Eritrea Eritrea
Non sò se quella di Pettini era una battuta ironica..cmq detto fatto. Ecco il post sull'argomento.
''Il Presidente del Gibuti, Ismail Omar Guelleh, ha denunciato giovedì al Consiglio di sicurezza l'occupazione dei territori di confine da parte dell'Eritrea. Guelleh ha chiesto al Consiglio di agire rapidamente e sollecitare un'azione concordata tra i due Paesi del Corno d'Africa per risolvere la crisi entro tre settimane. In caso contrario ci dovranno essere "delle sanzioni da parte del Consiglio" ha aggiunto il Presidente del Gibuti.
Secondo il Capo di Stato la priorità immediata "è la smilitarizzazione dei territori del conflitto, oltre che il ritiro delle forze di entrambi i Paesi sulle posizioni del febbraio 2008". La seduta del Consiglio è stata richiesta esplicitamente dal presidente Guelleh per poter riportare sulla questione, che era già stata discussa d'urgenza il 24 giugno scorso, a seguito dell'invasione eritrea di Gibuti.
Dal canto suo, l'ambasciatore dell'Eritrea presso l'ONU, Araya Desta, ha assicurato che non ci sono nuovi elementi dopo il "breve incidente di giugno", ma ha tenuto ha precisare che l'episodio era stato istigato da un "attacco ingiustificato dell'esercito del Gibuti ai danni di quello eritreo dislocato entro i confini del proprio territorio nazionale".
Ad ogni modo, il diplomatico ha detto che l'Eritrea desidera "ristabilire e coltivare relazioni di buon vicinato con Gibuti sulla base del rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale" senza lasciarsi coinvolgere in "un conflitto creato ad arte".
Ma facciamo un passo indietro:
'' La tensione fra i due paesi è molto alta da quando, il 16 aprile scorso, truppe eritree hanno compiuto - secondo Gibuti - un'incursione nella regione settentrionale di Ras Dumeira. Per il suo controllo i due Paesi si sono già affrontati a due riprese, nel 1996 e nel 1999. Negli ultimi tre giorni, secondo fonti militari di Gibuti, nove soldati gibutini sono rimasti uccisi e 60 feriti nei combattimenti.''
'L'azione militare dell'Eritrea contro il Gibuti nella zona di Ras Doumiera è stata seguita da appelli da parte di Ban Ki-moon e del Consiglio di Sicurezza ai due paesi affinchè si raggiunga un cessate il fuoco e le truppe vengano ritirate nelle posizioni precedenti". "La situazione di recente è stata definita calma, ma tesa con raggruppamento di militari da entrambi i lati".
Asmara ha smentito di avere problemi territoriali con Gibuti e ha definito un “malinteso” lo sconfinamento in un’area definita “terra di nessuno” alla frontiera tra i due paesi.
Alla luce di quest'ultima dichiarazione mi chiedo come mai dopo 5 mesi Gibuti lancia sostanzialmente un utlimatum(''L'aggressione non deve essere ignorata né restare impunita, o peggio, essere presa alla leggera" ha concluso Guelleh, perché continuare a non far niente "non solamente incoraggerà ma premierà il comportamento dell'Eritrea", lasciando a noi la guerra come unica opzione. '') mentre d'altro canto l'Eritrea dichiara la totale inesistenza del problema? Cosa sta accadendo in verità?
Neo riprendiamo qui l’argomento Gibuti Eritrea originato dalla sua domanda circa il perché a suo parere siano assenti informazioni ufficiali sulla presunta questione di confine fra i due paesi.
Questo è uno dei tanti comunicati ufficiali che riassume abbastanza chiaramente i contorni della vicenda:
“Come chiarito nelle nostre precedenti comunicazioni non vi è alcuna reale disputa territoriale tra Eritrea e Gibuti. L’Eritrea non nutre alcuna ambizione territoriale o rivendicazione di sorta nei confronti di Gibuti. L’Eritrea non ha oltrepassato il confine del suo territorio per occupare un solo pollice di territorio sovrano del paese vicino e fraterno.
