Eritrea Eritrea
Nessuno lei informa noi delle ultime novità da Asmara come se non le conoscessimo? Manca l'energia elettrica? Non si importano merci private fino a nuovo ordine?
E allora che vogliamo fare? Chiediamo la destituzione del Presidente (tiranno, incapace, non eletto, cugino di Melles, ecc. ecc.)e magari già che ci siamo liberiamo da quella terribile gogna del servizio militare tutti quei giovani per sopraggiunta dotandoli direttamente di Exit Visa, di tutti gli stipendi arretrati e una liquidazione in dollari?
Sarebbe un sogno per tutti quelli che aspirano a rinnovare il proprio passaporto eritreo con uno tutto nuovo stampato in Addis Abeba con su scritto nato in Asmara Etiopia, ma non credo avverrà.
Tutte le propagande partendo dalle più svariate provenienze sono finalizzate a quello scopo: ripetere e ripetere sempre gli stessi concetti capziosi per instillare nell'immaginario collettivo l'idea che l'Eritrea è per sua natura parte dell'Etiopia e che dunque sarebbe giusto e doveroso salvare il suo popolo dalle perversioni del GoE favorendo il riassorbimento del paese da parte del governo di Addis Abeba.
Demonizzare la raccolta del 2%, minimizzare le prospettive dell'esplorazione mineraria, disseminare allarme psicologico a ogni interruzione di alimentazione elettrica, santificare ad uso strumentale ONG e "organizzazioni umanitarie", sfruttare il fisiologico esodo di giovani per dimostrare che il paese andrebbe demilitarizzato; il tutto condito dal rigoroso anonimato giustificato dalle presunte gravissime ritorsioni che patirebbero in patria i parenti dei denuncianti.
Copione vecchio, trito e ritrito che offende l'intelligenza di chi è ancora in possesso di spirito critico indipendente, ma che perfettamente si attaglia al livello medio della marmaglia che intasa ogni spazio disponibile nel giovane universo mediatico.
Ricordo i tempi in cui un forumista scrisse che secondo lui l'Eritrea aveva dimostrato arroganza nel volersi separare dalla grande madre Etiopia e rimpiangeva i tempi in cui guadagnava un discreto e sicuro stipendio in Birr più che sufficiente per mantenere dignitosamente la famiglia.
Almeno lui esprimeva apertamente un parere che condivisibile o meno era aperto e diretto.
La attuale propaganda vile e strisciante mi disgusta.
Stefano Pettini
In un momento dove la macchina manipolata dei media dell'occidente dipinge di colori offuscati l'Eritrea, (un paese di storia antica e molto ricca, integra ed indipendente), leggere le sue e battaglie caro Daniel wedi Korbaria, contro questo obbrobrio da la speranza di Resistenza.
Da altra parte, da persone come "don musie" cittadino eritreo, "uomo di dio", carismatico, ci si aspetta che facesse un negoziatore di pace come san Francesco e tutti gli "uomini di dio", imparziale e giusto. Se fa aiuti umanitari, senza fare audience ne pubblicità alcuna, e soprattutto non mirata a denigrare il governo del suo paese.
Comprendere che parte del suo paese è illegalmente occupato ad oggi da forze etiopiche nonostante la decisione del tribunale internazionale "definitiva e vincolante" (EEBC 2002); che causa la permanenza dei giovani del suo paese ad un servizio militare prolungato. Non condannare il governo etiopico per questo crimine e comprendere come unica causa del disagio creato all'Eritrea ed il suo popolo è come essere ciechi ed avere altri scopi.
un osservatore
cane libero
Pettini altro che propaganda è la realtà del vivere quotidiano in eritrea che offende
È il perseverare nella incapacità di risolvere i problemi basilari del vivere civile di un popolo che disgusta.
Cosa pensa, che la mancanza di elettricità e di acqua sia un benefit , un valore aggiunto a cui si possa rinunciare senza problemi, che possa fortificare il popolo e che di questo passo, prossimamente possa esserci altro da sopportare stoicamente?
A tutto si può rinunciare, ma che razza di vita sarebbe?
Certo che siete a conoscenza dei disservizi elencati a cui da tempo non sapete risolvere.
Come possono funzionare le eventuali attività lavorative e civili senza?
E allora come pensate di farlo? Questo ci si aspetta da voi, avete qualcun altro a cui rivolgerci?
