Eritrea Eritrea
personalmente non voglio entrare nella polemica pro o contro il governo o presidente dell'Eritrea. E lo faccio per un motivo molto semplice, intanto perchè non se ne esce e in secondo luogo risulta impossibile discutere di un eventuale futuro dell'eritrea (cosa assai più importante) invece che i sermoni sugli elenchi di vittime e carnefici.
Anche se così forse la faccio facile, ma vorrei comunque cercare di articolare il mio pensiero. Sono del parere che il governo eritreo ha gravi colpe in questa situazione e il popolo eritreo non è proprio così orgoglioso e ne tantomeno prestigioso (vi ricordo che l'indipendenza è arrivata grazie alle retate per rastrellare giovani guerriglieri che in seguto aderivano alla causa, ma con pochi, sul totale, volontari e soprattutto consapevoli di ciò che avveniva in quella fase della storia eritrea). I governanti eritrei rappresentano perfettamente il pololo eritreo: per nulla incline alla democrazia nei suoi rapporti sociali, ancora rigidamente organizzata secondo tradizioni impregnate di religione e millenni di regimi di certo per nulla democratici.
Ho 31 anni e il desiderio più grande per il mio paese è che ci fosse non una rivoluzione del popolo che non ne sarebbe all'altezza ma una rivoluzione intellettuale. Mi piacerebbe vedere riunita a discutere con l'arma dell'intelligenza la parte migliore dell'Eritrea. intellettuali, filosofi, artisti, politici etc etc... ma temo che l'Eritrea non abbia nemmeno un intellettuale degno di tale appellativo. Vorrei che si aprisse una nuova era per questo paese, un anno zero da cui ricominciare, un'amnestia per le colpe del passato (sul modello sud Africano) e ricominciare a parlare del futuro. Io sono nato e cresciuto fino ai nove anni in Eritrea e oggi sono sposato e ho tre figli con una compagna italiana e mi spiace non poter portare i miei figli in Eritrea in quanto sono una persona indesiderata proprio perchè parlo del nuovo, del futuro democratico del mio paese. Kidane
Leggendo il suo messaggio, percepisco un gran disorientamento.
“(vi ricordo che l'indipendenza è arrivata grazie alle retate per rastrellare giovani guerriglieri che in seguto aderivano alla causa, ma con pochi, sul totale, volontari e soprattutto consapevoli di ciò che avveniva in quella fase della storia eritrea).”
Le suggerisco di studiarsi attentamente la storia dell’Indipendenza Eritrea.
“Mi piacerebbe vedere riunita a discutere con l'arma dell'intelligenza la parte migliore dell'Eritrea. intellettuali, filosofi, artisti, politici etc etc... ma temo che l'Eritrea non abbia nemmeno un intellettuale degno di tale appellativo.”
Se teme che l’Eritrea non l’abbia, allora il suo desiderio rimarrà per sempre inesaudito
“Io sono nato e cresciuto fino ai nove anni in Eritrea e oggi sono sposato e ho tre figli con una compagna italiana e mi spiace non poter portare i miei figli in Eritrea in quanto sono una persona indesiderata proprio perchè parlo del nuovo, del futuro democratico del mio paese. Kidan”
Io che mi sento parte del“popolo troglodita eritreo” sono cosciente di prendere le distanze
da oratori armati di “intelligenza, intelletto, politica, arte ..etc..etc…che vorrebbero (come lei)
modificare il GOE in una cosiddetta vostra “democrazia” biasimandolo e mai proponendo un programma.
Mi dispiace per i suoi figli, perché conoscere le proprie radici è importante ,
i miei (italo eritrei anche loro) ci vanno ogni anno.
Saluti
Sig Gerrie
non mi risulta che il popolo eritreo abbia combattuto per la sua indipendenza con l’obiettivo di essere governato dai pochi soliti noti, non mi risulta neanche che queste erano le aspettative che hanno consentito i grandi sacrifici effettuati. Infatti ben altre erano le ambizioni che hanno animato il popolo tutto.
