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Re: Grazie Presidente Isaias

Perchè come è noto sono un sottufficiale dell'Aeronautica Militare Italiana con il grado di Primo Maresciallo Luogotenente.

Fra l'altro le foto presenti su FB sono relative alla missione delle Nazioni Unite denominata UNMEE alla quale ho partecipato nel 2001-2002 presso l'aeroporto di Asmara.


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Cara Gioia,
veramente io dall'Eritrea sono tornato una ventina di giorni fa; e forse, proprio perché sono stato così dettagliato nella mia descrizione, le cose che ho scritto le ho viste! Peccato che su questo forum non si possano pubblicare le foto, diversamente le farei vedere a te e a tutti i visitatori...

Vedi, io sono una persona che si basa sui fatti Certo potrei dirti che Isaias è un mezzo alcolizzato, che sostiene che il vero eritreo deve mangiare 1 sola volta al giorno (come i cani aggiungo io)...Queste possono essere dicerie; io non le ho viste e non le ho sentite uscire dalla sua bocca. Quindi non le faccio passare per vere.

Ciò che ho visto, carissima Gioia, è un Paese e un popolo allo stremo; con la gente che PIANGE perché non ha nulla da mettere sotto i denti; con i ragazzi che PINGONO perché costretti ad andare a Sawa e poi a fare i soldati quasi per tutta la vita. Queste cose io le ho viste e pertanto le affermo.

Certo, è giusto avere fiducia nel proprio presidente, nn dico che sbagli. Però ricorda che dare fiducia è diverso dall'avere un'ideologia. Giudica oggettivamente. Io pure spero che Afwerki risollevi questo grande popolo che sono gli Eritrei. Per adesso a me è sembrato che lo stia affossando!

Comunque credo che molto verrà dalla prossima raccolta del frumento. Sai, quest'anno non ha piovuto granché. A ciò va poi aggiunto che le terre confiscate in modo illegale dal governo sono state coltivate alla buona da soldati che probabilmente non ne avevano per niente voglia. Risultato: frumento piantato in ritardo e con tante macchie di leopardo incolte. Questo io l'ho visto. Ciò che invece ho sentito è che da quei campi non si raccoglierà molto e che la gente non avrà abbastanza cibo (come se adesso ne avesse granché :-) Ah...Anche di questo ho la foto...Sto parlando della zona di Mendefera. Sai, io non parlo per sentito dire! Ciao.

Patience.

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience noi tutti abbiamo famiglia in Eritrea e vi andiamo regolarmente; di conseguenza così come siamo in grado di vedere i tremendi effetti della recessione in Europa, sappiamo anche valutare le difficoltà che deve affrontare una giovane e povera nazione africana. Sappiamo tutti che il raccolto del grano, che peraltro non è una coltura tradizionale eritrea ma bensì una coltura sperimentale, come primo tentativo non sarà eccezionale; sappiamo dei rincari dei prezzi dei generi alimentari; e sappiamo che talvolta gas e benzina scarseggiano.

La nostra reazione a queste difficoltà non è quella di addossare al governo colpe che evidentemente non ha, ma è quella di moltiplicare i nostri sforzi e tentare di offrire un maggior sostegno economico al paese e alle nostre famiglie in modo da rinforzare l’economia dell’Eritrea e migliorare la situazione generale.

Alla base di tutti i problemi dell’Eritrea c’è la assurda e ingiustificata presenza di truppe etiopiche all’interno di territori a sovranità nazionale con la conseguenza che i giovani vedono prolungarsi nel tempo il loro doveroso impegno a difesa della nazione, va però anche sottolineato che mentre la stragrande maggioranza dei giovani assolve a questo suo faticoso compito in dignitoso silenzio altri decidono di cercare fortuna all'estero prima ancora di essere stati a Sawa o poco dopo esserne usciti; difficile sostenere che le ragioni della loro fuga siano da ricercarsi nella lunga permanenza al fronte.

In ogni caso, dal momento che credo fermamente nella utilità delle diverse opinioni e nel sano contraddittorio, ritengo che chi si trovasse in disaccordo con la azione di governo oltre ad avanzare critiche elaborasse e presentasse delle proprie proposte alternative da poter analizzare e discutere collettivamente.

Devo dire che fino a ora nei vari siti internet dove si sono aperte discussioni sull’Eritrea questo non è mai avvenuto preferendo sputare solo sentenze, ciò non toglie che ho deciso di aprire questo Forum proprio nella speranza di un cambio di tendenza che porti, nel pieno rispetto delle reciproche opinioni, a un dialogo sereno e costruttivo.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Caro Stefano,
raccolgo volentieri il tuo invito volendo con ciò dimostrare che non è assolutamente mia intenzione dare sentenze immotivate o gettare fango gratuito sul goveno eritreo. Ribadisco comunque che ciò che ho scritto è ciò che ho visto con i miei occhi, niente più niente meno.

Credo che non esista nessuna Nazione al mondo che avendo la pretesa di uscire dalla povertà e costruirsi una sua posizione economica chiuda quasi totalmente i propri confini rendendo quasi impossibile il passaggio di merci e di persone. Questo, invece, è ciò che sta facendo il governo eritreo. Pone tasse e dazi su qualsiasi cosa entri nel Paese (a me hanno fatto pagare tasse su un oggetto elettronico che portavo dall'Italia!!! Forse che pensano che in Italia l' I.V.A. non la paghiamo??). Per poter circolare nel territorio eritreo ci vogliono permessi e basta uscire da Asmara per trovare un posto di blocco dietro l'altro. Certo un biglietto da visita non dei migliori per i turisti che potrebbero portare un bel po' di soldi se non si respirasse la pesantezza del Regime!
Non parliamo poi di quando c'è da ottenere il visto per entrare in Eritrea ( ti chiedono perfino la via e il telefono del posto dove andrai ad alloggiare ) o quando devi addirittura pagare una tassa per uscire dallo Stato (25 $). Io un po' ho viaggiato. Devo dire che queste cose le ho trovate solo in Eritrea.

Altra cosa che sarebbe bene migliorare è smettere di illudere la gente con l'idea dell'eritreo forte che non ha bisogno di niente!! La gente che non sa cosa mangiare c'è lo stesso, e farla morire nell'illusione di essere forte significa COMUNQUE averla fatta morire. Quindi, magari, se non si vuole l'ONU o gli aiuti internazionali (perché secondo il governo arriverebbero tutti dall'America...) almeno si lascino lavorare e si incoraggi l'opera di tante ONG o associzioni onlus o sacerdoti che possono portare aiuti dall'Estero ed impiegarli per lo sviluppo dell'economia e del popolo eritreo. Voglio ricordare che attualente sono rimaste solo 2 ONG che lavorano in Eritrea delle decine che c'erano prima.

Infine potrei dire che se la politica di Isaias è quella di creare uno Stato comunista, almeno la compia bene e per intero. Non si può togliere terre e attività economiche a privati o alla chiesa e poi non portarle avanti da parte dello Stato, lasciando che tutto vada alla malora! E' questo che sta succedendo a molti appezzamenti agricoli, asili e cliniche. Ho sentito dire che la sua spiegazione di come stanno andando le cose è che si è solo all'inizio...Ma se questo è l'inizio, la fine quale sarà?

Siamo sicuri che non si stiano unendo due metodi fallimentari e pericolosi: comunismo e dittatura? Perché il popolo non ha la possibilità di manifestare le proprie idee con elezioni libere, manifestazioni, diritto di associazione ecc. Perhé si continua ad usare il capro espiatorio di America ed Etiopia per nascondere la debolezza interna all'Eritrea e l'incapacità del Governo? Che fine hanno fatto quei 15 che avevano manifestato il proprio dissenso verso Isaias Afwerki?
Chiedo ancora: Siamo sicuri che non si stiano unendo due metodi fallimentari e pericolosi: comunismo e dittatura?

Re: Grazie Presidente Isaias

Caro Patience, in realtà non hai affatto raccolto il mio invito al sano contraddittorio, ma ti sei ancora una volta limitato a elencare una serie di tue osservazioni, impressioni e lamentele personali che nulla aggiungono alla ben più complessa problematica eritrea.

Utile alla discussione sarebbe invece un tuo contributo che illustrasse in modo dettagliato una strategia politico economica che tenendo conto della oggettiva realtà del paese potrebbe a tuo giudizio risultare alternativa a quella di governo.

Naturalmente va tenuto ben presente che attualmente l’assoluto disinteresse della comunità internazionale nei confronti del doveroso ripristino della legalità internazionale alterato dalle impunite inosservanze dell’Etiopia, pongono una fondamentale pregiudiziale su qualunque strategia di emancipazione del paese che è costretto prioritariamente a difendere la propria indipendenza e la propria stessa integrità territoriale che sono alla base di qualunque percorso democratico.

Comunque volendo interpretare le tue osservazioni come implicite domande proverò a darti delle risposte basandomi sulle mie esperienze personali.

Per prima cosa quando decido di lasciare il mio paese per visitarne un altro accetto di rispettarne leggi e regolamenti allo stesso modo in cui mi aspetto che i visitatori stranieri facciano nel nostro paese, quindi quando chiedo il visto per l’Eritrea riempio il formulario, appongo la mia foto, pago quanto richiesto, e poi al mio arrivo e durante la mia permanenza rispetto le regole fiscali e valutarie locali senza fare questioni; nessuna di queste condizioni potrebbe farmi desistere dal recarmi in Eritrea e se proprio ritenessi questo ordinamento intollerabile sceglierei un’altra meta.

Quanto alla libertà di movimento al mio arrivo ad Asmara la prima cosa che faccio è quella di chiedere come tutti i turisti (i cittadini eritrei non hanno alcuna limitazione) un permesso di libera circolazione in tutte le zone consentite per l’intera durata della mia permanenza e già alla sera sono in grado di muovermi liberamente; i vari controlli lungo le strade non mi danno alcun fastidio e trovo anzi che siano coerenti con le necessità di un paese che pur vivendo l’incubo di uno stato di non guerra non pace cerca di farlo pesare il meno possibile ai turisti.

Le scelte poi del governo eritreo in fatto di cooperazione internazionale ritengo siano quanto di più virtuoso si possa osservare in Africa, infatti dopo l’iniziale euforistica e indiscriminata apertura verso tutte le organizzazioni che si proponevano di agire a favore dell’Eritrea è apparso evidente che alcuni meccanismi erano da rivedere a causa delle inaspettate conseguenze negative di un sistema troppo aperto e permissivo.

Ora esistono delle regole chiare e precise che valgono per tutti e le organizzazioni civili o religiose che sono state in grado di rispettare i requisiti richiesti per legge lavorano tranquillamente.

La questione dei G15 è complessa e non si può liquidare in due righe; se permetti per questo argomento ti rimando alla lettura degli articoli che ho pubblicato sul sito e che troverai alla voce editoriali.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Vedi Stefano,
credo proprio che abbiamo idee opposte e difficilmente riusciremo in un accordo. Chiaramente io non sono un esperto né di politica economica né di relazioni internazionali, quindi non sono certo la persona giusta per formulare delle strategie di governo come mi hai richiesto tu. Sicuramente gli esperti del governo del Presidente Isaias sanno più e meglio di me.........Io sono stato solo un visitatore che ha visto ed ora sta raccontanto.

Condivido quanto tu dici in merito al rispetto delle regole di un Paese che si va a visitare. Ed infatti io ho rispettato tutte le regole e le leggi durante la mia permanenza. Credo però di avere tutto il diritto di critica e fare le mie rimostranze verso un sistema irrazionale. E questo te lo dico proprio come turista quale sono stato. Una maggior prova è che basti vedere come il turismo in Eritrea è presoché assente fatta eccezione per gli eritrei emigrati che ritornano durante l'estate.

Per il resto non so che dirti. Certo il Paese ha molte difficoltà, parte da una situazione economica critica; c'è il problma dell'Etiopia, la siccità... mettici quello che vuoi: l'Eritrea ha sicuramente delle situazioni di oggettiva criticità.

Credo però che in questi ultimi anni il Governo eritreo stia aggravando la situazione e che la strada imboccata (così come ho cercato di descrivere io e come è descritta molto bene dai quotidiani internazionali) si stia dimostrando, ad oggi, fallimentare.

Chiaramente entrambi speriamo che le cose miglioreranno. E l'aver preso consapevolezza del fatto che le cose, in Eritre, non stiano andando poi un gran ché bene è, a mio giudizio, aver fatto un passo avanti.

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience l’unica ragione che mi ha spinto a realizzare il sito Eritrea Eritrea è stata, data la mia profonda conoscenza dell’Eritrea, proprio quella di arginare e controbattere l’assurdo flusso di notizie false e fabbricate di sana pianta che circolavano sul web a cura di alcuni ben precisi agitatori che per interessi personali si erano prefissi lo scopo di gettare discredito sul paese e sul suo governo.

Le notizie bubbola che periodicamente vengono riportate sono sempre le stesse e raccontano di presunte uccisioni, detenzioni nei container, bibbie bruciate, del presidente ubriacone che rompe le bottiglie in testa alla gente e così via.

E ovvio che nessuno le tiene nella benché minima considerazione però talvolta riaffiorano a causa della superficialità con la quale i moderni e assoggettati giornalisti scrivono i loro pezzi di cronaca estera standosene comodamente seduti alla tastiera a pescare nell’inquinato mare del web.