Chiedere la destituzione di isais? Potrebbe essere una idea, un presidente così apertamente inadempiente, in un paese normale avrebbe dato autonomamente le dimissioni da tempo.
Cosa volete che si faccia, accettare supinamente queste condizioni per altri 30 anni?
Cosa ci di deve aspettare dal futuro, le solite tiritere sull’etiopia? no grazie, poi cosa continuate a metterla di mezzo?
Stiamo parlando di eritrea, del suo vivere quotidiano, della speranza di una vita migliore, del mettere le future generazioni in grado di avere un lavoro e di conseguenza un futuro.
E’ una utopia sperare in un paese normale, indipendente che salvaguardi i diritti di tutti i suoi cittadini senza essere ostinatamente sospettati di essere pro etiopia per suoi scopi personali?
In un paese normale esiste anche la critica, essa serve a stimolare il miglioramento dello stato delle cose.
Si abbia finalmente il coraggio di guardare in faccia la realtà.
Il coraggio si deve dimostrarlo anche contro le avversità non piagnucolando sempre contro il destino, subendolo incapaci di modificarlo
a cui avete contribuito tutti voi a cominciare da isaias.
Compete al goe dimostrare le sue capacità di rinnovamento e progresso sociale, e se ne sarà capace ne daremo atto.
Siamo stufi di sentire gli alibi, per favore basta con le congiure siderali, niente cambia il passato quello che è stato è stato, ora dal goe ci si deve aspettare un cambio di marcia che non sia la solita autodifesa delle sue utopie, una garanzia di stagnazione economica e politica.
Si ricordi che non è con i militari perennemente ai confini che si difende la vera indipendenza ,essa si conquista e si difende coltivandola giorno per giorno anche con l’indipendenza economica e con il lavoro tale da rendere dignitoso il quotidiano vivere delle persone.
Il continuare a chiudere sempre più gli spazi a qualsiasi attività economica come pensa sia utile agli interessi dell’eritrea?
All’alba di due anni dopo, dal sett 2012, quali sono i risultati concreti delle conferenze sugli investimenti per esempio?
sono questi i tempi rapidi che ci si deve aspettare?
nessuno
La questione di elettricità assume due valori o priorità differenti, secondo il cittadino medio africano, che convive con la continua interruzione quasi settimanale, che non vede come un dramma, e un cittadino del primo mondo invece che cinque minuti di disservizio va in tilt.
Il mio punto di vista è semplice, in Africa è poca la quantità di energia data come servizio annuo, (512 kw/h). Nel primo mondo è troppa (la medesima quantità annuale africana viene consumata in 25 giorni). Entrambe hanno i loro lati positivi e negativi (qui non entriamo in dettaglio volutamente perchè ovvie).
Quasi il 65% degli stati africani soffre di deficienza di servizi elettrici.
Vista la percentuale alta, e associato agli anni trascorsi di indipendenza dalle colonie dei vari paesi africani, io deduco che l'Eritrea sia sulla giusta direzione ed in successo. I motivi principali sono:
a) Rete di alta e media tensione già distribuita e terminata in tutto il paese.
b) Altre infrastrutture di medio ed alto livello già completate ed operanti (dighe, scuole, ospedali, sicurezza alimentare ecc).
c) Il paese per sua natura non ha debiti che potrebbero strangolare nel prossimo futuro con i vari usurai legali.
d) Il paese sa scegliere con intelligenza i suoi partner stranieri (vedi Giappone, Finlandia, Italia, Russia ecc) con cui ha un rapporto dignitoso e non di sub-ordinazione come nella maggior parte dei paesi Africa.
Detto ciò sig. nessuno io rispetto le sue esigenze di elettricità da uomo occidentale, ma le sue non corrispondono a quelle di un africano.
Cane Libero
Nessuno di quali tempi rapidi parla? Ci sono voluti trent’anni di lotta armata per avere un paese libero e indipendente e ora lei vorrebbe uno sviluppo in tempi rapidi? In Africa?
A vantaggio di chi poi? Dei soliti opportunisti che puntualmente cercano di aprire in Eritrea aziende o intraprendere iniziative destinate apparentemente a creare lavoro e indotto, ma che di fatto sono macine di denaro per pochi e fonte di dislivello sociale per tutti?
