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Re: Lettera al Direttore de la Repubblica


Siamo sempre lì l’eritrea ha subito una ingiustizia, e va bene.
Se questo è il lite motive che viene sempre rimarcato, implicitamente significa che si conferma esistere una condizione di mancato sviluppo socio economico.
Con la stessa logica sarebbe facile affermare che se lo stallo ventennale con l’etiopia proseguisse per altri 20/30 anni dovremmo sempre sentire la stessa motivazione.
In questo caso si potrebbe affermare che se esistessero gli ipotetici oppositori dell’eritrea questi avrebbero vinto
e semplicemente gli eritrei avrebbero perso.
Perso in mancato sviluppo, in coesione sociale, in rapporti esteri, etc.
A proposito di trascorsi accaduti in eritrea (G15) lei disse che i fatti passati oramai sono acquisiti, metabolizzati, ed è inutile rivangarli.
Non ritiene che anche con l’etiopia occorrerebbe un simile pragmatismo politico?
Lei continuamente ribadisce come un mantra che le potenze indicate se ne fregano bellamente, così pure l’etiopia,
E allora? Cosa si fa?
Se non si arrivasse a una soluzione pragmatica ci si dovrebbe aspettare il diluvio universale per il verificarsi del risorgimento eritreo?
Per quanto riguarda le potenze egemoni mi lasci dire che forse presume un po’ troppo relativamente alla loro preoccupazione verso l’eritrea.
Rimaniamo pragmatici, sono convinto che Obama, Putin, o Xi Jinping facciano fatica a conoscere la localizzazione di Roma figuriamoci quella di Asmara (senza nulla togliere ad Asmara, che è una bellissima città).
Quanto alle critiche, sono il primo ad affermare che esse sono sempre facili, il difficile è costruire, se vuole posso anche farlo come ho già provato, ma stiamo esprimendoci sull’eritrea, senza contraddittorio critico che senso avrebbe questo forum?

Se vuole le posso esprime le mie criticissime considerazioni sui politici e sulla politica italiana.
Le assicuro senza temere di smentita che sarebbero ben più pesanti.
Forse occorrerebbe un apposito forum.

Come fa poi a dire che l’emigrazione non è collegata alle inefficienze del governo.
Ma certo che è così, e questo fin dalla notte dei tempi, ciò non riguarda certamente ed esclusivamente l’eritrea
per fare un esempio;
Negli anni tra il 1867 e il 1869 più di 60.000 svedesi emigrarono a causa della carestia e della critica condizione economica verso l’america
Si calcola che tra il 1868 e il 1914 più di 1.000.000 di svedesi partì, per la maggior parte verso l’america sempre con stesse motivazioni.
E parlo degli svedesi, potremmo parlare dei tedeschi, degli italiani, degli irlandesi etc
Tutti quanti perché all’origine c’era la cattiva gestione politica interna che causava fame e miseria.
Normalmente chi emigra è alla ricerca di un miglioramento, tutti i paesi ne sono coinvolti.
Però onestà vuole che non è possibile raffrontare le motivazioni dell’emigrazione degli italiani, inglesi, francesi etc attuali a chi emigra dai paesi africani.
Non esageriamo non vorrà mica insultare l’intelligenza altrui spero.
Se poi parliamo di cifre le percentuali dimostrano che al ritmo attuale e se ne avessero facoltà, ben presto intere nazioni del sud del mondo si spopolerebbero, inclusa l’eritrea.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

In un momento dove la macchina manipolata dei media dell'occidente dipinge di colori offuscati l'Eritrea, (un paese di storia antica e molto ricca, integra ed indipendente), leggere le sue e battaglie caro Daniel wedi Korbaria, contro questo obbrobrio da la speranza di Resistenza.
Da altra parte, da persone come "don musie" cittadino eritreo, "uomo di dio", carismatico, ci si aspetta che facesse un negoziatore di pace come san Francesco e tutti gli "uomini di dio", imparziale e giusto. Se fa aiuti umanitari, senza fare audience ne pubblicità alcuna, e soprattutto non mirata a denigrare il governo del suo paese.
Comprendere che parte del suo paese è illegalmente occupato ad oggi da forze etiopiche nonostante la decisione del tribunale internazionale "definitiva e vincolante" (EEBC 2002); che causa la permanenza dei giovani del suo paese ad un servizio militare prolungato. Non condannare il governo etiopico per questo crimine e comprendere come unica causa del disagio creato all'Eritrea ed il suo popolo è come essere ciechi ed avere altri scopi.

un osservatore

cane libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

E' giusto per ricordare che: la situazione ante 1998, i giovani Eritrei erano impegnati tutti alla ricostruzione, il tasso di disoccupazione era sotto il 2%, (io mi ricordo la mano d'opera di manovalanza e di lavori domestici in Eritrea era occupata dai tigrini, c'era un numero consistente di mano d'opera specializzata straniera in diversi settori) lascio quindi immaginare dove era occupato l'Eritreo dunque. Allora l'emigrazione non c'era, anzi al contrario c'era rientro di migliaia di famiglie da diverse parti del mondo al paese in Rinascita.
Chi andava al servizio militare tornava dopo aver completato quanto dice la legge del 23 Ottobre 1995 (18 mesi di cui 6 servizio militare e 12 servizio civile/sociale/professionale).
Sig. nessuno lo vede che qualcuno ha ostacolato e cercato di fermare questa Rinascita? Lei prima diceva l'Asmara non è rilevante dal punto di vista di strategia in scena globale, mi viene da domandare del perchè improvvisamente inizia ad avere rilievo mediatico (diffamatorio) così massiccio negli ultimi 15 anni; dico in molti fronti eh, non parlo solo del caso Italia, lei non pensa che
ci sia un architettura dietro di demonizzazione? Del tipo o sei con noi o contro di noi?
Non sarà per le prese di posizioni dell'Eritrea "Neutrali ed Indipendenti" al livello internazionale e non subordinate come il 97% degli stati africani?