Nelle mie lunghe permanenze in Eritrea e grazie alla mia passione per la ferrovia ho avuto modo di entrare in contatto con decine di gruppi di turisti, sia italiani che di altri paesi, i quali invariabilmente della loro esperienza eritrea hanno espresso giudizi entusiastici e dichiarato di aver vissuto una esperienza superiore alle loro stesse aspettative.

Del resto come non rimanere incantati dalle meraviglie paesaggistiche del paese, dalla evidente armonia fra le diverse confessioni religiose e diversità etniche, dalla totale assenza di criminalità comune e dalla incondizionata accoglienza della sua meravigliosa gente.

Il turismo in Eritrea oltre a essere in continuo e costante aumento quasi mai è casuale ma piuttosto informato, selezionato e attento, quindi non è sorprendente che immancabilmente il primo commento dei visitatori sia: “ma…l’Eritrea non ha nulla di quelle cose negative che si leggono sui giornali”.

Indubbiamente la tua opinione di turista, pur assolutamente legittima, appare in controtendenza rispetto a quanto continuamente asserito dalle innumerevoli persone che nel tempo hanno voluto testimoniare la loro piena soddisfazione per quanto vissuto in Eritrea, e trovo anche sorprendente che nel tuo primo confuso intervento su questo Forum concludi dicendo: “E per tutto questo dobbiamo dire grazie a Isaias Afwerki”.

Dobbiamo chi? Noi turisti? Noi eritrei?

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Veramente, ora come ora, ti posso dire che di bianchi ad Asmara ne ho visti pochi. E quasi tutti giravano con le auto delle rappresentanze diplomatiche o avevano delle croci al collo segno della loro appartenenza religiosa! Questa è la situazione ora, probabilmente nel passato era diverso, come racconti tu.

E' indubbio che l'Eritrea potrebbe essere un gran bel Paese, ha tutte le caratteristiche per esserlo, se solo chi la governasse lo volesse.

Riguardo la mia affermazione (che poi è anche il titolo di questa discussione) il tono, se non si fosse capito sin dall'inizio, è chiaramente sarcastico!!

Ti garantisco che io non sono né un giornalista, né un disinformatore, né una spia, né un americano ecc. ecc. ecc. Quindi ciò che ho raccontato è ciò che davvero ho visto.

Vedremo cosa succederà...Io credo che per adesso c'è solo da sperare in Dio.

Re: Grazie Presidente Isaias

I miei contatti con Asmara in particolare e con il resto dell’Eritrea in generale non sono solo saltuari e superficiali, ma continui e approfonditi tanto da poter considerare le notizie che riporto sul sito come attualità dei giorni nostri e non come impressioni del passato.

Le statistiche sul flusso di turisti alle quale faccio riferimento sono frutto dell’incrocio di dati sulle vendite dei biglietti aerei, sulle richieste di visto, sulle prenotazioni negli alberghi, sul traffico dei taxi e delle macchine a noleggio, sulle prenotazioni di escursioni con il treno ecc.

Ciò non toglie che l’Eritrea sta vivendo un periodo di grande difficoltà economica pari almeno a quello che stiamo attraversando noi occidentali, la differenza consiste nel fatto che l’Eritrea grazie a un governo profondamente radicato nella realtà popolare sta reagendo con grande dignità e impegno mentre noi occidentali ci piangiamo addosso vinti e rassegnati.

Come ho gia avuto modo di scrivere in passato e come ogni vero eritreo sa bene il presidente Isaias è al potere perché la gente lo ha caricato del pesantissimo fardello di difendere l’integrità territoriale e l’indipendenza del paese, e di rappresentare degnamente l’Eritrea nell’Africa e nel mondo.

Credere che esista la possibilità di governare in Eritrea senza il pieno consenso popolare è da ingenui, e tentare di presentare una immagine dell’Eritrea come paese dominato e soggiogato da un dittatore è semplicemente fantasioso e antistorico.

Argomento che andrebbe sempre tenuto ben a mente quando si discute dell’Eritrea è che Isaias, nonostante i mille ostacoli posti dalle potenze estere, ha fatto del paese una isola di pace e stabilità pur se circondato da un corollario di paesi in condizioni difficili o tragiche come quelle di Gibuti, Somalia, Kenia, Etiopia e Sudan.

Per concludere vorrei tranquillizzarti sul fatto che gli eritrei non stanno a guardare cosa succederà o a sperare in Dio, ma agiscono ogni giorno per determinare il proprio futuro.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

"Le statistiche sul flusso di turisti alle quale faccio riferimento sono frutto dell’incrocio di dati sulle vendite dei biglietti aerei, sulle richieste di visto, sulle prenotazioni negli alberghi, sul traffico dei taxi e delle macchine a noleggio, sulle prenotazioni di escursioni con il treno ecc."

Scusa Stefano, per curiosità (e per studio), dove si possono trovare queste statistiche?

Re: Grazie Presidente Isaias

Guarda Stefano, ti metto un paio di siti che portano notizie recenti sull'Eritrea:

http://www.amnesty.org/en/region/africa/east-africa/eritrea#news

http://www.state.gov/g/drl/rls/irf/2007/90096.htm

Chiaramente sono un po' diverse rispetto a quelle che si trovano sul sito del Ministero dell'informazione eritreo.

Io ho letto entrambe le parti. Magari potresti pubblicare sul forum anche qualcosa "contro-corrente" (il materiale come dici tu non manca) potremmo così avere una visione più ampia e commentare a più largo raggio.

Re: Grazie Presidente Isaias

In attesa delle statistiche ufficiali telefono periodicamente ad amici e conoscenti per sapere come sta andando la stagione,al momento gli aggiornamenti che ricevo dall'Eritrea, seppure in via informale e confidenziale, confermano la generale tendenza all'aumento del flusso turistico che però essendo dinamico è ancora prematuro tradurre in cifre esatte.

Nel gennaio 2009 dovrebbero essere pubblicate le statistiche relative al 2008 che potranno tenere conto anche dell'afflusso natalizio, nel frattempo bisogna accontentarsi della soddisfazione degli operatori.

Gli eritrei caratterialmente molto riservati normalmente sottovalutano l'importanza della raccolta e la pubblicazione di dati di questo genere, tuttavia ultimamente qualcosa pare promettere un approccio alla questione più organico e mi aspetto un deciso cambio di tendenza a breve termine.

Appena disporrò di dati statisticamente validi e completi li pubblicherò sul sito.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Grazie del consiglio, ma abitualmente leggo tutto quello che viene pubblicato nel web sull’argomento Eritrea, il punto è che nel tempo ho operato una certa selezione scartando tutte quelle fonti che hanno dimostrato di fare dell’informazione un uso distorto o contrario ai principi della deontologia professionale.

Il sito del Dipartimento di Stato Usa è lo stesso che ha per anni propalato notizie rivelatesi false, tanto per citare solo un piccolissimo esempio sul possesso di armi di distruzione di massa da parte dell’Iraq di Saddam, e pertanto non mi pare valga la pena tenerlo in considerazione.

Amnesty International, che normalmente ha qualcosa da ridire su qualunque paese al mondo, non ha sede in Eritrea e pare difficile poter credere ai dati che fornisce sul paese senza mai citare fonti attendibili; talvolta sembra agire apparentemente al solo scopo di giustificare il solo fatto che esiste.

Potrei aggiungere alle altre fonti di informazione citate anche Giornalisti Senza Frontiere, che viene fin troppo spesso considerata una associazione di riferimento e della quale ho maturato una ben precisa opinione, ma in questo caso inviterei chiunque fosse interessato a verificare chi è a capo di tale organizzazione, chi la finanzia e per quali scopi.

In merito alla questione delle fonti di informazione ritenute qualificate vorrei osservare che in questi giorni abbiamo tutti assistito a un generalizzato martellamento mediatico circa il confronto Cina Tibet e lo scontro fra Russia e Georgia, naturalmente vorrei tanto che Tibet e Georgia fossero libere dal giogo Cinese e Russo, ma mi domando come sia possibile che non venga data pari rilevanza alla sorte di paesi come la Somalia e l’Eritrea violate dalla prepotenza di un paese che vive solo grazie al sostegno economico proprio dei paesi che vanno predicando la necessità del rispetto della legalità nel mondo.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Hai ragione,
portroppo l'informazione è sempre parziale e spesso monopolizzata; però devo dire che, bene o male, cercando in internet informazioni sull'Eritrea le notizie che vengono spesso fuori sono quelle citate sia da Amnesty che dal dipartiemnto Usa.

Tu di quali fonti ti servi? Sai di qualcosa di più oggettivo, né troppo contro né troppo a favore del governo?

Re: Grazie Presidente Isaias

Credo che l’approccio al problema dell’informazione o per meglio dire della disinformazione a riguardo dell’Eritrea sia quello di stabilire quale siano le fonti di informazione attendibili e quali no. Il vantaggio di vivere lunghi periodi in Eritrea e di disporre molti amici e parenti dispersi per il paese è quello di poter rapidamente verificare notizie che altrimenti rimarrebbero incontrollabili.

Per farti capire di come tutti i nodi vengano al pettine ti posso citare l’esempio di quando il Corriere della Sera pubblicò alcune foto che ritraevano la presunta uccisione/esecuzione nelle strade di Asmara di un ragazzo che cercava di sottrarsi al reclutamento. L’articolo che accompagnava le foto descriveva l’episodio come riferito da un diplomatico rimasto anonimo che avendo assistito alla scena aveva scattato le foto stesse mentre alcuni militari inseguendo un ragazzo fuggito da un camion militare sparavano uccidendolo nel mezzo della strada.

Esaminando le foto molti particolari non quadravano: non appariva sangue, il giovane riverso sull’asfalto vestiva una mimetica mentre le reclute non avendo ancora ricevuto la prima vestizione sono sempre in borghese, il camion -che nelle foto non appariva- transitava su una strada sempre affollata di gente e quindi di testimoni luogo non certo adatto per una azione di tale efferatezza, le foto erano state scattate nel bel mezzo della strada fra il camion e il punto della presunta esecuzione esponendo l’autore a eventuali ritorsioni da parte della polizia militare ecc.

Dopo un rapido giro di telefonate avevo potuto stabilire che non solo un episodio del genere non era mai successo, ma anche che quel giorno aveva fatto notizia il blocco del traffico in quella zona a causa di un noto ubriacone che si era steso addormentato nel bel mezzo della strada costringendo un certo numero di volontari a trascinarlo di peso in posto più sicuro.

Tempo dopo discutendo di argomenti vari su un altro sito che si occupa di Eritrea con un italiano fortemente critico nei confronti del governo eritreo uscì fuori che era stato lui a mandare le foto all’autore dell’articolo apparso sul Corriere, e non quindi un diplomatico, ritenendo che potessero essere utili per un pezzo nonostante non sapesse con certezza neanche cosa ritraessero.

Approfondendo ulteriormente l’argomento mi resi conto che Alberizzi, il giornalista autore dell’articolo, non era neanche un corrispondente da Asmara, ma addirittura da Nairobi; rendendo difficile credere a una indagine giornalistica condotta sul campo.

Nel tempo apparve chiaro che dagli scritti di Alberizzi sempre estremamente critici nei confronti dell’Eritrea trasparivano un livore e un astio così sproporzionati da rendere evidente che dietro a questo atteggiamento ci doveva essere un qualche retroscena ; il retroscena apparve chiaro quando tempo dopo per rispondere alle provocazioni di chi, sostenendo che non era possibile avere risposte ufficiali di fonte eritrea su alcune questioni di carattere interno, mi sfidava ad andare ad Asmara a chiedere udienza.

Continua…

Re: Grazie Presidente Isaias

Nel corso dell’intervista ad Asmara con il portavoce ufficiale del governo Yemane Ghebremeskel, che chiesi e ottenni con richiesta alla ambasciata eritrea di Roma, rispondendo a una domanda sulla libertà di stampa in Eritrea usci fuori che:

“…Bisogna comunque ricordare che nonostante l'ampia collaborazione data dal Governo alla stampa estera, nel passato sono accaduti eventi deplorevoli dovuti a comportamenti scorretti di alcuni giornalisti.

Per esempio quello del giornalista italiano Massimo Alberizzi, che scrive sul "Corriere della Sera" e del quale mi e' capitato, qualche volta, di leggere gli articoli; mi e' estremamente difficile capire le motivazioni di tanto accanimento e delle sue grossolane e palesi distorsioni dei fatti come, per citare qualche esempio, nel caso della villa Melotti o della messinscena del suo "rapimento" a Mogadiscio dietro il quale ci sarebbe stata la longa manus degli eritrei.

Era il periodo in cui gli Usa sostenevano, del tutto falsamente (come si e' visto in seguito) che in Somalia erano presenti oltre 2000 soldati eritrei.

O quando, nel giugno o luglio 2000 dopo il suo ritorno da un viaggio in Eritrea, ebbe a dire in un dibattito pubblico a Roma, presente il Senatore Serri e altri funzionari del Ministero degli Esteri italiano: "nei luoghi delle battaglie che hanno avuto luogo nel mese di maggio, gli eritrei ci hanno mostrato quelli che sarebbero stati i cadaveri di numerosi soldati etiopici da loro uccisi. Chi sa che, però, gli stessi eritrei non abbiano messo divise etiopiche ai cadaveri dei loro stessi soldati uccisi dagli etiopici".