Ed esse sono ben riportate nella costituzione eritrea che è tuttora riposta in un cassetto
Come ben saprà quanto in essa contenuto è stato liberamente sottoposto alla approvazione assembleare
Essa è un modello di gestione dello stato eritreo liberamente voluto dal popolo eritreo.
Purtroppo la realtà attuale della nazione è ben diversa da quanto descritto in essa.
Ciò premesso, non è esatto dire che non si propone mai un programma alternativo. infatti basterebbe che fosse implementata la costituzione e forse non ci sarebbe bisogno di nessuna altra proposta.
Non si pone la domanda del perché a distanza di 20 anni ancora essa non viene promulgata?
P.S.Sono felice per lei che può andare e venire dall’eritrea, ma non si pone la domanda del perché a un suo pari cittadino eritreo viene impedito un ritorno in patria?
saluti
nessuno
La mia curiosità di confrontarmi, mi ha portato spesso a partecipare alle riunioni dei cosiddetti “oppositori” o a leggere nei loro siti Internet e non ho mai, ripeto mai, ascoltato o letto una proposta di un programma alternativo da parte loro, ma soltanto critiche.
Le ribalto la domanda: perché mai il GOE dovrebbe impedire il ritorno ad un mio pari cittadino?
La prego, non mi affligga con la solita tiritera di “minacce da parte del GOE “ per chi la pensa
diversamente da lui.
Il pensiero, l’opinione non sono condannabili ma i fatti terroristici sì !!!
“a buon intenditore poche parole !!!”
“la mania di persecuzione” è curabile, informatevi.
Saluti
Sig Gerri guardi che si sbaglia, un programma esiste, è stato proposto, condiviso e viene da tutti ripetutamente richiesto di rispettarlo e applicarlo, ed è quello seguente, cosa ne dice lo può condividere?
1. Armonia nazionale.
Perchè la gente eritrea viva nell'armonia, nella pace e nella stabilità, seguendo senza distinzioni le linee regionali, etniche, linguistiche, religiose, di genere o di classe.
2. Democrazia politica.
Perchè la gente eritrea partecipi attivamente e si trasformi in protagonista nella gestione e nella conduzione della sua vita e del suo paese, con i suoi diritti garantiti per legge e nella pratica.
3. Evoluzione economica e sociale.
Perchè l’Eritrea progredisca socialmente ed economicamente nelle aree della formazione, della tecnologia e della qualità di vita.
4. Giustizia sociale (democrazia economica e sociale).
Giusta distribuzione della ricchezza, servizi e opportunità, e attenzione speciale da dedicare alle sezioni più svantaggiate della società.
5. Rinascita culturale.
Disegnata sulla nostra ricca eredità culturale e sui valori approfonditi durante la lotta di liberazione, per sviluppare una coltura Eritrea caratterizzata da amore per il paese, rispetto per umanità, solidarietà fra uomini e donne, amore della verità e della giustizia, rispetto per la legge, lavoro duro, sicurezza di se, fiducia nella riuscita, mentalità aperta e inventiva.
6. Cooperazione regionale ed internazionale.
Perchè l’Eritrea si trasformi in un membro rispettato della Comunità internazionale, attraverso la coesistenza nell'armonia e cooperazione con i paesi vicini; e contribuendo, nella misura delle sue possibilità, alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo regionale e globale.
II. LA BASE DEI NOSTRI PROGRAMMI POLITICI
1. Sviluppo di un sistema politico democratico
Noi eritrei, per la prima volta nella nostra storia, stiamo cominciando a costruire il nostro stato. Questa è una grande occasione che abbiamo guadagnato dopo una lunga lotta. È naturale che ora vogliamo sviluppare il migliore sistema politico e governo possibile, come farebbe chiunque altro. La storia ha registrato che la razza umana ha voluto sviluppare il sistema politico ideale e che i suoi migliori filosofi hanno studiato e scritto circa tali sistemi politici. Anche se è impossibile da realizzare, il sistema politico ideale, è vitale sforzarsi per stabilire il sistema politico migliore. Quindi, in Eritrea, in questa importante giuntura storica, dovremmo sollevare e dare risposta alle seguenti due domande:
Quale è il sistema politico migliore adatto per Eritrea indipendente?