Ovvio che di stasi si muore, ma è anche ovvio che ci vogliono le condizioni necessarie per uno sviluppo equilibrato e su questo l’Italia è stata per l’Eritrea maestra dimostrando il livello di sfascio che si può raggiungere se si è fatto il passo più lungo della gamba.
Molti sono gli espertoni che si dicono sconcertati per il presunto bradipismo del GoE e presentano in continuazione idee e possibili programmi di crescita, ma guarda caso ogni progetto passa attraverso alcuni punti fermi: smobilitazione dei giovani dai confini per fornire la mano d’opera necessaria allo sviluppo, indebitamento verso paesi terzi per forniture straordinarie di materie prime ed energetiche per rispondere all’aumento della domanda che ogni momento di sviluppo impone, e naturalmente apertura alla democrazia con tutto il corollario del multipartitismo, classe politica illuminata e aperta al benefico flusso della collaborazione internazionale sotto forma di provvidenziali Ong e illuminate Fondazioni e Organizzazioni Umanitarie.
Modello Etiopia per farla breve: nazione buona, docile, sottomessa, ma soprattutto democratica, multipartitica e garante dei diritti umani e del rispetto di tutto il popolo.
Ma per i frettolosi il tempo stringe sempre e come suggerito da varie parti ci sarebbero anche delle scorciatoie come ad esempio quella di svendere una piccola parte del patrimonio nazionale costituito dalle bellezze naturali delle Dalak o magari cedere con un inchino il porto di Assab alle forze esterne che tanto lo bramano e dunque descritto opportunamente come inutile e insabbiato.
Uno scenario da incubo al quale il GoE ha risposto no grazie e si è rimboccato le maniche ottenendo grandi successi se paragonati agli altri paesi dell’Africa Orientale simili a quelli ottenuti in Europa dalla Germania, ma senza affossare impietosamente l’economia del resto della regione.
Stefano Pettini
Sig cane libero,
Capisco il suo punto di vista e sulla sua logica generale posso anche concordare.
Così come comprendo che la strategia politica del goe sia indirizzata verso l’autodeterminazione e il non allineamento.
Fin quando si rimane nel solco di questa disamina dei fatti posso anche accettare le sue opinioni
Sono consapevole inoltre che non è facile partire da zero con tutto da costruire, che il vicino non collabora come si vorrebbe, che fare quello che si desidera richiede montagne di soldi che non avete, che il paese non dispone ad oggi delle materie prime utilizzabili in proprio.
Bene i punti A, B (ho visto Molte opere quali dighe e terrazzamenti) (ho visto alcune scuole),C,D
Parlando della politica economica che il goe persegue, non concordo quando si addossano le responsabilità delle problematiche interne all’universo mondo o si soffre di mania di accerchiamento.
Così come non concordo che siano assenti o osteggiate del tutto le strutture legali e civili che potrebbero aiutare la realizzazione di iniziative di sviluppo economico e di investimento.
Forse però questo aspetto se si inserisce nella volontà politica di escluderlo è un altra questione
Volete dimostrare che la strategia del goe è quella giusta, bene, dovete però dimostrarlo con i fatti senza dietrologie o scusanti opinabili, senza impiegare però tre generazioni, come ha più volte espresso isaias, perché altrimenti alla terza non ci si arriva per mancanza di popolo.
Per quello che riguarda l’energia elettrica, in sostanza è vero che le esigenze di un occidentale comparate a quelle di un africano ad oggi sono diverse è altrettanto vero però che sono ambite da tutti, anche dagli eritrei i quali i frigoriferi e gli elettrodomestici li comprano per usarli e si aspettano di poterlo fare.
Poi detto tra noi a quale africa appartiene l’eritrea? Personalmente io ho sempre ritenuto l’eritrea un paese che è in africa per caso.
Saluti
nessuno
Ebbene si, carissimo pettini parlo di sviluppo rapido e come me sono sicuro lo vogliono gli eritrei.
E quando parla di africa per cortesia non coinvolga l’eritrea perché dal suo intervento si evidenzia la sua scarsa opinione delle caratteristiche peculiari degli eritrei.
Complimenti ancora per la scarsa fiducia e considerazione verso di essi
Forse dipende dalle sue frequentazioni diverse il fatto che non conosce le disponibilità di attezzature, macchinari e di mano d’opera locale che in alcuni casi nulla hanno da invidiare a altri paesi più all’avanguardia.
E non parlo di somalia o etiopia o burundi a cui lei fa spesso riferimento ma di paesi europei.