Un paio di anni fa, quello stesso personaggio venne qui come "funzionario dell'Onu", con tanto di tesserino esibito al personale portuale di Massawa, per indagare su un ipotetico flusso di armi dall'Eritrea alla Somalia. Spesso mi chiedo se quel personaggio e' un giornalista del "Corriere della Sera", un "funzionario dell'Onu" o qualcosa d'altro. Comunque sia, ciò che e' sconcertante e che i suoi "articoli" trovino spazio su una prestigiosa testata quale e' il "Corriere"…”

Naturalmente nel rispetto delle consuetudini diplomatiche il rappresentante del governo eritreo ha voluto sorvolare su alcuni dettagli che avrebbero caratterizzato maggiormente le attività poco ortodosse di Alberizzi nel paese, fatto sta che in seguito all’episodio di Massaua il giornalista del Corriere fu espulso dall’Eritrea come “persona non grata”, ma ciò nonostante continua ad avere mano libera nella pubblicazione di notizie su quell’Eritrea che non vede da anni, non conosce e ha motivi per detestare.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Ok, ho capito che queto giornalista è poco affidabile. Io non lo conoscevo. Ora però dimmi qualcosa di affidabile. Possibilmente il più obiettivo possibile...

Re: Grazie Presidente Isaias

Tutto quello che trovo di interessante, aderente alla realtà eritrea, equilibrato e utile a restituire una immagine del paese veritiera, lo pubblico su Eritrea Eritrea.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

"interessante" PER CHI?
"aderente alla realtà" A QUALE DELLE TANTE REALTA'?
"restituire un'immagine veritiera..." QUALE E' L'IMMAGINE VERITIERA?

Stefano, se ci sono tante fonti e così variegate fra di loro, che, pur in modo diverso e con i dovuti distinguo, presentano una immagine dell'Eritrea molto simile, tu davvero non pensi che qualcosa di vero ci sia? O vogliamo ancora dire che sia tutto un complotto?

Davvero vorresti far credere che dovremmo fidarci degli organi di informazione di uno Stato dove esiste UN SOLO giornale nazionale, 2 soli canali della TV di Stato (di cui uno trasmette quasi solo sport)??
Dovremmo forse fidarci delle informazioni che vengono da un Governo che appartiene ad un sistema (regime) politico dove NON ESISTE opposizione parlamentare??

Perdonami, io non so quali fonti usi, ma se ti leggi solo "Eritrea Profile" o "Nuova Eritrea" certo non posso considerarti una persona obiettiva! Spero di no e più volte ti ho chiesto di indicarmi qualcos'altro. non l'hai fatto. Forse forse...

Hai scritto che senti spesso parenti ed amici che hai giù. Mi sembra strano che un campione casuale di persone la pensi allo stesso modo...Perché non pubblichi anche qualche critica, qualcosa contro, qualche rimostranza? Non dirmi che non ne hai notizia, sarebbe ridicolo!

LIBERTA' LIBERTA' LIBERTA'!!!!!

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience su Eritrea Eritrea troverai pubblicate traduzioni di articoli provenienti dalle fonti più varie, comunque sempre riportate in calce, non solo istituzionali ma anche di altri paesi, discussioni riprese da forum qualificati di altri siti web, editoriali e varie altre notizie utili alla conoscenza del paese.

Avrai notato che si tratta quasi sempre di argomenti di politica internazionale e talvolta di politica interna che vengono riportati nella loro essenziale oggettività.

Da quando ho deciso di aprire il Forum ho inserito in calce a ogni articolo l’invito a discutere apertamente dei contenuti degli articoli per offrire a tutti la opportunità di esprimere il proprio parere e partecipare in maniera attiva alla diffusione delle notizie.

Tu non hai scelto una qualche specifica notizia per contestarne i contenuti e offrire il tuo contributo di informazione e opinione, ma hai preferito un’approccio polemico che non porta alcun contributo positivo ne alla discussione ne alla causa eritrea.

Molte volte mi è stato chiesto provocatoriamente perché non pubblicassi notizie riguardanti la siccità, l’esaurimento della valuta in dollari nelle casse dello stato con conseguente prossimo tracollo economico, l’esaurimento della farina per il pane, l’esaurimento del gas, l’invio di truppe in Somalia, l’incarceramento e la tortura degli eritrei rimpatriati da Malta ecc.; la risposta è semplice: perché si trattava di notizie false.

Ho personalmente visitato i maggiori bacini di raccolta della acque e molti di quelli minori pubblicandone le foto sul sito comprese quelle satellitari che tutti possono ammirare su Google.

L’abbassamento del livello di valuta è stato immediatamente compensato dagli eritrei in diaspora.

Ho personalmente fotografato e pubblicato le foto di navi cariche di farina che venivano scaricate a Massaua.

Ho personalmente visto e fotografato l’andirivieni delle autocisterne di gas dal Sudan.

Ho assistito, come tutti del resto, alla verifica della totale infondatezza di tale notizia quando in seguito alla proditoria e illegale invasione della Somalia da parte dell’Etiopia non è stato trovato un solo soldato eritreo.

Ho personalmente interrogato amici e parenti dei rimpatriati da Malta che mi hanno raccontato di pene scontate in carcere a seconda della gravità dei reati commessi e di successive rimesse in libertà.


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

"Molte volte mi è stato chiesto provocatoriamente perché non pubblicassi notizie riguardanti la siccità, l’esaurimento della valuta in dollari nelle casse dello stato con conseguente prossimo tracollo economico, l’esaurimento della farina per il pane, l’esaurimento del gas, l’invio di truppe in Somalia, l’incarceramento e la tortura degli eritrei rimpatriati da Malta ecc.; la risposta è semplice: perché si trattava di notizie false."


Ma fammi il piacere...! Che c'è la gente che piange e sta morendo di fame!

Re: Grazie Presidente Isaias

Su questo non posso che darti ragione, in Eritrea molta gente piange; piange i suoi morti caduti per la liberta e l’indipendenza, piange per l’abbandono e il disinteresse di quei paesi dai quali per la condivisione di antiche radici storiche e culturali più si aspettava comprensione e tutela diplomatica, piange per la propria gente ancora minacciata fin dentro quella terra con tanti sacrifici liberata e resa indipendente, piange per i fratelli etiopici e somali stritolati dai giochi di potere di pochi folli che agiscono per interessi personali e per conto di forze straniere.

Morire di fame questo no.

In Eritrea nessuno è lasciato morire di fame dalla notte dei tempi, è infatti tradizione antica e patrimonio genetico e culturale degli eritrei che qualunque risorsa, specie nel bisogno, sia ridistribuita in maniera capillare, e per quanto poco ci sia a disposizione qualcosa arriva a tutti.

A questo si aggiunge la costante azione del governo che ha posto come primo fra i suoi obiettivi prioritari quello di accertare un sufficiente afflusso di cibo a tutta la popolazione.

In fondo la prima delle tue osservazione era quella giusta…Grazie Presidente Isaias !

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

non sono d'accordo

Re: Grazie Presidente Isaias

Ho trovato notizie contrastanti, quindi chiedo a Stefano che mi sembra molto informato.
L'Universita' di Asmara attualmente è aperta o è chiusa. Mi spiego meglio: un ragazzo che ha appena terminato l'anno a Sawa può iscriversi al primo anno oppure no?
Thanks

Re: Grazie Presidente Isaias

Proverò a rispondere a Franco cercando di ricostruire il meccanismo che determina il percorso scolastico e militare dei ragazzi e delle ragazze nonostante non sia ancora in grado di capirlo completamente.

In un passato recente prima si concludeva il ciclo di studi scolastici pre-universitari e poi si andava a Sawa per il servizio militare con il risultato però che la media dei ragazzi che si facevano bocciare per ritardare l’invio alla scuola militare (confidando su quella che sembrava una imminente fine delle ostilità) si innalzò al punto da costringere le autorità a modificare il sistema integrando i due periodi di studio civile e militare.

A complicare le cose è subentrato anche una sorta di ordine meritocratico secondo il quale i ragazzi che hanno un buon rendimento scolastico passano a Sawa un periodo breve per essere poi inviati agli studi superiori fino al livello universitario, mentre i più “ciucci” i tempi dei vari passaggi si allungano notevolmente.

Gli studi universitari si tengono, a seconda dell’indirizzo, in uno dei vari college specializzati come quello di Mai Nefhi, Embatkalla o altri, e sempre a condizione che i ragazzi dimostrino costanza nella applicazione agli studi e buon rendimento.

In caso contrario o in caso di interruzione degli studi i ragazzi vengono inviati presso una delle varie sedi militari dove svolgere il tedioso National Service.

Per quanto riguarda l’università di Asmara devo informarmi perché l’ultima volta che ci sono stato per delle ricerche negli archivi e presso la biblioteca era il 2006 e tutto sembrava in ordine con tanto di professori e studenti; se qualcosa nel frattempo è cambiato non sono al momento in grado di dirlo.


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Attualmente l'università è chiusa. E' stata sostituita da questi college che ha descritto Stefano.

Re: Grazie Presidente Isaias

Grazie. Abuso delle vostre conoscenze.
Mi chiedevo: puo' un ragazzo sciegliere la facoltà da frequentare o questa gli viene in qualche modo imposta?
Inoltre, è possibile per un ragazzo, ovviamente meritevole, frequentare l'università in Italia? Le autorità concedono il temporaneo espatrio?
Grazie ancora

Re: Grazie Presidente Isaias

Certo Franco...ti pagano anche gli studi...

Scherzi a parte (e da scherzare c'è poco), purtroppo NESSUNO può uscire dal Paese fino a quando compie 54 anni per gli uomini e 47 per le donne. Il serivizio militare è obbligatorio e imposto dall'alto. Quindi di studiare all'estero non se ne parla. Inoltre non sono ammessi professori stranieri se non per la Scuola italiana d'asmara che però tratta le classi inferiori. Non sono bene informato ma penso non arriva a tenere studenti delle superiori.

Se sei sufficientemente moribondo e hai "fortuna" riesci ad ottenere un visto per cure mediche all'Estero.
Diversamente se vuoi uscire dal Paese scappi dalla frontiera con il Sudan stando attento a non prenderti una pallottola nella schiena!

Re: Grazie Presidente Isaias

In Eritrea a causa della carenza di insegnanti (moltissimi sono stranieri) e soprattutto di materiale didattico si studia usando la lingua inglese a meno che non si frequentino le scuole italiane dove si può arrivare alla fine dei corsi a conseguire il diploma liceale.

In passato molti studenti sfruttavano queste opportunità per continuare gli studi universitari all’estero, in Italia se in possesso di diploma delle scuole italiane, però ben pochi dei laureati se la sono poi sentita di tornare in patria vanificando così gli sforzi governativi indirizzati verso un miglioramento medio del grado e capacità di istruzione del paese.

Per quel poco che ne so al momento gli ostacoli per un eventuale invio presso università estere sono costituiti dalla necessità di assolvere in un modo o nell’altro agli obblighi militari e anche alla difficoltà di ottenere un visto di ingresso nei paesi occidentali dove la richiesta di ingresso per motivi di studio è considerato un espediente per espatriare definitivamente.

Probabilmente le cose sono un po’ diverse se il paese prescelto fa parte di quelli con i quali attualmente sono in corso programmi di scambio culturale formativo come Cina e India, ma si tratta solo di congetture.

In definitiva non so esattamente come vadano le cose, ma non si può escludere che in casi particolari ci siano delle valutazioni ad personam.


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Ma che voi sappiate, il titolo di studio (chiamiamolo di maturità) conseguito a Sawa è riconosciuto in Italia? E' titolo idoneo all'accesso all'Università o in Italia è carta straccia?
Vi ringrazio moltissimo.

Re: Grazie Presidente Isaias

Premettendo che non sono convinto che il diploma si consegua necessariamente a Sawa, che talvolta sembra essere solo una tappa intermedia nel percorso didattico dei ragazzi, credo che il solo titolo di studio riconosciuto in Italia è quello delle scuole italiane perché fra i due paesi non c'è rapporto di reciprocità.

Probabilmente questo è un quesito da rivolgere al Provveditorato agli studi italiano.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Grazie Stefano delle puntuali risposte.
Ne approfitto visto che sei un grande appassionato di questa nazione.
L'idea è quella di inviare vestiti (sia nuovi che usati ma in buono stato) e scampoli di tessuti. Il materiale, donato da parenti, amici e conoscenti servirebbe ad alcuni nostri amici eritrei per avviare un piccolo negozio, gestito diciamo in forma cooperativa dalle donne del luogo, le quali si occuperebbero di attività di sartoria e di vendita, dividendosi poi il ricavato.
Puo' essere un (piccolo) modo per contribuire al sostentamento dell'economia familiare, prima cellula dell'economia nazionale.
Ora mi chiedo, è realizzabile tutto ciò? Visto che le dimensioni di un container sono decisamente sproporzionate, inviare materiale per aereo, ha costi proibitivi? Cosa succede alla dogana eritrea? Che pratiche burocratiche si devono fare? E' possibile una libera iniziativa o è tutto statalizzato.
Mi rendo conto di aver fatto un po' troppe domande e di essere andato off topic e me ne scuso.
Se l'amministratore del forum ritiene di spostare la discussione e di conferire un nuovo subject, ne sarei contento.
Grazie mille a tutti quanti vorranno contribuire.

