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Il Governo d'Eritrea

Buongiorno a tutti,

con questo thread vorrei far sentire la voce di moltissimi eritrei che NON piangono d'innanzi alle oggettive difficoltà che ESISTONO (in Eritrea certo, ma anche in moltissimi altri Paesi del Mondo - Italia inclusa), ma che con coraggio e buona volontà SI RIMBOCCANO LE MANICHE ogni giorno per migliorare la situazione e servono con orgoglio il loro Paese, quell'orgoglio SANO che li ha portati all'indipendenza dopo decenni di violenze e sopprusi.

QUESTI Eritrei NON addossano colpe 'gratuite' al loro Governo, NON credono che il futuro (loro e dei loro figli) dipenda da qualcun'altro.
Sanno bene di essere gli artefici del proprio futuro ed è per questo che preferiscono FARE piuttosto che criticare.

Nei prossimi 3 anni ci sarà una svolta importante, un'opportunità che l'Eritrea e la sua GENTE non si lascerà sfuggire.

Parleranno i fatti, e le tante parole di chi ha sempre preferito 'guardare' piuttosto che agire, resteranno a testimonianza dell'esitenza di un vile e meschino tentativo di aver 'gettato fango' su un Governo che per il suo operato e per i suoi ideali INCORRUTTIBILI sarà preso com ESEMPIO da un mondo corrotto e mercenario.

L'Eritrea ce la farà, ha già dimostrato il suo potenziale, ma il grande passo in avanti e le verità offuscate dalle menzogne divulgate dai tanti media corrotti ed 'interessati' verranno tutte a galla.

E' assurdo e schifoso leggere articoli dove viene distorta la realtà, o peggio di com'è stata messa in piedi una vera e propria campagna di diffamazione basata solo su bugie create ad arte per interessi sotto banco.

Presto i primi risultati di quella politica 'tanto criticata' dagli 'osservatori' verranno alla luce del sole e saranno sotto gli occhi di tutti, ma il merito sarà solo di chi HA FATTO e ne raccoglierà tutti i frutti.

W L'ERITREA di chi SI SBATTE per il GRANDE FUTURO!


Lucius

PS
Per chi sa l'Inglese e vuole avere un'informazione NON CORROTTA sull'Eritrea segnalo qs link:
http://www.biddho.com/
... si certo che il sito è di parte, così come lo sono io, la parte di coloro che FANNO.

Re: Il Governo d'Eritrea

Nei prossimi 3 anni ci sarà una svolta importante, un'opportunità che l'Eritrea e la sua GENTE non si lascerà sfuggire.

Lo speriamo tutti!

Re: Il Governo d'Eritrea

Volevo informarvi che è uscito il nuovo rapporto del European Commission Human Aids. Credo sia importante leggere cosa l'Europa scrive riguardo alla attuale politica eritrea attraverso il suo organo dedicato agli aiuti umanitari.
Per quanto le parole rimangano diplomatiche, credo sia questa la prima volta che l'unione europea sottolinea numerose volte alcuni concetti, già ribaditi, anche se con toni ben diversi, dalle associazioni per i diritti umani.

Andate su google e cercate ECHA poi troverete il rapporto sull'eritrea. Se non riuscite ditemi che vi do il link

Re: Il Governo d'Eritrea

Ci risiamo. Ennesima condanna del consiglio di sicurezza al goveno eritreo sull'intromissione nella situazione in somalia. Ennesima risposta strafottente di Afwerki. Ma io dico: A tirare troppo la corda non finirà che si spezza?

Re: Il Governo d'Eritrea

Marco Moretti il comunicato presidenziale del Consiglio di Sicurezza cita: “The Security Council takes note of the communiqué of the African Union summit in Sirte, calling on the Council to impose sanctions against those, including Eritrea, providing support to the armed groups engaged in undermining peace and reconciliation in Somalia and regional stability. The Security Council is deeply concerned in this regard and will consider expeditiously what action to take against any party undermining the Djibouti Peace Process, based on all available evidence including that submitted to the Monitoring Group and the Committee established pursuant to Security Council resolution 751 (1992).”

Questo significa che il Consiglio “prende nota” di quanto affermato dalla Unione Africana e non emette alcuna condanna nei confronti ne dell’Eritrea ne di altre parti.

Inoltre il “Communiqué” dell’Unione Africana si limita ad accusare genericamente l’Eritrea di fornire supporto ai gruppi armati senza chiarirne le modalità e le circostanze di tale presunto supporto.

Il governo dell’Eritrea, e non il presidente Isaias, da parte sua si limita a commentare tali dichiarazioni ponendo alcune semplici domande agli estensori e chiarendo ancora una volta che una Somalia frammentata territorialmente e rappresentata da un governo illegittimo, poiché non democratico in quanto non rappresentativo della gente somala, non porterà a una soluzione del problema, ma semmai lo aggraverà.

In tutto questo la amministrazione Usa, responsabile diretta del disfacimento della Somalia operato attraverso il suo sostegno economico e operativo alla fazione islamica dei Signori della Guerra durato oltre 15 anni, colpevole di aver insediato un governo fantoccio di transizione non voluto e non riconosciuto dalla gente somala, colpevole dell’allontanamento delle Corti Islamiche che avevano riportato la pace dopo anni di guerra tribale, responsabile della illecita e illegale invasione etiopica, colpevole di atroci e indiscriminati bombardamenti che hanno distrutto interi paesi di una nazione alla quale non hanno mai dichiarato guerra, ha recentemente annunciato di essere pronta a fornire armi e supporto logistico alle forze governative somale.

A fronte di tutto questo si tenta di coinvolgere nel conflitto somalo l’Eritrea che non ha mai fornito armi o uomini agli insorgenti somali, ne è mai stata presente in territorio somalo in alcuna altra maniera tentando di farla apparire responsabile di una reazione disperata della sola gente somala che dipende esclusivamente dalla sua voglia di riscatto dalla sopraffazione che è stata costretta a subire fino a ora.

L’unico aiuto, peraltro indiretto, fornito dall’Eritrea alla Somalia è stato l’aver consentito che si svolgessero in Asmara le conferenze della Alleanza per la Riliberazione della Somalia presiedute da quello che era considerato nemico degli Usa, tanto da far rischiare all’Eritrea l’inclusione nelle lista nera degli stati sponsor del terrorismo, e che ora è come per magia diventato presidente della Somalia e grande amico degli Usa.

In effetti tira e tira la corda si romperà, ma non sarà l’Eritrea a finire con il sedere per terra.

Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Gentile Signor Pettini,
non vedo riportate nel suo sito notizie riguardanti le ultime stramberie che in questi giorni il presidente Afwerki sta dicendo mediante interviste a importanti media internazionali. Così come non vedo riportati i report delle discussioni che si stanno tenendo alle Nazioni Unite con riguardo la situazione attuale nel Corno d'Africa. Potrebbe aggiornanci?

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Moretti non so a quali stramberie lei faccia riferimento; se vuole le può proporre su questo forum e se ne discute.

La lunghissima sequenza delle interviste rilasciate dal Presidente ai media di mezzo mondo ha avuto come soggetto più o meno la stessa serie di domande a dimostrazione della scarsa preparazione storico politica dei giornalisti e dalla loro dipendenza da fonti di informazione opportunamente orientate ; inutile quindi riportarne ogni volta il testo tradotto.

Una mia personale osservazione riguarda semmai la curiosa assenza di intervistatori italiani e di alcuni esteri che invece di continuare a sentenziare standosene comodamente seduti alla tastiera del computer avrebbero finalmente potuto esporre direttamente al Presidente tutti i loro dubbi o curiosità .

Quello che veramente conta sono comunque più che le interviste i recenti incontri con Louis Michel, membro del Parlamento della Unione Europea, e con Giuseppe Morabito, capo degli Affari Africani del Ministero degli Esteri italiano, che hanno dimostrato un crescente interesse nei confronti del ruolo chiave dell’Eritrea nella soluzione dei problemi del Corno d’Africa, e una nuova apertura, grazie alla mutata politica estera Usa, nei confronti di un governo che nel tempo è rimasto fermo e coerente sulle sue posizioni moderate e pacifiche.

Quanto alle Nazioni Unite quello che si fa è solo un gran starnazzare e minacciare, ma in realtà si tratta meramente di tentativi di rendere credibile una organizzazione sempre più priva di efficacia e credibilità che commette anche errori marchiani come quello di accettare le istanze di un’altra organizzazione decadente come quella dell’unione Africana addirittura priva della firma del suo presidente di turno.

A carico dell’Eritrea non esistono comunque le condizioni oggettive per prendere provvedimenti restrittivi e, come già successo per il paventato inserimento del paese nel famigerato elenco Usa dei paesi sponsor del terrorismo, non se ne farà nulla.

Se poi con un inopportuno quanto tardivo moto di orgoglio il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decidesse di agire contro l’Eritrea si ritroverebbe nella scomoda posizione di dover poi spiegare perché l’Etiopia è stata lasciata libera di rifiutarsi di aderire a un verdetto definitivo e immodificabile dello stesso organismo internazionale, e libera di occupare militarmente territori a sovranità eritrea.

Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Quello che è accaduto ultimanente (sanzioni delle NU) sconfessano quanto fim'ora riportato....

Re: Il Governo d'Eritrea

Buongiorno a tutti, vorrei segnalare questa interessante intervista al presidente eritreo.

http://blog.panorama.it/mondo/2010/03/26/leritrea-finanzia-il-terrorismo-la-parola-al-presidente-afeworki/

Re: Il Governo d'Eritrea

Intervista molto interessante: ha toccato temi importanti ma non tutti. Sulle questioni presentate il Presidente ha dato risposte che dovrebbero fare riflettere e molto. Mi piacerebbe conoscere il pensiero del Sig. Pettini, del Sig. Bereket, del Sig. Politi e per farla breve di tutti quelli che normalmente intervengono in questo post e anche di nuovi eventuali interlocutori.Grazie

Re: Il Governo d'Eritrea

Quanche osservazione:
"""
E come sono oggi i rapporti politici e commerciali tra Eritrea e Italia?
I contatti con uomini d’affari e investitori italiani sono sempre stati ottimi, anche in virtù dell’eredità storica del passato, che non si può cancellare: la politica cambia, i governi possono cambiare ma i legami restano. Oggi la situazione non è favorevole agli investimenti e agli scambi commerciali, ma questo è soprattutto un problema dell’Italia. I mutevoli governi italiani non hanno mai avuto una politica chiara nel Corno d’Africa: vorremmo vedere l’Italia impegnata nella regione in modo più articolato e incisivo.
"""
Qual'è la situazione "non favorevole" ? Il fatto che se uno straniero vuole investire nel paese:
1. deve avere un socio locale al 51 %
2. non esiste una detassazione a fronte di investimenti
3. se occorre acquistare materia prima o macchinari con canali ufficiali praticamente è impossibile per un problema di valuta
4. io, investitore che credo nello sviluppo del paese non sono comunque babbo natale e alla fine devo avere il mio tornaconto. Ho una montagna di NAKFA (moneta locale) e la voglio trasferire in un paese occidentale, quindi vado in banca e chiedo un money transfer in valuta pregiata: impossibile, non c'è valuta pregiata disponibile. E quindi cosa faccio ? Mi compro 50 ville ad Asmara con il rischio ce un giorno me le nazionalizzano ?

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"""
Ma pensa in futuro di introdurre un sistema multipartitico e libere elezioni?
Il sistema politico è un mezzo non un fine in sé. La costruzione della nazione è per noi il principale obiettivo e siamo ancora nello stadio iniziale di questo processo: fra venti o cento anni le cose saranno diverse. Ci sono paesi in Africa che sono riusciti a edificare uno stato? Sono tutti in preda a crisi provocate da un multipartitismo che polarizza le società. Il pluralismo senza una profonda trasformazione sociale conduce alla frammentazione della società e a continue crisi interne.
"""
Se davvero quello che dice il Presidente è vero, ci sono 52 milioni di persone nel mondo che sono dei cretini. Ma scherziamo ? Il blocco sovietico si è rotto perchè c'erano paesi che avevano vissuto l'alternativa e rifiutavano l'unica dottrina che voleva imporre il politburo. Per quanto riguarda gli altri paesi africani che non emergono, la colpa non è del multipartitismo ma da ormai consueta corruzione ai governi centrali di chi ha interessi economici.

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Ma come può la gente partecipare alla costruzione nazionale se non esistono partiti? In che modo la gente può esprimersi?
Attraverso le organizzazioni di base. Ci sono organizzazioni dei giovani, delle donne, sindacati dei lavoratori e il Fronte è presente in tutto il tessuto sociale. Ma ci sono altri strumenti di rappresentatività a tutti i livelli: regioni, province, villaggi, comunità.
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Credo che parzialmente sia vero che a livello di regioni, provincie ecc. ecc. ci siano delle discussioni ma verosibilmente su problemi day by day e non su strategie politiche (vision globale)

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E la libertà di stampa? La libertà di espressione? La possibilità di esprimere le proprie opinioni?
La libertà di stampa non esiste. Con la globalizzazione siamo diventati schiavi dei gruppi che controllano i media, le nostre menti e le nostre vite. E’ un insulto all’intelligenza parlare di libertà di stampa. L’informazione è manipolata. Qui abbiamo le organizzazioni di base: non si fa informazione solo con i giornali, i programmi tv o radiofonici. Ci sono riunioni a livello di villaggio in cui la gente è libera di esprimersi.
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A posto siamo.... Se la pensiamo tutti così diventa un'anarchia di pensiero. Guardiamo in Italia: la stampa - dicono - sia in mano a Berlusconi. Ma ci sono un sacco di giornali che "remano contro". Poi è la gente a decidere con le elezioni.
Stà nell'intelligenza del popolo, con la critica senza timore, che deve decidere la classe politica che la dirige con le ELEZIONI. Poi, caso mai si sbaglia tutti perchè la stampa "di partito" è molto più brava ad abbindolare il popolo ma.... .... almeno la scelta e del popolo.
Mai vorrei che Bersani il giorno che diventa premier vieti la libertà di stampa per paura di non sò cosa !!!!

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"""
Ma i dissidenti del movimento G15 sono stati arrestati nel 2001. E perché sono da quasi 10 anni in carcere senza processo?
Cosa avremmo dovuto fare, dal momento che la sicurezza nazionale del paese e la sua stessa esistenza erano minacciate da individui che dall’interno del proprio paese cercavano di distruggerlo? La vicenda si è verificata in tempo di guerra, una guerra provocata, ed è il risultato di un intervento esterno. Non è il risultato di una normale dinamica politica all’interno del paese.
"""
Ecco l'assimilazione precedente alla Corea del Nord.
Processi equi e democratici DEVONO valere per tutti altrimenti è una bell'arma di soffocamento....

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Tanto sopra sono alcune considerazioni tra le più ecclatanti ma anche su gli altri punti ci sarebbe da discutere....