Cane Libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Nessuno, l’Eritrea non si è spopolata, non si è arresa alle ingiustizie, non ha rallentato il suo slancio verso gli obiettivi primari che si è data.

Come è facile constatare nonostante tutto è anche in grado di raggiungere gli obiettivi del Millennium Gol e tutto questo proteggendo la sua integrità territoriale e la sua indipendenza.

Naturalmente questo si paga e alcuni giovani non sono disposti a pagare il conto perché a loro piace la vita comoda.

Non emigrano in altri paesi africani dove potrebbero essere liberi da quello che a molti piace definire “il giogo di un governo totalitario”, ma aspirano a costo della vita a raggiungere Svizzera o paesi scandinavi dove possono usufruire della rendita statale, del vitto e dell’alloggio.

Schifano pure l’Italia che ha poco da offrire e scappano da chi li alloggia e li nutre con cristiana compassione.

Tuttavia l’argomento dei migranti rischia di risultare fuorviante quando lo si vuole utilizzare come evidente dimostrazione dell’operato del GoE.

Come dice lei “Nessuno” interi paesi africani si potrebbero spopolare interamente, ma questo non succede in generale e tantomeno in Eritrea la quale ha una popolazione stabile nonostante le cassandre che la descrivono allo sbando.

Come dice lei l’utilità del forum è quella di scambiarsi opinioni, ma fino ad ora nessuno si è fatto avanti con delle proposte concrete su quali siano le cose da migliorare le cose in Eritrea e come.

Stefano Pettini

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Anch’io i ricordo di quel periodo, prima del 1988 effettivamente c’era come una frenesia popolare che faceva presumere qualsiasi possibilità.
Poi il disastro.
Sta di fatto che ancora oggi, specialmente l’eritrea ne paga le conseguenze.
Io sono fermamente convinto che grande responsabilità sia da addebitare all’etiopia.
Mentre una parte di responsabilità penso sia da dare gratis a Isaias.
Del resto non sarebbe una novità, infatti come nei matrimoni le responsabilità delle separazioni sono da addebitare normalmente alle due parti, lo stesso dicasi per i due capi di stato, quelli erano come due fidanzati che non sono poi arrivati alle nozze.
Quello che è successo veramente e che poi ha scatenato la tragedia nessuno lo può confermare con certezza se non le due persone a capo dei rispettivi governi di allora.
Lasciamo perdere per un momento l’etiopia e quel che ha fatto e del perché l’ha fatto.
Ho già espresso la mia opinione al riguardo.
Per quanto riguarda l’eritrea vorrei semplificare, senza entrare nei dettagli e in maniera soft, quello che ho già più volte espresso dicendo;
E’ chiaro che dopo il disastro Isaias e il goe hanno fatto di tutto e di più in politica interna per attirarsi addosso le riprovazioni dei sinceri democratici, i quali, detto tra noi, non vedono l’ora di trovare la pagliuzza negli occhi degli altri e non vedono la trave nei loro.
Parentesi, per tanti verso alcune volte capisco anche pettini, il mondo è pieno di ipocrisia.
Arrivati a questo punto il goe si è trovato in un vicolo senza ritorno, e sparare sulla croce rossa che imperterrita continuava e continua a offrire i fianchi alla critica è fin troppo facile.
Però non sono convinto sia in atto una congiura nei confronti dell’eritrea perché a farsi del male ci pensa benissimo da sola.
Così come invece sono convinto che il destino si determina con le proprie azioni, buone o cattive che siano, per mia forma mentale non ho mai concepito che le disavventure che possono capitare normalmente un po’ a tutti siano causate dal grande vecchio nascosto nell’ombra.
Sia chiaro, il grande vecchio è solo un alibi di chi fallisce i suoi obiettivi.
per cane libero; E neutrali e indipendenti e tutti uomini liberi sia.
Capitolo giovani
Scordatevi che i giovani eritrei, e tutti in generale, siano intenzionati a passare la vita sulle montagne col fucile in mano
Se è vero che a loro piace la vita comoda, al pari dei giovani degli altri paesi più fortunati, è altrettanto vero che il servizio militare a oltranza in eritrea non sia per loro il massimo a cui aspirare.
Mi immagino cosa possano pensare i giovani eritrei con la prospettiva di passare la loro giovinezza tra le montagne o tra i bassopiani della dancalia.
Alla prima occasione cercano di cambiare aria, come non comprenderli?
Ci sarebbe da chiedersi cosa succederebbe se malauguratamente si avrebbe bisogno di loro alla frontiere.
Voltandosi quanti di loro se ne troverebbero?
Per i migranti rimango fermo nella mia convinzione, è l’operato del proprio governo la causa.
Come ha rilevato pettini gli emigranti sono anche in europa, anche l’italia subisce il cattivo risultato dell’operato del suo governo, anche se per motivazioni diverse molti suoi cittadini e imprese emigrano insoddisfatti della sua politica economica. (altra parentesi perché l’eritrea non ne appro*****?)
Per cui è pertinente ritenere che ciò sia imputabile anche all’eritrea.
Se il goe rivendica aspetti positivi a cui dare merito, altrettanto il goe deve aspettarsi critiche per quelle negative.
Pettini non sono d’accordo con lei per le proposte concrete (lavoro), nei post precedenti io ho espresso alcune proposte e non solo proteste.
Vorrei farlo anche in modo più concreto, perché ritengo, modestamente di averne la possibilità,
Purtroppo al momento non mi sembra esistano le condizioni per farlo.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Sig. nessuno,
lei che per sua forma mentale non ha mai concepito che le disavventure che possono capitare normalmente un po’ a tutti siano causate dal grande vecchio nascosto nell’ombra, non crederà pure all'organizzazione chiamata africom e le sue conseguenze nei vari stati africani, almeno potra credere alle sue orecchie, sempre che masticha un po' di inglese, le consiglio di vedere il video discorso di Obama riguardante appunto lo svuotamento dell'Eritrea.

https://www.youtube.com/watch?v=3E2NV4x5gho

al minuto 4:37 - 4:54.