Re: Grazie Presidente Isaias

Per l'argomento proposto da Franco è stato aperto il nuovo subject "Piccola imprenditoria"

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

domanda ha tutti voi: se un paese vi è una fuga di uomini donne e bambini dal proprio terreno verso un futuro incerto con la possibilita di morte e atrocità lungo tutto il viaggio la colpa di chi è?
per quale motivo si emigra da un paese ad un altro?
sapete dirmi in quanti scapano dal'eritrea e quanti arrivano a destinazione?

Re: Grazie Presidente Isaias

Lo studio dei flussi migratori è da alcuni anni fra quelli di maggior rilevanza per il forte impatto sociale che sta manifestando non solo in Italia e in Europa, ma nel mondo intero.

I risultati di queste indagini però risentono fortemente delle molte difficoltà connesse con la reperibilità di dati sicuri, e risultano estremamente contraddittori. Le difficoltà maggiori sono determinate dalle false dichiarazioni rilasciate dai migranti circa la loro nazionalità e le reali ragioni del loro allontanamento dai paesi di origine a causa della necessità di presentare i propri casi personali come gravissimi per poter ottenere i permessi di soggiorno.

I migranti eritrei in questo ampio panorama di variegata realtà costituiscono una ulteriore eccezione che vale la pena esaminare con attenzione.

Alcune delle caratteristiche più evidenti del flusso migratorio dall’Eritrea sono che si tratta di un fenomeno recentissimo, molto diverso da quello della Diaspora e che sembra avere come protagonisti quasi esclusivamente giovani e giovanissimi.

A riguardo di questi fenomeni parlare di numeri non mai facile ed è quindi meglio non azzardare statistiche, bisogna però tenere in considerazione che nel caso dell’Eritrea il fenomeno mediatico, con il suo martellante e continuo riproporre solo notizie negative riguardanti il paese, induce a ritenere che questo sia di dimensioni assai maggiori di quelle reali.

Le ragioni che spingono questi giovani ad affrontare gli enormi rischi legati al viaggio fino alle mete prefissate nella maggior parte dei casi, nonostante le false dichiarazioni che poi rilasciano nel corso dell’intervista per il rilascio del visto, non dipendono da ragioni politiche ne dalla dura vita militare che non hanno mai conosciuto, ma paradossalmente vanno ricercate nel malinteso tentativo da parte degli eritrei che vivono all’estero di aiutare le proprie famiglie rimaste in patria pagando le enormi cifre necessarie per pagare quei pericolosissimi viaggi.

I giovani da parte loro erano appena adolescenti quando in Eritrea si è sparato l’ultimo colpo e non sono in grado di valutare in tutta la sua interezza la gravità della presenza di truppe etiopiche sul suolo patrio e l’importanza del loro ruolo nella vita e sicurezza nazionale.

Partono imbottiti di false speranze, rischiano la vita molto più che se fossero rimasti a casa, esauriscono risorse economiche che avrebbero consentito una vita dignitosa a tutta la famiglia per lungo tempo e se arrivano a destinazione si ritrovano senza ne arte ne parte in paesi che non hanno nulla da offrire.


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Signor Stefano Pettini
mi scuso in anticipo, i suoi articoli sono belli da vero giornalista, gira rigira fà della gran prpaganda e disinformazione. La mia domanda è? perche un essere umano fugge dal proprio paese sapendo benissimo che ha una percentuale bassa di sopravivere lungo il viaggio e se ci riesce e costretto a stare in carcere come quella di lampedusa e una volta libero vivere in un paese ostile alla sua presenza e vivere di stenti? quanti di questi uomini sono tornati spontaniamente al loro paese di origine? In eritrea ci sono grossi problemi questo lei lo sà e per onestà dovrebbe sriverlo ed informare corretamente

Re: Grazie Presidente Isaias

La domanda me la sono posta anche io: “Quale mai sarà la ragione che spinge questi giovani a rischiare così tanto per così poco?”. Non avendo delle risposte soddisfacenti da darmi ho deciso che la cosa migliore era chiedere a loro direttamente le motivazioni di una tale decisione, così mi sono messo in contatto con dei ragazzi ospitati in un campo per immigrati clandestini che si trova nelle vicinanze di casa mia e nel tempo, mangiando insieme Engera e zighini con alla fine la cerimonia del caffé, ho ascoltato le loro storie.

La cosa che più mi ha colpito è la leggerezza con la quale ognuno di questi ragazzi ha preso una decisione così drammatica come quella di lasciare il proprio paese senza alcuna cognizione esatta; nessuno sembrava conoscere i veri rischi del viaggio e le reali probabilità di trovare ad attenderli qualcosa di meglio di quanto avevano lasciato; la maggior parte è partita alla ventura per vincere la noia di un futuro lungo servizio militare senza averlo mai neanche provato o dopo soli pochi mesi di servizio, e quindi molto prima di aver patito veri disagi. Per questo loro atteggiamento e per tutti questi fallimenti do la colpa ai familiari di questi ragazzi che vivono all’estero, per averli fatti illudere, averli finanziati e fatti poi ritrovare esposti ai peggiori rischi, lontani dalla loro terra e dalla loro gente con nulla in mano.

Tutto questo non doveva essere loro estraneo perchè la televisione eritrea aveva più volte nel tempo riproposto un reportage girato nei campi di raccolta dei migranti clandestini dove era possibile ascoltare le testimonianze dirette di quelli che li avevano preceduti che raccontavano i loro fallimenti e le loro miserie.

In Eritrea la situazione è indubbiamente difficile, ma incomparabilmente migliore di molti degli altri paesi del Corno d’Africa e comunque mai tanto atroce come quella vissuta dalla gente eritrea nei lunghissimi anni di dominazione straniera.

Rispetto ad allora le cose vanno molto meglio, da otto anni in Eritrea regna la pace e ognuno trova di che vivere; in Eritrea non c’è nulla che giustifichi i rischi che quei ragazzi si assumono.

Molti lo hanno capito e vorrebbero tornare, il governo eritreo con la calda accoglienza riservata ai rimpatriati forzatamente da Malta ed Egitto ha dimostrato che le cose stanno diversamente da come vengono descritte dai nemici del paese; ora sta ai migranti decidere se raccontarsi frottole e continuare a vivere da diseredati o tornare al loro bellissimo paese e vivere dignitosamente.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

"Rispetto ad allora le cose vanno molto meglio, da otto anni in Eritrea regna la pace e ognuno trova di che vivere; in Eritrea non c’è nulla che giustifichi i rischi che quei ragazzi si assumono."

NON HO PAROLE!!

Vieni a parlare anche con quelli che ci sono ui nella mia ittà, sentiamo cosa ti dicono riguardo le floride e rosee prospettive di vita ch ci sono in Eritrea.

Sai, sarebbe curioso fare una piccola indagine su quanti eritrei si stanno ammazzando in vario modo a casa loro: la maniera più gettonata è l'impiccagione a quello che ne so io.
Prima che si ammazzino potremmo mangiare un po' di Ngera e Zighini con loro e domandargli perché lo fanno...

A parer mio la risposta più frequente sarebbe: "Non ce la faccio più ad andare avanti"

Questa è la drammaticità di una situazione che va via via peggiorando. Per la quale, come ho detto più volte, bisogna ringraziare l'attuale governo.

Nessuno nega che l'immagine dell'Europa e degli USA che hanno in Eritrea sia quella di un falso paradiso.
Però anche noi non dobbiamo dire che "in Eritrea non c'è nulla che giustifichi i rischi che quei ragazzi corrono" !

Re: Grazie Presidente Isaias

A ventanni non è concepibile dire "Non ce la faccio più ad andare avanti" di fronte a gente che ne ha passati trenta al fronte solo per farli nascere e crescere in un paese libero e indipendente.

Le difficoltà esistono e se ne conoscono bene le cause di natura extraterritoriale; proprio per questo vanno combattute e superate con il duro lavoro in patria e non con le fughe dalle proprie responsabilità.

Vedessi arrivare gente anziana e provata potrei anche capire, ma veder arrivare gente giovane e sanissima che non ha mai mosso un dito per il proprio paese lo trovo assolutamente irrispettoso nei confronti dei tanti morti e mutilati che hanno sacrificato la propria vita per il paese.

Vorrei sapere come si sentono loro che adesso vivono come topi nella ricorrenza del primo settembre quando i leoni eritrei cominciarono la lotta armata.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Forse quei leoni erano tali perché avevano una forza mossa dal sogno e dalla speranza di una terra libera e propria.

Questi topi, come li chiami tu, per che cosa si dovrebbero battere? Per assecondare un dittatore nel suo piano di trasformare lo Stato in un regime...

Oppure credi che all'Eritea convenga ricominciare a sparare, uccidere e morire per prendere qualche kilometro di terra che sulla carta le appartiene? (accordi di algeri)

Forse la gente scappa perché non vede futuro, e la direzione che ha preso il Paese non li stimola affatto. Forse, è proprio scappando e rischiando la morte che questa gente manifesta il suo dissenso per un presidente e la sua politica.

Non penso, sai, che siano conigli; quanto più che siano dei disperati!

Re: Grazie Presidente Isaias

Il governo eritreo negli anni ha dimostrato grande equilibrio e notevole capacità diplomatica respingendo i tentativi di infiltrazione terroristica nel paese, rispettando le disposizioni della commissione arbitrale nella vertenza con lo Yemen per le isole Hanish, accettando gli accordi preventivi per i patti di Algeri e le successive determinazioni della Commissione Confini.

Tutto questo dimostra la ferma volontà del governo eritreo di risolvere le controversie adottando lo strumento diplomatico mediante l’arbitrato internazionale e non la forza militare.

Grazie a questo atteggiamento da otto anni in Eritrea è cessato lo stato di guerra e nonostante la costante presenza di forze straniere all’interno dei propri territori sovrani è stata evitata ogni possibile occasione di confronto armato.

Diverso è il caso dell’integrità territoriale e dell’indipendenza nazionale per difendere le quali il popolo eritreo è disposto a tutto.

Ti domandi per cosa dovrebbero battersi i giovani eritrei? La risposta dovresti conoscerla bene, dovrebbero battersi per difendere quel “sogno” per il quale i leoni eritrei hanno sacrificato la loro vita e lo fanno nella stragrande maggioranza dei casi.

I migranti sono una misera minoranza statisticamente irrilevante.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

su 4 milioni di abitanti, ai quali vanno tolti vecchi e bambini, diciamo che qualche migliaio di profughi pesa.

Re: Grazie Presidente Isaias

mangiando insieme Engera e zighini con alla fine la cerimonia del caffé?
in un campo?
per cortesia sia realista lei avra un ottimo ideale come me e tanti che hanno visuto in eritrea in quel periodo, sotto il dominio etiope, ora i tempi sono cambiati i leoni potrebbero riposare e vivere serenamente se i loro capi fossero concreti e realisti e dei buon diplomati.

Re: Grazie Presidente Isaias

Il campo di accoglienza non è un centro di detenzione e i ragazzi sono liberi dalla mattina fino all'orario del contrappello serale.
I nostri incontri avvengono a casa mia luogo certamente più indicato per ricostrure un po di quell'ambiente familiare del quale tutti loro hanno dimostrato aver bisogno, e poter fare quattro chiacchiere in tranquillità.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

io non so' dove lei abita ma i campi di accoglienza non sono carceri ma mollto simili a dei lager

Re: Grazie Presidente Isaias

I campi ai quali si riferisce sono i famigerati Centri di prima accoglienza.

Quello di cui parlo io è un centro di accoglienza della Caritas che come ho detto fornisce aiuto e assistenza ai migranti nella attesa che venga determinata la loro destinazione finale.

Da questo centro gli ospiti possono uscire a piacimento purchè rientrino per il controllo serale.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

E poi, sempre lo chiedo per favore, smettiamo di dare la responabilità delle cose che non vanno all'Etiopia, agli Americani, a questo e a quest'altro...
Se il governo ragiona così non sarà mai in grado di costuirsi un futuro con le sue forze!
Sembra di essere davanti ad un bambino piagnucolone, che qualsiasi cosa negativa gli succeda da la colpa degli altri...Come fanno degli uomini al vertice di uno Stato a ragionare così?
E' questa maturità politica oltre che personale?
Se uno Stato ha da dire con tutti, come può pretendere di inserirsi nella comunità internazionale e finalmente crescere ??

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience purtroppo le precise responsabilità dell'amministrazione etiopica, di quella americana e di quei paesi che con il loro immobilismo condannano l'Eritrea a dover subire danni enormi, rappresentano una realtà incontrovertibile.

A piagnucolare sono solo i tanti cani arrovellati intorno a un osso che non possono rosicare, mentre il governo segue con rigore e coerenza il suo programma.

Si potrebbe discutere molto sulle sue capacità, ma quel che conta è che esso rappresenta nel bene e nel male la ferma volontà popolare di un paese che non tollererebbe mai un rappresentante che non ritenesse assolutamente idoneo, e lo ha gia dimostrato.

Esattamente a questo puntano coloro che cercano di accreditare una presunta frattura fra la gente eritrea e i suoi legittimi rappresentanti.

Personalmente non mi pongo proprio il problema e prenderei atto di qualunque scelta facesse il popolo eritreo perchè lo considero un popolo libero perfettamente in grado di difendersi dalle aggressioni esterne quanto capace di farsi rappresentare a pieno titolo da chi ritiene opportuno.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Peccato che di elezioni libere non ce ne siano mai state giusto? Allora non sappiamo come adesso deciderebbe il popolo...

