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Relazioni internazionali

Leggo ora l'articolo che scrive di come le relazioni internazionali con lo Yemen acquisiscano nuovo slancio. Già qualche tempo fa era stato pubblicato un articolo che mostrava l'amichevole visita del Presidente Afworki in Iran ed il colloquio avuto con il presidente iraniano. La domanda che voglio fare, per nulla pretestuosa ve l'assicuro è: Perché? Perché l'Eritrea scegli questi Paesi per stringere relazioni internazionali? Perché Isayas dialoga con Acmadinejad (sicuramente non si scrive così) e il presidente yemenita?
La cultura dell'Eritrea che presenta una popolazione per metà cristiana e metà musulmana è ben lontana da quella di questi due Paesi. Da una parte cristianesimo ed islam moderati, dall'altro solo islam radicale. Non solo. Credo che a tutti sia noto che i Paesi sopra citati sono mondialmente considerati Paesi non democratici i cui governi sono stati più volte additati di non rispettare i diritti umani. Perché allora mettercisi insieme?

Questo mi fa venire in mente ciò che mio nonno mi consigliava quando andavo alle elementari: Mettiti vicino a quelli bravi, mica agli asini! Sennò non impari niente.

Re: Relazioni internazionali

Marco Moretti il consiglio di suo nonno era un consiglio da saggio.

Rimane da stabilire chi siano veramente i buoni e bravi e quali gli asini perniciosi.

La nostra opinione a riguardo di paesi che non conosciamo affatto difficilmente può essere ritenuta obiettiva e consapevole, e a ben vedere non risulta laborioso accorgersi che con molta probabilità ci siamo fatti condizionare da correnti di pensiero originati altrove, rispetto alla nostra coscienza e conoscenza, e per ben precise ragioni strategico-politiche.

Sig. Marco Moretti lei è sicuro di conoscere adeguatamente le antiche e nobili culture Persiana e Yemenita e di essere in grado di fare paragoni con la cultura Usa? (Tanto per fare un esempio di cultura contrapposta)

Si rende conto che dalla amministrazione Usa dipendono quasi tutti i conflitti attualmente in corso nel mondo?

Possiamo dirci certi noi italiani di aver scelto il compagno di banco giusto o forse ci renderemo conto con il tempo che invece abbiamo scelto quello asino che ci porterà alla rovina?

Comunque nel caso dell’Eritrea la questione non si pone affatto nei termini presentati strumentalmente dai media e basate su ragioni religiose o ideologiche, ma affonda le sue origini negli antichi e storici rapporti di collaborazione e sostegno che paesi come Iran, Yemen, Sudan o Somalia, per citarne alcuni, hanno offerto disinteressatamente ai combattenti eritrei durante la lunga e dolorosa lotta per l’indipendenza.

Di questo l’Eritrea non si dimenticherà mai e quindi non saranno certamente ragioni di opportunità politica e diplomatica a portare l’Eritrea a cambiare questo suo fermo atteggiamento.

Concetti e valori, non più alla portata delle nostre culture decadenti e assuefatte a logiche di bieco opportunismo e malaccorte strategie politico-diplomatiche, che dovrebbero indurci a fare delle riflessioni e a trarne qualche insegnamento.

Stefano Pettini