Quale è il tipo di governo che dovremmo sviluppare?
Nell’Eritrea indipendente è nostro desiderio di base sviluppare un sistema politico stabile che rispetti la legge e l’ordine, unità delle misure di sicurezza e pace, permetta a tutti gli eritrei di condurre vite felici e pacifiche, garantire i diritti fondamentali dell'uomo ed essere esente da timore e oppressione. Poiché tali obiettivi possono essere garantiti soltanto attraverso leggi e istituzioni debitamente costituite, dobbiamo stabilire un sistema politico costituzionale in Eritrea. Il sistema costituzionale deve essere basato e riflettere lo sviluppo storico e gli stati specifici della società Eritrea. Deve essere un sistema nazionale e costituzionale che garantisca l'unità e lo sviluppo equilibrato per la gente eritrea e accerti l'indipendenza e la sicurezza nazionali.
Deve essere un sistema costituzionale democratico basato sulla sovranità della gente, sui principi e sulle procedure democratiche, sulla responsabilità, sulla trasparenza, sul pluralismo e sulla tolleranza. La sola esistenza di una costituzione, tuttavia, non è sufficiente. Affinché la costituzione funzioni realmente e venga rispettata, devono esistere le istituzioni costituzionali. Per sostenere la costituzione, nella società e in tutti gli organismi di governo, deve esserci una forte coscienza (cioè consapevolezza costituzionale). La costituzione e i sistemi costituzionali possono dare garanzie soltanto quando sono sviluppate la consapevolezza e la cultura costituzionale e quando le istituzioni costituzionali sono stabilite e rinforzate.
Il nazionalismo e la democrazia devono essere i principi di base su cui sviluppiamo il sistema politico costituzionale in Eritrea. Il sistema politico eritreo deve essere sviluppato sul nazionalismo, cioè salvaguardando l'interesse nazionale, sviluppando e rinforzando l'unità della nostra gente e conservando l'indipendenza. Tutte le istituzioni politiche dovrebbero essere stabilite su una base nazionale, esente da sentimenti di divisione e da attività sub-nazionali, rinforzando e sviluppando gli sforzi coordinati a livello nazionale della nostra gente. Cioè il sistema politico deve avere una vasta base sociale, permettendo la partecipazione di tutta la gente sia nelle aree urbane che rurali.
Il sistema politico deve essere basato sulla democrazia. La democrazia, tuttavia, è un concetto discutibile. La democrazia è a volte considerata strettamente in termini di numero di partiti politici e di normali elezioni tenute. Una tale vista, che limita il significato della democrazia alla sua forma, è superficiale e non storica. Osservata nella sua più vasta e più profonda prospettiva storica, democrazia significa l'esistenza di una società governata da principi e da procedure democratiche, l'esistenza di istituzioni e cultura democratica, vasta partecipazione pubblica alle risoluzione e un governo che è responsabile della gente. Possiamo capire correttamente la democrazia quando la riferiamo allo sviluppo storico e agli stati reali della società eritrea.
La nostra comprensione della democrazia dovrebbe dare risalto alla sua soddisfazione piuttosto che alle sue manifestazioni esterne. Nel contesto della nostra società, la democrazia dipende non dal numero di partiti politici e dalle normali elezioni, ma dalla partecipazione reale della gente nel processo decisionale a livello di comunità e nazionale. Quello che è richiesto qui non sono partiti politici come manifestazione di pluralismo politico con i diritti all'organizzazione e libera espressione ed elezioni. Piuttosto è identificare la democrazia dal numero di partiti politici e dal fatto che esistano elezioni organizzate.
Questo genere di interpretazione è errato e pericoloso. Questo perché è stato stabilito dalle esperienze in parecchi paesi che l'esistenza di molti partiti politici e di elezioni organizzate da soli non garantiscono l'esistenza di un vero sistema democratico. Se guardiamo l'esperienza di alcuni paesi africani, i partiti politici dominati dagli interessi di una elite sono imposti dall’alto. Questo non promuove lo sviluppo democratico in stato o società. Tali parti politiche, sostenendo stretti interessi interni ed esterni, sono diventati strumenti di sistemi oppressivi. Anche a riguardo delle elezioni, la corruzione diffusa osservata dappertutto durante le elezioni è un'indicazione che le elezioni, in sé stesse, non garantiscono la democrazia.