Quel che non capisco è: perché quando le cose vanno bene è merito dl governo e quando vanno male è colpa degli altri? Non ti sembra un comportamente opportunistico?! Questa posizione è la posizione ufficiale dei Isaias. Credo che emblematica sia una sua intervista rilasciata ad Aljazeera il 22 Maggio 2008 dove è addirittura arrivato a dire al giornalista che lo intervistava, che le domande che gli stava faceno erano state preparate dagli americani... E questo perché? Perché, dopo essersi arrampicato sugli specchi avrebbe dovuto ammettere delle verità scomode. Chissà come mi di questa intervista EriTV non ne ha trasmesso niente??

Vorrei poi sapere quali sono, nel mondo, gli Stati che intrattengono rapporti di stretta collaborazione ed amicizia con l'Eritrea.

Re: Grazie Presidente Isaias

bene detto Patience, l'elezioni libere sarebbe un disfata per questo regime

Re: Grazie Presidente Isaias

mi sa che per libere elezioni occorrerà aspettare ancora un po'...

http://it.youtube.com/watch?v=UAXKsZ8OsWo

Re: Grazie Presidente Isaias

aspettare ancora un pò? secondo me con l'attuale situzione non ci saranno mai... chiedo a Stefano, tu sai il perche?

Re: Grazie Presidente Isaias

Il link che ha messo Antoine è proprio l'intervista a cui mi riferivo io

Re: Grazie Presidente Isaias

Nel 2000 il Corriere annunciava enfaticamente: “ALLE URNE NEL 2001. In Eritrea elezioni annunciate nove anni dopo l’ indipendenza . Si terranno nel dicembre 2001 le prime elezioni in Eritrea, a 9 anni dal referendum sull’ indipendenza e a un anno e mezzo dal cessate il fuoco con l’ Etiopia. Lo ha deciso l’Assemblea nazionale di Asmara, i cui membri erano stati designati dal Fronte popolare per la democrazia di cui è leader il presidente Isaias Afeworki.

A quel tempo le cose in prospettiva sembravano promettenti, l'Eritrea aveva scelto il percorso democratico per la risoluzione della controversia di confine con l’Etiopia che lasciava presupporre in tempi brevi un ritorno alla normalità nel paese dopo i devastanti effetti della aggressione etiopica.

Le cose però sono andate diversamente e come tutti sanno in Eritrea si è verificato un tentativo di colpo di stato e l’Etiopia si è rifiutata di aderire alla determinazione della Commissione Confini, annullando di fatto ogni possibilità di attuare il pur deliberato programma di democratizzazione del paese.

L’esperienza di paesi come Etiopia o Kenia solo per fare degli esempi ha dimostrato che una precoce applicazione di certi strumenti democratici come il multipartitismo e le elezioni porta a risultati fallimentari dal punto di vista sociale e disastrosi dal punto di vista economico.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

"una precoce applicazione di certi strumenti democratici" dal 2001 sono pasati ancora 7 anni e questa ti sembra ua precoce applicazione della democrazia? ma per piacere..........

Re: Grazie Presidente Isaias

Su questa cosa dell'applicazione precoce mi viene da dare ragione al Pettini; non sono ancora abbastanza sviluppati e stabilizzati per portare avanti una democrazia. La democrazia non è un pacchetto che si installa su un computer. Va maturata all'interno della mentalità comune.

Il punto però è che non ci si sta muovendo per stabilizzarsi, ma si sta mettendo in ginocchio un popolo che vede i prezzi lievitare e il pane razionato (sempre meno)... con l'idea dell'autarchia (folle per un paese piccolo come l'eritrea - fosse la Russia pure pure) si sta isolando e la gente NON sta bene.

A mio avviso tale situazione presto sfocerà in una guerra civile.

Re: Grazie Presidente Isaias

Ma perché se l'Etiopia non se ne va dalla strisciolina di terra che occupa illegittimamente l'Eritrea non può avere un sistema democratico? Non vedo l'attinenza personalmente.

Poi è vero quello che dice Tulipano. Qui in Eritrea non si sta andando verso la democrazia, anzi si fanno passi (da gigante) indietro!

Re: Grazie Presidente Isaias

Se uno stato considerato democratico come l'Etiopia è lasciato libero da altri stati che si professano democratici, come quelli componenti la Comunità Europea o gli Stati Uniti, di violare una delle leggi poste alla base della democrazia stessa e cioè la inviolabilità dei territori sovrani, perchè mai l'Eritrea dovrebbe considerare il processo democratico prioritario?

Inoltre se l'Eritrea considerata un paese non democratico per le sue vertenze confinarie ha aderito allo strumento democratico per eccellenza che è l'arbitrato internazionale accettandone le regole e le determinazioni, perchè continuare a ritenere democratici quei paesi che hanno tradito lo spirito stesso di quello strumento rigettandone illegalmente i verdetti?

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Nessuno da giudizi di merito sull'Etiopia, se essa sia democratica o meno. Ciò che stiamo dicendo e testimoniando con i fatti è che l'Eritrea assolutamente non è un Paese democratico. Nelle varie graduatorie internazionali che esaminano i diversi tipi di libertà presenti in un Paese l'Eritrea è sempre agli ultimi posti. Ma, senza guardare alle graduatorie basta andarci per rendersene conto.

A dire il vero l'obiezione secondo cui se i tuoi vicini non sono democratici allora anche tu avresti il diritto di non esserlo mi sembra infondata. Uno Stato deve protendere verso il meglio, per se stesso e per i propri cittadini, e non per il peggio se vuole essere qualcuno. Questa obiezione è, inotre, contraria al senso comune.
Un governo che giustifica le proprie mancanze e i propri errori dicendo che anche quello a fianco a lui ce le ha è un cattivo governo che mal amministra la cosa pubblica.

Re: Grazie Presidente Isaias

Democrazia Termine di derivazione greca (dêmos, “popolo”, e krátos, “governo, forza”) che indica un sistema politico basato sulla sovranità dei cittadini, ai quali è riconosciuto il diritto di scegliere la forma di governo e di eleggere direttamente o indirettamente i membri del supremo corpo legislativo dello Stato, così come i funzionari addetti all’amministrazione locale, nonché, in alcuni casi, anche il capo dello Stato.

Il Fronte Popolare di Liberazione Eritreo (FPLE) che ha guidò per 30 anni la lotta d'indipendenza dell'Eritrea aveva una sua struttura ben collaudata nel tempo, con una leadership democraticamente eletta.

Il primo congresso del Fronte ebbe luogo a Sahel nel 1977 e vi parteciparono tutti i membri dell'Assemblea Generale eletti sia da ogni singola divisione militare che dagli appartenenti alle organizzazioni e movimenti degli eritrei residenti nei territori eritrei liberati ed all'estero. In quella occasione Romedan Mehamed Nur fu eletto Segretario Generale del Fronte e Isaias Afwerki Vicesegretario Generale.

Il secondo congresso si tenne nel 1987 e con le stesse modalità Isaias Afwerki venne eletto Segretario Generale del Fronte e come tale guidò il Fronte alla liberazione di tutto il territorio eritreo. L'obbiettivo oppure il sogno (vision, dream) del FPLE sin dalla sua formazione, non si limitava solamente alla liberazione del territorio eritreo ma allo stesso tempo si proponeva di creare un'Eritrea pacifica democratica dove regnasse la giustizia.

Dopo la liberazione, avvenuta nel 1991 lo stesso Fronte conferì a Isaias Afwerki la Guida del Governo di Transizione, che guidò l'Eritrea fino al referendum popolare che nel 1993 con un risultato plebiscitario proclamò l'Eritrea ufficialmente Indipendente. Il periodo di transizione terminò nel 93 ma per la trasformazione vera e propria bisognò aspettare ancora un anno, esattamente fino al terzo congresso del Fronte che si tenne a Nakfa nel 1994, un momento che segnò la vera svolta politica in Eritrea.

In quella occasione il Fronte, trasformato da Fronte Popolare di Liberazione Eritreo in Fronte Popolare per la Democrazia e Giustizia, elesse Isaias Afwerki come Presidente del Fronte e Alamin Mehamed Sead come Segretario e approvò un documento nazionale (National Charter) che stabilì i principi fondamentali su cui si basa il sogno (vision, dream) della nuova Eritrea, e si decise la creazione della Assemblea Nazionale unicamerale, con 150 rappresentanti di cui 75 membri eletti democraticamente dal congresso del Fronte e 75 eletti democraticamente dalla popolazione civile (comprese 15 persone in rappresentanza degli eritrei residenti all'Estero).

Tale Assemblea così composta elesse unanimemente Isaias Afwerki Presidente dello Stato d'Eritrea.

Credo che questa sia democrazia.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

hai detto bene elesse!! ma 14 anni fa però... in tutte le democrazie ci sono giuste elezioni ogni 5 anni.....

Re: Grazie Presidente Isaias

Daniela non esistono regole generali, ogni paese fa le sue scelte; talvolta queste sono facili talvolta sofferte, in ogni caso vanno rispettate.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

e infatti le rispetto ma non posso condividerle.....

Re: Grazie Presidente Isaias

Come hai scritto tu, Stefano, il Fronte nel 1991 conferì a Isaias la guida del governo di transizione. Quello, a rigor di logica, è stato l'ultimo atto legittimo del partito. Infatti, per quanto esso potesse godere dell'appoggio pressoché plebiscitario del popolo, ha eletto unilateralmente il governo. Questa misura, che si definisce straordinaria, dove non è il popolo ad eleggere il potere esecutivo, bensì un partito, poteva essere accettata e giustificata vista la straordinarietà della situazione contingente: un popolo che dopo 30 di guerra ottiene l'indioendenza e deve formare uno Stato che prima non c'era.

Ci sta quindi che il fronte "traghetta" l'Eritrea verso il referendum. Una volta avuto il referendum si sarebbe dovuta costituire un'Assemblea che preparasse una Costituzione e, soprattutto, indire libere elezioni! Cosa successe invece?
Da quanto hai scritto tu, ancora una volta è un partito che con un peso del 50% elegge i deputati dell'assemblea nazionale. Ma la cosa è ben più grave: un partito ha il potere di eleggere il potere legislativo, quello che dovrebbe essere rappresentativo del popolo, (la metà dei delegati li elegge il partito) il quale legislativo poi elegge il potere esecutivo (che guarda caso coincide con il partito di partenza).
Questo sistema non è per nulla democratico. La volontà del popolo conta solo per la metà dei delegati dell'Assemblea! Inoltre, in un sistema democratico, è inaudito che un partito elegga un organo (l'Assemblea) la quale poi elegge il governo: E' chiaro che avendo il 50% delle preferenze è di fatto il partito ad eleggere il governo. Con questo sistema non esiste possibilità per il popolo di cambiare le cose!

Infine, come scritto da Daniela, queste "elezioni" si sono tenute 14 anni fa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come si può dire che esiste un sistema democratico??

Va però notato che stando così le cose nuove elezioni sarebbero probabilmente inutili, visto che il PFDJ, avendo potere di eleggere 50% dei membri dell'Assemblea, ha de facto il potere di eleggere il governo. Un partito che elegge un governo, non il popolo che elegge il governo.

Un paio di frasi su cui riflettere:

« Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo. » Vittorio Alfieri

« È meglio la peggiore delle democrazie che la migliore di tutte le dittature » Sandro Pertini

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience in breve sintesi il Fronte ha reso l'Eritrea libera e indipendente grazie alla sua tenacia e alle sue straordinarie capacità.

Il Fronte è l'Eritrea.

Questo lo sanno tutti gli eritrei e lo sanno i nemici dell'Eritrea, i primi ne sono orgogliosi gli altri...

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Su un tema così importante mi aspettavo meno ideologia e più argomantazioni da parte tua.
Ciò che hai scritto sono frasi di sola propaganda di cui non mostri un ragionamento alla loro base.

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience la mia non è una presa di posizione ideologica poichè come ho più volte ripetuto conservo nei confronti dell'Eritrea una posizione da osservatore.

Nella sua storia recente il popolo eritreo ha affrontato momenti di confronto interno anche molto forti nel meccanismo dei queli, nel rispetto del principio della autodeterminazione, non sono mai voluto entrare.

Se in seguito al tentativo di golpe del 2001 avesse prevalso la compagine incline al dialogo con l'Etiopia sostenuta da vari paesi fra i quali come detto l'Italia, e se questa avesse avuto l'appoggio del popolo ne avrei preso semplicemente atto.

Le cose sono andate diversamente e al momento saldamente al comando risulta essere ancora il Fronte evidentemente ancora sostenuto dal popolo.

Non a caso avevo posto alla attenzione la questione del Fronte, lo scopo era quello di sottolinerare ancora una volta la necessità di analizzare approfonditamente un fenomeno che è praticamente unico nel suo genere nel mondo.

Solo una corretta analisi politica di quel fenomeno può aiutare nella comprensione della complessa e delicata questione eritrea che credo sia sbagliato e superficiale cercare di valutare usando un metro di giudizio occidentale.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Veramente, il primo ad usare un metro di misura occidentale sei stato tu riportando la definizione democrazia: sono stati gli antichi Greci a svilupparla, a praticarla nel massimo del suo splendore e a tramandarla a noi. E' su questa definizione che l'occidente vede un modello a cui tendere e la Comunità internazionale si basa nel dare giudizi sui sistemi politici mondiali.

