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Re: Lettera al Direttore de la Repubblica


Ebbene si, carissimo pettini parlo di sviluppo rapido e come me sono sicuro lo vogliono gli eritrei.
E quando parla di africa per cortesia non coinvolga l’eritrea perché dal suo intervento si evidenzia la sua scarsa opinione delle caratteristiche peculiari degli eritrei.
Complimenti ancora per la scarsa fiducia e considerazione verso di essi
Forse dipende dalle sue frequentazioni diverse il fatto che non conosce le disponibilità di attezzature, macchinari e di mano d’opera locale che in alcuni casi nulla hanno da invidiare a altri paesi più all’avanguardia.
E non parlo di somalia o etiopia o burundi a cui lei fa spesso riferimento ma di paesi europei.
Io invece si, queste potenzialità le ho viste, le conosco, per questo posso affermare che molte cose sarebbero possibili in breve tempo.
Basta volerlo.
Del resto non mi posso aspettare che queste cose vengano capite da chi il lavoro pretende sia realizzato dallo stato,
o da chi per decenni ha vissuto con lo stipendio statale, o da chi la realtà di una impresa non sa neanche cosa sia, o da chi non ha semplicemente nessuna idea magari perché impegnato per 30 anni sulle montagne.
Complimenti anche per le sue opinioni sullo sviluppo dell’eritrea, dal suo ragionamento è evidente che la sua scelta và nella direzione non del bradipo ma del gambero.

Il suo intervento del resto non mi stupisce perché è ovviamente in linea con le teorie di sviluppo statalista che faranno la fine di quelle che hanno fatto crollare il muro di berlino.
Evidentemente non le ha insegnato nulla il fatto che questo muro è caduto dall’interno, per mano dello stesso popolo stufo marcio di tutti i piani quinquennali fallimentari che evidentemente lei auspica per l’eritrea.

Per ottenere tempi rapidi certamente ci sono le scorciatoie ma non c’è bisogno di svendere nulla né le dalak né assab anzi sarebbe finalmente da renderlo operativo.
Ma non le ho inventate io, per esempio il piano Free Zone è un ottimo punto di partenza propagandato dal goe ma rimasto lettera morta.
Lei sa perché non parte? Io sì
Mi può spiegare invece lei perché non parte?

E’ chiaro che occorre avere delle idee che tengano conto delle caratteristiche locali quali mano d’opera
disponibile, energia, materia prima locale.
Come è chiaro che in questa prima fase occorre pensare ad attività di trasformazione per la riesportazione
E qui entra in gioco la Free Zone.
E’ vero che per avere i risultati sperati occorre gente che abbia idee valide, malauguratamente molte persone sanno solo pontificare, alcuni ampiamenti forniti di nessuna esperienza né capacità si accontentano di galleggiare.
Perché nel non fare nulla non si sbaglia mai.
E’ evidente che il governo deve sovraintendere all’equilibrio del sistema, e questo deve essere il suo compito.
Se invece si preferisce tenere le persone alle frontiere non si andrà da nessuna parte, anzi saranno queste persone che andranno da un’altra parte, come del resto sta già accadendo con buona pace sua.

Un’altra buona proposta del goe è stata la doppia conferenza sullo sviluppo, peccato sia stata riservata agli eritrei
Ma al di là delle parole, cosa hanno sortito i fatti? E’ stata solo propaganda? Che è successo al bradipo, più che presunto è morto?
O è normale che i tempi di attesa siano ventennali? Si rende conto che andiamo verso il 3000?
Che fine hanno fatto le proposte presentate dai partecipanti?
Ma pettini oltre a quello che sente dal goe ha mai sentito cosa dice sottovoce la gente? Io sì
La informo che molta gente in eritrea mi ha sussurrato “ho bisogno di lavoro”
Poi lei la pensi come vuole.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