Quindi, affinché la democrazia sia autentica e garantita, è essenziale progettare correttamente il processo tramite cui può svilupparsi. È necessario soprattutto da avere istituzioni basate sulla gente, partiti politici, varie associazioni, mass-media e agenzie governative decentralizzate. Le istituzioni governative e non governative devono esistere per accertare la partecipazione pubblica dalle redici al livello nazionale. Il governo nazionale deve attenersi a una costituzione, essere responsabile nei confronti della gente, coordinato ed equilibrato nei suoi apparati legislativi, esecutivi e giudiziari e avere un potere diffuso e decentralizzato.
Lo sviluppo delle associazioni e di movimenti sindacali, e in generale lo sviluppo delle istituzioni non governative, è manifestazione supplementare dello sviluppo della democrazia. I mass-media indipendenti, liberi e responsabili sono un altro importante insieme di fattori per lo sviluppo della democrazia. In breve, un governo democratico, una società civile attiva e mass-media indipendenti e sicuri, sono le tre colonne della democrazia. È soltanto quando queste tre colonne della democrazia sono presenti e quando la cultura democratica prevale nella società intera che la democrazia può essere viva e garantita. Questo processo democratico, tuttavia, non è un progetto che possa essere compiuto nel breve termine, durante pochi anni.
E’ necessariamente un processo storico lungo. L'esperienza negli scorsi due secoli in parecchi paesi sviluppati dimostra che lo sviluppo democratico è un processo complesso. In particolare, nelle società come la nostra, che hanno strutture varie e sono in una fase più bassa di sviluppo, come nel caso di altri paesi africani e del terzo mondo, ci sono circostanze socio-economiche che rendono lo sviluppo della democrazia ancora più complicato e difficile. Tali esperienze inoltre confermano che la democrazia, come concetto e cultura, come processo e pratica, per esistere e svilupparsi, richiedono come fondamento, un forte nazionalismo unito a uno sviluppo sociale ed economico.
Quindi, nel contesto della nostra società e nella nostra fase di sviluppo, dobbiamo promuovere lo sviluppo della democrazia insieme con il processo della costruzione della nazione e dello sviluppo socio-economico. Le nostre speranze per la democrazia in Eritrea saranno realizzate quando basate su una tale obiettiva comprensione .
Quindi i nostri obiettivi sono:
• Stabilire un sistema costituzionale la cui costituzione è disegnata e ratificata con vasta partecipazione pubblica, che rispetti diritti fondamentali dell'uomo, i cui enti legislativi, esecutivi e giudiziari controllino e si equilibrino l’un l’altro, in cui la norma di legge prevalga attraverso l’Eritrea e che ancori l'unità e lo sviluppo della gente dell’Eritrea.
• Sviluppare in base a una costituzione, un governo e una società forti che accelerino la costruzione nazionale, garantisca l'unità nazionale, generi un clima adatto per l’evoluzione economica e sociale, abbia vasti fondamenti sociali sia nelle zone rurali che urbane, sia aperta e partecipe in tutti i settori della società, garantisca uno sviluppo equilibrato, rispetti i diritti dei cittadini, sia esente dalla corruzione, dia la priorità all’interesse nazionale, salvaguardi l’indipendenza nazionale e sviluppi il consenso nazionale.
• Sforzarsi in base a una costituzione di sostenere i diritti umani e politici di base, che includono la libertà di fede e di stampa, il diritto all'organizzazione politica, alla dimostrazione pacifica, all’informazione, al lavoro e formazione, alla libertà dalla paura e dalla oppressione e l’uguaglianza secondo la legge.
• Avere un sistema politico che promuova l'armonia fra la gente eritrea, rifiuta e indebolisce tutte le tendenze che dividono, sviluppa le istituzioni nazionali e garantisce il nazionalismo e il secolarismo che siano la base di tutte le attività politiche. Dobbiamo accertarci che il sistema politico sia basato sul principio di un completo e di sviluppato nazionalismo.