Occorre aver vissuto la II guerra mondiale per rendersi contro cosa è la democrazia e quanto dobbiamo tenercela stretta !!!!!

Re: Il Governo d'Eritrea

Sono stato chiamato in causa.
Avevo visto su internet l'intervista ad Isayas.
Più che rispondere a domande precise il dittatore eritreo ha ribadito le solite esternazioni senza senso a dimostrazione del suo completo fallimento politico.
Ogni singolo punto affrontato è un insulto alla Costituzione eritrea.
Provate a fare un semplice confronto e scoprirete, senza ormai più ombra di dubbio, il perché gli uomini perbene che ne volevano l'applicazione immediata si trovino ancora a marcire in carcere.
Il fallimento di Isayas è palpabile.
Ogni volta che i suoi si recano all'estero perde dei pezzi. E' riuscito a far scappare un'intera squadra di calcio, riserve comprese.Quasi un record.
Gli uomini migliori lo hanno abbandonato da tempo. Gli rimane il rusco e si vede.
Un amico incontrato il 17 marzo, appena arrivato dall'Eritrea, mi ha detto che il Colonello Makallè è in piena attività e sta viaggiando, senza soluzione di continuità,tra l'Eritrea e la Somalia. Conoscendolo bene non credo che si tratti di gite di piacere.
Saluti Piermario

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Bobo cerchero’ di analizzare le sue risposte chiedendo il conforto del Sig. Pettini molto piu’ preparato e aggiornato di me e cerchero' di farlo in maniera piu' succinta possibile:
Investimenti in Eritrea:
1. non mi risulta che un investitore straniero deve avere un socio locale al 51 %;
2. su questo punto dipende dal settore di investimento ma credo che esita, ed e’ anche molto chiara, una legislazione in proposito;
3. questo e’ vero ma solo in parte e mi spiego: e’ innegabile che esiste un problema valuta per cui l’investitore straniero bene farebbe a prevedere produzioni destinate in parte ( piu’ esporta piu’ valuta entra ) all’esportazione esistendo una legge che gli utili sono totalmente riesportabili.
4. la risposta vale quanto detto al punto 3 con la sola considerazione che credo che nessun imprenditore al mondo sia Babbo Natale e che tantomeno sia il Governo Eritreo a chiederlo.
Sistema multipartitico e libere elezioni:
1. Su questo punto mi verrebbe da rispondere con un minimo di ironia: ci sono 6.8 miliardi di persone nel mondo, me compreso, che sono dei cretini. Purtroppo pero’ nessuno ha voglia di ironizzare ne’ tanto meno scherzare su un punto cosi’ delicato e importante che, ahime’, non riguarda sicuramente solo l’Eritrea; al contrario ritengo che la stragrande maggioranza del popolo eritreo abbia ben compreso il disegno politico del suo Presidente anche se i sacrifici richiesti sono per costoro enormi: spesso insostenibili. Quindi consiglierei una piu’ attenta lettura di questo paragrafo dell’intervista.
Come può la gente partecipare alla costruzione nazionale se non esistono partiti? In che modo la gente può esprimersi?
1. Concordo con lei, salvo il “parzialmente” considerato quanto specificato in precedenza.
E la libertà di stampa? La libertà di espressione? La possibilità di esprimere le proprie opinioni?
1. Su questo punto mi sembra veramente difficile contestare la risposta del Presidente: chiediamoci onestamente in quale parte del mondo esiste una “stampa” che obbiettivamente informa i cittadini dei fatti senza partecipare per una parte o per l’altra: ognuno di noi vede le “cose” sempre dal proprio punto di vista o meglio dal punto di vista dei propri interessi, grandi o piccoli che siano. Se poi aggiungiamo che per il proprio interesse si e’ disposti a spergiurare su tutto e su tutti e arrivare ad inventarsi notizie completamente inventate mi sapete dire quale valore si puo’ dare ad un “media” e piu’ specificatamente al giornalista che altro non e’ che un “servo” dell’editore? Ma veramente vogliamo parlare di liberta’ di stampa o di espressione? E’ veramente un insulto parlare oggi di tali liberta’: un insulto per tutto il genere umano specialmente per quelli che credono di vivere in paesi dove si puo’ scrivere e dire di tutto e il contrario di tutto. Lei, sig. Bobo (non credo sia questo il suo vero nome ma non ha importanza) arriva ad ammettere che “stà nell'intelligenza del popolo, con la critica senza timore, decidere la classe politica che la dirige”. Di due l’una: o considera il Popolo eritreo poco intelligente e pusillanime o, semplicemente, crede nel suo Presidente. Mi sembra che la prima ipotesi non abbia ulteriore necessita’ per essere scartata.
Per il suo riferimento a Bersani mi astengo da qualsiasi commento.
Dissidenti del movimento G15.
1. Su questo ho espresso in precedenza e sul post appropriato il mio pensiero.

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Antonio,
Lei ha espresso delle considerazioni più di patos che seguite da analisi oggettive e obiettive.
Per quanto riguarda gli investimenti, Le assicuro che occorre aprire le società con soci locali al 51% anche se non è scritto da nessuna parte - ma di fatto è così.
Per quanto riguarda la valuta, può essere anche vero che la valuta pregiata ricavata dall'export può poi essere trasferita nella patria dell'investitore ma.... ... per comprare materia prima occorre comprarla in valuta pregiata che non c'è....
Infine, se è vero quello che dice, come mai gli investimenti sono fermi ?
Consideri solo una cosa: visto il valore del Nakfa e i salari mediamente pagati per gli operai, l'Eritrea sarebbe un paese dove il "costo della produzione" sarebbe molto competitivo rispetto ai paesi "emergenti" (Cina, Taiwan per citarne alcuni) e quindi con delle potenzialità inimmaginabili. Come è possibile che non si fà nulla ?
Per quato riguarda il sistema multipartitico, non ha compreso il mio pensiero. Lo rilegga e ci rifletta nuovamente.
Per quanto riguarda la libertà di stampa: E' fazioso è cieco quello che dice. Chi scrive in questo forum ha idee anche opposte ma nessuno - credo - ha paura di scriverle. Questa è libertà di stampa. Per stampa non si intende solo la carta stampata ma ogni opinione favorevole o contraria su un argomento. Questo mi sembra che in Etitrea non esiste. Perchè vietare la stampa di opposizione quando si è sicuri e convinti del proprio progetto ?
Come già detto in altri post, ritengo che le cose bisogna vederle da più angolazioni anche se diverse e opposte alle proprie e, provare a mettere in discussione le proprie per fare delle considerazioni oggettive sui fatti... ....senza patos....
Saluti

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Bobo,
Phatos, come lei credo ben sappia, puo’ assumere un significato diverso a secondo del contesto della frase, comunque diciamo che lei “mi accusa”, penso in modo bonario, di averle risposto sotto spinta emotiva.
Non nego che quando si parla e si scrive di Eritrea mi possa lasciar prendere la “penna” o, nel caso, la “tastiera” da qualche spinta emozionale ma, in genere cerco di essere il piu’ obbiettivo possibile nella disanima di fatti, pertanto, restituisco, altrettanto bonariamente al mittente, le sue ripetute insinuazioni.
Le ribadisco che lei puo’ anche dire che Cristo e’ morto in croce per il freddo ma, come per sua stessa ammissione, non esiste alcuna legge che vieti ad un investitore straniero di avviare un’attivita’ senza necessariamente avere un partner locale, se questa e' la sua scelta.
Per quanto riguarda la valuta noto che e’ d’accordo con quanto da me espresso e cioe’ che la valuta che entra, non molta credo e comunque insufficiente per tutto cio’ che si deve ancora fare, viene usata totalmente per creare e mantenere servizi per i cittadini e sostegno per le fascie piu’ deboli. Per cui si utilizza il metodo delle “priorita’”.
Mi chiede come mai gli investimenti sono fermi facendo una serie di considerazioni sui salari e sul Nakfa che ritengo giusti ma, caro signore, lei sa perfettamente che il rilancio dell’economia di un Paese non passa esclusivamente attraverso tali considerazioni ma e' influenzata da parametri diversi che, in associazione, invogliano gli investitori stranieri. Se tali parametri oggi sono in parte assenti in Eritrea gli investitori valutano se e’ conveniente o meno il loro investimento: tenga tuttavia presente che l’investitore in genere e’ molto cinico. Se vuole le faccio un elenco dei pro e dei contro dei fattori che incidono in Eritrea sugli investimenti ma credo che ne’ io ne’ lei vogliamo salire in cattedra anche perche’ sono fattori ben conosciuti: tenga solo presente che in tale disastrosa situazione il Governo dell’Eritrea affronta con molta dignita’ il problema cercando di sopperire al meglio con un intervento diretto. Gli esempi della Cina e Taiwan sono improponibili e credo che lo possa capire da solo.
Ho capito perfettamente il suo pensiero sul sistema multipartitico: ritengo tuttavia che sia lei a non aver capito la spiegazione che ha dato il Presidente, non negando a priori tale sistema ma, solo allo stato attuale, ed e’ chiaro a cosa si riferisce, potrebbe rappresentare un fattore di indebolimento della politica interna cosa che nessun eritreo di buon senso vorrebbe.
Lo stesso discorso vale sulla questione Stampa: lei risale in cattedra e mi taccia non solo di faziosita’ ma anche di cecita’: rispedisco nuovamente al mittente tali assurdita’: le ho detto precedentemente che chi dice o scrive castronerie senza modo di poter comprovare quello che dice con dati di fatto non solo non e’ un uomo libero ma e’ uno da isolare moralmente: nessuno e’ costretto ad accettare supinamente il pensiero degli altri ma e’ grande colui che dopo riflessione ritiene che il proprio pensiero (errato anche solo in parte), possa essere modificato almeno fino alla prova contraria. Per questo, e lo dice lei, “per stampa non si intende solo la carta stampata”.
Non mi dica che ho fatto un discorso astratto e filosofico perche’, al contrario, quello che ho detto e’ cosa molto concreta.
Se vogliamo approfondire sono a disposizione.

Re: Il Governo d'Eritrea

Primo - confermo, per esperienze dirette occorse a diverse persone è impossibile avviare una qualsiasi attività in eritrea senza essere affiancati da personaggi locali consigliati dalle autorità, questo è un fatto il resto sono solo chiacchiere.

Secondo - anche ammettendo che qualcuno sia disposto ad accettare questa condizione non è possibile aprire un conto in valuta, per cui le attività che potrebbero essere realizzate, anche quelle in regime di temporanee importazioni, non sono possibili. (da fonte banca centrale asmara, provare per credere)
Del resto Il fallimento delle free zone lo sta a dimostrare (basta guardare)

Terzo- quando si dice che “ il rilancio dell’economia di un Paese non passa esclusivamente attraverso tali considerazioni ma e' influenzata da parametri diversi che, in associazione, invogliano gli investitori stranieri. Se tali parametri oggi sono in parte assenti in Eritrea gli investitori valutano se e’ conveniente o meno il loro investimento”
questa espressione è una conferma del fallimento della politica economica del governo.
è però semplicemente irresponsabile addossare colpe di questo agli investitori cinici e bari, essi fanno il loro lavoro, il governo faccia il suo e si assuma le sue responsabilità.
E soprattutto, visto che è suo compito, adotti politiche economiche che favoriscano il rilancio di una economia locale se ne è capace.
Di questo dubito molto vista come è stata condotta la trattativa commerciale di acquisto di pescherecci (vicenda prosperinil)

Quarto- se i paragoni con la cina etc sono improponibili almeno si faccia riferimento alla tunisia, laddove invece la politica economica del governo locale è stata brillante ed ha ottenuto successi importanti.

Quinto- Ma chi dice che “il sistema multipartitico potrebbe rappresentare un fattore di indebolimento della politica interna”
è una opinione non condivisibile, casomai è vero il contrario.già l’espressione è dubitativa per cui non è certa, poi chi fa queste affermazioni ha forse la sfera di cristallo? Non ha fiducia nel popolo?
È inutile riproporre le considerazioni in merito alla costituzione, tutto è stato detto, è ormai chiaro che dalle parti di chi comanda, per motivi ben noti, non ci sentono.

Sesto- mi associo a una domanda semplice semplice che non richiede nessun discorso astratto o filosofico.
Perchè vietare la stampa di opposizione quando si è sicuri e convinti del proprio progetto?

Disponibile, se le risposte sono convincenti, a cambiare opinione.


Saluti. M Hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

In Eritrea, stories of arrests, crackdowns abound-groups
Source: Reuters - AlertNet

Date: 01 Apr 2010


* Arrests, torture common in Eritrea, rights groups say

* Eritrea denies illegal detentions, blames West

* Thousands flee country each year, groups say

By Jeremy Clarke

ASMARA, April 1 (Reuters) - You can see the wounds on the Eritrean woman's arms and legs. Torture wounds, she says. She can barely walk without help.

"We spent 23 hours a day in a cell underground. The heat was unbearable," she said. "We were barefoot and made to walk on sharp rocks and thorns for one hour each day. If we did not walk fast enough we were beaten with hard, plastic rods."

The woman -- who asked not to be named because she said she feared for her life -- is a member of one of Eritrea's banned faiths, made illegal by a decree in 2002 and whose members are routinely arrested, rights groups say, for their beliefs.

In Eritrea, stories of arrests or worse are not uncommon, rights groups and diplomats say.

Human Rights Watch described Eritrea as "in shackles".

"Arbitrary arrests and detention, torture, extrajudicial killings, severe restrictions on freedoms of expression and worship, and forced labour are routine," it said.

"In addition to beatings, punishment entailed being hung up by the arms from trees, tied up in the sun in contorted positions for hours or days, and subjected to mock drowning."

But Asmara fires back at rights groups, saying they are trying to undermine Eritrea's sovereignty, won in 1991 after a brutal 30-year independence war with Ethiopia.

President Isaias Afwerki told Reuters last year that all such allegations were malicious fabrications designed to blacken Eritrea's name.

Eritrea says that nations like the United States should look at their own human rights problems before passing judgement.

An Eritrean man who approached Reuters on the street said that he had been picked up by military police -- a common sight on the streets of Asmara -- and held for days.

"It was my fifth arrest for no clear reason. At least, they don't tell you what the reason is," he said. "That's about average for someone my age. Sometimes they lock you up for a few days, sometimes a few weeks. There is no way of knowing."

TRAFFIC COP

"The more it happens the less wrong it seems. You just accept it. It is like you get pulled over by a traffic cop in your country, you don't think that it is unusual or unacceptable, it is just part of the system, part of the way things work between the government and the people."

Religious persecution, arbitrary arrests, a muzzled media and mandatory national service sends many young Eritreans fleeing across the border, analysts say.

Eritrea generates one of the largest numbers of refugees of any nation not at war, rights groups say. They say tens of thousands flee every year. The entire national football team who fled last year.