Ma anche valutando il fenomeno con parametri eritrei e non occidentali il giudizio rimane pressoché identico: come più volte detto in questo forum una buona parte del popolo eritreo NON è più con il presidente, con il governo. Si sta rendendo conto che le proprie condizioni peggiorano di giorno in giorno e che il governo non è in grado di migliorare le cose. Alcuni lo dicono, altri scappano all'Estero, altri piangono in silenzio nelle loro case. Ma ti garantisco che di gente ce n'è. Non sarebbe allora giusto preparare la strada al fine di dare facoltà al popolo di poter decidere del proprio futuro? Iniziare ad ammettere la pluralità politica, la libertà di associazionismo ed arrivare a delle libere elezioni?

Il governo, contrariamente, stringe sempre di più la sua morsa giustificando vuoi con la crisi con l'Eritrea, vuoi con Gibuti, vuoi con la Somalia, insomma con i mille problemi che l'Eritrea ha. Ma questo, altro non è che un modo per conservare il potere, sapendo che il consenso popolare sta sempre più scendendo. Infatti va ricordato che se uno Stato va male il primo ad essere interpellato per dare spiegazioni è il Governo di quello Stato.

Re: Grazie Presidente Isaias

Affermazioni quali “…una buona parte del popolo eritreo NON è più con il presidente…” o “…il governo non è in grado di migliorare le cose…” sono state tipicamente diffuse da quegli elementi che da tempo cercano di indurre nei distratti osservatori internazionali la sensazione che il male minore per l’Eritrea sarebbe una provvidenziale ingerenza umanitaria da attuarsi magari sul modello somalo.

Questo è gia avvenuto nel 1998 quando sembrava che l’Etiopia potesse “farsi carico” di questo impegno e con baldanza si impadroniva di vaste aree dell’Eritrea in realtà lasciate libere appositamente dalle forze armate di Isaias.

Solo alla vigilia di un nuovo tracollo militare etiopico è avvenuto il tardivo quanto provvidenziale intervento delle Nazioni Unite deciso per salvare il grande partner africano più che per reali ragioni umanitarie le quali quasi mai costituiscono la vera ragione di interventi del genere.

L’Eritrea anche in quella occasione si è rivelata un osso troppo duro da rosicare sul campo costringendo gli antagonisti a elaborare una nuova strategia mediatica basata sul tentativo di screditarla presentando presunte divisioni e crisi interne.

Personalmente trovo che la condotta del governo dal 1998 a oggi sia stata coerente e sostanzialmente corretta, ma quello che più conta che anche la gente eritrea fino a ora ha dato dimostrazione di condividere tali considerazioni.

Rimane il fatto che se con un cambio di umore gli eritrei decidessero di adottare misure di governo diverse da quelle attuali, mi limiterei a prenderne atto proseguendo nel mio percorso di cooperazione con il paese che amo per quello che è con tutte le sue asperità e contraddizioni.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Per forza che "la gente eritrea fino a ora ha dato dimostrazione di condividere tali considerazioni" non può fare diversamente altrimenti non si sa cosa gli può succedere...

Re: Grazie Presidente Isaias

Nel preparare la strada perché si instauri un governo davvero democratico, si approvi una costituzione ecc ecc non trovo nulla di male: tutt'altro, è proprio nel non fare questo che il governo si auto-conserva senza dare modo al Paese di costruire la propria Storia che, a differenza di ciò che pensano molti, non coincide con la storia del partito. Altrimenti buonanotte alla democrazia!

Costruire un sistema democratico non significa certo asservirsi al potere straniero: non è che se fai elezioni politiche periodiche o hai una tua costituzione sei schiavo di qualcuno. Anzi, è proprio nelle istituzioni democratiche che emerge la voltonà del popolo!

Perché il governo non fa nulla per questi temi? Vogliamo davvero credere che il motivo è la presenza etiope nei territori eritrei? Cosa centrerebbe questo? Non è forse che mantenendo alto il livello di tensione e timore sociale il governo mantiene il proprio potere? Se così fosse, oltre ad essere un modo deplorevole di amministrare uno Stato, bisogna fare attenzione ad una eventualità: quando le parole non bastassero più a tenere il popolo sul chi va là che cosa succederà? Non è che dalle parole si passerà di nuovo ai fatti?? Bisogna fare molta attenzione a lasciare cose importanti in mani poco affidabili...!

Re: Grazie Presidente Isaias

Personalmente sono assolutamente contrario a qualunque genere di ingerenza negli equilibri interni di un paese sovrano e le esperienze negative maturate da quando si è scelta questa strada per esportare il modello occidentale di democrazia sembrano dimostrare ogni giorno di più che tale tesi è corretta.

L’Eritrea ha dimostrato di essere i grado perfettamente di gestire le sue questioni interne affrancandosi da una devastante dominazione prima e difendendosi poi dalle nuove minacce alla sua integrità territoriale, e non ha bisogno di prese di posizione esterne per autodeterminarsi.

Il popolo eritreo non è topo e si rivolterebbe in massa contro il governo senza esitare un attimo se lo ritenesse necessario, così come ha gia fatto combattendo in massa un nemico tremendo e sanguinario come il Derg, figuriamoci se deve temere la cosiddetta “polizia politica”.

Probabilmente il confronto diretto sul campo è più congeniale a un paese abituato più ai fatti che non alle parole e costretto a difendersi combattendo, sta di fatto che dopo il fallimento della compagine militare ora, chi voleva una Eritrea soggiogata e annientata, deve assistere anche al fallimento della campagna mediatica studiata per screditare il paese e il suo governo che lentamente ma inesorabilmente stanno consolidando la loro posizione cardinale nella promozione della pace e della stabilità nel Corno d’Africa.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

ma come si fa a dire che è un paese che promuove la pace, quando è uno stato completamente militarizzato dove ovunque regna la paura?
non so se le ho viste solo io queste cose....
in un paese dove la forza lavoro è pressochè inesistente perchè è tutta al "fronte" come possiamo dire che si promuove la pace?

Re: Grazie Presidente Isaias

Non credo che le notizie diffuse dai media siano fasulle: tutti sanno che sono vere e chi non lo sapesse ci mette poco a verificarle già una volta entrato nella stanza dell'aeroporto di Asmara.

Qualunque posto si consulti prima di recarsi in Eritrea (ufficiale o ufficioso) riferisce le stesse cose che puntualmente ritrovi sul posto.

Allora dov'è la volontà di dire contro il governo? E' dicendo semplicemente ciò che il governo fa che si evince il suo fallimento.

Re:

Daniela con queste osservazioni mi convinco sempre di più che la realtà profonda e virtuosa dell'Eritrea vi sia ancora poco chiara.

Ho usato il plurale intendendo riferirmi anche a Patience e ad altri che, seppur meno assidui, con le loro affermazioni ancora dimostrano di non aver colto la autentica essenza della questione eritrea.

Perché si scateni la guerra occorrono due soggetti il primo attacca e il secondo reagisce.

Un modo di disinnescare lo scontro armato è quello di ricorrere alla azione diplomatica attraverso una mediazione o un arbitrato aventi l’obiettivo di comporre la vertenza e salvaguardare la pace.

L’Eritrea ha pienamente interpretato lo spirito democratico e pacificatorio posto alla base di tali azioni diplomatiche aderendo all’arbitrato con lo Yemen, aderendo all’arbitrato con l’Etiopia, realizzando la pace definitiva tra il governo Sudanese e i ribelli dell’est, ospitando la assemblea per la ri-liberazione della Somalia, evitando la scontro sul confine etiopico-gibutino, ospitando il gruppo di contatto per la questione Sudan-Ciad e riuscendo a difendere la pace all’interno del paese dalla pace di Algeri a oggi.

Non si può non sottolineare che nel frattempo la Somalia veniva invasa dall’Etiopia, l’Etiopia veniva scossa dalla feroce repressione studentesca seguita alle proteste per i pesanti brogli elettorali che hanno mantenuto al potere illegittimamente un premier e una amministrazione non più rappresentativi del popolo, il Sudan vacillava sotto i colpi di problematiche come quella del Darfur e del Ciad e il Kenia si spaccava a causa di altri pesanti brogli elettorali.

S.E. Gaetano Martinez Tagliavia ambasciatore italiano ad Asmara nel presentare le sue credenziali al presidente Isaias affermò che “…per quanto riguarda il ruolo del governo dell’Eritrea nel Corno d'Africa, specialmente nella questione sudanese e somala, tutti i governi stanno cominciando a capire questo ruolo positivo e che il governo dell'Italia loda e sostiene gli sforzi dell’Eritrea…”.

Frase di circostanza si dirà, ma a ben vedere fin troppo esplicita nei riferimenti.

Quanto alla presunta militarizzazione del paese evidentemente è opportuno ricordare che i ragazzi dopo la scuola militare di Sawa e il completamento degli studi vengono inseriti nei programmi denominati Warsai Yikaalo per lo Sviluppo Nazionale destinati come dice il nome stesso alla realizzazione di opere pubbliche.

Qualcuno sostiene che partecipare alle campagne di lavoro ancorché destinate al progresso del paese siano una piacevolezza?

No, nessuno perché per quanto patriottico ogni giovane sano di mente preferirebbe fare qualunque altra cosa piuttosto che impegnarsi in quel lavoro, ma rimane il fatto che per gli eritrei le alternative al momento sono peggiori e comprendono sia l’invasione etiopica che la emigrazione clandestina.

A noi italiani il compito di protestare fermamente in ambito Onu per aver consentito all'Etiopia di rimandare gia molti anni la applicazione di quel verdetto immodificabile che si ostina illegalmente a ignorare, costringendo l'Eritrea a mantenere attivo l'apparato di difesa nazionale.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Sig. Pettini, ma da quant'è che non va in Asmara? Le cose cambiano in fretta... Ho sentito di gente ha vissuto gli ultimi 4 anni in eritrea e ciò che c'era 4 anni fa è totalmente diverso da ciò che c'è oggi. Se una volta si campava bene, ovvero inflazione più bassa e offerta merci più ampia, oggi il costo della vita è tremendamente alto e non c'è il pane per tutti. Crisi internazionale? Certo, ma anche politica economica suicida; qui nessuno vuole aprire i confini in nome del mercato libero (che fa subito a divenire 'selvaggio' ), ma un'apertura basata sullo scambio equo e controllato darebbe nuova linfa al sistema eritreo.

Re: Grazie Presidente Isaias

…Se una volta si campava bene, ovvero inflazione più bassa e offerta merci più ampia, oggi il costo della vita è tremendamente alto e non c'è il pane per tutti…

Questo neanche da noi, aggiungerei io, considerando che la affermazione potrebbe valere per un qualunque altro paese europeo e avere ancora un senso, ma riferita all’Eritrea francamente fa sorridere per la sua involontaria ingenuità.

Fossero questi i problemi del Corno d’Africa; sono convinto che somali, moltissimi etiopici e altrettanti sudanesi pagherebbero oro per avere problemi del genere; per non parlare di altri in condizioni anche peggiori.

Lei Tulipano è un esperto di economia in grado di spiegare come si realizza un sistema basato sullo scambio equo e controllato in assenza di valuta pregiata?

Si rende conto di quanto costi allo stato la fornitura di energia elettrica, il sistema di autotrasporto pubblico, la distribuzione dell’acqua, il sistema di telecomunicazioni telefoniche e televisive, beni essenziali come il cemento e la farina ecc, rispetto alle tariffe applicate al pubblico?

Non crede che in un momento di aumento folle del prezzo del petrolio che ha messo in ginocchio economie collaudate, mandato in fumo risparmi e posti di lavoro, innescato guerre fratricide, l’Eritrea sia da ammirare per come ha gestito l’emergenza evitando la catastrofe economica endemica in gran parte dell’Africa?

Mi creda vado in Eritrea abbastanza frequentemente da meravigliarmi ogni volta di più della tenacia del popolo eritreo e del suo governo capaci di non piegarsi di fronte a nessun tipo di contrarietà, e di proseguire imperterriti nel proprio cammino.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Io non credo che in Eritrea ci si assenza di valuta pregiata...Pensare questo significa condannare lo Stato eritreo alla povertà perenne!!

Forse c'è poca merce di scambio, ma io credo che l'Eritrea ha molte potenzialità molto mal sfruttate! E non mi riferisco certo a quei giagimenti che si andranno a sfruttare.

Ma scusate...il turismo, come qualcuno aveva già scritto, srebbe una potenzialità enorme per l'Eritrea. Il mare, prima di tutto.
E poi le industrie che si potrebbero installare visto che l'eritrea ha strade, ferrovia (anche se non funziona) e porto.
Il clima è poi buono anche per qualche cultura anche se la terra fertile non è molta. Ma di grandi appezzamenti agricoli ce ne sono già stati.

E allora? Perché non si potenziano tute queste cose?
Non so se sia vero ma giungono notizie del fatto che l'Eritrean Airlinea ha ridotto di molto i voli e alcuni alberghi ad Asmara chiudono. Spero non sia vero, ma se fosse vero ciò dimostra che la gente in Eritrea non ci va; che il governo sta camminando in direzione opposta.

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience la valuta pregiata in possesso del governo eritreo è riservata al fabbisogno pubblico, parlando di mancanza di valuta ci si riferisce a riserve extra da destinare al commercio con l’estero degli imprenditori privati.

