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Re: dalle proteste alle proposte

"Nessuno" Lei afferma: “In modo particolare il goe che essendo in posizione di forza e quindi di responsabilità, di fatto non dimostra nessuna apertura tesa a favorire un riavvicinamento con i propri cittadini dissidenti”, questo non è del tutto vero poiché il governo ha dimostrato di essere estremamente tollerante e bendisposto nei confronti di chi è espatriato illegalmente e ha chiesto di rientrare in Eritrea tanto da disporre una amnistia per il reato di emigrazione clandestina ferme restando le conseguenze per eventuali responsabilità di altro tipo.

Vero è che chi a suo tempo è espatriato illegalmente non lo ha fatto per esprimere dissidenza, ma molto più prosaicamente nell’illusione di poter migliorare le condizioni di vita sua e della sua famiglia, ma è pur sempre un problema sociale che andava affrontato e risolto.

Poi lei aggiunge: “ergo il goe prosegue per la sua strada incurante di tutto e di tutti, nessuna apertura possibile a pareri diversi dalla sua”.

Se legge bene la mia affermazione “ma ferma rimane la realtà di un paese che con la massima coerenza prosegue incrollabile sulla sua strada” si rende conto che parlo di Paese e non di GoE.

Paese dunque inteso in tutta la sua interezza laddove il GoE ne è solo la legittima espressione.

Come si può sintetizzare il concetto di “legittima espressione” in mancanza di un tipo di “certificazione” che ci è stato inculcato essere ottenibile solo attraverso una consultazione elettorale?

Probabilmente basta guardare agli esiti dei fatti culminati con l’arresto dei G15 o della “Primavera araba” che ha sconvolto molti paesi senza neanche sfiorare l’Eritrea o ancora il recente episodio del gesto inconsulto che si è consumato presso il ministero dell’Informazione.

Nessuna reazione da parte della popolazione in patria, ne all’estero dove la diaspora avrebbe avuto la possibilità, al pari di moltissime comunità di esuli di altri paesi, di coagularsi intorno a un movimento di opposizione organizzato e influente che avrebbe trovato ogni possibile appoggio politico ed economico da parte dei paesi ospitanti, ma che nel caso della Diaspora eritrea non è neppure mai nato.

Tornando al tema del 3d la mia opinione è che andrebbe dato massimo impulso a un movimento che chiedesse in tutte le sedi legali il pieno riconoscimento dei diritti derivanti dagli accordi di Algeri come precondizione per qualunque altra istanza da presentare al GoE.


Stefano Pettini

Re: dalle proteste alle proposte

Pettini, il riavvicinamento tra le parti auspicato non può essere riferito a una dubbia e parziale amnistia, in termini numerici nulla tanto da essere considerata solo mossa propagandistica, ininfluente rispetto alle problematiche ben più importanti quali la costituzione dello stato, quella dei diritti civili e quella dello sviluppo economico, ed è palese che la prima mossa deve necessariamente venire da chi attualmente ritiene di detenere la posizione di forza maggiore.

Altra considerazione, non è con dimostrazioni di tolleranza paternalistica, di buonismo peloso e concessioni che ricordano gestioni di antichi califfati che il goe/isais deve dare dimostrazione di corretta rappresentanza politica bensì deve agire in forza delle leggi dello stato di diritto da tutti riconosciute.

Che il goe/isaias, e solo lui, prosegue sulla sua strada è evidente in quanto attualmente è la sola entità che determina la politica generale in eritrea, non avendo altri mezzi riconosciuti legali per dimostrare il contrario, al goe/isaias e solo a lui compete essere imputato di quanto succede nel paese, nel bene e nel male.

Pensare che il solo fatto di non avere aderito a movimenti di protesta nel paese debba essere considerato un appoggio alle politiche del goe/isaias è presuntuoso e privo di ogni supporto serio. La partecipazione popolare che dimostri questa sua convinzione allo stato attuale non esiste.

Il non farlo oggi non preclude possa farlo domani, il solo fatto che le proteste sono via via più incisive rende di fatto possibile che la prossima prevedibile dimostrazione di forza sia ben più dirompente e violenta.

Il fatto che due o chissà quanti mezzi corazzati siano stati impiegati nell’ultima protesta di piazza non è stato una cosa da niente, nulla di è successo di irreparabile e sanguinoso, ma se avessero sparato cosa sarebbe successo?
Vuole il goe arrivare ad avere il paese diviso e insanguinato di lotta fratricida?

C’è chi è convinto che considerazioni generali di molti su questi argomenti siano solo visioni di impenitenti cassandre, potrebbe essere, per quel che mi riguarda so per certo che esistono anche gli struzzi.

Comunque è certo che le dimostrazioni di dissidenza effettuate in tempi diversi certificano che anche all’interno l’appoggio totale del paese al goe non esiste.

Bando alle supposizioni di parte, se si vuole la risposta sull’effettiva rappresentanza politica del goe esiste il mezzo, dare seguito alla costruzione effettiva dello stato con le basi già in essere riposte in un cassetto e indire libere e serie elezioni nazionali che stabiliscano la volontà popolare.
L’impressione è che il non volere intraprendere questa strada dimostra solo che il goe/isaias abbiano il sentore diretto degli umori delle genti e abbia paura di un risultato negativo.


nessuno

Re: dalle proteste alle proposte

“Nessuno” lei afferma: “…il goe/isais deve dare dimostrazione di corretta rappresentanza politica bensì deve agire in forza delle leggi dello stato di diritto da tutti riconosciute…”

E questo chi lo dice? Perché mai il GoE/Isais dovrebbe dare una qualche dimostrazione? Quali sarebbero poi quelle che lei definisce “Le leggi dello stato di diritto da tutti riconosciute”?

Lei inoltre dichiara: “se si vuole la risposta sull’effettiva rappresentanza politica del goe esiste il mezzo, dare seguito alla costruzione effettiva dello stato con le basi già in essere riposte in un cassetto e indire libere e serie elezioni nazionali che stabiliscano la volontà popolare”.

Perché si pone questo dilemma quando il GoE si manifesta come una conclamata e concreta realtà di governo e dunque non c’è alcuna necessità di una verifica circa “La sua effettiva rappresentanza politica”?

Lei inoltre paventa: “Il fatto che due o chissà quanti mezzi corazzati siano stati impiegati nell’ultima protesta di piazza non è stato una cosa da niente, nulla di è successo di irreparabile e sanguinoso, ma se avessero sparato cosa sarebbe successo? Vuole il goe arrivare ad avere il paese diviso e insanguinato di lotta fratricida?

Concludendo con: ”L’impressione è che il non volere intraprendere questa strada (elezioni) dimostra solo che il goe/isaias abbiano il sentore diretto degli umori delle genti e abbia paura di un risultato negativo”.

Non le sembra di aver travalicato i limiti della decenza per passare a una retorica da quattro soldi che francamente alla luce dei suoi scritti precedenti proprio non le si addice?

Le ricordo che chi segue silente questo forum conosce molto bene la realtà sociale eritrea e non è incline a farsi coinvolgere in capsiosismi dialettici di questo genere.


Stefano Pettini

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