Isaias has told Reuters that western intelligence agencies were luring Eritrean youth out of the country and that the young Eritreans were only going outside for "a picnic".

"It is sometimes very perplexing for me. Why all these lies? Why do you have to go and cook such statistics and make statements about the reality in Eritrea when you don't even know what's going on in this country?" Isaias said in October.

Eritrea says that national service is necessary due to a "no war, no peace" situation with neighbouring Ethiopia following the 1998-2000 border war that killed 70,000 people.

But diplomats and rights groups say that Asmara uses its dispute with Addis Ababa to keep the nation under tight control.

"On one hand you say, this is my country and I want to stay and help it get better, but on the other hand, I want to be free to think for myself and say what I want and follow my own path ... It is very hard to decide, stay or run," the Eritrean said.

In one of the world's least developed nations, there are few relief organisations, most have been expelled or left because of restrictions on their work.

Eritrea has traditionally shunned aid and assistance, preferring the mantra of self-sufficiency. Now humanitarian agencies are pleading to help.

The U.N. Food and Agriculture Organisation estimated last year that as many as two in every three Eritreans were undernourished.

Eritrea's president in an interview with state media has pledged "no hunger in 2010" and denied any food shortages. (Editing by Giles Elgood)

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Mesfin Hagos, il suo nome mi ricorda quello di un caro amico scomparso da qualche anno e per il quale ho provato grande affetto fino alla sua dipartita e che in questo momento nel suo ricordo mi trova molto coinvolto.
Comunque bando ai sentimenti proviamo a capirci:
premetto che non vorrei assolutamente che avessimo instaurato anche su questo post un dialogo fra sordi perche’ altrimenti non verremmo a capo di niente e, secondo, ribadisco che il mio ruolo non e’ quello di diritto del Sig. Pettini assente (ingiustificato) ormai da tempo, quale moderatore di questo “suo” Forum (so bene che mi si dira’ che il Forum e’ di tutti ma, io aggiungo, il moderatore solitamente, e’ uno).
Sul punto Primo:
mi risponda gentilmente e citandomi la legge se in Eritrea, per un cittadino con nazionalita’ diversa da quella Eritrea e’ vietato investire in attivita’ produttive solo con propri Capitali. La risposta che mi dara’ sara’ un fatto: altrimenti sono solo chiacchere.
Sul punto Secondo:
Anche se questa argomentazione va oltre il punto primo per cui eventualmente cercheremo di seguito chiarimenti in materia (la fonte che lei cita e’ troppo generica e le chiedo gentilmente di nuovo di indicare nel dettaglio il tipo di documento legale di comprova) di modo che in ogni caso non si possa parlare di “chiacchere” ma di fatti. Le preannuncio comunque che mi risulta che e’ operativa in Asmara almeno una Compagnia Industriale che importa materia prima in esenzione per la successive lavorazione e riesportazione (in parte) del prodotto finito (il fatto che sia a Capitale Misto non ha alcuna importanza).
Sul punto Terzo:
Non cambio di una virgola quanto detto: pertanto la sentenza che lei emette circa il fallimento della politica economica del governo e’ ingenerosa in quanto non tiene minimamente conto delle plausibili spiegazioni date dal Presidente a riguardo come, per citarne solo una, la situazione di “ non guerra non pace” con la confinante Ethiopia dovuta tutti sappiamo a cosa e che non permette al Governo di allentare le redini per movimentare non solo l’economia del Paese ma anche situazioni diverse quali quelle del servizio militare dei giovani dalle quali scaturiscono una serie di gravi problematiche interne. Lungi da me il voler addossare colpe alla categoria degli investitori, almeno a quelli seri, e quindi mi corre l’obbligo di fare un distinguo tra “cinico” e “baro”. Ambedue i termini indicano una negativita’ ma mentre il cinismo indica un sentimento (negativo) il barare indica un’azione (sempre negativa); mentre il cinismo e’ un mezzo per arrivare ad un fine (in questo caso il massimo dei profitti) il barare e’ il fine (in questo caso l’imbroglio e’ fine a se stesso). Se un investitore e’ cinico, come spesso lo e’, e’ sicuramente criticabile mentre se lo stesso e’ un baro e quindi solo un volgare imbroglione va perseguito a termini di legge. Quindo caro Mesfin attenzione all’uso delle parole specialmente quando mettiamo in bocca di altri termini impropri. Come vedi basta una parola aggiunta o tolta per travisare completamente il significato di un contesto. Infine, ciliegina sulla torta, lei si avventura nella vicenda Prosperini prima ancora che sia ben chiaro di cosa realmente si tratti (tangenti? promozioni militari sul campo? o cos’altro?) e sulla quale il Presidente Isseyas ha dato una risposta, a mio modesto parere, adeguata: le consiglio di rileggerla.
Sul punto Quarto :
Anche per la Tunisia non mi sembra assimilabile il confronto con l’Eritrea in quando il primo non ha le stesse problematiche di polica estera che ha l’Eritrea che di fatto non si vede riconosciuta la propria sovranita’ territoriale. Di questo possiamo e dobbiamo parlare: e’ un falso alibi, come qualcuno dice, per il Governo Eritreo allo scopo di imporre una politica interna dura e per certi versi controproducente oppure e’ il punto di partenza assolutamente prioritario da cui partire per lanciare gradatamente riforme liberali in ogni settore? Se fosse un semplice paravento perche’ il Presidente gode ancora all’interno e all’estero di tanta popolarita’ e consenso? Perche’ le grandi potenze con gli Stati Uniti in testa non intervengono se non con ridicole sanzioni non si sa bene contro chi o che cosa, scaturite da motivazioni fra le piu’ disparate e quali siano gli effetti sperati mentre e’ presumibile, che se fosse accertata anche una sola delle nefandezze di cui e’ accusato sarebbe piu’ che giustificato un intervento risolutivo. Attenzione pero’: Saddam e’ stato deposto ed ucciso perche’ stava realizzando armi atomiche e nucleari di cui non se ne’ trovata mai alcuna traccia e non perche’ era un dittatore che si era macchiato di tremendi delitti; la Storia ne e’ piena di esempi di tal genere a partire da periodi ancestrali ad oggi. Chi di noi non vorrebbe conoscere la verita’ su tutto e su tutti? Chi impedisce che vengano fatti rispettare gli accordi di Algeri e la sovranita’ territoriale dei confine stabiliti da una Commissione dell’ONU accettata preventivamente da ambo le parti in causa? e perche’? Su tutto cio’ avevo gia’ formulato in tempi precedenti una mia ipotesi e una mia proposta.
Sul punto Quinto e Sesto :
Credo che le risposte siano contenute nelle risposte date nei punti precedenti: e’ d’accordo?
Saluto molto cordialmente lei e tutti i partecipanti.

Al Sig. Moretti, alla luce di quando ci porta a conoscenza (cose, ahime', sentite piu' volte) e sopratutto considerando quanto sopra esposto,chiedo gentilmente di conoscere il suo pensiero.
Grazie

Re: Il Governo d'Eritrea

Così come non esiste una legge che censura la libera informazione, una legge che ammetta la detenzione senza giusto processo di liberi cittadini etc, non esiste nessuna legge che vieta a un cittadino con nazionalita’ diversa da quella Eritrea di investire in attivita’ produttive solo con propri Capitali.
Ma questo cosa vuol dire che tutto è in regola? La realtà purtroppo è cosa diversa ed è cosa purtroppo nota. Se così non fosse non si domanda come mai nessuno investe in eritrea?
Motivi di instabilità politica che mi declama esistono anche in molte parti del mondo eppure gli imprenditori non demordono, investono.

Mi domando, se i giustificati motivi che denuncia rimanessero definitivi , si impedirebbe lo sviluppo eternamente? Non ritiene che il governo eritreo abbia la possibilità e la responsabilità di operare per il benessere e l’emancipazione di tutti i suoi cittadini ?
a parte la questione territoriale di cui non ne disconosco l’importanza e il giusto diritto, quali possono essere i punti di partenza da cui partire per lanciare gradatamente riforme liberali in ogni settore?


Comunque non travisi il mio intervento non ho parlato di leggi, non pensi che sia ingenuo, so benissimo come funzionano , come vengono interpretate, attuate o non attuate, di repressioni legali è piena la storia. ho affermato che è impossibile avviare una qualsiasi attività in eritrea senza essere affiancati da personaggi locali consigliati dalle autorità, ribadisco, questo è un fatto il resto sono solo chiacchiere.

Del resto me lo conferma dicendo che è operativa in Asmara almeno una Compagnia Industriale a capitale misto (leggasi zaer?), a proposito quanto sono le percentuali? Quante altre compagnie non partecipate e/o accompagnate esistono?

Il mio punto due invece è chiarissimo in quanto è esperienza diretta. se a domanda di apertura di un conto in valuta presso la banca centrale di asmara per poter iniziare una libera attività lavorativa il dirigente locale risponde che è impossibile, devo ritenere che sia vero, le assicuro che è realtà il resto sono chiacchiere.

La sua disquisizione filosofica su cinico e baro è fuori luogo sa benissimo che è un modo di dire.

La vicenda prosperini arrivata al patteggiamento si commenta da se, a tutti è ben nota ed è cosa pubblica, nella sua dinamica essa coinvolge anche personalità eritree, checchè ne dica il governo, ed è meglio stendere un velo pietoso su di essa.

Se nemmeno la tunisia può essere additata come esempio di buon governo, parliamo di libano, di croazia, di
Albania. Tutte nazioni che per numero di popolazione e trascorsi storici, non mi può negare che sono simili all’eritrea.

Il mio punto quinto e sesto, mi dispiace non è stato minimamente considerato pertanto non sono d’accordo

Ripeto il Sesto- mi associo a una domanda semplice semplice che non richiede nessun discorso astratto o filosofico.
Perchè vietare la stampa di opposizione quando si è sicuri e convinti del proprio progetto?

Per cortesia non dica che sono un disco rotto, basta rispondere alle domande.


Riguardo al resto non voglio ribattere si correrebbe il rischio, come ha anticipato, di perpretare un dialogo tra sordi


Saluti

M. Hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

Mr. Hagos,
ha anticipato quanto volevo rispondere al Sig. Antonio e mi rallegro di non essere un pazzo visionario sulle cose che dico da sempre che sono condivise da qualcuno.
Ogni volta che scrivo qualcosa - mi creda - mi vengono le lacrime agli occhi: Perchè il popolo Eritreo deve subire ingustizie da sempre e non trovare quella serenità di cui tutti gli umani dovrebbero aver diritto ?
Grazie ancora Mr. Hagos e speriamo che qualcosa cambi presto.
Bobo

Re: Il Governo d'Eritrea

il sig.Antonio mi chiede cosa ne penso sull' intervista del presidente... il mio punto di vista è sostanzialmente lo stesso ... questo è un governo non eletto da nessuno quindi non è un governo legittimo!!
l' intervista in se non dice nulla di nuovo ed è contradittoria nei contenuti... una specie di contradizzione che il presidente usa astutamente in modo da ingannare quelli che in buona fede credono ancora nella sua buona fede... mi spiego meglio ...

alla domanda "Eppure le sanzioni sono state imposte perché siete accusati di appoggiare Shabab."

Isayas risponde:
"Senza prove nessuno può essere accusato o condannato. E non c’è alcun elemento a nostro carico. Il Consiglio di sicurezza afferma che abbiamo organizzato un incontro con esponenti islamici. Non è vero: Shabab ha rifiutato il nostro invito a partecipare a una conferenza affermando che si trattava di un raduno “laico”. Sarebbe questa la prova del nostro appoggio ai radicali islamici?"

ammesso che non ci siano prove a suo carico e a carico dei suoi agenti vorrei far riflettere su una parte successiva dell' intervista

"Ma i dissidenti del movimento G15 sono stati arrestati nel 2001. E perché sono da quasi 10 anni in carcere senza processo?
Cosa avremmo dovuto fare, dal momento che la sicurezza nazionale del paese e la sua stessa esistenza erano minacciate da individui che dall’interno del proprio paese cercavano di distruggerlo? La vicenda si è verificata in tempo di guerra, una guerra provocata, ed è il risultato di un intervento esterno. Non è il risultato di una normale dinamica politica all’interno del paese.

Si è trattato di un complotto?
Era una cosa molto seria. E come avremmo dovuto risolverla? Con il plotone di esecuzione? Abbiamo cercato di contenere la minaccia, di limitare i danni alla sicurezza nazionale. Dal 1998 abbiamo assistito a vari tentativi di interferenza esterna allo scopo di indebolire e distruggere questa nazione. Abbiamo il diritto di combattere per difendere la nostra esistenza, la nostra stabilità.

I detenuti saranno giudicati o resteranno per sempre in carcere?
Non ha importanza. Perché come ho già detto si è trattato di una manovra esterna che ha minacciato la nostra sicurezza nazionale."

ecco qua ! ma su quali prove queste persone sono in carcere e perche mai non dovrebbero affrontare un processo ? ma nella stessa intervista Isayas non affermava "Senza prove nessuno può essere accusato o condannato" ????

ma Isayas come al suo solito da una parte fa la vittima di accuse ingiustificate e non comprovate e dall' altra invece usa accuse ingiustificate e non comprovate per eliminare i soggetti contrari a lui e le motivazioni sono sempre le stesse .. generiche accuse di tradimento o nel nome di una non ben definita sicurezza nazionale.

gli altri punti non li commento in quantio mi sono già ampiamente espresso ...

Re: Il Governo d'Eritrea

Mr. Bereket,
appoggio quanto dice sottolineando che in ogni parte del mondo civile, prima di incarcerare qualcuno occorre fare un processo anche nel caso di guerre in corso (tribunali militari).
Quello che Isaias continua a fare - nel suo specifico ruolo di dittatore - è di cercare di giustificare i suoi crimini. E apparentement lo fà egregiamente infatti qualcuno.... ...ci casca.....