In un momento dove la macchina manipolata dei media dell'occidente dipinge di colori offuscati l'Eritrea, (un paese di storia antica e molto ricca, integra ed indipendente), leggere le sue e battaglie caro Daniel wedi Korbaria, contro questo obbrobrio da la speranza di Resistenza.
Da altra parte, da persone come "don musie" cittadino eritreo, "uomo di dio", carismatico, ci si aspetta che facesse un negoziatore di pace come san Francesco e tutti gli "uomini di dio", imparziale e giusto. Se fa aiuti umanitari, senza fare audience ne pubblicità alcuna, e soprattutto non mirata a denigrare il governo del suo paese.
Comprendere che parte del suo paese è illegalmente occupato ad oggi da forze etiopiche nonostante la decisione del tribunale internazionale "definitiva e vincolante" (EEBC 2002); che causa la permanenza dei giovani del suo paese ad un servizio militare prolungato. Non condannare il governo etiopico per questo crimine e comprendere come unica causa del disagio creato all'Eritrea ed il suo popolo è come essere ciechi ed avere altri scopi.

un osservatore

cane libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica



Sig cane libero,
Capisco il suo punto di vista e sulla sua logica generale posso anche concordare.
Così come comprendo che la strategia politica del goe sia indirizzata verso l’autodeterminazione e il non allineamento.
Fin quando si rimane nel solco di questa disamina dei fatti posso anche accettare le sue opinioni
Sono consapevole inoltre che non è facile partire da zero con tutto da costruire, che il vicino non collabora come si vorrebbe, che fare quello che si desidera richiede montagne di soldi che non avete, che il paese non dispone ad oggi delle materie prime utilizzabili in proprio.
Bene i punti A, B (ho visto Molte opere quali dighe e terrazzamenti) (ho visto alcune scuole),C,D

Parlando della politica economica che il goe persegue, non concordo quando si addossano le responsabilità delle problematiche interne all’universo mondo o si soffre di mania di accerchiamento.
Così come non concordo che siano assenti o osteggiate del tutto le strutture legali e civili che potrebbero aiutare la realizzazione di iniziative di sviluppo economico e di investimento.
Forse però questo aspetto se si inserisce nella volontà politica di escluderlo è un altra questione

Volete dimostrare che la strategia del goe è quella giusta, bene, dovete però dimostrarlo con i fatti senza dietrologie o scusanti opinabili, senza impiegare però tre generazioni, come ha più volte espresso isaias, perché altrimenti alla terza non ci si arriva per mancanza di popolo.

Per quello che riguarda l’energia elettrica, in sostanza è vero che le esigenze di un occidentale comparate a quelle di un africano ad oggi sono diverse è altrettanto vero però che sono ambite da tutti, anche dagli eritrei i quali i frigoriferi e gli elettrodomestici li comprano per usarli e si aspettano di poterlo fare.
Poi detto tra noi a quale africa appartiene l’eritrea? Personalmente io ho sempre ritenuto l’eritrea un paese che è in africa per caso.
Saluti

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Sig. nessuno nella mia precedente ho sottolineato al punto D, la scelta dei partner stranieri (Italia, Finlandia, Russia, Giappone ecc). Con questo intendevo dire che l'Eritrea dà sempre il ben venuto a chiunque venga in buona fede.
Spesso si attribuisce l'Eritrea come il paese isolato, io sono convinto che l'europa non condivide quest'affermazione, ci etichettano così "gli ultimi arrivati", gli innominabili e purtroppo l'Europa dà il consenso perchè non è totalmente indipendente. Nessuno al mondo mi convincerà che gli americani intervengano a favore del popolo eritreo qualsiasi cosa facciano, così come non ho mai creduto alle bugie che ci hanno raccontato per attaccare Saddam Hussein con la scusa magra delle armi di distruzioni di massa.
Io non dubito della riuscita del progetto Eritrea, devono toglierci le sanzioni in quanto ingiuste, ormai sono già 5 anni, non vi sono evidenze come nel caso Iraq del 2003, l'etiopia deve liberare ora i territori occupati illegalmente da 14 anni, (e qui chiedo a lei sig. nessuno di far sentire la sua voce in favore a questa causa per il quieto vivere nel corno). Diamo il benvenuto ai nostri partner amici e continuiamo a lavorare alla ricostruzione del nostro paese che comunuque non è una passeggiata, perchè Roma non è stata costruita in un giorno.

Cane Libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Nessuno mi divertono sempre le sue reazioni scomposte quando sente di non essere più in grado di sostenere il contraddittorio.