Io invece si, queste potenzialità le ho viste, le conosco, per questo posso affermare che molte cose sarebbero possibili in breve tempo.
Basta volerlo.
Del resto non mi posso aspettare che queste cose vengano capite da chi il lavoro pretende sia realizzato dallo stato,
o da chi per decenni ha vissuto con lo stipendio statale, o da chi la realtà di una impresa non sa neanche cosa sia, o da chi non ha semplicemente nessuna idea magari perché impegnato per 30 anni sulle montagne.
Complimenti anche per le sue opinioni sullo sviluppo dell’eritrea, dal suo ragionamento è evidente che la sua scelta và nella direzione non del bradipo ma del gambero.
Il suo intervento del resto non mi stupisce perché è ovviamente in linea con le teorie di sviluppo statalista che faranno la fine di quelle che hanno fatto crollare il muro di berlino.
Evidentemente non le ha insegnato nulla il fatto che questo muro è caduto dall’interno, per mano dello stesso popolo stufo marcio di tutti i piani quinquennali fallimentari che evidentemente lei auspica per l’eritrea.
Per ottenere tempi rapidi certamente ci sono le scorciatoie ma non c’è bisogno di svendere nulla né le dalak né assab anzi sarebbe finalmente da renderlo operativo.
Ma non le ho inventate io, per esempio il piano Free Zone è un ottimo punto di partenza propagandato dal goe ma rimasto lettera morta.
Lei sa perché non parte? Io sì
Mi può spiegare invece lei perché non parte?
E’ chiaro che occorre avere delle idee che tengano conto delle caratteristiche locali quali mano d’opera
disponibile, energia, materia prima locale.
Come è chiaro che in questa prima fase occorre pensare ad attività di trasformazione per la riesportazione
E qui entra in gioco la Free Zone.
E’ vero che per avere i risultati sperati occorre gente che abbia idee valide, malauguratamente molte persone sanno solo pontificare, alcuni ampiamenti forniti di nessuna esperienza né capacità si accontentano di galleggiare.
Perché nel non fare nulla non si sbaglia mai.
E’ evidente che il governo deve sovraintendere all’equilibrio del sistema, e questo deve essere il suo compito.
Se invece si preferisce tenere le persone alle frontiere non si andrà da nessuna parte, anzi saranno queste persone che andranno da un’altra parte, come del resto sta già accadendo con buona pace sua.
Un’altra buona proposta del goe è stata la doppia conferenza sullo sviluppo, peccato sia stata riservata agli eritrei
Ma al di là delle parole, cosa hanno sortito i fatti? E’ stata solo propaganda? Che è successo al bradipo, più che presunto è morto?
O è normale che i tempi di attesa siano ventennali? Si rende conto che andiamo verso il 3000?
Che fine hanno fatto le proposte presentate dai partecipanti?
Ma pettini oltre a quello che sente dal goe ha mai sentito cosa dice sottovoce la gente? Io sì
La informo che molta gente in eritrea mi ha sussurrato “ho bisogno di lavoro”
Poi lei la pensi come vuole.
nessuno
Sig. nessuno nella mia precedente ho sottolineato al punto D, la scelta dei partner stranieri (Italia, Finlandia, Russia, Giappone ecc). Con questo intendevo dire che l'Eritrea dà sempre il ben venuto a chiunque venga in buona fede.
Spesso si attribuisce l'Eritrea come il paese isolato, io sono convinto che l'europa non condivide quest'affermazione, ci etichettano così "gli ultimi arrivati", gli innominabili e purtroppo l'Europa dà il consenso perchè non è totalmente indipendente. Nessuno al mondo mi convincerà che gli americani intervengano a favore del popolo eritreo qualsiasi cosa facciano, così come non ho mai creduto alle bugie che ci hanno raccontato per attaccare Saddam Hussein con la scusa magra delle armi di distruzioni di massa.
Io non dubito della riuscita del progetto Eritrea, devono toglierci le sanzioni in quanto ingiuste, ormai sono già 5 anni, non vi sono evidenze come nel caso Iraq del 2003, l'etiopia deve liberare ora i territori occupati illegalmente da 14 anni, (e qui chiedo a lei sig. nessuno di far sentire la sua voce in favore a questa causa per il quieto vivere nel corno). Diamo il benvenuto ai nostri partner amici e continuiamo a lavorare alla ricostruzione del nostro paese che comunuque non è una passeggiata, perchè Roma non è stata costruita in un giorno.