Mentre questi sono i fatti il governo di Gibuti si è purtroppo impegnato negli ultimi due mesi in una non provocata, intensiva e ostile campagna contro l'Eritrea, sotto la spinta di forze esterne. Questa campagna è sostenuta da secondi fini che non hanno nulla a che fare con un presunto problema di confine tra i due paesi. Per aggravare e drammatizzare la situazione, tuttavia, il governo di Gibuti è stato anche indotto il 10 giugno dello scorso mese a lanciare un attacco sconsiderato contro nostre unità territoriali.
Il gioco trasparente, sostanzialmente etichettato e confezionato a Washington, si propone di fomentare una crisi artificiosa per far precipitare le condizioni regionali per giustificare ingerenze e complicazioni, e, come è successo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e altri organismi regionali sono stati posti sotto pressione per passare rapidamente ingiustificate dichiarazioni e risoluzioni.
L'ironia di tutta la vicenda è infatti evidente. Il Consiglio di Sicurezza ha evitato le proprie responsabilità nell'anno passato per assecondare l'occupazione etiopica di territori sovrani eritrei, tra cui la città di Badme, in violazione della Carta delle Nazioni Unite e l’accordo di pace di Algeri. Inoltre dal mese di aprile di quest'anno, l'Etiopia ha occupato il Monte Ali Musa, che include territori sovrani di Gibuti ed Eritrea, per il posizionamento di armi offensive a lungo raggio.
Mentre questi atti di flagrante aggressione vengono ignorati, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ora è stato chiesto di inviare "missioni ricognitive" e lanciare "operazioni diplomatiche" per un problema inesistente.
L’Eritrea desidera sottolineare che esso non può occuparsi di ordini del giorno esogeni quando il vero problema è stato, e continua ad essere, ignorato e insabbiato. Le principali cause di potenziale destabilizzazione regionale sono chiare e infatti ancora una volta l’Eritrea chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di canalizzare i suoi sforzi per affrontare i problemi reali.
Ministero degli Affari Esteri dell'Eritrea
Asmara
9 giugno 2008”
In questi ultimi sei mesi come molti eritrei ho seguito con attenzione la cosidetta "crisi Djibouti-Eritrea" che da parte mia invece definisco le accuse del governo di Djibouti all'Eritrea.
Riflettiamo sulle seguenti questioni :
1) E' possibile che il governo di Djibouti in tutto questo tempo (sei mesi) con la presenza militare nel suo territorio ed il sostegno di cui gode di potenze come la Francia e gli USA non sia ancora in grado di dimostrare al mondo questi territori occupati ?
2) La Francia a giugno aveva dichiarato che non era in possesso di prove di territori occupati.
3) Il Segretario Generale dell'ONU ed il Consiglio di Sicurezza hanno immediatamente condannato l'Eritrea e poi successivamente il mese dopo hanno cercato di mandare una commissione per accertare i fatti ( Facts finding mission ), è possibile che il più grande Organismo Internazionale come l'ONU condanni prima e successivamente cerca di verificare ?????
4) Come mai queste accuse avvengono in un momento in cui la EEBC termina il suo mandato e consegna la dermarcazione virtuale dei confini all'Eritea ed all'Ethiopia e alle Nazioni Unite ?? Perchè ??
5) E la concessione di terreni etiopi (farm) al Presidente Ismail O. Gulleh e consorte da parte del governo etiopico di quest'estate sono una ricompensa ?
6) Cosa sappiamo delle nuove postazioni militari etiopiche sulle alture di Monte Mussa Ali dichiarate dal governo eritreo?
7) Finora trovo che i comunicati del governo eritreo e le lettere indirizzate alle Nazioni Unite siano molto equilibrate e chiare e cioè che l'Eritrea non ha rivendicazioni territoriali.
In conclusione se me lo permettete vorrei chiedere a tutti di non arrivare a conclusioni precipitose e di non basarci solo sulle dichiarazioni di una parte. Diamo tempo al tempo.
E' compunque evidente che l'Eritrea, avendo negato agli osservatori ONU di entrare nel proprio territorio per verificare la situazione, ha scelto la strada sbagliata. L'ONU si è basato sulla sola voce di Gibuti per stabilire come siano andate le cose. Un vero peccato il mancato riconoscimento della verità. Un comportamente immaturo e sprezzante del governo eritreo che è molto bravo a clamare giustizia se qualcuno gli fa torto, ma meno disponibile quando la giustizia la clamano altri.