Cane Libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Sig cane libero
La ringrazio del link che mi ha suggerito, anche se lo avevo già visto due anni fa.
Come anche saprà l’intervento di obama è stato fatto in occasione del Clinton Global Initiative.
In questa conferenza obama discetta su molteplici situazioni e condizioni che coinvolgono diverse realtà
Non penso che estrapolare una parte di discorso dal contesto sia significativo del suo pensiero generale.

Detta in breve, così come breve è stato il riferimento all’eritrea accomunata alla corea del nord, riguarda principalmente la mancanza del rispetto dei diritti umani e le condizioni disumane di chi emigra.
Comunque sia, sono opinioni esternate dal presidente di una grande nazione che converrà ha un peso non indifferente nel consesso delle nazioni, ed espresse durante una pubblica conferenza non nel buio di qualche
palazzo.
Sono parole libere espresse alla luce del sole, quanto condivise o criticate ognuno è libero di farlo.
Anche isaias si propone alle conferenze stampa e quando lo fa all’estero anche lui riceve la sua dote di critiche
E’ interessante, dal mio punto di vista, che lei mi proponga un link come prova vera di volontà persecutoria di un presidente americano verso l’eritrea mentre non mi propone nessun altro link delle tragedie che i popoli emigranti subiscono e a cui obama si riferisce.
Se vuole le posso mandarne a decine.
Uno scambio di opinioni in merito, tra menti libere lo richiederebbe

Io non posso confermare l’autenticità di questi link con i relativi commenti dei personaggi coinvolti perché non sono direttamente stato presente ai fatti.
Però sicuramente quello che dicono i diretti interessati in primis, obama, amnesty, le ong, i vari giornali, tv, etc via via fino ad arrivare a don mussi, una qualche verità la diranno o no? O è tutta una congiura, tutto falso tranne quello che dice isaias?
Cosa mi può dire dei naufragi recenti e attuali che ricorrono sempre più spesso e che riguardano anche un numero impressionate di eritrei? Falso anche questo?
Abbiamo visto il dolore dei parenti rimasti e le povere salme ritornate ai loro paesi.
Il disastro di queste emigrazioni così disperate sono forse un problema da sottovalutare, nascondere?
Tutti zitti e nessuno parli?

I popoli sono gestiti da governi con a capo i relativi presidenti, alcune volte questi vengono azzeccati altre volte no.
Alla fortuna o alla disgrazia dei rispettivi popoli contribuisce di sicuro la sua classe dirigente con in testa il suo eletto o imposto presidente.

Ma chi sono costoro, non sono forse persone comuni e di conseguenza anche loro fallibilissimi? Chi è isais forse un dio? non era forse agricoltore e venditore di abiti truman 33°presidente americano?

E visto che lì vuole arrivare, possiamo pure catalogare obama come un grande vecchio.
Ma non lo sono forse quasi tutti quei presidenti che arrivati a quella carica si credono onniscenti e onnipotenti?
Cosa dire di sarkosi con il disastro che ha combinati in libia, di amin in uganda, di mugabe in zimbawe, di oxa in albania, di pinochet in cile, e seguirebbe un elenco infinito.
I grandi vecchi fidanzati meles e isaias cosa hanno combinato tra di loro per arrivare dove si è arrivati?
Nessuno di noi lo sa veramente. Anche qui i loro popoli sono stati usati per le loro dispute e ripicche.
E’ mia opinione dire che più che un solo vecchio che trama siamo contornati da molti poveri normali uomini in preda alle loro visioni utopiche.
E noi tutti siamo i loro burattini, noi che veniamo usati e gettati a loro piacimento.

PS. Comunicazione di servizio, come saprà da diverso tempo a oggi la corrente elettrica non è fruibile in asmara.
Lo stesso dicasi per l’aqua potabile di rete, fortunatamente a questo però ha sopperito il buon Dio facendo piovere per cui le cisterne sono state riempite ove possibile.
La informo anche che sono sospese fino a tempo indeterminato le consegne di beni privati per mezzo di spedizionieri verso l’eritrea.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Ha notato che di recente si è visto in giro nel web, un cartello con la dicitura "dove è tuo fratello". Questa è intenzionata per attirare l'attenzione ai morti in mare a lampedusa e collegare la cuasa con l'Eritrea.

Ho fatto il preambolo perchè anche lei nell'ultimo commento lo cita pur diversamente ma parla di naufragio, disastro delle migrazioni ecc..
perchè oggi si ha notizia mondiale di 300 morti? non sono altrettanto morti a Massawa bombardati dal Napalm donne e bambini nel 1990? A Sheib Gedged, nella piana sulle pendici orientali il Dergue ha distrutto il villaggio intero ammazzando donne e bambini inclusi oltre 600 famiglie. In Eritrea tutti i su indicati si ricordano il 20 giugno come Martiri del paese, nella cultura eritrea non esiste gerarchia di martiri per privilegiare un martirio rispetto ad un altro.