Cane Libero
Nessuno mi divertono sempre le sue reazioni scomposte quando sente di non essere più in grado di sostenere il contraddittorio.
Dunque la sua opinione sarebbe quella che l'Eritrea deve correre per raggiungere in fretta il tenore di vita che meriterebbe grazie alle sue più che note potenzialità magari attraverso la collaborazione di gente esperta e disinteressata come i vari imprenditori che volteggiano come avvoltoi sulla carcassa da spolpare.
Allo stesso tempo però sostiene che è normale che l'Eritrea abbia aspettato inutilmente tutti questi anni per vedersi riconosciuti i diritti derivanti dal verdetto della Commissione Confini, in questo caso aspettare idefinitivamente è lecito e doveroso così come è d'obbligo dare la precedenza allo sviluppo economico anche in assenza del fondamentale requisito della piena disponibilità dei propri territori sovrani.
Sarebbe bello vero svuotare le difese per restuire ai giovani il loro diritto a una vita autonoma e soddisfacente, una vera pacchia per gli etiopici che non aspettano altro.
Se così non fosse se ne sarebbero andati a casa da tempo, invece di bivaccare in casa d'altri in attesa di un momento favorevole per prendersi quello che da sempre vorrebbero.
Stefano Pettini
Sig cane libero
E mia convinzione che quello che lei ritiene la causa dell’ opinione sbagliata sull’eritrea da parte dell’europa sia errata, e per un semplice motivo che è forse ancora più sconcertante e sconfortante.
E’ semplicemente indifferente!!!
Contribuisce ad aggravare questo sentimento la lontananza del paese, l’accomunare l’eritrea al marasma della maggior parte dei popoli africani, la scarsa o nulla conoscenza del paese, l’instabilità dell’area
Aggiungo, la mancanza di materie prime, la cattiva reputazione che volenti o nolenti, per cause proprie o indirette vengono a lei deputate, lo stallo alle frontiere, le posizioni del goe, tutto ciò rendono scarsamente attraenti e motivanti le volontà di approfondire la già scarna conoscenza del paese, le sue esigenze, le sue rivendicazioni di essere rispettato nelle sue giuste richieste di tutela dei diritti territoriali.
Quanti in europa conoscono questo ultimo aspetto; ben pochi.
Inoltre che come ben sa, la forza contrattuale dell’europa è decisamente scarsa mentre è ben più pesante quella dell’america, un paese che è molto bravo a difendere i propri interessi fino ad arrivare in qualche caso, come da lei ricordato, a compiere azioni che potremmo definire criminali.
Ritengo anche che l’opinione pubblica europea totalmente presa ad occuparsi dei fatti propri nei tempi migliori e preoccupata del fosco destino futuro di oggi, avrà ancora di più opportunità di disinteressarsi sull’eritrea,
salvo ricordarsene quando esplodono improvvisamente episodi spiacevoli e dolorosi come quelli sui naufragi.
Questo è spiacevole da dirsi ma sono convinto sia realtà.
E’ questo uno dei motivi che mi spingono a insistere per una accelerazione allo sviluppo di attività nazionali.
Anche in collaborazione con gente di buona volontà perché no, in fondo non tutte le persone sono da tenere a distanza, da chiunque si possono ottenere idee o contributi fattivi alla costruzione dell’eritrea, bastano menti aperte e pragmatiche, patti chiari e rispettarli.
Da soli si può certamente camminare, in due forse si cammina meglio ma senza lavoro non c’è futuro che tenga.
Certamente servirà una classe dirigente all’altezza che sappia ben operare, che realizzi regole di interesse comune
Rendere veramente operativo il piano Free Zone è fondamentale, in questa area sarebbe possibile installare attività di trasformazione e riesportazione di merci con conseguente impiego di mano d’opera e di entrate in valuta.
Valuta da utilizzare per l’acquisto di quanto necessario, per garantire per esempio acqua ed elettricità
Perché è vero che le reti di distribuzione dell’energia elettrica esistono ma se manca il gasolio per i generatori esse sono inutili, sarebbero una realizzazione fallimentare.
E’ chiaro che servirà mano d’opera che verrà stornata dai confini, ma almeno in questo modo i giovani rimarranno in patria e non saranno dispersi comunque in terra straniera.