Dunque la sua opinione sarebbe quella che l'Eritrea deve correre per raggiungere in fretta il tenore di vita che meriterebbe grazie alle sue più che note potenzialità magari attraverso la collaborazione di gente esperta e disinteressata come i vari imprenditori che volteggiano come avvoltoi sulla carcassa da spolpare.

Allo stesso tempo però sostiene che è normale che l'Eritrea abbia aspettato inutilmente tutti questi anni per vedersi riconosciuti i diritti derivanti dal verdetto della Commissione Confini, in questo caso aspettare idefinitivamente è lecito e doveroso così come è d'obbligo dare la precedenza allo sviluppo economico anche in assenza del fondamentale requisito della piena disponibilità dei propri territori sovrani.

Sarebbe bello vero svuotare le difese per restuire ai giovani il loro diritto a una vita autonoma e soddisfacente, una vera pacchia per gli etiopici che non aspettano altro.

Se così non fosse se ne sarebbero andati a casa da tempo, invece di bivaccare in casa d'altri in attesa di un momento favorevole per prendersi quello che da sempre vorrebbero.



Stefano Pettini

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Sig cane libero
E mia convinzione che quello che lei ritiene la causa dell’ opinione sbagliata sull’eritrea da parte dell’europa sia errata, e per un semplice motivo che è forse ancora più sconcertante e sconfortante.
E’ semplicemente indifferente!!!
Contribuisce ad aggravare questo sentimento la lontananza del paese, l’accomunare l’eritrea al marasma della maggior parte dei popoli africani, la scarsa o nulla conoscenza del paese, l’instabilità dell’area

Aggiungo, la mancanza di materie prime, la cattiva reputazione che volenti o nolenti, per cause proprie o indirette vengono a lei deputate, lo stallo alle frontiere, le posizioni del goe, tutto ciò rendono scarsamente attraenti e motivanti le volontà di approfondire la già scarna conoscenza del paese, le sue esigenze, le sue rivendicazioni di essere rispettato nelle sue giuste richieste di tutela dei diritti territoriali.
Quanti in europa conoscono questo ultimo aspetto; ben pochi.

Inoltre che come ben sa, la forza contrattuale dell’europa è decisamente scarsa mentre è ben più pesante quella dell’america, un paese che è molto bravo a difendere i propri interessi fino ad arrivare in qualche caso, come da lei ricordato, a compiere azioni che potremmo definire criminali.
Ritengo anche che l’opinione pubblica europea totalmente presa ad occuparsi dei fatti propri nei tempi migliori e preoccupata del fosco destino futuro di oggi, avrà ancora di più opportunità di disinteressarsi sull’eritrea,
salvo ricordarsene quando esplodono improvvisamente episodi spiacevoli e dolorosi come quelli sui naufragi.
Questo è spiacevole da dirsi ma sono convinto sia realtà.

E’ questo uno dei motivi che mi spingono a insistere per una accelerazione allo sviluppo di attività nazionali.
Anche in collaborazione con gente di buona volontà perché no, in fondo non tutte le persone sono da tenere a distanza, da chiunque si possono ottenere idee o contributi fattivi alla costruzione dell’eritrea, bastano menti aperte e pragmatiche, patti chiari e rispettarli.

Da soli si può certamente camminare, in due forse si cammina meglio ma senza lavoro non c’è futuro che tenga.
Certamente servirà una classe dirigente all’altezza che sappia ben operare, che realizzi regole di interesse comune

Rendere veramente operativo il piano Free Zone è fondamentale, in questa area sarebbe possibile installare attività di trasformazione e riesportazione di merci con conseguente impiego di mano d’opera e di entrate in valuta.
Valuta da utilizzare per l’acquisto di quanto necessario, per garantire per esempio acqua ed elettricità
Perché è vero che le reti di distribuzione dell’energia elettrica esistono ma se manca il gasolio per i generatori esse sono inutili, sarebbero una realizzazione fallimentare.

E’ chiaro che servirà mano d’opera che verrà stornata dai confini, ma almeno in questo modo i giovani rimarranno in patria e non saranno dispersi comunque in terra straniera.
Si darà una prospettiva ai giovani che non sia solo quella della emigrazione clandestina.
Sarà preferibile questa soluzione piuttosto che vedere quanti sono i giovani eritrei che bivaccano ai giardini di porta venezia o no?