E' scorretto ed ingiusto sig. nessuno fare campagna per fini personali usando un tema triste come fanno questi che si chiamano "oppositori" e cercare responsabilità dove non c'è, esonerando le vere cause; facessero causa alla svizzera, usa, ect perchè deliberatamete promettono ai giovani il paradiso se abbandonano l'Eritrea..Oggi addirittura ne beneficiano migranti di altre nazioni fingendosi per eritrei perchè lo status di asilo è garantito. Lo vede che è tutta una montatura? Ora l'UE nota questo meccanismo fraudolento e cerca vere cause per risolvere le vere il flusso migratorio.

Prima citava pinochet, io ho letto la storia dell'ascesa al potere in Cile detta da un professore americano che si chiama Michael Parenti, il suo libro è intitolato "Inventing Reality", già il titolo dice qualcosa, inventare la realtà! A detta del professore, i maggiori media del suo paese nonostante privati, sono al servizio della casa bianca e come dice il titolo inventando realtà..parla facendo riferimenti al w.post, n.y. times, l.a times. Stupisce

Io la penso come il professor Michael Parenti, il nostro mondo ha bisogno di equilibrio che non c'è dal 1990 con la caduta del muro di Berlino. Spero si restauri nuovamente per avere poi meno complicazioni al livello mondiale perchè l'impero così è gestito male, non ha controlli.

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Le guerre dimenticate nel mondo intero sono innumerevoli e per lo più concentrate in africa
Esse sono la causa di innumerevoli vittime, quelle che lei cita fanno parte di esse.
Il conflitto etiopia eritrea era appena annunciato dagli organi di informazione, è passato con striminziti trafiletti,
era così lontano! e in fondo a chi interessava, la sensibilità della gente non veniva coinvolta.
Quanti ne erano informati? In fondo erano problemi loro.
Per tutta una serie di ragioni non colpiscono queste ecatombe, rimangono confinate in aree lontane e sconosciute,
in paesi che nessuno neanche lontanamente conosce, salvo poi riemergere quando i disastri eclatanti avvengono sull’uscio di casa, allora esplode in tutti l’indignazione.
Sheib Gedged, è l’ennesimo genocidio, confesso che anche io sono all’oscuro di quanto lei descrive, questo è la conferma di quanto affermo.

Riconosco che i media sono alla ricerca degli eventi eclatanti e spesse volte sono asserviti o troppo sbilanciati verso un lato della barricata, ma non è certo eliminando l’informazione della parte avversa, come è successo in eritrea, che si ottiene il giusto equilibrio.
Equilibrare le informazioni, questo deve essere il compito dei liberi governi e liberi media
Solo in questo modo una mente libera ha gli strumenti per emanciparsi e formarsi una opinione consapevole.
In america e in molti altri paesi converrà che questo succede, magari non spesso, ma succede, altrimenti non sarebbe avvenuto watergate
Se l’eritrea non riesce a fare sentire la sua voce evidentemente in qualcosa sbaglia.

Rilevo un controsenso in quello che afferma, in breve “il mondo è senza controllo per cui occorrerebbe ripristinare il regime sovietico”.
Si contaddice però con il resto del suo pensiero perché da un lato rivendica l’autodeterminazione e l’indipendenza dell’eritrea e dall’altro vorrebbe che esistessero due padroni a comandare magari uno a casa vostra.
Meno complicazioni poi, forse ricorda male ma il conflitto con l’etiopia rientra nel tale periodo, come l’ l’afganistan,
il vietnam, la cambogia, il laos, cuba, il resto d’africa terra di scontri tra i due etc etc è lunga lista.
Non scherziamo
Sono d’accordo che occorrerebbe un diverso ordine mondiale equilibrato, con l’autorità riconosciuta da tutti e con gli strumenti per intervenire ove necessario per derimere le controversie.
Spero non sia solo una utopia

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Nessuno lei informa noi delle ultime novità da Asmara come se non le conoscessimo? Manca l'energia elettrica? Non si importano merci private fino a nuovo ordine?

E allora che vogliamo fare? Chiediamo la destituzione del Presidente (tiranno, incapace, non eletto, cugino di Melles, ecc. ecc.)e magari già che ci siamo liberiamo da quella terribile gogna del servizio militare tutti quei giovani per sopraggiunta dotandoli direttamente di Exit Visa, di tutti gli stipendi arretrati e una liquidazione in dollari?

Sarebbe un sogno per tutti quelli che aspirano a rinnovare il proprio passaporto eritreo con uno tutto nuovo stampato in Addis Abeba con su scritto nato in Asmara Etiopia, ma non credo avverrà.

Tutte le propagande partendo dalle più svariate provenienze sono finalizzate a quello scopo: ripetere e ripetere sempre gli stessi concetti capziosi per instillare nell'immaginario collettivo l'idea che l'Eritrea è per sua natura parte dell'Etiopia e che dunque sarebbe giusto e doveroso salvare il suo popolo dalle perversioni del GoE favorendo il riassorbimento del paese da parte del governo di Addis Abeba.

Demonizzare la raccolta del 2%, minimizzare le prospettive dell'esplorazione mineraria, disseminare allarme psicologico a ogni interruzione di alimentazione elettrica, santificare ad uso strumentale ONG e "organizzazioni umanitarie", sfruttare il fisiologico esodo di giovani per dimostrare che il paese andrebbe demilitarizzato; il tutto condito dal rigoroso anonimato giustificato dalle presunte gravissime ritorsioni che patirebbero in patria i parenti dei denuncianti.


Copione vecchio, trito e ritrito che offende l'intelligenza di chi è ancora in possesso di spirito critico indipendente, ma che perfettamente si attaglia al livello medio della marmaglia che intasa ogni spazio disponibile nel giovane universo mediatico.

Ricordo i tempi in cui un forumista scrisse che secondo lui l'Eritrea aveva dimostrato arroganza nel volersi separare dalla grande madre Etiopia e rimpiangeva i tempi in cui guadagnava un discreto e sicuro stipendio in Birr più che sufficiente per mantenere dignitosamente la famiglia.