Re: Il Governo d'Eritrea

A coloro che nutrivano ancora qualche dubbio sulla vocazione afrodittatoriale di Mr. Isayas e' giunta la notizia che il dittatore ha proibito a giornali, radio e televisioni eritree di dare notizie sulle elezioni in Sudan.
Strano modo di concepire la democrazia o almeno incomprensibile per sani di mente.
Ciao Piermario

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Mesfin,
lei parla dell’Eritrea come di un enorme gulag nel quale nessuna legge dello Stato viene rispettata “in primis” dallo Stato stesso: la sua rabbia sfocia spesso nella manifestazione rancorosa contro tutti coloro che, in buona fede, la pensano diversamente da lei. Si calmi e parliamo serenamente e soprattutto eviti quell’aria da saccente che ,per quanto mi riguarda, poco le si addice e che spesso la porta a travisare il senso del discorso. Le sue risposte mi ricordano la storiella del pastore burlone che gridava sempre “al lupo al lupo”. Se lei fosse realmente convinto che quanto lei dice corrispondesse al vero cosa fa lei per opporsi a questo stato di cose? E quanti eritrei nel mondo la pensano veramente come lei? Aspetta forse che qualcun altro le levi le castagne dal fuoco, ammesso che le castagne siano sul fuoco, oppure semplicemente la sua e’ una voce nel deserto? Bobo dice che qualche volta pensa di essere un visionario: potrebbe esserlo? La mia precisazione su cinico e baro e’ tutt’altro che fuori luogo: e’ lei che non riesce a vedere oltre il suo naso. Prosperini poi l’ha tirato fuori lei e, qualcuno direbbe: che ci azzecca con le problematiche in discussione?
Staremo adesso a vedere se e’ un dialogo fra sordi!
Sig. Beraki
conosco bene il suo punto di vista perche’ esposto, spiegato e confermato gia’ in precedenti post: le stesse domande poste al sig. Mesfin le pongo gentilmente anche a lei e a tutti coloro ai quali sta a cuore lo sviluppo e il benessere della Nazione. In piu’ aggiungo una semplice domanda: non crede che sia utile cominciare a pensare di creare un filo diretto per proporre nuove idee, suggerimenti, critiche costruttive e quant’altro serva a svelenire questo clima di odio e rancore contro il v/s Presidente? Chiedere risposte su cose concrete penso sia meglio che latrare (non e’ il suo caso) al vento. In attesa di leggervi, spero numerosi, vi saluto tutti molto cordialmente.
Al Sig. Piermario
che leggo mentre rispondo dico: per l'appunto!!!
Un caro saluto.

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Antonio,
mi spiace ma non sono assolutamnte d'accordo con Lei.
I post del sig. Mesfin e del Sig. Beraki e, quanti altri come loro, non sono parole nel deserto ma sono punti di vista - democratici.
Il fatto che attivamente non possano fare nulla non significa che uno debbno stare zitti. E che caspita !!! La democrazia è fatta di libere opinioni.
Loro - e anch'io - sosteniamo che l'Eritrea è un paese in mano ad un dittatore che ne limita lo sviluppo e la dignità del suo Popolo.
Ma questi sono punti di vista che non è detto che si devono per forza tramutare in qualcosa di fattivo.
Anzi, qualcosa di fattivo e democratico sarebbe la possibilità di votare liberamente in un sistema multipartitico. Ma ciò non è possibile !!!!
Suvvia sig. Antonio, è troppo facile mettere all'angolo persone con le sue argomentazioni.
Io credo invece che parlarne, tanto, fà comunque bene perchè oggi siamo i 5 domani 50 e forse tra un pò di tempo 5000. Se dobbiamo stare zitti perchè ci ritiene dei vili che non prendono una rivoltella e vanno ad Asmara a cambiare le cose (sia mai!!!!), cosa serve la libertà di espressione ????
Invece di fare sterili anatemi, occorre accettare anche le denuncie di fatti e caso mai approfondirle.
Come ho detto più volte al sig. Pettini, l'evoluzione della specie umana passa nel mettersi sempre in discussione altrimenti c'è involuzione!!!
Saluti

Re: Il Governo d'Eritrea

carissimo sig antonio la sua risposta alla pettini alle mie inevase e semplici domande è fatta in modo scomposto e sconclusionato; mi fanno semplicemente sorridere.
Essa dimostra debolezza ed è evidente il solito metodo di chi non ha assolutamente argomentazioni in risposta utili e cerca pertanto di utilizzare il tentativo di aggirare e delegittimare.
Ciò non mi tocca assolutamente, è scontato, mi perdoni ma tutto ciò è già stato visto nei regimi totalitari.
Le assicuro che sono perfettamente calmo e cerco di seguire il suo discorso, per cortesia se è interessato a un dialogo cerchi di fare altrettanto altrimenti sarà chiaro che non vuole arrivare da nessuna parte, possibilmente senza offese le quali andrebbero solo a svantaggio della sua persona.

Fatta la premessa, nel tentativo ulteriore di seguire un filo logico le dico che sicuramente non è e non sarà mai mia intenzione di adeguarmi o proporre iniziative violente se così la intende.
Questo non vuol dire però che non abbia il diritto di esprimere almeno la mia semplice opinione, quanto ciò sia solitaria e efficace non è assolutamente importante, importante però è che ci sia.
Mi consenta almeno di farlo in italia visto che in patria, come ben sa, ciò non è possibile.
bobo non è un visionario è un uomo libero in grado di esprimere le sue opinioni le rispetti, Se però lei ritiene necessario contarsi è sufficiente che riguardi i post precedenti si accorgerà che persone dissidenti della linea di governo sono una folla.
Non voglio ricordarle al riguardo cosa ne pensa l’opinione pubblica internazionale perché è cosa risaputa come sa benissimo.

Che cerchi di oppormi con la ragione a questo stato di cose così come afferma lei, lo dimostra il fatto che contribuisco alla discussione. Nel mio piccolo.
Mi sembra già importante, non per viltà ma perché ritengo che proporre iniziative violente sia per il popolo una ulteriore ingiustizia e sofferenza. Troppo sangue è stato versato.
Sarebbe troppo facile proporre soluzioni di forza a questo si è già ampiamente ricorso ora è tempo delle idee, chi le ha le esponga. Sarei felice se lei e soprattutto il governo le aveste (di ciò dubito fortemente).

Cercando di non porre l’accento sulla politica sociale, così come non ha notato, il mio intervento è teso alla proposta di una normalizzazione della politica interna attraverso la quale, è l’unico modo a mio parere, si possa raggiungere l’obiettivo del rinascimento delle attività lavorative, fondamento importantissimo di benessere e coesione sociale.
solo attraverso la promulgazione della costituzione, libere elezioni, e il ripristino della certezza del diritto e dei diritti civili. si potranno attrarre investitori. (Nota bene questa è l’ennesima volta che viene richiesta)

Senza lavoro non si può ottenere nessuna emancipazione della persona né alcun riscatto sociale, questo deve essere l’obiettivo preminente delle attività del governo, non lo dico io, signor nessuno, lo dice il buon senso.

Purtroppo questo non è un obiettivo prioritario nell’agenda di governo.
è questo l’elemento fondamentale dell’attuale critica situazione della vita reale di cui deve portarne la responsabilità, esso e non altri.

Questa è la prima fondamentale proposta costruttiva, non esiste alternativa
a essa avranno seguito di altre.

Lei è padrone anche di non essere d’accordo.

Ps confermo, il discorso prosperini l’ho aperto io, non posso certo sperare lo faccia lei, è logico che ciò disturba,
detto fuori dai denti, visto che qualcuno non lo capisce, c’azzecca come esempio della capacità di un governo nemmeno in grado di comperare degli scalcinati pescherecci.

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig antonio i suoi interventi in questi post sono incredibil
Lei chiede “ cominciare a pensare di creare un filo diretto per proporre nuove idee, suggerimenti, critiche costruttive e quant’altro serva a svelenire questo clima di odio e rancore contro il v/s Presidente? Chiedere risposte su cose concrete penso sia meglio che latrare al vento.”

Intanto come tentativo di svelenire il clima è tutto da ridere per cui il suo intervento è discutibile e non la rende sicuramente credibile come interlocutore ne propositore di idee

Secondo le proposte costruttive sono state da molti ampiamente esposte in questi post e non hanno mai avuto risposta
Ne tantomeno disponibilità al confronto. Le idee costruttive le chieda al governo forse è meglio chissà che non la ascolti
si è su mondi diversi, il richiamo del potere è troppo forte qualcuno afferma che è megghiu cumandari che…………

A esso si sacrificano i popoli

Debre L

Re: Il Governo d'Eritrea

Carissimo lucius

Saremmo tutti contenti se quanto proponi si avverasse
Esaurita la fase dei sogni, purtroppo oramai da diversi anni ci troviamo ad affrontare la dura realtà
Pertanto bando alla propaganda e parliamo di sostanza
Come spieghi che con 1 euro quotato in banca a 19 nakfa, l’anno scorso veniva scambiato al nero con 30 nakfà e quest’anno a quasi 50 nakfà?
A seguito di ciò non ritieni che la strategia economica del governo sia quantomeno sbagliata o peggio incapace?
Non ritieni che ciò sia causa dell’incredibile aumento dell’inflazione e il conseguento aumento vertiginoso dei prezzi?
Non ritieni che sia assolutamente necessario realizzare una politica tesa a offrire posti di lavoro veri?
Non ritieni che sia necessario facilitare gli investitori nella realizzazione di posti di lavori?
Non ti domandi come mai il porto di massawa e i dox sia quasi deserto e il porto di assab lo sia totalmente?
Non ti domandi perché guardando invece semplicemente su google il porto di gibuti strabocchi di navi attraccate con enormi quantità di container depositati e le strade di collegamento con l’etiopia sono straripanti di camion?
Davvero sei così ingenuo da ritenere che il benessere arriverà con l’oro e il ferro?
Davvero credi che questo introito verrà ripartito fra il popolo e non sperperata per forniture militari o peggio imboscato dai soliti noti?
A paragone, non ti domandi come mai nonostante l’immensa riserva di petrolio estratta in decenni il popolo libico non ha ancora ottenuto significativi benefici?

Saluti

menphis

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig.ri Bobo, Mesfin e Derres,
devo ammettere di aver letto i v/s interventi con un certo interesse e per questo ritengo necessario alcune precisazioni.
Innanzi tutto vedo chiarito un punto importante che e’ quello della metodologia da perseguire al fine di manifestare il proprio dissenso anche se qualcuno ha visto nel mio intervento qualcosa da cui aborro: incitamento alla violenza! Per questo e in via definitiva vi comunico che per me la “violenza”, deve essere un’arma, intesa come qualsiasi mezzo, anche non materiale, con cui si può offendere, che tutti dovremmo evitare: quindi, gentile Sig. Bobo, io non solo non voglio zittire nessuno ma non saprei neanche cosa fare per farlo; consiglierei, se mi e’ permesso, di parlare nella sostanza piu’ di bon ton e quindi di buona educazione che di democrazia. Mi trova completamente d’accordo anche sul fatto che una sana discussione su personaggi e fatti, condotta nei limiti della decenza, sia molto produttiva.
Infine, chiarisco, io non posso ritenervi “vili”, anzi il contrario, perche’ voi il v/s dissenso, giusto o sbagliato che sia, lo portate a conoscenza di tutti al contrario di chi non parla: io, ripeto, sono contrario solo al modo o alla forma usati da qualcuno.
Per esempio solo, per chiarire, il Sig. Mesfin, mi rimprovera di aver risposto alle “sue” domande, alla Pettini: in modo scomposto e sconclusionato. Intanto rifiuto questa equiparazione con il Sig. Pettini perche’ ritengo lo stesso molto piu’ bravo nelle analisi del sottoscritto e, principalmente, perche’ fa intendere chiaramente la sostanza e cioe’ il sostrato delle qualità sensibili del suo pensiero. Quel che ritengo assurdo poi e’ che lei si faccia una risata su una serie di idiozie da lei espresse tendenti a, riporto letteralmente il suo scritto, “dimostrare debolezza ed è evidente il solito metodo di chi non ha assolutamente argomentazioni in risposta utili e cerca pertanto di utilizzare il tentativo di aggirare e delegittimare.Ciò non mi tocca assolutamente, è scontato, mi perdoni ma tutto ciò è già stato visto nei regimi totalitari”: ma si rende conto di cosa dice oppure lei usa il cervello come optional? Poi, come se nulla fosse, tronfio della sua sciocca premessa, , mi invita a proseguire nella discussione aggiungendo un “ ammonimento”: “senza offese le quali andrebbero solo a svantaggio della sua persona”. Si speghi meglio se puo’.
Per il resto del discorso mi trova essenzialmente d’accordo tranne che sul punto che su questo forum risulti che le persone dissidenti sulla linea del Governo siano una folla: forse mi e’ sfuggito qualcosa. Devo dire comunque che neanche coloro che apprezzano la linea del Governo siano una miriade e cio’ e’ dovuto forse al fatto che sia gli uni che gli altri siano, per dirla col poeta, “in tutt’altre faccende affacendati” e mi trova solidale sul punto dove dice che ora e’ tempo delle idee confermandole che io sto su questo Forum (come lei dice) solo per perdere tempo e farlo perdere (spero comunque che per quanto mi riguarda la sua ordinatorieta’ venga meno).
Altrettanto sensato e condivisibile, almeno in via teorica al momento, il discorso sulla normalizzazione della politica interna che pero’ il Governo lega fortemente alla sicurezza e alla politica estera: la richiesta di attivazione di una legislazione chiara tendente a favorire lo sviluppo degli investimenti, una normativa di legge di riforma del servizio militare nazionale che tenga in considerazione il mondo del lavoro e le sue esigenze sono sicuramente leggittime da parte di chi sente il peso dei sacrifici attualmente richiesti ma, quello che io chiedo e’:
1- secondo voi il Governo dovrebbe lasciar perdere la questione confini (per intenderci Badme) e creare quindi un pericoloso presupposto per iniziative di questo tipo da parte di Paesi confinanti e quindi iniziare quel programma sopramenzionato?
2- Se questo accadesse cosa ne sarebbe dello Stato "Eritrea"? Chi lo difenderebbe dall’interno e, piu’ importante, a livello internazionale?
Cominciamo a rispondere a queste 2 domande: poi forse riusciremo a cominciare a capire.
In attesa mi e’ sempre molto gradito salutarvi tutti cordialmente.

Re: Il Governo d'Eritrea

sig antonio nel caso non lo ricordasse per cortesia rilegga il suo post del 16-04-10, lei scrive “ la sua rabbia sfocia spesso nella manifestazione rancorosa contro tutti coloro che, in buona fede, la pensano diversamente da lei. Si calmi e parliamo serenamente e soprattutto eviti quell’aria da saccente che ,per quanto mi riguarda, poco le si addice e che spesso la porta a travisare il senso del discorso. Le sue risposte mi ricordano la storiella del pastore burlone che gridava sempre “al lupo al lupo”. “Chiedere risposte su cose concrete penso sia meglio che latrare al vento”.
Forse si accorgerà che le parole da lei utilizzate sono assolutamente stonate, fuori dal contesto della discussione e, secondo me, meritavano una risposta adeguata. espressa peraltro in modo urbano e evidentemente indirizzata a persona capace di intendere. Il risultato è sotto gli occhi di tutti nella sua del 23-04-10.

Detto questo, ritento.