Le potenzialità commerciali in Eritrea come gia più volte detto sono considerevoli e ruotano soprattutto sulle Free Zone di Massaua, Assab e Tesseney, mentre il rilancio della ferrovia è legato alla ultimazione dei lavori di costruzione del cementificio di Massaua che avverrà nei prossimi due anni.

I terreni fertili del bassopiano sono quelli che hanno beneficiato della maggiore attenzione da parte del governo per la loro importanza strategica nella assicurazione della alimentazione.

I progetti più importanti realizzati nel campo dell’agricoltura sono stati quelli relativi alle dighe e agli impianti di diversione delle acque piovane, dell’introduzione di sistemi di irrigazione moderni e controllati, di metodi di coltura sperimentali e di nuove tipologie di colture agricole.

Credo sia stato fatto il possibile in tutti campi, ma la negativa congiuntura internazionale e lo stato di non guerra non pace in cui versa il paese scoraggiano gli investitori e ritardano il progresso.

Ci vogliono, umiltà, pazienza e perseveranza e l’Eritrea ne ha a sufficienza di tutte e tre; perchè non sfruttare le permanenze nel paese per trarne esempio e profitto?

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Io, tutte queste cose he dici tu non è che le abbia viste molto...Più che altro non se ne vedono proprio gli effetti.

Se ti vai a scaricare il report della FAO da due dati allarmanti:

dal 2001 mentre le importazioni in senso assoluto sono diminuite (il saldo della bilancia commerciale è comunque pesantemente negativo), sono aumentate le importazioni di generi alimentari.

dal 2001 la produzione agricola interna al Paese è diminuita in termini assoluti, ma una ancora più significativa diminuzione si è avuta considerando la produzione agricola pro-capite.

Infine ti faccio una domanda: Come è possibile che uno stato attragga investimenti ed investitori esteri adottando la politica di chiusura totale verso l'occidente che è attualmente in atto?

E' di pochi giorni fa la notizia che il governo eritreo ha siglato accordi economici con l'Iran. Ma io dico, i casini se li vanno a cercare proprio con il lanternino!! Se ti devi trovare un partner commerciale, ti vai a scegliere l'iran?

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience i dati prodotti dalla Fao purtroppo dimostrano, per sua stessa ammissione, il suo fallimento nel conseguimento dell’obiettivo di riduzione della fame nel mondo entro il 2015, il cosiddetto Millennium Gol.

Troppo grande l’obiettivo, troppo grossolani gli errori di valutazione e di approccio alla fondamentale problematica della sorte dei paesi africani prima depredati senza alcun riguardo e ora praticamente abbandonati a se stessi, ma soprattutto mancanza di volontà da parte di quei paesi che avevano sottoscritto la loro adesione al progetto versando poi solo frazioni di quanto si erano impegnati a dare.

Molti presidenti africani hanno cercato di modificare questa tendenza avanzando direttamente alla Fao richieste mirate nel tentativo di sfruttare al meglio i pochi fondi a disposizione, ma dal vertice tenutosi Roma nel giugno scorso oltre alle promesse di rito non è uscito null’altro.

L’Eritrea di fronte a questa evidenza si è rimboccata le maniche e ha concentrato tutte le sue energie sul potenziamento delle attività agricole dichiarandole priorità nazionale, ha attivato progetti con molti partner internazionali allo scopo di migliorare le tecniche di coltura, ha promosso progetti di selezione delle sementi e l’introduzione di sistemi di irrigazione forzata in sostituzione di quella casuale delle piogge, ha realizzato innumerevoli opere idrauliche piccole e grandi per prevenire il dilavamento dei terreni fertili e garantirsi riserve di acqua.

Lo stesso presidente Isais parlando di fronte ai 500 partecipanti dei 183 paesi convenuti ha illustrato tutti gli sforzi fatti dal paese secondo le linee guida del Millenniun Goal, e ha esortato la Fao a farsi carico dei suoi impegni. (Vedi discorso di Isaias alla Fao)

A riguardo delle tue obiezioni sugli investitori stranieri devo sottolineare che il vero freno non è costituito dalla cattiva volontà del governo, ma dalla recessione internazionale e dall’incertezza provocata dalla presenza etiopica. (Vedi Commercio e imprenditoria su Eritrea Eritrea)

Gli accordi stabiliti con l’Iran poi sono di cooperazione e dello stesso tipo di quelli esistenti con moltissimi altri paesi europei e non, inoltre l’Iran, come la Somalia e il Sudan, aiutarono moltissimo l’Eritrea durante la guerra per l’indipendenza e di questo l’Eritrea non si può dimenticare.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Leggo questo topic e trovo delle affermazioni incredibili, soprattutto dal momento che lei, Stefano, si crede portatore di un'asoluta verità riguardo l'argomento Eritrea:

"Quanto alla libertà di movimento al mio arrivo ad Asmara la prima cosa che faccio è quella di chiedere come tutti i turisti (i cittadini eritrei non hanno alcuna limitazione) un permesso di libera circolazione in tutte le zone consentite per l’intera durata della mia permanenza e già alla sera sono in grado di muovermi liberamente"

ASSOLUTAMENTE FALSO. Gli eritrei non sono affatto liberi di muoversi all'interno del paese a loro piacimento.

"In Eritrea nessuno è lasciato morire di fame dalla notte dei tempi, è infatti tradizione antica e patrimonio genetico e culturale degli eritrei che qualunque risorsa, specie nel bisogno, sia ridistribuita in maniera capillare, e per quanto poco ci sia a disposizione qualcosa arriva a tutti."

Quindi la malnutrizione e le conseguenti morti per tale ragione sono una pura nostra invenzione. Gli sprechi alimentari ed economici a discapito del popolo che non arriva a sfamarsi l'ho sognato di notte mentre di giorno vivevo in un'oasi felice del benessere e dell'equa spartizione delle risorse... meno male, m'ero preoccupata!


"Rispetto ad allora le cose vanno molto meglio, da otto anni in Eritrea regna la pace e ognuno trova di che vivere; in Eritrea non c’è nulla che giustifichi i rischi che quei ragazzi si assumono.

Molti lo hanno capito e vorrebbero tornare, il governo eritreo con la calda accoglienza riservata ai rimpatriati forzatamente da Malta ed Egitto ha dimostrato che le cose stanno diversamente da come vengono descritte dai nemici del paese; ora sta ai migranti decidere se raccontarsi frottole e continuare a vivere da diseredati o tornare al loro bellissimo paese e vivere dignitosamente."

Anche questo assolutamente FALSO.
I giovani scappano perchè sentono di vivere in una Nazione dove non hanno futuro, dove della loro vita viene deciso dall'alto, dove sono pedine da muovere su un'immensa scacchiera e devono pregare di essere posizionati nella casella migliore per non morire e ritagliarsi uno straccio di vita decente.
Questa è la realtà. La verità è che il National Service non gli consente di vivere una vita dignitosa, i pochi che riescono a svincolarsi da quest'obbligo e magari anche ad avere un lavoro (i più fortunati) riescono comunque a malapena a vivere.
Scappare è un grande dolore per loro, lasciano l'amatissimo paese, l'adorata famiglia ed è una scelta che al momento è per sempre.
Sì, è una scelta definitiva, la fuga non è accettata dal governo e la calda accoglienza di cui tu parli è il carcere. Questo ho visto.

Le sue presunte verità non mi sembrano tanto vere.

Re: Grazie Presidente Isaias

Moma non faccia l’errore di credere di avere a che fare con una persona disinformata o incompetente, e tenga in considerazione che il sito web Eritrea Eritrea non è stato realizzato per fare del proselitismo o per creare movimenti di opinione, ma per la semplice condivisione di informazioni e idee fra quanti frequentano, conoscono e amano l’Eritrea e la sua gente.

Eritrea Eritrea viene letto principalmente da eritrei che conoscono bene l’Eritrea e amano l’Eritrea, dai loro figli alla ricerca delle loro radici e anche da molti italiani che come me conoscono molto bene il paese e hanno piacere a tenersi informati.

Ho volutamente ripetuto più volte la parola conoscere perché ritengo che la conoscenza del paese sia una questione essenziale.

Infatti chiunque conosca il paese perché vi si reca ogni anno sa benissimo che non esiste alcuna limitazione ai movimenti dei cittadini eritrei purché in possesso della ID card, e che gli unici eventualmente sottoposti a controlli sono i ragazzi impegnati nel national service.

Curioso che lei nonostante i suoi pressanti impegni istituzionali e il poco tempo a disposizione abbia avuto tempo e modo di indagare questioni come il rimpatrio dei migranti illegali, la fame e la distribuzione dell’acqua e le correlazioni di queste problematiche con presunte inefficienze delle autorità, e anche svolgere indagini statistiche sulle aspettative dei giovani al fronte.

Strano anche che lei forte della sua esperienza nel paese anziché utilizzare il forum per chiedere che gli sforzi a favore dell’Eritrea vengano aumentati per compensare gli effetti nefasti della recessione mondiale, senta il bisogno di assumere una posizione critica nei confronti di questo sito e di chi lo gestisce, e più in generale del paese che l’ha ospitata.

Prima di fare ricorso alla stucchevole retorica dei giovani che lasciano un paese dove “la loro vita viene decisa dall’alto” la inviterei ad andare a conoscere di persona questi poveri ragazzi disperati spesso neanche ventenni che per il paese non hanno speso neanche un minuto della loro vita e che per il loro egocentrico e sconsiderato desiderio di benessere personale hanno dilapidato cifre sufficienti a comprare tonnellate di lenticchie per l’ospedale di Ghinda se non per la loro famiglia.

Venga a conoscere questi ragazzi che sono tanto prostrati dalla loro vita in patria, ma con energie a sufficienza per percorrere a piedi i venti chilometri per recarsi dal loro punto di raccolta fino a Roma per protestare contro il rilascio di visti di tre mesi ritenuti insufficienti mentre lo pretendevano di cinque anni.

Curioso anche che tutti indossassero la medesima maglietta con stampato il loro slogan.

Spirito organizzativo o manipolazione?


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Chiedo scusa se forse il mio tono è risultato troppo definitivo.

Ma vedo che anche lei mi dà ragione sul fatto che non tutti gli eritrei sono liberi di muoversi (forse avrei dovuto scrivere così).

Quando parlo dei giovani che scappano non intendo ogni singolo giovane, forse anche lei nell'includerli tutti in un'unico calderone commette l'errore di crederli tutti uguali e tutti mossi da egocentrismo, trascurando chi soffre nel prendere determinate decisioni.

Insomma, non ho scritto, nè insinuato che nel sito si scrive per proselitismo nè che si scrivono solo menzogne, nè tantomeno che lei sia disinformato, ho solo estratto alcune sue affermazione che non mi sembravano tanto vere.
Non capisco perchè lei continui a dipingermi come un'ostile nei confronti dell'Eritrea, niente di più lontano dalla mia persona.
Volevo solo condividere le mie opinioni che tra l'altro sono passibili sempre e comunque di cambiamenti a seguito di un confronto.
Se qui non è possibile questo confronto in maniera serena così come ho iniziato posso smettere di scrivere. Mi dispiacerebbe perchè la conoscenza passa molto attraverso il confronto.

Re: Grazie Presidente Isaias

Moma facciamo un passetto indietro; la nostra foga dimostra il tanto amore per quello che facciamo e quello in cui crediamo, ma rischia di rovinare il dialogo riducendosi involontariamente a una sterile diatriba personale.

Come ho gia scritto nella risposta sull’altro 3d non ho neanche per un momento dubitato della sua assoluta buona fede o messo in dubbio la sua onestà intellettuale, del resto ampiamente dimostrata dal suo importante impegno professionale a favore dell’Eritrea.

La prego di continuare a offrire il suo prezioso contributo anche attraverso la sua partecipazione a questo forum seguito anche da giovani che si sono affacciati di recente al mondo della cooperazione e del volontariato.


Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

... la inviterei ad andare a conoscere di persona questi poveri ragazzi disperati spesso neanche ventenni che per il paese non hanno speso neanche un minuto della loro vita e che per il loro egocentrico e sconsiderato desiderio di benessere personale hanno dilapidato cifre sufficienti a comprare tonnellate di lenticchie per l’ospedale di Ghinda se non per la loro famiglia...

Tu staresti dicendo che la nuova generazione eritrea è egocentrica, egoista, marcia??
Ma tu lo sai come vivono i giovani in Eritrea? Ma tu hai vissuto la tua giovinezza come loro? Se sì, la consiglieresti al tuo peggior nemico?
Che dilapida ricchezze? Ma quali ricchezze che non ci sono più soldi per fare niente in Eritrea? Voglimo andare a vedere i dati sulla produzione interna? Sulla produzione agricola? Sulla bilancia commerciale che è in un rosso spaventoso?
Cosa devono fare questi giovani? dar man forte ad un governo che li trascina verso il baratro?

Sai cosa dicono i ragazzi che scappano atteaverso il Sudan riscindo di essere arrestati ed uccisi? Che tanto a restare in Eritrea si muore comunque, tanto vale rischiare e scappare. Tu questo lo chiami egoismo? Io la chiamo disperazione. Dovresti smettere di sputare sulla sofferenza e mistificare le disgrazie di quella gente che dici di amare!