Almeno lui esprimeva apertamente un parere che condivisibile o meno era aperto e diretto.

La attuale propaganda vile e strisciante mi disgusta.


Stefano Pettini



Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Pettini altro che propaganda è la realtà del vivere quotidiano in eritrea che offende
È il perseverare nella incapacità di risolvere i problemi basilari del vivere civile di un popolo che disgusta.

Cosa pensa, che la mancanza di elettricità e di acqua sia un benefit , un valore aggiunto a cui si possa rinunciare senza problemi, che possa fortificare il popolo e che di questo passo, prossimamente possa esserci altro da sopportare stoicamente?
A tutto si può rinunciare, ma che razza di vita sarebbe?
Certo che siete a conoscenza dei disservizi elencati a cui da tempo non sapete risolvere.
Come possono funzionare le eventuali attività lavorative e civili senza?
E allora come pensate di farlo? Questo ci si aspetta da voi, avete qualcun altro a cui rivolgerci?
Chiedere la destituzione di isais? Potrebbe essere una idea, un presidente così apertamente inadempiente, in un paese normale avrebbe dato autonomamente le dimissioni da tempo.

Cosa volete che si faccia, accettare supinamente queste condizioni per altri 30 anni?
Cosa ci di deve aspettare dal futuro, le solite tiritere sull’etiopia? no grazie, poi cosa continuate a metterla di mezzo?
Stiamo parlando di eritrea, del suo vivere quotidiano, della speranza di una vita migliore, del mettere le future generazioni in grado di avere un lavoro e di conseguenza un futuro.
E’ una utopia sperare in un paese normale, indipendente che salvaguardi i diritti di tutti i suoi cittadini senza essere ostinatamente sospettati di essere pro etiopia per suoi scopi personali?
In un paese normale esiste anche la critica, essa serve a stimolare il miglioramento dello stato delle cose.

Si abbia finalmente il coraggio di guardare in faccia la realtà.
Il coraggio si deve dimostrarlo anche contro le avversità non piagnucolando sempre contro il destino, subendolo incapaci di modificarlo
a cui avete contribuito tutti voi a cominciare da isaias.
Compete al goe dimostrare le sue capacità di rinnovamento e progresso sociale, e se ne sarà capace ne daremo atto.

Siamo stufi di sentire gli alibi, per favore basta con le congiure siderali, niente cambia il passato quello che è stato è stato, ora dal goe ci si deve aspettare un cambio di marcia che non sia la solita autodifesa delle sue utopie, una garanzia di stagnazione economica e politica.

Si ricordi che non è con i militari perennemente ai confini che si difende la vera indipendenza ,essa si conquista e si difende coltivandola giorno per giorno anche con l’indipendenza economica e con il lavoro tale da rendere dignitoso il quotidiano vivere delle persone.

Il continuare a chiudere sempre più gli spazi a qualsiasi attività economica come pensa sia utile agli interessi dell’eritrea?
All’alba di due anni dopo, dal sett 2012, quali sono i risultati concreti delle conferenze sugli investimenti per esempio?
sono questi i tempi rapidi che ci si deve aspettare?

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

La questione di elettricità assume due valori o priorità differenti, secondo il cittadino medio africano, che convive con la continua interruzione quasi settimanale, che non vede come un dramma, e un cittadino del primo mondo invece che cinque minuti di disservizio va in tilt.

Il mio punto di vista è semplice, in Africa è poca la quantità di energia data come servizio annuo, (512 kw/h). Nel primo mondo è troppa (la medesima quantità annuale africana viene consumata in 25 giorni). Entrambe hanno i loro lati positivi e negativi (qui non entriamo in dettaglio volutamente perchè ovvie).

Quasi il 65% degli stati africani soffre di deficienza di servizi elettrici.
Vista la percentuale alta, e associato agli anni trascorsi di indipendenza dalle colonie dei vari paesi africani, io deduco che l'Eritrea sia sulla giusta direzione ed in successo. I motivi principali sono:
a) Rete di alta e media tensione già distribuita e terminata in tutto il paese.
b) Altre infrastrutture di medio ed alto livello già completate ed operanti (dighe, scuole, ospedali, sicurezza alimentare ecc).
c) Il paese per sua natura non ha debiti che potrebbero strangolare nel prossimo futuro con i vari usurai legali.
d) Il paese sa scegliere con intelligenza i suoi partner stranieri (vedi Giappone, Finlandia, Italia, Russia ecc) con cui ha un rapporto dignitoso e non di sub-ordinazione come nella maggior parte dei paesi Africa.

Detto ciò sig. nessuno io rispetto le sue esigenze di elettricità da uomo occidentale, ma le sue non corrispondono a quelle di un africano.

Cane Libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Nessuno di quali tempi rapidi parla? Ci sono voluti trent’anni di lotta armata per avere un paese libero e indipendente e ora lei vorrebbe uno sviluppo in tempi rapidi? In Africa?

A vantaggio di chi poi? Dei soliti opportunisti che puntualmente cercano di aprire in Eritrea aziende o intraprendere iniziative destinate apparentemente a creare lavoro e indotto, ma che di fatto sono macine di denaro per pochi e fonte di dislivello sociale per tutti?

Ovvio che di stasi si muore, ma è anche ovvio che ci vogliono le condizioni necessarie per uno sviluppo equilibrato e su questo l’Italia è stata per l’Eritrea maestra dimostrando il livello di sfascio che si può raggiungere se si è fatto il passo più lungo della gamba.