Mi compiaccio che per il resto sia d’accordo con me, le assicuro che malcontate, le persone intervenute con scritti in questo forum per questioni di carattere politico sono diverse
Di cui 52 per opinioni varie in opposizione alla linea del governo
Di cui 35 per opinioni in favore alla linea del governo
Di cui 18 per opinioni sostanzialmente equidistanti
Tragga lei le conclusioni.
Converrà con me presumo che una pluralità di opinioni può arricchire gli indirizzi politici.
Certamente una gestione pluralista della politica è ben più difficile di una gestione centralizzata o peggio personalistica.
ma essa è la sola che possa soddisfare le aspettative di tutti, Essa però richiede qualità che evidentemente il governo attuale non possiede
È singolare che una nazione giovane e relativamente poco numerosa non approfitti di tutte le potenzialità umane di cui dispone, non le sembra sia insensato e poco lungimirante? Ritiene che se lo possa permettere?
Non ritiene che avere opinione diverse su come intervenire in economia o in politica interna/estera sia insufficiente ad estromettere dal dibattito persone di pari dignità o peggio reprimerle?
Non ritiene che le misure adottate o non adottate dal governo inevitabilmente portano al regime?
non ritiene sia da salvaguardare anche il progresso e la pace sociale del popolo tutto?

Se “il Presidente gode ancora all’interno e all’estero di tanta popolarita’ e consenso” è un dato non verificabile in quanto non suffragato da nessuna conferma elettorale, inoltre cosa significa? Non sono certamente paragonabili, ma di altrettanta popolarità e consenso godevano Hitler ,Benito e tanti altri simili a loro , su cosa si fondava , come hanno ridotto il loro popolo e soprattutto come finirono lo sappiamo tutti.

In risposta alle sue domande
Al suo punto uno: non sono assolutamente d’accordo che la questione confini venga abbandonata, e che invece occorra pressare l’opinione pubblica internazionale per indurre l’etiopia al rispetto dei trattati sottoscritti. su questo sono certo anche tutti i dissidenti siano d’accordo.
Comprendo la forte preoccupazione che il governo pone a questa questione essa però non deve diventare un totem
Questo punto non può essere motivo di status quo della politica interna, ciò oltre che essere deleterio delle iniziative economiche, si presta inevitabilmente a negative interpretazioni della effettiva volontà del governo verso aperture liberali

Al suo Punto due: badme è eritrea punto. Non è pensabile né auspicabile però che la soluzione dei confini sia affidata solo alle armi sarebbe un altro bagno di sangue.
allo stato dei fatti occorre attrezzarsi per intraprendere iniziative politiche anche internazionali per la tutela dei nostri diritti irrinunciabili. Quanto saranno efficaci certamente dipende dall’approccio che il governo saprà dare
Se però è vero come è vero che la politica è l’arte del consenso certamente il governo attuale ha bisogno di effettuare corsi accelerati per apprendere questa antica arte.

Argomenti che mettono in discussione l’operato del governo sono originati anche da questi punti.
chi dissente dice che si è arrivati a questa fase di stallo perché il governo è stato incapace di crearsi un consenso internazionale
Magari non sarà vero però il risultato finale conta: esso dimostra che se si è mosso non è stato efficace e di sicuro non ha saputo tutelarci.
qualcuno dice che 30 anni di guerra li ha resi incapaci di affrontare le questioni politiche con il giusto equilibrio e senso dello stato.

Sarebbe interessante analizzare la questione confini in prospettiva dei rapporti di vicinato fra etiopia e eritrea del prossimo futuro
dal mio punto di vista, per diversi motivi le due nazioni sono destinate ad una normalizzazione dei rapporti inevitabile


puntualizzo che ancora una volta non sono pervenute risposte alle domande da me poste

ripeto
mi associo a una domanda semplice semplice che non richiede nessun discorso astratto o filosofico.
Perchè vietare la stampa di opposizione quando si è sicuri e convinti del proprio progetto?

Inoltre,
Perché incarcerare persone senza processo pubblico?


saluti
hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Hagos,
mi ha anticipato!! Il mio intevento rispetto alle domande del Sig. Antonio volevano andare nella medesima direzione da lei esposta. Nulla da aggiungere. Condivido appieno le sue considerazioni in particolar modo il fallimento della politica estera di Isaias cosa affatto grave per uno stato di nuova costituizione.
Saluti
Bobo

Re: Il Governo d'Eritrea

a chi destina anche una piccola parte di se stesso per il rinascimento eritreo e a chiunque interessato, dedico un’opera del poeta Hamid Barole Abdu, una eccellenza dell’eritrea;


Io sradicato poeta per fame e sogni...

Per coloro che non hanno diritto alcuno
Non conoscono pace e uguaglianza
Che vivono nel terrore
E nell'angoscia
Non conoscono democrazia
Né partecipazione

Per coloro che non hanno mai conosciuto
L'amore
Nati nella cultura della guerra
Giocano con le armi
Oppressi da mali secolari
E odi tribali

Per coloro che navigano nell'assoluta
Arretratezza
E sognano solamente nemici
Vivono nella povertà
Nell'ignoranza
Non conoscono la libertà

Per coloro che nascono nello
Sfruttamento
Umiliati nella dignità
Vivono nell'oppressione e non possono ribellarsi

Per coloro che vivono una vita
Penosa
Che hanno interiorizzato l'offesa
Vivono nella sofferenza e nella paura

Per coloro che permangono
Nell'impotenza
E di lottare non hanno forza

Per coloro che desiderano ridere
E vogliono la pace
Io sogno
Quel sottile tremante
Raggio di luce
Che un giorno
Esitante
Illuminerà i loro volti
Ma che mai più
Abbandonerà le loro anime



(Dal libro Akhria - io sradicato poeta per fame e sogni e incubi di un clandestino - del poeta Hamid Barole Abdu. Libreria del Teatro Editrice, Reggio Emilia, 1996. Genere: Poesia)

Biografia di Hamid Barole Abdu:
Nato ad Asmara (Eritrea)nel 1953 vive stabilmente in Italia dal 1974. Nel 1996 ha pubblicato un libro di poesie dal titolo "Akhria. Io sradicato poeta per fame" con cui ha vinto la XIII Edizione del Premio letterario SATYAGRAHA. Dai testi di Akhria sono stati realizzati due spettacoli teatrali. Ha maturato un'esperienza ventennale come operatore di settore della psichiatria occupandosi delle problematiche relative all'immigrazione. Collabora, come docente, alla preparazione dei mediatori culturali


Saluti hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Mesfin, la mia conclusione sull’argomento “ partecipanti” e’ la seguente: su circa un centinaio di persone da lei contate circa l’ 80% sono del genere “mordi e fuggi” (lei sa cosa intendo) e il rimanente 20% e’ quello un po’ piu’ assiduo anche se molti di questi preferiscono intervenire solo se interpellati direttamente. Comunque convengo con lei che una pluralita’ di opinioni puo’ arricchire il quadro politico ma, al contrario, ritengo che una gestione centralizzata o, come lei dice, “personalistica” non dovrebbe prescindere dalle diverse proposizioni o opinioni.
Soddisfare le aspettative di tutti e’ pura utopia e le chiedo gentilmente di indicarmi un solo Governo al mondo che riesca in questo intento: pertanto rispondo alle sue domande successive che in linea teorica, in uno Stato perfetto, sono tutte leggittime e condivisibili ma, se teniamo presente tutte le difficolta’ interne ed esterne a cui e’ soggetta questa giovane Nazione possiamo dire che riesce a gestire il suo prodotto interno meglio di molte altre Nazioni ben piu’ forti economicamente? E’ vero che parte delle risorse provengono da coloro i quali producono reddito all’estero ma questo non e’ da vedere come un segno di grandezza del popolo eritreo? Per rispondere piu’ direttamente alle sue domande io penso che, come in tutte le cose, c’e’ un tempo giusto per tutto e anche per l’Eritrea e per il suo popolo arriveranno i tempi giusti per tutto cio’. Se mi si dice che in Eritrea qualcuno usa il potere per perpretare malefatte o addirittura crimini contro il proprio popolo allora attenzione: ci vogliono prove e testimonianze attendibili in mancanza delle quali torniamo a “latrare contro il vento”. Associare Adolf a Benito e a Ysseias e’ assolutamente improponibile per ovvie ragioni comportamentali anche se forse un filo comune c’e’: la forte volonta' di perseguire il bene e la grandezza della propria Nazione che nel primo, a causa di una gravissima malattia mentale, la pazzia, ha dato luogo ai crimini piu’ efferati che devono rimanere sempre nella n/s memoria.
Le sue risposte alla mie due domande sono pertinenti e soddisfacenti e mi inducono a farne qualcun’altra:
1. Al suo punto uno: cosa si potrebbe fare per esercitare una pressione sull’opinione pubblica internazionale e chi e come lo dovrebbe fare?
2. Al suo punto due:cosa esattamente intende con “l’attrezzarsi per intraprendere iniziative politiche anche internazionali per la tutela dei nostri diritti irrinunciabili” che,mi pare di capire, lei demanda tutta la questione al Governo dopo che lo stesso abbia seguito “corsi accelerati per apprendere l’ arte del consenso”. Onestamente Mesfin mi dica: lei pensa che il Governo possa fare altro e di piu’ di quello che sta facendo? e cioe’ sacrificare tutta la nazione ad uno sviluppo piu’ efficace non solo economico anche a costo di essere inviso da chi non condivide questo tentativo? e ancora: lei ritiene che a qualcuno, oltre agli eritrei e naturalmente al Governo importi veramente quello che succede in quel Paese? Oggi piu’ che mai a me sembra che l’Eritrea come Stato Sovrano nell’opinione mondiale sia piu’ un fastidio che altro (almeno per i pochi che sanno che esiste) altrimenti come si spiegherebbe che nessuno interviene per fare rispettare una delibera delle Nazioni Unite? Di quale consenso internazionale possiamo parlare per l’Eritrea se come Nazione ancora non si vede riconosciuta neanche i suoi confini geografici? A mio avviso la risposta a questo stato di cose e’ sotto gli occhi di tutti ma, come si dice, non c’e’ peggior cieco di chi non vuole vedere.
Sono d’accordo con lei che le due nazioni sono destinate ad una normalizzazione dei rapporti e che scevre dalle problematiche attuali sapranno divenire Nazioni importanti non solo per l’Africa.
Alla sua domanda: “perchè vietare la stampa di opposizione quando si è sicuri e convinti del proprio progetto?” ho gia’ dato una risposta nei miei precedenti interventi che comunque sintetizzo nella considerazione che in questo particolare momento l’Eritrea ha bisogno di tutto fuorche’ di opposizione interna e quindi del piu’ ampio consenso e appoggio del suo popolo.
Perché incarcerare persone senza processo pubblico? Se non le dispiace mi ripeta la domanda nel suo prossimo intervento a questo mio post: saro’ ben lieto di formulare la mia ipotesi (non la sto snobbando ma e’ che mi sento un po’ stanco:mi scusi).
Vorrei sentire anche gli altri.
Saluti carissimi a tutti.
P.S.: la Poesia e’ bellissima e mi ha toccato il cuore: grazie.

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Antonio
Un mio pensiero su un paragrafo che ha scritto:
“Per il resto del discorso mi trova essenzialmente d’accordo tranne che sul punto che su questo forum risulti che le persone dissidenti sulla linea del Governo siano una folla: forse mi e’ sfuggito qualcosa. Devo dire comunque che neanche coloro che apprezzano la linea del Governo siano una miriade e ciò e’ dovuto forse al fatto che sia gli uni che gli altri siano, per dirla col poeta, “in tutt’altre faccende affaccendati”

Quelli che apprezzano il GOE sono una miriade, glielo garantisco!
Leggono,ascoltano tutto ciò che scrivono e dicono i dissidenti, ne prendono atto, non rispondono
non perché siano incapaci o “in tutt’altre faccende affaccendati” ma perché preferiscono
per ora, impegnare il loro tempo ad essere utili al proprio paese.

Un cordiale saluto

Biniam

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig. Biniam, prendo atto della sua sintetica ma chiarissima risposta. Una sola precisazione: il senso della mia citazione "in tutt’altre faccende affaccendati” non voleva essere in alcun modo irriguardoso ma, al contrario, deferente. Non pensa lei che parlare del proprio Paese possa essere anch’essa una cosa utile?
Grazie e ricambio i saluti
Antonio

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig antonio

Esordisco con un apprezzamento alla sua
La trovo in gran parte condivisibile e positiva
La prima parte evidenzia una nostra comunione di opinioni, laddove si pone l’accento sulla pluralità
Altrettanto mi trova d’accordo,anche per esperienze dirette,che soddisfare le esigenze di tutti è cosa impossibile e forse non è cosa di questo mondo.
La grandezza morale, la fierezza e il forte attaccamento del popolo eritreo alla propria nazione è indiscutibile di questo tutti ne sono consapevoli. Vado oltre, poche nazioni al mondo possiedono pari qualità.
I sacrifici cui la diaspora si sottopone sono immensi per sostenere quanti rimangono in patria, a loro va dato atto.

Sono consapevole delle difficoltà interne ed esterne, la nazione è giovane arriva da un lunghissimo e durissimo periodo storico.
L’intescambio commerciale è inesistente le infrastrutture pure, la valuta nelle casse dello stato è utilizzata per beni di base poco o nulla rimane a disposizione per altre iniziative. tutto il resto viene a catena, in sostanza tanto da fare e da inventare.
si badi bene quanto esposto non vuole essere assolutamente una critica gratuita ne una volontà di offendere nessuno è solo un tentativo di analizzare una situazione attuale che tutti conoscono, di cui tutti sono consapevoli e da qui bisogna partire.
Con queste premesse che sono certo condivise, da qui partono le differenze, come operare per ricostruire?
Utlizzando il consenso, o una visione centralistica?
Intanto, siamo d’accordo che le due visioni abbiano pari dignità?
E mi domando, ma per quanto una gestione centralistica in particolari momenti storici può anche avere un senso, per quale motivo deve essere criticata e osteggiata fino alla carcerazione una visione politica alternativa?
Inoltre mancando il controllo del popolo sovrano, chi garantisce che le gestioni centralistiche non si trasformino in personalistiche?
Vede è certo che “c’e’ un tempo giusto per tutto e anche per l’Eritrea e per il suo popolo arriveranno i tempi giusti per tutto cio’” sono d’accordo. Abbiamo forse opinioni diverse sul come e sul quando.
“Che in Eritrea qualcuno usa il potere per perpretare malefatte o addirittura crimini contro il proprio popolo”
non lo affermo io ma una quantità di istituzioni internazionali. Per affermare ciò è vero che occorre averne le prove, che non si possa incriminare nessuno senza di esse è una verità che però il governo pretende senza concedere.
Infatti per esempio brilla il suo rifiuto di istituire un giusto processo e di informazioni sui 15 e altri.
Il riferimento ai dittatori richiamati ha una sua connessione e come lei evidenzia, tutti hanno un denominatore comune “la forte volonta' di perseguire il bene e la grandezza della propria Nazione” e aggiungo io anche attraverso il rischio della fatale rovina di essa.