Re: Grazie Presidente Isaias

"Moma facciamo un passetto indietro; la nostra foga dimostra il tanto amore per quello che facciamo e quello in cui crediamo, ma rischia di rovinare il dialogo riducendosi involontariamente a una sterile diatriba personale. "

Su questo sono perfettamente daccordo e faccio volentieri un passo indietro, in primo luogo perchè l'Eritrea, non trarrebbe nessun vantaggio da una nostra personale discussione e secondo perchè non c'è motivo di acredine dato che entrambi desideriamo il meglio per il paese.

Sarei davvero felice di contribuire come posso partecipando ancora agli scambi d'idee su questo forum.

Re: Grazie Presidente Isaias

Mi trovo molto daccordo con Patience.. Tutti i miei amici eritrei che vivono qui in Italia e che sono scappati mi dicono le stesse cose... Giù non hanno altra prospettiva che servire un Paese anni e anni, senza la possibilità di costruirsi una vita e mantenere la propria famiglia... Sono disperati, è la forza della disperazione che li spinge ad affrontare un lungo viaggio senza sapere se mai arriveranno... e non possiamo fargliene una colpa...
Credo che anche loro rimarrebbero volentieri non loro paese che nonostante tutto amano alla follia, ma non hanno alternative... e ripeto ancora una volta che secondo me non è giusto giustificare qiesta situazione dando la colpa all'Etiopia...se si va avanti così non resterà più nessuno o perchè scappano o perchè muoiono di fame e allora a chi importerà dei confini?

Re: Grazie Presidente Isaias

inoltre non si può costantemente addossare la colpa dei propri fallimenti e mancanze a elementi esterni: questo è un atteggiamento puerile e irresponsabile così come ci hanno insegnato i nostri genitori.

Re: Grazie Presidente Isaias

Fa sempre piacere assistere alle manifestazioni di fervore e solidarietà giovanile come dimostrato dal sostegno ai migranti eritrei, ma credo sia anche doveroso attenersi alla realtà per evitare facili strumentalizzazioni.

E ‘ necessario e doveroso infatti sottolineare che le alcune centinaia di ragazzi eritrei che fortunosamente arrivano in Italia, al di là delle motivazioni che li hanno spinti a fare quella scelta, rappresentano solo una esigua minoranza a fronte della quale c’è una realtà in patria costituita da molte altre centinaia di migliaia di giovani.

Per questo non credo affatto che le nuove generazioni di giovani eritrei siano egocentriche, egoiste e marce, ma solo che una esigua minoranza di questi giovani ha perseguito progetti personali lasciando il lavoro duro ad altri.

E’ evidente che non è proprio possibile generalizzare cercando di sostenere che “i giovani fuggono dall’Eritrea” come se si trattasse di un esodo biblico, in verità la stragrande maggioranza di loro è impegnata nel durissimo lavoro di sostegno e difesa del paese.

I giovani che si allontanano dall’Eritrea rappresentano una percentuale che, per quanto assolutamente superiore a quanto accadeva fino a pochi anni fa, rimane decisamente entro limiti fisiologici.

Inoltre non si può tacere, come gia ripetuto molte altre volte, che l’età media di questi migranti è così bassa e il loro stato di salute così buono da rendere estremamente difficile credere che siano fuggiti da chissà quale patimento.

Come è noto poi i viaggi cosiddetti della speranza costano svariate migliaia di euro o dollari regolarmente pagati dai parenti che vivono all’estero nella errata convinzione di essere in qualche modo di aiuto alle famiglie di origine, e che con questa loro scelta sottraggono economie importanti proprio a chi vorrebbero aiutare.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

ma come mai il governo eritreo al posto di far rischiare la vita a questi ragazzi che scappano di nascosto, non concede loro regolari visti di uscita di modo che possano viaggiare tranquillamante tramite aereo? Ovvero non si comporta come quasi tutti gli altri stati del mondo?
Come dici tu se chi vuole uscire dal Paese è un'esigua minoranza non c'è da temere. Inoltre la libertà di movimento è un'altro di quei diritti fondamentali dell'uomo che la comunità internazionale ritiene che debba essere tutelato.

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience paradossalmente molti di loro avrebbero per varie ragioni anche titolo al visto di uscita, ma il vero ostacolo che risulta essere insormontabile è che le grandi ed evolute democrazie occidentali non concedono loro il visto di entrata.

In buona sostanza i migranti sono clandestini non perchè sprovvisti del visto di uscita, cosa che riguarda solo il paese di origine, ma perché sprovvisti di quello di entrata.

Le grandi e illuminate democrazie di cui sopra concedono detti visti solo per gravissimi motivi umanitari e comunque solo a clandestini gia presenti sul suolo nazionale, con la conseguenza che i migranti riferiscono e sottoscrivono storie tremende pur di ottenerli.

Prima di affermare: “ …la libertà di movimento è un'altro di quei diritti fondamentali dell'uomo che la comunità internazionale ritiene che debba essere tutelato…” bisognerebbe aver ben compreso che è proprio la comunità internazionale la prima a porre ogni possibile ostacolo a tale libertà di movimento. (Vedi accordi di Tripoli)

Gli aventi diritto ricevono regolarmente il visto di uscita, un esempio per tutti mia moglie che dopo cinque anni di national service ha chiesto e ottenuto, il congedo militare, il visto di uscita e dopo una penosa trafila burocratica quello di ingresso in Italia.

Vero è che questo risale al 2002 quando nel paese ogni giorno arrivavano dal fronte camion pieni di ragazzi congedati e si viveva l’euforia del passato pericolo per il tentato colpo di stato e quella del verdetto della Commissione Confini che avrebbe dovuto chiudere definitivamente la vertenza con l’Etiopia; peccato che poi l’illusione sia svanita e l’Etiopia abbia sempre di più consolidato le sue posizioni sul territorio eritreo con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono vedere).

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

A proposito di visti di uscita, che voi sappiate, dopo l'anno trascorso a Sawa, un ragazzo puo' ottenere un visto di uscita per turismo e passare un mese in Italia? Le autorita' italiane sembra concedano un visto turistico di ingresso, dietro garanzia dell'ospitante (italiano) che il ragazzo tornera' in patria, ma non conosco la trafila per ottenere un visto di uscita.
Grazie a tutti quelli che vorranno rispondermi.

Re: Grazie Presidente Isaias

Per quello che ne so casi particolari vengono discussi di volta in volta valutando nel complesso la persona che avanza la richiesta, le motivazioni della stessa, il rendimento scolastico e la documentazione allegata.

Naturalmente una lettera di invito ben fatta e contenente anche dettagli riguardanti lo scopo della visita, magari di studio o formazione, e un impegno formale da parte della persona che invita al rispetto delle regole e dei tempi di rientro in patria del richiedente, potrebbe favorire un esito favorevole.

Naturalmente va tutto predisposto con molto anticipo rispetto alla data ipotetica della vacanza.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Grazie Stefano. Secondo te quanti mesi di anticipo occorrono?
Un'altra domanda scusa se ne approfitto: a chi ci si deve rivolgere per inoltrare la domanda?
Grazie mille

Re: Grazie Presidente Isaias

La documentazione deve essere presentata dal ragazzo stesso al suo comando militare il quale farà le sue valutazioni.

Ovviamente la lettera di invito dovrà preferibilmente essere scritta in inglese e come ho detto contenere quanti più dettagli sia possibile.

Meglio ancora se chi invita dall’Italia si presenta all’ambasciata eritrea a Roma o al consolato eritreo a di Milano per autenticare una traduzione in tigrino da allegare.

Per i tempi non c’è una regola, prima si parte meglio è.

Se posso dare un consiglio prima di ogni altra azione verificherei con attenzione la reale disponibilità della ambasciata italiana di Asmara a rilasciare il visto per turismo.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Guarda che io con i visti ci lavoro! Non devi dare false illusioni. Il governo eritreo non concede visti di uscita: fino a 54 anni per gli uomini e 47 per le donne. E' tutto chiuso, bloccato. Sanno benissimo che quelli che escono con il visto a casa non ci tornano più. Senza considerare tutti i soldi che bisogna spendere per ottenere il visto. E per chi ti invita: se è italiano ancora ancora, ma se è eritreo gli fanno il terzo grado e scoprono che non sta pagando le tasse al governo eritreo o cose simili addio visto.

Il tuo era un caso diverso: tu hai fatto venire tua moglie.

Infine ti posso dire che, almeno per l'Italia, problemi con i visti di ingresso non ce ne sono. Se vai all'ambasciata, però, prima di mettersi dietro a farti le carte ti chiedono subito se hai avuto quello d'uscita, perché è ottenere quello il problema. Questo è dovuto all'assenza di una vera e propria legge in materia: sono i funzionari dei vari ministeri che nel giro di poco tempo cambiano le regole; se fino a ieri si poteva uscire oggi non si può più, domani chissà forse sì forse no. L'Italia, con tutt le ue lungaggini, ha almeno il pregio di avere una legge. Per ottenere un visto non c'è bisogno di vedere caso per caso o parlare con il potentato di turno. Te lo so dire anche io se entri oppure no. Situazione diversa è in Eritrea dove l'assenza di regole definite permette a chi ha il potere di comportarsi come vuole.

Re: Grazie Presidente Isaias

Patience evitiamo di fare continuamente confusione, io e mia moglie ci siamo sposati in Italia alcuni mesi dopo il suo arrivo, quindi ha lasciato l’Eritrea come comune cittadina e per questo ho dovuto penare all’ambasciata italiana di Asmara.

Il resto della tua esposizione ancorché caotica conferma quello che ho detto io, ci sono valutazioni caso per caso proprio perché per regola un permesso di espatrio non sarebbe previsto durante il periodo di servizio militare.

Oltre a questo chi ha posto il quesito si è presentato come Nicola e quindi c’è da ritenere sia italiano.

Coerentemente con questo presupposto ha dato una mia risposta, se avessi immaginato che oltre che di economia, politica internazionale, turismo e trasporti ti occupavi pure di visti avrei lasciato a te il compito di dare una risposta competente all’amico Nicola.

Patience contributi come i tuoi fanno la fortuna di chi si occupa costruttivamente dell’Eritrea perché ogni tuo intervento aumenta la consapevolezza in chi legge di quanto siano scarse le argomentazioni di chi tenta di screditare il paese e il suo governo, e allo stesso tempo quanto alto il grado di mistificazione delle notizie propalate.

Come a dire che sia si tratti di visti, aerolinee, alberghi o di qualunque altra cosa ogni occasione è buona per essere strumentalizzata.

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Suvvia non litigate sempre.
Ringrazio Stefano per le sue risposte, e anche Patience per voler accendere le luci sui tanti problemi che forse Stefano tende a far passare in secondo piano.
Comunque sì sono italiano e mi piacerebbe portare in Italia per un mesetto, la prossima estate, un ragazzo che attualmente si trova a Sawa. Lo conosco da anni e so che tornerà indietro e che non scapperà. In ambasciata d'Italia ad Asmara sono daccordo (a parole) sul rilascio del visto, previa mia garanzia sul rientro (a pena di una denuncia, in caso contrario). Sto quindi cercando informazioni su come sia possibile ottenere un exit visa (ma la vedo un po' grigia)...
Comunque ancora grazie a tutti e vi prego di postare eventuali nuove informazioni e notizie che per me si riveleranno utilissime.

Re: Grazie Presidente Isaias

Nessun litigio Nicola, se la pensassimo tutti allo stesso modo la vita sarebbe assai noiosa.

Tuttavia è inutile negare che non sempre è possibile instaurare un dialogo rispettoso e costruttivo a causa di persone che per età o temperamento preferiscono sentenziare piuttosto che dialogare.

Dal modo di presentarsi e di esprimersi Patience può essere considerato un valido esempio di questa tipologia di persone anche se confido che con il tempo possa ravvedersi ( non sui contenuti ma sui modi di esprimerli).

Stefano Pettini

Re: Grazie Presidente Isaias

Certo che, se ad essere attendibili sono solamente le fonti governative e ad essere veritieri sono solamente gli articoli che dicono bene del governo e delle sue zioni, siamo davvero messi male!
Questa non è informazione ma propaganda. Sostenere queste idee non è onestà intellettuale ma ideologia. Proprinare solamente un certo tipo di notizie fa male sia agli italiani che leggono sia agli eritrei che subiscono quanto accade.

Ogni uomo ha le proprie opinioni Pettini. Religioso, politico o poveraccio della strada. Ogni uomo ha il diritto ed il dovere di esprimerle rispettando la libertà altrui ed il buon senso.

Il governo eritreo, impersonato dal signor Isaias Afwerki e dai suoi ministri, impedisce l'espressione libera di qualsiasi idea o opinione critica nei propri confronti da qualsiasi fonte arrivi: diplomatici, religiosi, uomini comuni. Verso i diplomatici pone in essere la campagna del discredito, ai religiosi si da l'espulsione o non si rinnova il permesso di soggiorno (che è la stessa cosa di fatto) in quanto persone non gradite, mentre ai poveri cittadini dissenzienti è riservata la galera oppure li si fanno sparire.

Bello vero? Sentiamo, chi ha ancora il coraggio di dire che in Eritrea non c'è la dittatura?!
C'è forse qualcuno così tanto audace che sostiene che la tirannide è una forma di governo desiderabile?

Questi sono i fatti! I fatti che ho visto, che molti hanno visto. Questa è la triste realtà di un grande popolo.

Grazie presidente Isaias

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