I territori occupati purtroppo lo sono da troppo tempo è vero, in tutte le occasioni non manco di perorare la giusta causa dell’eritrea, ma questo non può divenire un mantra, l’alibi della stagnazione di qualsiasi iniziativa di sviluppo economico.
Anche perché sono convinto che nessuno regalerà nulla ora all’eritrea, tutto quello che c’è da fare lo dovrete fare da soli.
Dai ragazzi forza e coraggio

Saluti

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Pettini

Guardi che io non i scompongo per nulla, anzi è lei sta facendo confusione dei ruoli, sono io casomai che devo dire a lei che il contraddittorio proprio non le si addice.
Io cerco sempre di adeguarmi ai suoi post e rispondendo alle sue affermazioni, alcune volte le condivido altre volte no, altrettanto non posso dire di lei.
Aspetto da tempo, sue risposte alle numerose domande o proposte che le prospetto
Nulla di nulla, avrà i suoi motivi.
Di ritorno invece ricevo solo i soliti stantii e ripetitivi monologhi sull’etiopia cattiva.
Ma è capace di proporre qualche cosa di nuovo o è chiedere troppo?
Abbiamo capito tutti che ritiene l’etiopia (e l’america)è la causa di tutti i mali.
Dai suoi interventi purtroppo non intravedo nulla di nuovo. Nulla mai di originale e coraggioso.
Perché ci vuole coraggio per fare quello che necessita, per risolvere quello che per lei è un problema irrinunciabile: andate a riprendervi badme oppure, al momento, e in modo pragmatico guardate al futuro.
Stare nel pantano non aiuta ora né mai aiuterà l’eritrea, le sole parole d'ordine stanno a zero, occorrono i fatti.

Io non so più come dirle che occorre avere fiducia nella capacità degli eritrei di riprendere il loro cammino verso un prospero avvenire, se poi riterranno utile farlo soli o in compagnia lo decideranno loro, non certo pettini.

Però noto che dal suo scritto emerge una irridente sfiducia nelle loro possibilità e questo dice tutto.

Alla luce dei fatti posso con sicurezza affermare che dopo 20 anni nulla è avvenuto per modificare uno status quo
ai confini. Lasciamo perdere i motivi e le colpe da addebitare a chi.
I fatti dicono che o si prosegue in questo modo attendista a oltranza, oppure occorre pragmaticamente fare qualcosa che faccia uscire l’eritrea dallo stallo.
Evidentemente lei preferisce stare seduto a lamentarsi continuamente della tragica sorte avversa,io invece, considerato che la diplomazia nulla ha sortito, che imbarcare il paese in un’altra avventura militare sia suicida propongo di dare alla stagnazione attuale e probabilmente futura un taglio diverso.
E cioè indirizzare l’attenzione delle azioni del governo verso una ripresa dell’economia interna.

Dare una speranza di un futuro diverso ai giovani alle frontiere dovrebbe essere una priorità del governo eritreo,
sarebbe bene che lo facesse e svuotasse i confini dai giovani in modo unilaterale, perché no, ma anche per diversi motivi, tra cui due.

Primo i giovani già se ne vanno da soli, tra l’altro, aggiungo che dovesse mai succedere il patatrac che lei continuamente prevede, vorrei vedere quanti ne rimarrebbero dopo avere distrutto in loro ogni prospettiva

Secondo l’etiopia ha altre priorità, è in piena fase di espansione economica, sono sempre più consapevoli del loro futuro separato dall’eritrea a differenza vostra lo hanno metabolizzato, non hanno nessuna necessità di essa, , e oramai ha sopperito alla necessità di assab.
Questa mia analisi ritengo dovrebbe essere presa in considerazione, potrebbe essere sbagliata, ma almeno è una visione con prospettiva diversa dalla sua solita.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

In occasione dell'anniversario del tragico episodio avvenuto nei pressi di Lampedusa, costato la vita a innumerevoli eritrei, , vorrei esprimere le mie più sentite condoglianze a quanti hanno subito la tragica perdita dei loro congiunti.
Nell'impossibilità di farlo personalmente, affido alle autorità eritree preposte l'inoltro di questo mio messaggio.

nessuno