In un paese normale pur con tutti i suoi difetti un governo fonda la sua autorevolezza sulla base del consenso liberamente esercitato.
Nel caso dell’eritrea questo non è avvenuto inoltre il governo di fronte alle scelte ha deciso di intraprendere una strategia politica più a ridosso di opinioni radicali estromettendo quelle più moderate.
Di questo ne deve portare la responsabilità quanto avrà ragione ce lo dirà il tempo.
Che il governo debba fare molto molto di più è scontato, non mi chieda come perché è già stato detto.

“sacrificare tutta la nazione ad uno sviluppo piu’ efficace non solo economico anche a costo di essere inviso da chi non condivide questo tentativo”
Chi lo dice che una strategia più moderata sia la rovina di una nazione e non invece la sua forza trainante
Precedentemente abbiamo convenuto che accontentare tutti è impossibile
Certamente un governo ha il diritto di scegliere le sue strategie, ma anche il dovere di considerare le opinioni di tutti, di rasserenare il paese, di ricomporre le diversità, di realizzare le aspirazioni al progresso e al benessere sociale di tutti, purtroppo in questo caso ha ritenuto giusto salvaguardare solo le posizioni conservatrici e radicali.
Alla conquista dell’indipendenza del paese hanno tutti contribuito senza se e senza ma, tutti hanno conquistato il diritto di essere rispettati.
o quanti hanno valorosamente combattuto si sono sbagliati?
Opposizione è anche esercitare il diritto di esprimere opinioni diverse
Che l’eritrea abbia bisogno di tutto tranne che questo è veramente singolare, è il rifiuto di una potenzialità
come il governo agisce è esattamente l’opposto della ricerca del più ampio consenso e appoggio del proprio popolo.

Condivido la sua disanima e la sua amarezza per la scarsa considerazione e l’evolversi degli interventi internazionali
Che il peso dell’eritrea nell’opinione pubblica mondiale sia irrilevante è certo, che sia invisa a molti è altrettanto certo, molto probabilmente però più per demeriti propri che per volontà altrui
Quasi trent’anni di lotta di liberazione nazionale hanno finito per formare una classe politica saldamente legata a un’esperienza che Richard Reid, storico, non esita a definire militarizzata.
Condivido e ritengo che questa opinione sia la causa di molte vicissitudini eritree
Come anticipato l’arte del consenso politico è qualità da imparare e assolutamente si contrappone agli atteggiamenti militareschi.



1. Al suo punto uno: cosa si potrebbe fare per esercitare una pressione sull’opinione pubblica internazionale e chi e come lo dovrebbe fare?
Per cominciare, cosa ne dice per esempio di invitare ufficialmente la stampa internazionale in eritrea, specialmente quella contraria, potremmo dimostrare visivamente le opere realizzate da questo governo con il determinante contributo del popolo per la raccolta delle acque, le strade, gli ospedali etc etc
Con l’occasione ,visto che non abbiamo nessuna preoccupazione e certi che le critiche che ci riservano sono solo strumentali, potremmo far loro visitare i campi di detenzione incriminati che ci contestano.

2. Al suo punto due: la politica estera è prerogativa del governo a esso è demandata, quanto sia efficace dipende dalle azioni che intraprende, è fondamentale che siano da modificare i nostri approcci verso gli altri.
ma non ci domandiamo come mai l’opinione pubblica mondiale ce l’ha con noi?
Sbagliano sempre gli altri? Non abbiamo nessuna autocritica da farci?
non è accettabile che l’eritrea sia additata pubblicamente solo come esempio negativo, purtroppo questa è la realtà, questo sta a dimostrare che la nostra forza in politica estera è totalmente assente quanto incisività positiva e non è a tutela dei nostri interessi.
Purtroppo dobbiamo ammetterlo è cosa nota che senza consenso non si va da nessuna parte e questo è tanto più vero quando si tratta di politica.


domanda
1- Perché incarcerare persone senza processo pubblico?
2- Noi consideriamo la minaccia etiope causa principale della nostra crisi economica e di tutti i nostri mali Per contro dovrebbe essere la stessa cosa per loro, come mai invece la loro economia sta conoscendo un boom enorme ?


Per cortesia non mi ritenga solo propositore di critiche cerchiamo, se siamo bravi, di trovare quanto più ci accomuna di quanto ci divide e di coinvolgere quanti più disposti a contribuire a una normalizzazione del paese.


Saluti hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

domanda
1- Perché incarcerare persone senza processo pubblico?

Se la domanda si riferisce ai cosiddetti G 15 la risposta è che se si fosse celebrato un processo pubblico nei tempi prescritti la pena per i reati da loro commessi sarebbe stata quella della condanna a morte. Il governo eritreo a suo tempo volle considerare la non celebrazione del processo un modo per evitare al paese un ulteriore dramma che si sarebbe aggiunto alla tragedia del tradimento dei G 15.

2- Noi consideriamo la minaccia etiope causa principale della nostra crisi economica e di tutti i nostri mali Per contro dovrebbe essere la stessa cosa per loro, come mai invece la loro economia sta conoscendo un boom enorme ?

Questa domanda è incoerente nella formulazione poiché pretenderebbe di dimostrare la reciprocità della causa e dell’effetto. Se l’Etiopia opprime l’Eritrea con la sua indebita e illegale occupazione di suoi territori sovrani perché mai dovrebbe soffrirne la sua economia?
Oltre a questo è falso affermare che l’economia etiopica stia conoscendo un boom enorme quando in realtà la sopravvivenza stessa del paese dipende unicamente dalle annuali ingentissime rimesse Usa a fondo perduto, devolute al paese ritenuto partner nella applicazione delle scellerate politiche della amministrazione americana nel Corno d’Africa.

Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig antonio

Perché incarcerare persone senza processo pubblico?
Intanto mi riferisco a tutti quelli che subiscono questa enorme ingiustizia
Qualcuno cinicamente e sprezzante del ridicolo sostiene che abbiamo fatto a loro un favore ad incarcerarli da anni senza pubblico processo perché altrimenti li avrebbero dovuti condannare a morte. A parte il fatto che morire subito o morire dopo anni di sofferenze in un carcere non mi fa notare nessuna differenza. Forse è addirittura più crudele.
Ma evidentemente a queste persone sfugge il fatto che il punto è proprio questo Perché incarcerare persone senza processo pubblico; perchè risulterebbe evidente che si incarcerano persone per le loro libere opinioni?
Ma chi da al goe e a quanti la pensano come loro il diritto di credere che le loro opinioni siano giuste, il padreeterno?
Con quale diritto pensano di eliminare quanti a loro volta hanno contribuito come tutti alla lotta per l’indipendenza e per la libertà, per la conquista della dignità umana,personale e dei pari diritti.
Questo destino non lo hanno subito solo i 15 ma molte altre persone
Persone libere incarcerate dagli eritrei, dai nostri compatrioti non dagli etiopi invasori.
quanto è amaro constatare che gli ideali che ci hanno spinti a combattere per la nostra libertà sono stati traditi dai nostri stessi compagni.
Siamo morti sulle montagne e nei deserti per questo? Quale futuro di libertà per noi e per i nostri figli ci attende con queste premesse?
Sig antonio come potrebbe accettare che lei non condividendo la mia opinione si ritenga autorizzato a eliminarmi? Non è certamente il suo caso ma non la inorridisce questa eventualità?
È evidente che l’impostazione politica militarizzata del goe oltre che alle divisioni interne che tutti condannano ci ha portato all’isolamento internazionale.
Come è possibile credere che solo con misure militaresche si possono risolvere le nostre condizioni attuali
Se così fosse proseguendo per questa strada è certo che il nostro futuro sarà buio
Chi denuncia questi atteggiamenti di intransigenza e di arroganza del goe, sia chiaro non è un traditore ma un patriota sostenitore del risorgimento del popolo tutto.


Una situazione di stallo armato ai confini di due paesi normalmente non favorisce gli investimenti
Questo lo sanno anche i bambini.
Con tutti i loro difetti, nel nostro caso ci troviamo di fronte a una realtà etiope che invece non subisce questo effetto, la loro situazione economica è in pieno sviluppo il commercio fiorisce e le attività di tutti i tipi sono in pieno svolgimento.
Molti nostri connazionali stanno pensando di operare laggiù.
Questo è un fatto; questa realtà si può anche constatare nella movimentazione delle merci nel porto di gibuti
Considerato quanto descritto, che normalmente sarebbe un controsenso, mi domando , perché tutto questo non succede anche in eritrea?
Cosa impedisce agli investitori di fare lo stesso anche da noi?
La loro sfiducia nella credibilità del goe?
Forse l’inadeguatezza della politica interna ed economica del goe?
Forse l’isolamento politico?
Forse la volontà del goe di mantenere uno status quo per meglio comandare? Un nemico alle frontiere è sempre utile.
Forse il continuo riferimento ad eventuali inasprimenti militari impaurisce gli investitori?
Forse la condanna a tutti i livelli delle istituzioni internazionali?
Lasciamo perdere per favore la solita puerile retorica antiamericana che ormai lascia il tempo che trova
È troppo comodo addossare sempre ad altri le nostre incapacità di progresso sociale, le nostre lacune sono fin troppo evidenti, per cortesia se ne abbiamo il coraggio e l’onestà intellettuale e sopratutto se ne siamo capaci guardiamo al nostro interno.


Possibile che il goe non si renda conto che viviamo in un villaggio globale e che nel bene e nel male ad ogni azione corrispondono reazioni

Sig antonio, non sono cieco la nostra realtà da anni è sotto gli occhi di tutti. Quando vorrà sono interessato a conoscere la sua gradita opinione sul

Perché incarcerare persone senza processo pubblico?

Saluti hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig.Mesfin, prendo atto della sua premessa e quindi passo ad analizzare i quesiti da lei posti:

“come operare per ricostruire?Utilizzando il consenso, o una visione centralistica?Intanto, siamo d’accordo che le due visioni abbiano pari dignità?”

A queste domande penso che lei abbia gia’dato una risposta accettabile per cui alle domande successive:

“per quanto (tempo) una gestione centralistica in particolari momenti storici può avere un senso?” e “ per quale motivo deve essere criticata e osteggiata fino alla carcerazione una visione politica alternativa?”

le uniche risposte che mi sento di dare sono alla prima: per tutto il tempo necessario a che l’opera di implantologia di politica interna ed estera non sia completata e alla seconda: che se la politica alternativa rischia di produrre effetti deleteri per il Paese puo’ e deve, per una ragion di stato, essere osteggiata fino alla carcerazione.

Comunque ritengo che dobbiamo tentare di fare qualche passo avanti una volta fissati questi punti condivisi e quindi, ancora una volta mi sento di invitare tutti ad esprimere il loro pensiero.

Il primo punto sul quale vorrei procedere e’ il seguente:
“ cosa e chi impedisce di far rispettare la delibera ONU sulla questione confini? Cosa c’e’ dietro questa delibera? Forse qualche errore? Secondo me ci troviamo di fronte ad una eventualita’ da considerare: e’ come, per fare un esempio banale, se in un incontro di pugilato viene contestato il verdetto della giuria accettata da entrambi i pugili. In questo caso quali sono le possibili soluzioni? Chi se ne sta occupando? Se la materia del contendere fosse Badme sarebbe cosi’ difficile addivenire ad una soluzione politica della questione magari con l’ausilio di una Commissione internazionale? Certo il problema, considerandolo nel suo insieme e soprattutto tenendo presente le possibili conseguenze non e’ cosi’ facilmente risolvibile.
Alle sue due domande finali il sig. Pettini ha dato due risposte: la risposta relativa alla sua prima domanda puo’ essere accettabile se quello che afferma Pettini trovasse riscontri certi. Ma come si ha questa certezza se non e’ mai stato fatto un regolare processo? Questa e’ la domanda che molti si pongono ma che, allo stato attuale, non puo’ trovare risposta se non la si accetta come un dogma di fede verso il governo.
Sulla seconda mi allineo con la risposta perche’ e’ vero che non c’e’ reciprocita’ tra causa ed effetto ma, credo che nessuno puo’ negare una certa vivacita’ di sviluppo economico in Ethiopia: poi se vogliamo parlare delle cause e degli effetti su tale sviluppo possiamo anche farlo: e’ chiaro comunque che le scelte dell’Ethiopia non coincidono con quelle dell’Eritrea ma, ritengo che ogni Nazione sia libera di fare le scelte che vuole, allinearsi con chi vuole purche’ queste scelte producano effetti positivi sul benessere della propria gente e che non finiscano per essere vincoli di sottomissione per la Nazione. Certo e’ che l’Eritrea ha visione ben diversa sulla propria posizione in ambito di internazio-nalizzazione.
Al Sig. Pettini, al quale dico ben tornato, chiedo gentilmente di aggiornarci sugli sviluppi in Eritrea e sulle novita’. Grazie e un saluto a tutti.

P.S.: cerchero' di rispondere quanto prima anche all'ultimo post di Mesfin.

Re: Il Governo d'Eritrea

Antonio questi due mesi passati in Eritrea sono stati quanto mai utili per verificare di persona lo stato avanzamento di tutta una serie di progetti che lo scorso anno erano ancora in fase iniziale di realizzazione.

Indubbiamente il più impressionante è il complesso delle dighe del Gherset e dei relativi bacini che hanno cominciato ad alimentare il nuovo sistema di irrigazione a pioggia costituito da grandi impianti semoventi che, spinti dalla stessa pressione di caduta dell’acqua, hanno la capacità di bagnare ampie zone circolari nell’area della piana di Tessenei, e i numerosi impianti di diversione delle acque piovane che forniranno un fondamentale contributo alla lotta all’erosione del terreno e a una più redditizia distribuzione delle precipitazioni nelle aree fertili.

Molto interessante è anche il nuovo cementificio di Ghedem, nei pressi di Massaua, che si trova ora in fase avanzata di realizzazione e che si stima potrà cominciare la produzione entro la fine del 2010. Successivamente alla attivazione di questo impianto sarà dato corso ai lavori costruzione di un secondo impianto ancora più grande che sarà realizzato presso l’area di Tiò, più a sud; zona ricca delle materie prime necessarie per la produzione del cemento.

Anche le compagnie minerarie hanno compiuto molto progressi e alcuni impianti come quello della canadese Nevsun presso Bisha sono prossimi a cominciare le estrazioni e le separazioni dei metalli.

A questo è doveroso aggiungere che sono state realizzate o sono in fase di completamento importantissime infrastrutture stradali. Personalmente ho percorso: l’importante arteria che collega Tessenei all’area del Gash-Setit caratterizzata da due ponti notevolissimi, la arditissima strada Coaito-Foro che attraversa alcune fra le più suggestive e impervie zone dell’Eritrea (mancano 30 km al completamento), la Mai Nefi-Debarwa che passa accanto alla zona madre del Mareb, la strada Mai Nefi-Barentu (in corso di completamento), la spettacolare Asmara-Beleza-Durfo, e la strada costiera Massaua-Port Sudan (60 km già realizzati).