Molti sono gli espertoni che si dicono sconcertati per il presunto bradipismo del GoE e presentano in continuazione idee e possibili programmi di crescita, ma guarda caso ogni progetto passa attraverso alcuni punti fermi: smobilitazione dei giovani dai confini per fornire la mano d’opera necessaria allo sviluppo, indebitamento verso paesi terzi per forniture straordinarie di materie prime ed energetiche per rispondere all’aumento della domanda che ogni momento di sviluppo impone, e naturalmente apertura alla democrazia con tutto il corollario del multipartitismo, classe politica illuminata e aperta al benefico flusso della collaborazione internazionale sotto forma di provvidenziali Ong e illuminate Fondazioni e Organizzazioni Umanitarie.

Modello Etiopia per farla breve: nazione buona, docile, sottomessa, ma soprattutto democratica, multipartitica e garante dei diritti umani e del rispetto di tutto il popolo.

Ma per i frettolosi il tempo stringe sempre e come suggerito da varie parti ci sarebbero anche delle scorciatoie come ad esempio quella di svendere una piccola parte del patrimonio nazionale costituito dalle bellezze naturali delle Dalak o magari cedere con un inchino il porto di Assab alle forze esterne che tanto lo bramano e dunque descritto opportunamente come inutile e insabbiato.

Uno scenario da incubo al quale il GoE ha risposto no grazie e si è rimboccato le maniche ottenendo grandi successi se paragonati agli altri paesi dell’Africa Orientale simili a quelli ottenuti in Europa dalla Germania, ma senza affossare impietosamente l’economia del resto della regione.

Stefano Pettini

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica



Sig cane libero,
Capisco il suo punto di vista e sulla sua logica generale posso anche concordare.
Così come comprendo che la strategia politica del goe sia indirizzata verso l’autodeterminazione e il non allineamento.
Fin quando si rimane nel solco di questa disamina dei fatti posso anche accettare le sue opinioni
Sono consapevole inoltre che non è facile partire da zero con tutto da costruire, che il vicino non collabora come si vorrebbe, che fare quello che si desidera richiede montagne di soldi che non avete, che il paese non dispone ad oggi delle materie prime utilizzabili in proprio.
Bene i punti A, B (ho visto Molte opere quali dighe e terrazzamenti) (ho visto alcune scuole),C,D

Parlando della politica economica che il goe persegue, non concordo quando si addossano le responsabilità delle problematiche interne all’universo mondo o si soffre di mania di accerchiamento.
Così come non concordo che siano assenti o osteggiate del tutto le strutture legali e civili che potrebbero aiutare la realizzazione di iniziative di sviluppo economico e di investimento.
Forse però questo aspetto se si inserisce nella volontà politica di escluderlo è un altra questione

Volete dimostrare che la strategia del goe è quella giusta, bene, dovete però dimostrarlo con i fatti senza dietrologie o scusanti opinabili, senza impiegare però tre generazioni, come ha più volte espresso isaias, perché altrimenti alla terza non ci si arriva per mancanza di popolo.

Per quello che riguarda l’energia elettrica, in sostanza è vero che le esigenze di un occidentale comparate a quelle di un africano ad oggi sono diverse è altrettanto vero però che sono ambite da tutti, anche dagli eritrei i quali i frigoriferi e gli elettrodomestici li comprano per usarli e si aspettano di poterlo fare.
Poi detto tra noi a quale africa appartiene l’eritrea? Personalmente io ho sempre ritenuto l’eritrea un paese che è in africa per caso.
Saluti

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica


Ebbene si, carissimo pettini parlo di sviluppo rapido e come me sono sicuro lo vogliono gli eritrei.
E quando parla di africa per cortesia non coinvolga l’eritrea perché dal suo intervento si evidenzia la sua scarsa opinione delle caratteristiche peculiari degli eritrei.
Complimenti ancora per la scarsa fiducia e considerazione verso di essi
Forse dipende dalle sue frequentazioni diverse il fatto che non conosce le disponibilità di attezzature, macchinari e di mano d’opera locale che in alcuni casi nulla hanno da invidiare a altri paesi più all’avanguardia.
E non parlo di somalia o etiopia o burundi a cui lei fa spesso riferimento ma di paesi europei.
Io invece si, queste potenzialità le ho viste, le conosco, per questo posso affermare che molte cose sarebbero possibili in breve tempo.
Basta volerlo.
Del resto non mi posso aspettare che queste cose vengano capite da chi il lavoro pretende sia realizzato dallo stato,
o da chi per decenni ha vissuto con lo stipendio statale, o da chi la realtà di una impresa non sa neanche cosa sia, o da chi non ha semplicemente nessuna idea magari perché impegnato per 30 anni sulle montagne.
Complimenti anche per le sue opinioni sullo sviluppo dell’eritrea, dal suo ragionamento è evidente che la sua scelta và nella direzione non del bradipo ma del gambero.

Il suo intervento del resto non mi stupisce perché è ovviamente in linea con le teorie di sviluppo statalista che faranno la fine di quelle che hanno fatto crollare il muro di berlino.
Evidentemente non le ha insegnato nulla il fatto che questo muro è caduto dall’interno, per mano dello stesso popolo stufo marcio di tutti i piani quinquennali fallimentari che evidentemente lei auspica per l’eritrea.

Per ottenere tempi rapidi certamente ci sono le scorciatoie ma non c’è bisogno di svendere nulla né le dalak né assab anzi sarebbe finalmente da renderlo operativo.
Ma non le ho inventate io, per esempio il piano Free Zone è un ottimo punto di partenza propagandato dal goe ma rimasto lettera morta.
Lei sa perché non parte? Io sì
Mi può spiegare invece lei perché non parte?