• Garantire che il sistema politico sia fondato sulla gente, assicuri la partecipazione della gente nelle decisioni sugli affari locali e nazionali, sia costruito dalle radici, funzioni sui principi della decentralizzazione, della pluralità politica, dell'apertura, della tolleranza e della responsabilità, rispetti i diritti di base delle organizzazioni politiche e la libertà di espressione e è un sistema democratico, pluralista e partecipe.
• Rendere il sistema politico un sistema multi-partitico al quale i partiti politici partecipino legalmente e competano fra essi in modo pacifico e democratico.
• Sforzarsi di stabilire e sviluppare istituzioni democratiche quali un corpo giudiziario libero e forte, varie associazioni e movimenti (per esempio quelli delle donne, dei coltivatori, della gioventù e degli studenti), sindacati civili coscienti di abbracciare la società e altre istituzioni non governative e una stampa libera, fidata, critica e responsabile.
la saluto
nessuno
scusate l'italiano ma che dicie Isaias per altre sanzioni povero popolo eritreo io sono scappata volevano farmi fare militare per sempre.
Con il contributo di quanti hanno lottato e di chi ha dato l’estremo sacrificio, l’eritrea ha conquistato l’indipendenza.
È un fatto che lo stato eritreo attuale sia composto da diverse etnie ed è comprensibile che raggiunto l’obiettivo dell’indipendenza ci si sia attrezzati per dotarsi di idonei strumenti politici e costituzionali che formassero dopo l’eritrea stato anche gli eritrei popolo.
Con la National Charter adottata dal terzo congresso EPLF/PFDJ in Nakfa, il 10/16 febbraio 1994 e con la successiva costituzione si cominciavano a gettare le basi per realizzare quanto necessario all’unità e all’organizzazione nazionale.
Quanto è successo successivamente, con la condannabile aggressione militare subita da parte dell’etiopia, ha arrestato questo processo di formazione.
A distanza di più di un decennio da questo avvenimento però nessuna traccia di quanto si stava cominciando a realizzare è stato posto in essere.
Infatti di quanto scritto sia nella national charter che nella costituzione nulla è stato realizzato né si trova traccia nella vita quotidiana in eritrea.
l’opposizione al goe è proprio questo che continuamente richiede,
il rispetto di quanto da tutti sottoscritto e il proseguo del cammino intrapreso verso la sua piena realizzazione.
Non va dimenticato che ad isaias fu affidata la leadership per la transizione verso istituzioni condivise, nessuno gli ha dato mandato per la realizzazione di un califfato a difesa del suo unico pensiero.
Con quanto da lui intrapreso isaias ha disatteso le aspettative e tradito la volontà popolare.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
L‘ultimo post di Qeddusan che si aggiunge a tutti i precedenti, è una chiara denuncia dell’insofferenza dei giovani verso una eterna politica economica/ militaresca di fatto non condivisa.
La difesa delle frontiere e le battaglie per l’indipendenza hanno successo quando chi le effettua ha le giuste motivazioni.
se i giovani e chi può fuggono dall’eritrea, mi domando se oggi esistono ancora.
Caro sig gerrie
L informo che quanto riportato in precedenza si riferisce a una traduzione non ufficiale da parte di pettini che non altera il valore generale della national charter.
In attesa che venga resa pienamente operativa io potrei condividerla, e lei?
Trova che corrisponda a quanto sia necessario per l'eritrea?
Invano ho aspettato un suo commento in merito a quanto da me postato precedentemente
Per poterci confrontare senza necessariamente limitarsi a troppo facili battute
Ma tant’è!!!
nessuno
Addio Presidente! mi saluti Nayzghi!
Credo che i saluti definitivi al presidente Isaias siano prematuri.
Al momento gode di ottima forma e non possiamo che augurarci che ogni illazione circa il suo presunto stato di salute precario gli porti fortuna.