Quanto alla situazione generale del paese al momento il riflesso di queste attività, delle quali darò un resoconto fotografico, non è ovviamente ancora percepibile e le ripetute campagne mediatiche incentrate sulla demonizzazione dell’Eritrea scoraggiano gli investitori esteri combattuti tra il desiderio di sfruttare le opportunità offerte dalla posizione geografica dell’Eritrea e dalla disponibilità di manodopera qualificata e i paventati rischi per i capitali investiti.

Anche fra le righe di questo forum si possono cogliere affermazioni fuorvianti quando non false del tutto come ad esempio: “Per quanto riguarda gli investimenti, Le assicuro che occorre aprire le società con soci locali al 51% anche se non è scritto da nessuna parte - ma di fatto è così.
Per quanto riguarda la valuta, può essere anche vero che la valuta pregiata ricavata dall'export può poi essere trasferita nella patria dell'investitore ma.... ... per comprare materia prima occorre comprarla in valuta pregiata che non c'è....”

Falso affermare che per aprire società accorra un socio locale al 51% poiché a testimoniare il contrario ci molte attività.

Fuorviante affermare in riferimento agli investitori esteri che “per comprare materia prima non ci sia valuta pregiata” poiché le transazioni da e per l’estero non vengono condotte in Eritrea con valuta disponibile sul territorio, ma direttamente nelle nazioni di provenienza degli investitori o imprenditori.

Il problema della valuta si pone solamente per alcuni piccoli e medi commercianti che acquistano all’estero per rivendere in Eritrea i quali comunque trovano mille espedienti più o meno legali per assecondare le proprie necessità, e che rispetto all’economia nazionale risultano statisticamente ininfluenti.

Avremo modo di approfondire i vari argomenti.


Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig antonio

alle mie prime domande è certo che ho dato una risposta accettabile Mi scusi ma purtroppo non ho chiara la sua
Se è d’accordo che in generale due visioni politiche abbiano pari dignità non le sembra sia contraddittorio affermare di accettare di osteggiarne una parte fino alla carcerazione, o peggio aggiungo io, alla sparizione di essa?

Signor antonio l’unica condivisione che ci può essere su questi punti è la presa d’atto che evidentemente il goe NON ritiene che una ricostruzione nazionale sia possibile attraverso il consenso, una visione politica alternativa NON abbia lo stesso diritto di essere espressa e Non abbia la stessa dignità fino ad arrivare alla carcerazione o peggio.
Evidentemente il goe ritiene che l’ indirizzo politico più efficace per la tutela degli interessi nazionali sia anche quello di esercitare la repressione delle diverse opinioni del proprio popolo.
Se fosse certo che la strada percorsa da esso sia la sola, perché ha tanta paura di una stampa libera, forse perché può esprimere e proporre indirizzi politici più possibili ed efficaci?
Ma per la risoluzione delle nostre problematiche generali ritiene debba esistere solo il dogma di Credere Obbedire e Combattere? Purtroppo sono parole d’ordine già sentite e risultate disastrose.
Ritiene che portare il cervello all’ammasso senza poter esprimere alcun senso critico sia la sola soluzione?

La questione confini stante lo staus quo attuale è gia stata ampiamente discussa purtroppo sono d’accordo con lei che non è di facile soluzione io dico per tripla volontà . È mia opinione che l’etiopia ha torto e che l’onu nella sua totale insipienza forse avvalli questo stato di cose. Chi si sta occupando di tutto? Ritengo se ne debba occupare in primis il goe, che lo faccia con tutte le sue forze non è molto evidente.
Il nostro persistere nel Non attuare quanto da noi stessi prospettato , vedi costituzione etc, certamente non ci facilita nella ricerca del consenso. in ambito internazionale
Inoltre ritengo che la questione confini NON debba essere un ostacolo insormontabile ad una normalizzazione della politica interna, fondamento necessario per lo sviluppo economico.
D’altra parte non trova assurdo pensare che gli investitori, vengano a portarci opportunità di lavoro , quando siamo noi i primi a prospettare tragici scenari di instabilità?

Ogni nazione è libera di comportarsi come vuole, allinearsi con chi vuole, sono d’accordo.
Diverso è ritenere che commerciare con la cina o l’iran non sia una sottomissione economica e culturale mentre verso l’america si.
In un mondo globalizzato non ritiene anacronistico chiamarsi fuori da ogni logica commerciale e di vita che in qualche modo ci sottomette volenti o no a una uniformità generale? non insegnano nulla le attuali tempeste economiche che coinvolgono il mondo intiero?

Saluti hagos

p.s. Risposte alla seguente domanda non sono ancora pervenute

Perché incarcerare persone senza processo pubblico?

Re: Il Governo d'Eritrea

Sig antonio

Apprendo con sincero apprezzamento che le strutture pubbliche progettate, in modo particolare quelle relative alla regolamentazione dell’acqua per uso agricolo sono state realizzate, così come le attrezzature industriali per la fabbricazione del cemento in eritrea saranno presto poste in funzione.
Non ho nessuna difficoltà ad affermare che anch’io ho potuto constatare la realizzazione di diverse opere come invasi d’acqua, strade per la comunicazione tra diverse località, la buona pulizia delle strade , la struttura sanitaria migliorata, difficoltà alimentari ci sono ma certo nessuno muore di fame.
Riconosco che quanto realizzato sono opere fortemente volute dal goe ma, non va dimenticato, realizzate con il contributo fondamentale di quanti hanno lavorato i n condizioni forzate.
Ma questo cosa significa, mi sembra il minimo possibile, posso capire tutte le difficoltà esistenti ma andiamoci piano a enfatizzare.
Allora mi domando ma paragonata a noi allora l’albania, e dico albania, si deve considerare un paese a 5 stelle?
guardate che l’albania a noi paragonabile per il suo trascorso storico e le sue difficoltà con il suo vicino ha un totale di 18.000 km di strade di cui 5000 km asfaltate , ha iniziato nel 2004 la costruzione di una autostrada a quattro corsie per il collegamento di durazzo con pristina di 335 km con decine di ponti gallerie di 15 km a quattro corsie
ancora durazzo è collegata con tirana con una autostrada anch’essa a quattro corsie
innumerevoli inoltre sono le iniziative internazionali di collegamenti stradali europee in essere e in completamento informatevi per credere.
ha un aeroporto internazionale con un traffico di circa 1.200.00 passeggeri l’anno
con altri due aeroporti importanti in costruzione e altri 8 aeroporti minori 3 asfaltati gli altri no
il porto di durazzo riceve fino a 12 navi al giorno e ha ricevuto investimenti pari a 15 milioni di euro dalla banca per lo sviluppo europeo e altri 13 milioni li ha ricevuti negli ultimi 3 anni.
L’enel sta realizzando una centrale termoelettrica l’opera ha un costo di 20 milioni di euro
il turismo è in espansione con cifre superiori al milione di persone, il commercio è libero e in forte crescita sono gli investimenti esteri e locali.
Lascio per carità di patria di descrivere le innumerevoli altre iniziative che sarebbe troppo lungo esporre

E tutto questo realizzato negli ultimi anni., senza alcuna necessità di lavoro coatto, ma al contrario lavoro retribuito per tutti.
Abbiamo difficoltà ad ammettere che sono stati amministrati molto meglio di noi?

Quanto detto a significare che non sono certo“le ripetute campagne mediatiche incentrate sulla demonizzazione dell’Eritrea scoraggiano gli investitori esteri”, convinciamoci che siamo noi i responsabili, siamo noi con il nostro continuo riferimento alla instabilita dei confini, al nostro continuo riferimento al pericolo alle frontiere, alla nostra sbandierata disponibilità al ricorso alle armi, al reclutamento coatto dei nostri giovani, alla mancanza di certezze relative alla politica interna che scoraggiano gli investitori esteri.

Che i grandi investitori esteri possono operare con regimi fiscali e valutari protetti lo posso anche capire, ma spiegatemi quanti di essi esclusa la zaer operano in eritrea, e di tutta l’altra economia nazionale che qualcuno considera poca cosa che ne facciamo la mandiamo in malora? Probabilmente essi risulteranno in termini statistici irrilevanti, non per loro colpa ma in virtù del fatto che sono impossibilitati di fatto ad operare. Ma non vi rendete conto che non sono solo le grandi imprese, sempre estere, che contribuiscono alla crescita dell’economia. E poi mi parlate di volere evitare di subire vincoli di sottomissione da parte di altre nazioni.
Ripeto io medio imprenditore,se voglio intraprendere una attività in eritrea e mi necessita un conto in valuta, la banca centrale non me lo concede. E buona pace a tutti.
Credetemi vorrei tanto non fosse così ma visto che non sono io che determina il valore del nakfa mi spiegate perché al mercato nero la settimana scorsa valeva 52 contro 1 euro

Saluti

hagos

Re: Il Governo d'Eritrea

Mesfin anche se non capisco perché si firma hagos e si rivolge ad Antonio anziché a chi ha risposto al suo intervento vorrei controbattere ad alcune delle sue affermazioni.

Per prima cosa trovo improprio fare paragoni fra paesi inseriti in un contesto europeo e l’Eritrea che condivide gli atavici problemi che gravano su tutta l’Africa; come dire: continenti diversi, contesti diversi, problemi diversi.

A questo punto sarebbe logico paragonare l’Albania alla Grecia o più coerentemente l’Eritrea alla Somalia.

Oltre a questo sottolineo ancora una volta che a scoraggiare gli investitori esteri altro non è che la palese dimostrazione di non voler gestire la questione africana in maniera equa ostentata dalle amministrazioni delle maggiori potenze mondiali, e non certamente presunte incapacità gestionali del GoE che in passato ha già avuto modo di esprimere eccellenti prestazioni economiche generando P.I.L. di tutto rispetto.

Indubbiamente anche la recessione mondiale gioca un suo ruolo determinante sul mancato decollo degli investimenti da parte degli investitori esteri, che già devono confrontarsi con possibili rovesci interni e a testimoniarlo il tutta la sua gravità c’è la Grecia, ma in questo caso andrebbe sottolineato come anche in un contesto così sfavorevole l’Eritrea sia riuscita comunque a evitare il crollo e conseguire i suoi obiettivi.

Quanto alle piccole e medie imprese che intendono operare in Eritrea ripeto quanto ho già detto in precedenza: la realtà è che, al di là di tutte le considerazioni, mai come in questi ultimi mesi sono fiorite nuove attività come, bar, pasticcerie, ritrovi serali e notturni (sempre affollatissimi), oppure negozi o botteghe di artigianato non solo in Asmara, ma anche in molte altre città.

Evidentemente i titolari hanno trovato il modo di gestirle in modo da trarne profitto nonostante le varie presunte difficoltà che vengono frequentemente citate.

Questo non significa che non ci sia molto ancora da fare e da migliorare, ma da questo a voler demonizzare l’intera gestione del GoE credo ce ne corra.

Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Leggendo la notizia targata Reuters 2 maggio che gruppi di dissidenti eritrei si starebbero organizzando per deporre il presidente Afewerki.
Gradirei mettere il link di riferimento, cosi da potersi fare una idea della notizia in questione.
Spero non sia un problema per il sig. Pettini che ringrazio comunque per aver aperto questo forum nel quale si può discutere si spera in maniera serena e dignitosa della nostra amata nazione.
il link in questione è il seguente:
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE64104J20100502

Se la notizia fosse vera e se succedesse veramente ciò che é scritto in questa notizia, verrebbero spontanee alcune riflessioni.

In questo caso si tratterebbe di una sorta di resa dei conti del governo eritreo in questi anni. Se il popolo vede realmente nel governo l'impegno e la volontà di proteggere la dignità nazionale e nello stesso tempo la volontà di costruire una nazione solida, allora questo fantomatico gruppo di opposizione sparirebbe prima ancora di arrivare in eritrea, decontestualizzato e demolito dalla volontà del popolo eritreo, che come sappiamo, sà difendere molto bene ciò che ritiene giusto e vero.
D'altra parte, se è vero come dicono i "pessimisti" (perdonatemi il termine)che il presidente Isaias è un dittatore affamato di potere, beh che dire, la volontà del popolo sarà quella di deporre il presidente e lo farà molto presto.
il mio personale pensiero è a metà. Mi rendo conto che il governo eritreo ha eccelso su molte cose, tra cui:
- Quasi totale assenza di neo-colonialismo
- Non conformità alle etiche occidentali che, come abbiamo notato negli ultimi anni portano l'umanità in secondo piano rispetto agli interessi delle lobbies
e altri punti rilevanti.
D'altra parte mi rendo conto che il nostro popolo non può vivere per sempre in stato di assedio. Ormai son parecchi anni che non si spara piu un colpo e Dio sia benedetto per questo. Ricordiamoci che gli etiopi sono nostri fratelli.
Dunque un servizio militare così lungo (10 anni per gli uomini 3 o 5 per le donne) non fà altro che sfiancare i giovani, i quali finiscono il servizio militare ormai grandi e non hanno un mestiere in mano e di fatto non hanno un futuro.
Faccio un esempio: qui in italia (parlo dell'italia perché ormai ci vivo da molti anni)qualora succedesse una guerra ci sarebbe un esercito composto da: militari professionisti, riserve di leva, volontari ecc.
invece in Eritrea si è tutti in servizio militare, e per tutta la vita e questo non fà altro che stressare il popolo già paziente di suo, ma anche un pò esausto.
Mi rendo conto che parlare dall'italia è semplice e spesso si cade nel banale, ma sentendo anche ciò che mi viene riferito da familiari e amici che sono in eritrea, mi viene spesso raccontato di una sorta di stress politico a cui vengono sottoposti.
Inoltre anche il "mettere in gabbia" il popolo eritreo, costretto a dover rischiare grosso per poter uscire dall'eritrea la ritengo una mancanza del governo eritreo.
d'altra parte son daccordo col governo il quale dice che un eritreo che scappa dal proprio paese spera di trovare un futuro migliore, invece spesso incappa in un futuro peggiore fatto di CPT e altre cose poco simpatiche delle quali abbiamo spesso notizie dai giornali.
Detto questo, spero di non essere stato frainteso quando dico che è arrivato il giorno della resa dei conti, il tempo dimostrerà da che parte stà la ragione.
Dio benedica il popolo eritre

Re: Il Governo d'Eritrea

Berhanè l’unico a poter decidere il destino del GoE è il popolo sovrano eritreo.

Tutte le altre notizie comprese quelle fantasiose diffuse dalla Reuters non solo sono prive di qualunque fondamento, ma sono anche estremamente offensive nei confronti del popolo eritreo che in questo modo viene indirettamente accusato di sudditanza e di incapacità di auto-determinarsi.