E’ chiaro che occorre avere delle idee che tengano conto delle caratteristiche locali quali mano d’opera
disponibile, energia, materia prima locale.
Come è chiaro che in questa prima fase occorre pensare ad attività di trasformazione per la riesportazione
E qui entra in gioco la Free Zone.
E’ vero che per avere i risultati sperati occorre gente che abbia idee valide, malauguratamente molte persone sanno solo pontificare, alcuni ampiamenti forniti di nessuna esperienza né capacità si accontentano di galleggiare.
Perché nel non fare nulla non si sbaglia mai.
E’ evidente che il governo deve sovraintendere all’equilibrio del sistema, e questo deve essere il suo compito.
Se invece si preferisce tenere le persone alle frontiere non si andrà da nessuna parte, anzi saranno queste persone che andranno da un’altra parte, come del resto sta già accadendo con buona pace sua.

Un’altra buona proposta del goe è stata la doppia conferenza sullo sviluppo, peccato sia stata riservata agli eritrei
Ma al di là delle parole, cosa hanno sortito i fatti? E’ stata solo propaganda? Che è successo al bradipo, più che presunto è morto?
O è normale che i tempi di attesa siano ventennali? Si rende conto che andiamo verso il 3000?
Che fine hanno fatto le proposte presentate dai partecipanti?
Ma pettini oltre a quello che sente dal goe ha mai sentito cosa dice sottovoce la gente? Io sì
La informo che molta gente in eritrea mi ha sussurrato “ho bisogno di lavoro”
Poi lei la pensi come vuole.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Sig. nessuno nella mia precedente ho sottolineato al punto D, la scelta dei partner stranieri (Italia, Finlandia, Russia, Giappone ecc). Con questo intendevo dire che l'Eritrea dà sempre il ben venuto a chiunque venga in buona fede.
Spesso si attribuisce l'Eritrea come il paese isolato, io sono convinto che l'europa non condivide quest'affermazione, ci etichettano così "gli ultimi arrivati", gli innominabili e purtroppo l'Europa dà il consenso perchè non è totalmente indipendente. Nessuno al mondo mi convincerà che gli americani intervengano a favore del popolo eritreo qualsiasi cosa facciano, così come non ho mai creduto alle bugie che ci hanno raccontato per attaccare Saddam Hussein con la scusa magra delle armi di distruzioni di massa.
Io non dubito della riuscita del progetto Eritrea, devono toglierci le sanzioni in quanto ingiuste, ormai sono già 5 anni, non vi sono evidenze come nel caso Iraq del 2003, l'etiopia deve liberare ora i territori occupati illegalmente da 14 anni, (e qui chiedo a lei sig. nessuno di far sentire la sua voce in favore a questa causa per il quieto vivere nel corno). Diamo il benvenuto ai nostri partner amici e continuiamo a lavorare alla ricostruzione del nostro paese che comunuque non è una passeggiata, perchè Roma non è stata costruita in un giorno.

Cane Libero

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Nessuno mi divertono sempre le sue reazioni scomposte quando sente di non essere più in grado di sostenere il contraddittorio.

Dunque la sua opinione sarebbe quella che l'Eritrea deve correre per raggiungere in fretta il tenore di vita che meriterebbe grazie alle sue più che note potenzialità magari attraverso la collaborazione di gente esperta e disinteressata come i vari imprenditori che volteggiano come avvoltoi sulla carcassa da spolpare.

Allo stesso tempo però sostiene che è normale che l'Eritrea abbia aspettato inutilmente tutti questi anni per vedersi riconosciuti i diritti derivanti dal verdetto della Commissione Confini, in questo caso aspettare idefinitivamente è lecito e doveroso così come è d'obbligo dare la precedenza allo sviluppo economico anche in assenza del fondamentale requisito della piena disponibilità dei propri territori sovrani.

Sarebbe bello vero svuotare le difese per restuire ai giovani il loro diritto a una vita autonoma e soddisfacente, una vera pacchia per gli etiopici che non aspettano altro.

Se così non fosse se ne sarebbero andati a casa da tempo, invece di bivaccare in casa d'altri in attesa di un momento favorevole per prendersi quello che da sempre vorrebbero.



Stefano Pettini

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Sig cane libero
E mia convinzione che quello che lei ritiene la causa dell’ opinione sbagliata sull’eritrea da parte dell’europa sia errata, e per un semplice motivo che è forse ancora più sconcertante e sconfortante.
E’ semplicemente indifferente!!!
Contribuisce ad aggravare questo sentimento la lontananza del paese, l’accomunare l’eritrea al marasma della maggior parte dei popoli africani, la scarsa o nulla conoscenza del paese, l’instabilità dell’area

Aggiungo, la mancanza di materie prime, la cattiva reputazione che volenti o nolenti, per cause proprie o indirette vengono a lei deputate, lo stallo alle frontiere, le posizioni del goe, tutto ciò rendono scarsamente attraenti e motivanti le volontà di approfondire la già scarna conoscenza del paese, le sue esigenze, le sue rivendicazioni di essere rispettato nelle sue giuste richieste di tutela dei diritti territoriali.
Quanti in europa conoscono questo ultimo aspetto; ben pochi.

Inoltre che come ben sa, la forza contrattuale dell’europa è decisamente scarsa mentre è ben più pesante quella dell’america, un paese che è molto bravo a difendere i propri interessi fino ad arrivare in qualche caso, come da lei ricordato, a compiere azioni che potremmo definire criminali.
Ritengo anche che l’opinione pubblica europea totalmente presa ad occuparsi dei fatti propri nei tempi migliori e preoccupata del fosco destino futuro di oggi, avrà ancora di più opportunità di disinteressarsi sull’eritrea,
salvo ricordarsene quando esplodono improvvisamente episodi spiacevoli e dolorosi come quelli sui naufragi.
Questo è spiacevole da dirsi ma sono convinto sia realtà.