Stefano Pettini
Credo opportuno comunicare questa informazione relativa a certe voci circolate quest'ultima settimana. Il 29.04 alle ore 19,30 (San Diego Ca) [ora italiana 04.30 del 30.04], la BBC, nel telegiornale, ha trasmesso in diretta un incontro del Presidente dello Stato dell'Eritrea con il Presidente della Nigeria. Non mi e' stato possibile seguire il commento in quanto presente in un locale pubblico.
Il Presidente Isayas appariva in perfetto stato fisico.
Lo stato di salute di una persona è umanamente sempre da considerare, in modo particolare se da essa dipende il destino di un popolo.
E qui sta il punto, nei paesi organizzati socialmente ciò sarebbe solo motivo di umana attenzione, nei paesi che non lo sono invece l’incognita del futuro incombe sui suoi cittadini.
Nessuno è indispensabile è vero, ma l’ultima campana suona per tutti prima o poi; nel caso di isaias, grande sarà la sua responsabilità se dovesse lasciare un paese senza regole di convivenza civile.
Non sia mai, ma qualcuno può immaginare cosa succederebbe nel caso accadesse?
Qualcuno ha detto che non dobbiamo preoccuparci perchè il goe saprà benissimo cosa fare, bene, si è però omesso di dire cosa.
Questa assenza di regole certe condiziona il presente e il futuro dell’eritrea e se è vero che il futuro è nella mano di dio, io aggiungo che gli uomini irresponsabili e stolti gli danno attivamente l’altra mano.
Come in altri precedenti storici e in queste condizioni, non è altamente probabile che una lotta intestina tale da creare un vuoto di potere potrebbe dare l’opportunità di un intervento straniero, non necessariamente armato, che porterebbe alla definitiva perdita di Assab?
nessuno
Isaias ha sempre sostenuto che il grande patrimonio dell'Eritrea è l'intercambiabilità delle cariche statali compresa quella del presidente.
Bisogna essere degli ingenui per credere di essere insostituibili o eterni, e c'è da star certi che l'avvicendamento, che si renderebbe necessario in caso di indisponibilità di Isaias, è già stato ampiamente definito fin nei più minuti dettagli.
Il punto è che una carica statale in Eritrea è considerata un dovere sociale irrinunciabile e un fardello da sopportare senza lamenti e al massimo delle proprie capacità.
In questi giorni è emersa chiara la strategia dei nemici dell'Eritrea che tentano con tutti i mezzi di convincere l'opinione pubblica dell'esistenza di una tendenza opposta che porterebbe a una presunta corsa al potere che verrebbe condotta senza esclusione di colpi.
Il povero Alberizzi può essere considerato un esempio inavvicinabile di questa strategia avendo inventato ogni tipo di evento e precognizzato ogni genere di imminente disastro per l'Eritrea, regolarmente smentito dagli eventi, basandosi su presupposti talmente lontani dalla realtà da dimostrare senza equivoco la grandezza della sua totale ignoranza sull'argomento superata solo dal livello del suo livore e frustrazione.
"Nessuno" lei è veramente convinto che l'Eritrea sia "un paese senza regole di convivenza civile" o che queste dipendano da una singola persona invece di costituire il patrimonio culturale di un intero popolo?
Stefano Pettini
"Isaias ha sempre sostenuto che il grande patrimonio dell'Eritrea è l'intercambiabilità delle cariche statali compresa quella del presidente."
questa affermazione è da incorniciare per le intenzioni! mi dica Pettini come mai i ministri sono stati "intercambiati" negli ultimi 21 anni meno la carica del presidente benchè sia intercambiabile sulla carta rimane la stessa ? in quale modo viene operata questa "intercambiabilità" io e 4 milioni di Eritrei siamo in totale oscurità ma forse lei saprà come faranno...
sono anni che neanche i vertici di PFDJ si riuniscono nessun congresso per non parlare dell' assemblea nazionale che smantellata nel 2002 non ha nessun potere decisionale benchè è la stessa assemblea nazionale ad eleggere lo stesso Iseys.
la salute di iseyas ci fa preoccupare parecchio...
Il concetto di intercambiabilità dell'incarico di presidente è da intendersi come negazione dell'assunto che il destino del paese sia legato unicamente a quello di Isaias.
