stesso titolare della Farnesina si e' personalmente adoperato.

L'intesa firmata oggi dall'ambasciatore ad Asmara Marcello Fondi e dal ministro dell'Educazione eritreo Semere Russom definisce i termini per l'operativita' delle Scuole e le condizioni del personale docente italiano, e consente l'immediata riapertura delle iscrizioni alle prime classi di ciascun ciclo, che erano state temporaneamente sospese.

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara

Ecco il testo dell'accordo

http://www.ambasmara.esteri.it/NR/rdonlyres/324DCC51-1A0F-4093-9ED7-FD6091109AB1/61370/SCUOLEACCORDOTECNICOITALIANO.pdf

Re: Chiusura della scuola italiana di Asmara


Eritrea Live intervista Gian Paolo Carini, preside della Scuola Italiana di Asmara, coautore del libro “Storia della Scuola Italiana in Eritrea”


Stralcio:

E.L.<...Lo scorso giugno il Ministro Riccardi è stato in Eritrea, ha incontrato il Presidente Isaias Afwerki, il ministro degli esteri e il ministro dello sviluppo per promuovere una cooperazione che garantisca stabilità e crescita all’intera area perché il modello Italia, ha detto il ministro al Forum della Cooperazione Internazionale che si è tenuto a Milano a ottobre, è apprezzato all’estero per la sua capacità dialogica e di partenariato. Come mai allora la scuola italiana di Asmara, modello Italia ante litteram, ha rischiato di non aprire?>

G.P.C. - Il problema è nato dalla richiesta italiana di rivedere il vecchio accordo tecnico del 2000, un accordo importante per lo status del personale della scuola che coinvolge vari ministeri, dell’educazione, dell’immigrazione, delle finanze.

Quest’accordo ha permesso alla scuola di funzionare senza togliere però problemi d’interpretazione. Ogni anno qualcosa andava rivisto, riadattato. Si sono accumulate tensioni, ritardi nella concessione dei permessi, lungaggini burocratiche, richieste di accertamenti sanitari in loco anziché solo in Italia.

Sono stati allontanati tre insegnanti risultati positivi ad alcuni esami e ci sono stati ritardi nella concessione dei permessi di lavoro. Quest’accordo avrebbe dovuto avere una validità di cinque anni, però è sempre stato rinnovato, unilateralmente, da parte eritrea, fino al 2012. Insomma era un accordo vecchio, anche se necessario.

Alla fine del 2010-2011 l’Italia ha eleborato un nuovo testo che ha inviato alla controparte eritrea che non l’ha preso nella dovuta considerazione così. Così l’Italia ha deciso che quest’anno la scuola avrebbe potuto cominciare solo per gli italiani, non per gli eritrei e che si bloccavano le prime classi di ogni ciclo. Due colpi bassi, il primo perché così la scuola terminava, il secondo per la sottolineatura che la scuola è per gli italiani. Gli eritrei hanno detto e scritto che la decisione è stata improvvisa, che non erano stati informati a sufficienza.

Certo non compete a me scoprire cos’è successo a livello diplomatico, sono stati mesi di tensioni, (ndr, giugno- settembre 2012) che ho vissuto mio malgrado. Tensioni non solo a livello diplomatico, di governi ma anche individuale. Pensate a una famiglia che ha investito nella scuola italiana, dove non è facile entrare, (per l’ingresso alla materna i bambini sono sorteggiati) e che ha un costo più alto delle pubbliche.

Pensate al rammarico di chi ha investito sulla scuola italiana perché i figli magari possano continuare a studiare in Europa. Anche la comunità italiana non era felice di essere discriminata, seppur in positivo. Io, però, ho pensato subito che la cosa si sarebbe risolta, perché la valenza della scuola italiana in Eritrea va oltre la scuola, è una presenza paragonabile a quella della cooperazione, in un settore chiave come l’istruzione, importante come sanità e nuove tecnologie.

Istruzione, sanità e nuove tecnologie sono i settori in cui è importante l’investimento italiano. La scuola è una risorsa, con i suoi cinquanta ragazzi che ogni anno si diplomano; se poi questi ragazzi vanno più all’estero anziché rimanere in Africa, questo è un altro problema che non riguarda solo l’Eritrea. Mi dicono che ci siano più medici del Benin in Europa che nel Benin. Tornando alla scuola di Asmara, a settembre si è raggiunto un nuovo accordo che ha permesso alla campanella di suonare ancora...