E’ questo uno dei motivi che mi spingono a insistere per una accelerazione allo sviluppo di attività nazionali.
Anche in collaborazione con gente di buona volontà perché no, in fondo non tutte le persone sono da tenere a distanza, da chiunque si possono ottenere idee o contributi fattivi alla costruzione dell’eritrea, bastano menti aperte e pragmatiche, patti chiari e rispettarli.

Da soli si può certamente camminare, in due forse si cammina meglio ma senza lavoro non c’è futuro che tenga.
Certamente servirà una classe dirigente all’altezza che sappia ben operare, che realizzi regole di interesse comune

Rendere veramente operativo il piano Free Zone è fondamentale, in questa area sarebbe possibile installare attività di trasformazione e riesportazione di merci con conseguente impiego di mano d’opera e di entrate in valuta.
Valuta da utilizzare per l’acquisto di quanto necessario, per garantire per esempio acqua ed elettricità
Perché è vero che le reti di distribuzione dell’energia elettrica esistono ma se manca il gasolio per i generatori esse sono inutili, sarebbero una realizzazione fallimentare.

E’ chiaro che servirà mano d’opera che verrà stornata dai confini, ma almeno in questo modo i giovani rimarranno in patria e non saranno dispersi comunque in terra straniera.
Si darà una prospettiva ai giovani che non sia solo quella della emigrazione clandestina.
Sarà preferibile questa soluzione piuttosto che vedere quanti sono i giovani eritrei che bivaccano ai giardini di porta venezia o no?

I territori occupati purtroppo lo sono da troppo tempo è vero, in tutte le occasioni non manco di perorare la giusta causa dell’eritrea, ma questo non può divenire un mantra, l’alibi della stagnazione di qualsiasi iniziativa di sviluppo economico.
Anche perché sono convinto che nessuno regalerà nulla ora all’eritrea, tutto quello che c’è da fare lo dovrete fare da soli.
Dai ragazzi forza e coraggio

Saluti

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

Pettini

Guardi che io non i scompongo per nulla, anzi è lei sta facendo confusione dei ruoli, sono io casomai che devo dire a lei che il contraddittorio proprio non le si addice.
Io cerco sempre di adeguarmi ai suoi post e rispondendo alle sue affermazioni, alcune volte le condivido altre volte no, altrettanto non posso dire di lei.
Aspetto da tempo, sue risposte alle numerose domande o proposte che le prospetto
Nulla di nulla, avrà i suoi motivi.
Di ritorno invece ricevo solo i soliti stantii e ripetitivi monologhi sull’etiopia cattiva.
Ma è capace di proporre qualche cosa di nuovo o è chiedere troppo?
Abbiamo capito tutti che ritiene l’etiopia (e l’america)è la causa di tutti i mali.
Dai suoi interventi purtroppo non intravedo nulla di nuovo. Nulla mai di originale e coraggioso.
Perché ci vuole coraggio per fare quello che necessita, per risolvere quello che per lei è un problema irrinunciabile: andate a riprendervi badme oppure, al momento, e in modo pragmatico guardate al futuro.
Stare nel pantano non aiuta ora né mai aiuterà l’eritrea, le sole parole d'ordine stanno a zero, occorrono i fatti.

Io non so più come dirle che occorre avere fiducia nella capacità degli eritrei di riprendere il loro cammino verso un prospero avvenire, se poi riterranno utile farlo soli o in compagnia lo decideranno loro, non certo pettini.

Però noto che dal suo scritto emerge una irridente sfiducia nelle loro possibilità e questo dice tutto.

Alla luce dei fatti posso con sicurezza affermare che dopo 20 anni nulla è avvenuto per modificare uno status quo
ai confini. Lasciamo perdere i motivi e le colpe da addebitare a chi.
I fatti dicono che o si prosegue in questo modo attendista a oltranza, oppure occorre pragmaticamente fare qualcosa che faccia uscire l’eritrea dallo stallo.
Evidentemente lei preferisce stare seduto a lamentarsi continuamente della tragica sorte avversa,io invece, considerato che la diplomazia nulla ha sortito, che imbarcare il paese in un’altra avventura militare sia suicida propongo di dare alla stagnazione attuale e probabilmente futura un taglio diverso.
E cioè indirizzare l’attenzione delle azioni del governo verso una ripresa dell’economia interna.

Dare una speranza di un futuro diverso ai giovani alle frontiere dovrebbe essere una priorità del governo eritreo,
sarebbe bene che lo facesse e svuotasse i confini dai giovani in modo unilaterale, perché no, ma anche per diversi motivi, tra cui due.

Primo i giovani già se ne vanno da soli, tra l’altro, aggiungo che dovesse mai succedere il patatrac che lei continuamente prevede, vorrei vedere quanti ne rimarrebbero dopo avere distrutto in loro ogni prospettiva

Secondo l’etiopia ha altre priorità, è in piena fase di espansione economica, sono sempre più consapevoli del loro futuro separato dall’eritrea a differenza vostra lo hanno metabolizzato, non hanno nessuna necessità di essa, , e oramai ha sopperito alla necessità di assab.
Questa mia analisi ritengo dovrebbe essere presa in considerazione, potrebbe essere sbagliata, ma almeno è una visione con prospettiva diversa dalla sua solita.

nessuno

Re: Lettera al Direttore de la Repubblica

In occasione dell'anniversario del tragico episodio avvenuto nei pressi di Lampedusa, costato la vita a innumerevoli eritrei, , vorrei esprimere le mie più sentite condoglianze a quanti hanno subito la tragica perdita dei loro congiunti.
Nell'impossibilità di farlo personalmente, affido alle autorità eritree preposte l'inoltro di questo mio messaggio.

nessuno