Isaias non è destinato a rimanere senza successore, ma fintanto che le forze glielo consentiranno assolverà al suo compito fino in fondo.
Trovo che queste due certezze dovrebbero eliminare ogni tipo di preoccupazione...
Stefano Pettini
È importante che anche isaias dichiari che l’intercambiabilità dei dirigenti tutti sia un grande patrimononio e che quello che tutti auspicano sia da lui condiviso.
Dopo 20 anni occorre però passare dalle solite vuote parole ai fatti.
E visto che non sono ingenuo e conosco le cose del mondo mi piacerebbe avere i seguenti chiarimenti
Primo, cosa si intende per intercambiabilità ? Forse qualcosa da effettuarsi nel chiuso di una stanza tra i soliti noti, con il valzer delle poltrone comunque gestito da colui che detiene il controllo decisionale?
Secondo, con che criteri si effettuerebbe questa intercambiabilità? In base a quali regole condivise?
Terzo nel caso di una indisponibilità di isaias, quali sarebbero questi piani definiti nei dettagli così segreti che nessuno li può conoscere? Sono così pericolosi?
Considerato che una risposta ufficiale dal goe non arriverà mai, spero che almeno qualcuno mi possa dire la sua opinione
Perché queste e altre domande si dirà?
Ma è semplice, mancando la costituzione si converrà che non esistono regole certe; se fosse resa attuata, non sarei nella condizione di domandarle né al goe né a chissà chi tutte le volte e per ogni cosa.
Rammento che una costituzione è un insieme di principi fondamentali o precedenti consolidati, liberamente sottoscritti in base ai quali uno Stato o altra organizzazione è governato. Queste regole formano insieme, costituiscono cioè, ciò che l'entità è. Quando questi principi sono scritti in un unico insieme o insieme di documenti legali, questi documenti si può dire che comprendono una costituzione scritta. Infatti, non bisogna mai dimenticare che una repubblica costituzionale come avrebbe dovuto essere l’eritrea per volontà del popolo, è uno stato in cui sono eletti il capo dello Stato ed altri funzionari, come rappresentanti del popolo, e deve governare a norma della vigente legge costituzionale che limita il potere del governo sui cittadini. In una repubblica costituzionale, potere esecutivo, legislativo e giudiziario sono separati in rami distinti e la volontà della maggioranza della popolazione è temperato da protezioni per i diritti individuali in modo che nessun individuo o gruppo ha il potere assoluto. Il fatto che esiste una costituzione che limita il potere del governo rende lo Stato di diritto. Che la testa di Stato e altri funzionari sono scelti per elezione, piuttosto che ereditare le loro posizioni, e che le loro decisioni sono soggetti a controllo giurisdizionale rende uno stato repubblicano di diritto.
Questo vale per qualsiasi ideologia politica ci si riferisca e in quasi tutti i paesi del mondo.
Ma ci rendiamo conto; a questo punto in mancanza di quanto sopra, sorge spontanea una domanda ma l’eritrea attuale giuridicamente cosa è ?
Per quanto sopra descritto e per esaudire la sua domanda, sono fermamente convinto che l’eritrea sia un paese costituzionalmente e giuridicamente senza regole di convivenza civile e che questo dipenda da una singola persona.
Se così non fosse, o gli fosse impedito, da chissà chi, di applicare il mandato provvisorio per ottemperare all’implementazione della costituzione affidatogli, isaias potrebbe dimettersi dalla sua carica, semplice nò!!
Sono altrettanto fortemente convinto che fortunatamente il patrimonio individuale di convivenza sociale, culturale, religioso, la caparbia coesione e determinazione per l’indipendenza dell’intero popolo eritreo sia da ammirare e da prendere a esempio per ciò che ha saputo sopportare e dimostrare in tutti questi difficili lunghi anni della sua storia.
nessuno
Sulla home page del sito è stato inserito un interessante reportage sull'Eritrea che, fra l'altro, contiene una intervista rilasciata dal presidente Isaias nel corso della quale vengono toccati i principali argomenti di attualità riguardanti il paese.
Stefano Pettini
Bobo i suoi post sono stati trasferiti nei 3d idonei.
Stefano Pettini