Si darà una prospettiva ai giovani che non sia solo quella della emigrazione clandestina.
Sarà preferibile questa soluzione piuttosto che vedere quanti sono i giovani eritrei che bivaccano ai giardini di porta venezia o no?
I territori occupati purtroppo lo sono da troppo tempo è vero, in tutte le occasioni non manco di perorare la giusta causa dell’eritrea, ma questo non può divenire un mantra, l’alibi della stagnazione di qualsiasi iniziativa di sviluppo economico.
Anche perché sono convinto che nessuno regalerà nulla ora all’eritrea, tutto quello che c’è da fare lo dovrete fare da soli.
Dai ragazzi forza e coraggio
Saluti
nessuno
Pettini
Guardi che io non i scompongo per nulla, anzi è lei sta facendo confusione dei ruoli, sono io casomai che devo dire a lei che il contraddittorio proprio non le si addice.
Io cerco sempre di adeguarmi ai suoi post e rispondendo alle sue affermazioni, alcune volte le condivido altre volte no, altrettanto non posso dire di lei.
Aspetto da tempo, sue risposte alle numerose domande o proposte che le prospetto
Nulla di nulla, avrà i suoi motivi.
Di ritorno invece ricevo solo i soliti stantii e ripetitivi monologhi sull’etiopia cattiva.
Ma è capace di proporre qualche cosa di nuovo o è chiedere troppo?
Abbiamo capito tutti che ritiene l’etiopia (e l’america)è la causa di tutti i mali.
Dai suoi interventi purtroppo non intravedo nulla di nuovo. Nulla mai di originale e coraggioso.
Perché ci vuole coraggio per fare quello che necessita, per risolvere quello che per lei è un problema irrinunciabile: andate a riprendervi badme oppure, al momento, e in modo pragmatico guardate al futuro.
Stare nel pantano non aiuta ora né mai aiuterà l’eritrea, le sole parole d'ordine stanno a zero, occorrono i fatti.
Io non so più come dirle che occorre avere fiducia nella capacità degli eritrei di riprendere il loro cammino verso un prospero avvenire, se poi riterranno utile farlo soli o in compagnia lo decideranno loro, non certo pettini.
Però noto che dal suo scritto emerge una irridente sfiducia nelle loro possibilità e questo dice tutto.
Alla luce dei fatti posso con sicurezza affermare che dopo 20 anni nulla è avvenuto per modificare uno status quo
ai confini. Lasciamo perdere i motivi e le colpe da addebitare a chi.
I fatti dicono che o si prosegue in questo modo attendista a oltranza, oppure occorre pragmaticamente fare qualcosa che faccia uscire l’eritrea dallo stallo.
Evidentemente lei preferisce stare seduto a lamentarsi continuamente della tragica sorte avversa,io invece, considerato che la diplomazia nulla ha sortito, che imbarcare il paese in un’altra avventura militare sia suicida propongo di dare alla stagnazione attuale e probabilmente futura un taglio diverso.
E cioè indirizzare l’attenzione delle azioni del governo verso una ripresa dell’economia interna.
Dare una speranza di un futuro diverso ai giovani alle frontiere dovrebbe essere una priorità del governo eritreo,
sarebbe bene che lo facesse e svuotasse i confini dai giovani in modo unilaterale, perché no, ma anche per diversi motivi, tra cui due.
Primo i giovani già se ne vanno da soli, tra l’altro, aggiungo che dovesse mai succedere il patatrac che lei continuamente prevede, vorrei vedere quanti ne rimarrebbero dopo avere distrutto in loro ogni prospettiva
Secondo l’etiopia ha altre priorità, è in piena fase di espansione economica, sono sempre più consapevoli del loro futuro separato dall’eritrea a differenza vostra lo hanno metabolizzato, non hanno nessuna necessità di essa, , e oramai ha sopperito alla necessità di assab.
Questa mia analisi ritengo dovrebbe essere presa in considerazione, potrebbe essere sbagliata, ma almeno è una visione con prospettiva diversa dalla sua solita.
nessuno
In occasione dell'anniversario del tragico episodio avvenuto nei pressi di Lampedusa, costato la vita a innumerevoli eritrei, , vorrei esprimere le mie più sentite condoglianze a quanti hanno subito la tragica perdita dei loro congiunti.
Nell'impossibilità di farlo personalmente, affido alle autorità eritree preposte l'inoltro di questo mio messaggio.
nessuno