In realtà quello che gli esponenti delle cosiddette organizzazioni di opposizione sanno perfettamente è che in Eritrea non riuscirebbero mai a ottenere alcun consenso popolare e tentano quindi di dipingere una immagine del paese negativa a tal punto da far ritenere legittime azioni di ingerenza esterna sul tipo di quella somala.

Quanto alla questione del National Service vorrei che fosse chiaro a tutti che non si svolge affatto nei termini in cui viene fin troppo spesso descritto, ma che è ben diversamente articolato.

Per moltissimi giovani Sawa è solo un momento di passaggio che comprende corsi di studio e addestramento militare della durata di qualche mese; dopo i giovani vengono inviati alle loro destinazioni dove continuano a svolgere attività di qualunque genere a beneficio della collettività.

I giovani sono contenti?

Certamente no, ma questo non può meravigliare poiché la scontentezza e l’insoddisfazione sono condizioni connaturate nell’essenza stessa dell’essere giovani; giovani lo siamo stati tutti e tutti siamo stati perennemente scontenti e insoddisfatti.

Sono più contenti quelli che espatriano via Libia?

Non credo proprio.

La verità è che i giovani non hanno termini di paragone per confrontare la loro condizione con altre possibili alternative, e qualunque cosa facessero sarebbero sempre e comunque insoddisfatti.

Magari potessero sapere in anticipo quello che li aspetta in caso di espatrio legale o illegale che sia.

In realtà in Eritrea i giovani sono gli unici che suscitano la mia preoccupazione e occupano la maggior parte dei miei pensieri.

Magari fossi capace di fargli capire come stanno veramente le cose prima che le sperimentino amaramente di persona.


Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

sig.Pettini, sono daccordo con lei con quanto dice. Purtroppo sono dell'idea che la televisione influenzi non poco il pensiero dei miei fratelli e delle mie sorelle che vivono in eritrea. quello mostrato è un mondo di spensieratezza e divertimento, ma solo noi sappiamo che non è cosi. Qui soprattutto nella mia città si fà fatica a trovare lavoro, già per gli italiani, tanto piu per chi non lo è. a loro il concetto di pregiudizio razziale è sconosciuto ed è una cosa benedetta dal Signore.
Però mi consenta un piccolo sfogo.
io quando parlo con loro, sono uno di loro, leggo nei loro occhi e nelle loro parole una sorta di rassegnazione e questo loro parlare sottovoce della realtà del paese è una cosa che mi fà stare male.
Sembrano quasi rassegnati, mi dispiace dirlo, non si tratta di semplice senso di insoddisfazione giovanile, non si può parlare di questo con un ragazzo di 25-26 anni che serve ormai da diversi anni nel servizio nazionale a poche centinaia di nakfa al mese. deve ammettere anche lei che il tempo passato in questo servizio è davvero molto.
e finito questo?
che prospettive ha un ragazzo di 26-27 anni finito il servizio nazionale?
questo per me è importante perché si "ruba" alla collettività una risorsa economica e fisica notevole.
daccordo che in questo tempo fanno opere di pubblica utilità e che servono allo sviluppo del paese, ma le infrastrutture o la musica non creano famiglie forti.
Le famiglie forti si creano con braccia giovani e sane che si guadagnano il cibo per la famiglia e, si sà, famiglie forti creano società forti.
può darsi che sia una mia impressione, ma ho notato questa specie di timore a parlare pubblicamente delle faccende riguardanti il governo.
sinceramente non sò da cosa derivi questo.

Re: Il Governo d'Eritrea

Berhanè parlando di Eritrea si deve sempre tenere in considerazione ogni più piccola buona notizia va considerata un evento positivo proprio sulla base delle grandi difficoltà con le quali il paese è costretto suo malgrado a convivere.

Queste grandi difficoltà non dipendono dalla volontà degli eritrei o del GoE, ma, come dovrebbe oramai essere noto a tutti, da forze esterne al paese le quali sono le uniche responsabili dello stato di disagio degli eritrei e in particolare dei giovani.

Quanto alle critiche o considerazioni personali che i giovani possono esprimere individualmente valgono quanto le chiacchiere che si fanno al mercato anche qui da noi dove il nostro governo viene descritto nelle maniere più colorite.

I disagi individuali contano relativamente quando l’obiettivo è la difesa dell’indipendenza del proprio paese e contemporaneamente la sua ripresa economica basata sul conseguimento della sicurezza alimentare per tutti.

Perché non domandare ai giovani etiopici, somali, sudanesi, o perché no anche ai giovani greci come vedono il loro futuro? Sono certo che i giovani eritrei apprezzerebbero molto di più la loro condizione.

Tuttavia vorrei ricordare che i disagi dei giovani non possono essere considerati come metro di giudizio nei confronti del GoE, i cui membri peraltro hanno sacrificato la loro intera gioventù per il paese, ma che possono esserlo solo gli evidenti risultati positivi conseguiti dall’Eritrea nel corso degli ultimi anni.

Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Egr. Sig. Berhané,
quello che lei dice trova conferma da quanto mi ha raccontato un mio amico:
E' fidanzanto con una eritrea che vorrebbe si trasferisse in Camerun dove vive e lavora.
Tutti i documenti pronti, visto del Camerun pronto, in Eritrea non le rilascianno il passaporto.
Perchè - chiedo io.
Il mio amico mi risponde: In Eritrea nessuno può lasciare il paese prima del compimento del 54° anno d'età.
Dico: ma stai scherzando, vero?
No, no - mi dice serio - non scherzo affatto.
Io rimago basito e triste per quella ragazza che non può fare quello che - più come persona che come eritrea - è un suo sacrosanto diritto.
Insomma, prima perchè c'era Minghistu, poi perchè ci sono i confini e quindi la guerra con l'etiopia, domani perchè occorre questo e altro.....
Ma il popolo Eritreo si merita tutto questo ?
Qual'è la colpa universale che ha commesso per subire tutto ciò ?
Tristamente la saluto

Re: Il Governo d'Eritrea

Egr. Sig. Hagos,
una notizia che apparentemente non c'entra nulla con questo post ma secondo mè invece si e molto !!!
Cesare Castelpietra - eritreo al 75 % (aveva solo il nonno paterno italiano) è stato nominato sindaco di un comune trantino (http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/dettaglio/a-carzano-il-primo-sindaco-di-colore-del-trentino/2012345)
Perchè voglio riportare questa notizia ?
Per questo:
1. Per testimoniare che in giro per il mondo - oltra all'eletto sindaco - ci sono tantissimi eritrei che hanno ruoli nelle società in cui vivono di prestigio.
2. sulla scorta del punto 1. molti di loro - subito dopo la liberazione - avevano messo a diposizione dell'Eritrea le loro indiscusse conoscenze / capacità. Risultato: il GoE li ha sempre rifiutati dicendo una cosa - a mio avviso gravissima: Noi per 30 anni abbiamo combattuto, molti di noi sono morti mentre voi eravate a fare la bella vita e ora volete partecipare alla ricostruzione ? NO !! -- Se non è questo un bel regime militare ditemi cos'è... Normalmente i militari rovesciano i governi ma poi chi li guida è gente che si intende di come governare
3. Tutto il popolo eritreo - o almeno la stragrande maggioranza - che si è realizzata all'estero ha di fatto - ora - cancellato l'idea di fare rientro in patria e questo è - di fatto - una cosa grave per l'Eritrea.

Insomma, si vive in una comunità internazionale e quindo gli "standard" devono essere comuni.
Non è possibile pensare di vivere isolati solo per non dare "soddisfazioni" ad altri...
A buon intenditore... poche parole ....

Re: Il Governo d'Eritrea

Bobo lei interviene presentando argomenti che conosce solo per sentito dire, senza verificarle e per il per il solo gusto di criticare gratuitamente il GoE.

E’ facile infatti constatare che contrariamente a quanto afferma lei molte ragazze dopo aver assolto ai loro doveri verso lo stato ed essersi sposate, ogni anno lasciano il paese. Molte le conosco personalmente perché ora mogli di amici italiani.

Evidentemente non tutte sono in regola ed è inutile che si lamentino.

Diverso il discorso per quanto riguarda i maschi per i quali i limiti sono assai maggiori.

Per quanto riguarda il presunto rifiuto del GoE di accettare la collaborazione di quanti avevano conseguito esperienze all’estero, ammesso e non concesso che essere nominati sindaco dimostri una qualche utilità per l'Eritrea, è altrettanto facile verificare quanti eritrei rivestono ora cariche statali di responsabilità pur non essendo “tegadalai” e quanto abbia fatto il GoE per promuovere l’invio all’estero di giovani che nelle intenzioni del governo dovevano formarsi una educazione superiore per contribuire al progresso del paese.

Che poi in seguito all’indipendenza molti eritrei rientrati in patria con progetti imprenditoriali e commerciali abbiano subito conseguenze penali e l’ostracismo, dipende solo dal fatto che questi si sentivano più furbi degli altri e in grado di fare fortuna rapidamente con pochi scrupoli.

Stefano Pettini

Re: Il Governo d'Eritrea

Notizia di agenzia:

Per tutte quelle che sono già mamme, per quelle che aspettano l’uomo giusto e per quelle che stanno per diventarlo: ecco un’interessante indagine condotta da Save the Children sui migliori paesi al mondo nei quali essere madre.

Questa speciale classifica “Mothers' Index” ha come indicatori lo stato di salute e il benessere di madri e bambini in 160 nazioni al mondo. Le statistiche sono state condotte su variabili diverse come la salute, l’educazione, lo status economico di madri e figli e la presenza di politiche di supporto.

Ed ecco la top ten dei paesi migliori:

1. Norvegia
2. Australia
3. Islanda
4. Svezia
5. Danimarca
6. Nuova Zelanda
7. Finlandia
8. Olanda
9. Belgio
10. Germania

All’estremo opposto troviamo invece i paesi, dove donne e bambini sfidano quotidianamente la morte. I tre posti “più difficili” per le mamme sono: Afghanistan, Niger, Chad, seguiti da Guinea Bissau, Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Sudan, Eritrea, Guinea Equatoriale.

Considerazione: In Eritrea perchè c'è (?) una guerra di confine - mi dicono che ad Asmara la situazione è apparentemente del tutto normale - il nascituro non ha le stesse speranze di un bimbo di un altro paese.
Il livello sanitario non è di comptenza dei governi - e nel caso non riescono - di organizzazioni ONG o similari "straniere" ?
Mi sembra di ricordare che alcune ONG sono state mandate via (forse commettevano delle illegalità - non sò e non mi interessa).
Ma, comunque il dato è incontrovertibile.
Il presidente Eritreo ha una malaria cronica e parecchie volte fà viaggi in paesi "ricchi" dove lo possono curare nel modo migliore mentre nel paese i bimbi forse.... .... non riescono nenanche a nascere forse per una banale infezione intestinale.
Che tristezza.....

Re: Il Governo d'Eritrea

Bobo al solito lei stravolge la realtà a suo uso e consumo.

Legga i rapporti Unicef riportati di seguito:

Rapporto Unicef sulla mortalità infantile

Secondo gli ultimi dati UNICEF, oggi il numero di bambini nel mondo che muoiono prima di compiere 5 è in diminuzione.

A livello globale, il numero annuo di decessi infantili è sceso nel 2007 a 9,2 milioni, rispetto ai 12,7 milioni di casi del 1990.

Peter Salama, responsabile per i programmi sanitari dell'UNICEF, attribuisce il calo della mortalità infantile al miglioramento dell'assistenza medica per le madri, alle misure per la prevenzione delle malattie e ai programmi di controllo sanitario…

…Paesi come Laos, Bangladesh, Nepal e Bolivia hanno fatto i maggiori progressi nella riduzione della mortalità infantile. In questi paesi, la mortalità sotto i 5 anni è diminuita di oltre il 50% rispetto al 1990. Essi sono quindi sulla buona strada per raggiungere l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4, che si prefigge di ridurre la mortalità infantile di due terzi entro il 2015.

Anche in Africa sono stati compiuti progressi significativi. In Eritrea il tasso di mortalità infantile è diminuito del 52% negli ultimi 17 anni. Nel medesimo periodo, i tassi sono diminuiti del 40% in Malawi, Mozambico, Niger ed Etiopia…

E ancora:

In the context of the Millennium Goals, the progress Eritrea has achieved in the provision of maternal and infant health care in general and in reducing the mortality rate in children under the age of 5 in particular is an exemplary accomplishment among sub Saharan countries, according to a report released by UNICEF on 26 November 2008.

As is well-known among the 8 Millennium Goals set to be achieved by countries of the world by 2015, the fourth Goals is to "reduce mortality of children under the age of 5" and followed by "improving the health of mothers" and "reducing incidence of infection by HIV, malaria and other communicable diseases".

Six years before the UN drafted the Millennium Goals, the Eritrean National Charter, ratified in the Third PFDJ Congress in 1994, stated that the provision of easily accessible health care services is the right of every citizen while securing evenly distributed of health care system, increasing the people's awareness on health care and the prevention of diseases were given a high priority in the nation-building process.

Based on this fundamental outlook, the Eritrean government has been making extensive efforts to provide health services in different parts of the country, particularly in remote areas where there was no provision of health care before. Moreover, Eritrea has exerted exemplary efforts in reducing the prevalence of communicable diseases, providing health care and vaccination for mothers and infants, training health technicians and enhancing the people's awareness in healthcare.

As a result of the nation-wide endeavors to prevent or avoid the diseases that have been the leading caused for the death of children under the age of 5, today 99% of Eritrean children receive vaccination against communicable diseases such as Polio, measles and tetanus have completely been put under control.

According to UNICEF reports, mortality rate in children under the age of five has been reduced by more than 50%. In most developing nations this figure rarely rises more than 12%. Thanks to the committed efforts in this sector, 99% of Eritrean mothers receive healthcare services.

Considering the fact that this figure is 97% in the developed world and 53% in the developing nations, Eritrea's achievement in this case is indeed exemplary. Malaria is one of the leading causes of death in tropical countries, but its prevalence in Eritrea has been reduced by 80%. Moreover, mortality rates due to tuberculosis have been greatly reduced and compared with other developing nations; Eritrea has one of the lowest rates of HIV infection.

A government committed to the welfare of the people and country is a cornerstone for social and economic progress. Thus, drafting and implementing effective development and social programs is one of the basic indications of a committed and efficient administration system. As world experience has proven time and again, no people have been able to secure a safe and rewarding life in the absence of a government committed to the people's welfare.

The credit for the progress Eritrea is making in achieving the Millennium Goals in the health sectors or other domains largely goes to the dedicated efforts of the government that gives priority to the people's welfare. Nonetheless, the progress achieved so far, which has been much lauded by different quarters should not prompt us to lax in our efforts but should encourage us to strive for yet other exemplary feats.


Oltre a questo vorrei ricordarle che seppure fosse vero che il presidente Isaias è affetto da malaria questa non necessita ricoveri all’estero per essere trattata.

Stefano Pettini