E' dando tempo al tempo che rischiamo di ritrovarci a fritatta ormai fatta.
Comunque sui territori dati all'etiopia come ricompensa sono un pò dubbioso, infatti da quando abbiamo negato lo sbocco agli etiopi, questi, hanno stretto rapporti di cooperazione con il piccolo stato di Gibuti. Quindi non sò se questo sia un elemento da prendere in considerazione.
Per quanto riguarda i francesi, si è parlato di un loro intervento durante le scaramucce a Ras Dumeira. Alcuni motoscafi eritrei in fase d'attacco, sono stati distrutti da alcuni elicotteri. L'azione era stata attribuita ai francesi in quanto sono gli unici a disporre di tali apparecchi e conoscenze tecniche.
Comunque per quanto riguarda il batti e ribatti di dichiarazioni tra i due paesi direi che è un film già visto. Sudan, yemen, etiopia e ora gibuti.
Patience la sua osservazione non mi convince perché il ragionamento non tiene.
Se Gibuti reclama che alcuni suoi territori sono stati occupati da truppe eritree e pretende che una delegazione delle Nazioni Unite accerti questa situazione illegale, perché mai la delegazione invece di recarsi sui territori gibutini contesi dovrebbe mai essere accettata dall’Eritrea che nulla ha reclamato.
L’Eritrea ha detto tutto quello che c’era da dire e ha rimesso la questione nelle mani di chi ora dovrà provvedere se ne sarà capace, a fornire prove concrete e oggettive delle sue asserzioni fino a oggi assolutamente non comprovate nonostante la massiccia presenza nell’area di truppe francesi e Usa tecnologicamente dotate di tutto il necessario per chiarire la questione.
Curioso poi che la commissione Onu pur avvisata dello svolgimento di operazioni militari etiopiche illegali in una area non molto distante da quella contestata, non abbia trovato tempo e modo di effettuare le doverose verifiche.
Patience personalmente ammiro il senso della misura con la quale il governo eritreo sta gestendo una questione creata ad arte al solo scopo di offrire l’opportunità all’Etiopia di presentarsi come salvatrice della patria (Gibuti), magari attraverso una occupazione terapeutica di Assab.
Poveri illusi.
Stefano Pettini
Neo per rispondere a lei e in un certo senso proseguire nel discorso iniziato rispondendo a Patience le ripropongo un estratto da un articolo di Sophia Tesfamariam:
"Allora da dove è venuto il nome "Dhtum"? Ho cercato di scoprirlo. È il nome di un posto, a metà strada lungo la via fra Assab e Bure vicino al confine con l'Etiopia, la cui storia è di determinazione, eroismo, trionfo, unità e generosità.
Il 24 maggio 2000, l'esercito eritreo ritirò le sue forze per quasi 30 km per contribuire a sostenere un programma di pace proposto dall'Organizzazione dell'Unione Africana (OAU).
La proposta invitava le parti a rischierare le proprie forze sulle posizioni pre-1998. L’Eritrea si ritirò da tutti i territori di confine disputati e oltre. Per evitare di fornire al regime di minoranza altri pretesti per la continuazione della guerra, l’Eritrea inoltre acconsentì di ritirare le sue forze dal fronte orientale, il fronte di Bure.
Appro*****ndo del rischieramento e della riorganizzazione delle truppe eritree, verificate da diplomatici e giornalisti accorsi nella zona, il regime ingannevole di minoranza in Addis, alla ricerca disperata di "una vittoria" nella sua malata guerra di due anni di aggressione e di espansione contro l’Eritrea e credendo ora di avere una buona probabilità di catturare la città portuale di Assab, compì il suo ultimo e più mortale errore di calcolo compiuto sino ad allora. L’Eritrea si è ritirò volontariamente per dare una probabilità alla pace e il regime in Etiopia confuse quella azione per debolezza. Pagandolo caro.
Il 3 giugno 2000, schierando due divisioni, l'Etiopia sferrò un nuovo attacco terrestre. Il combattimento scoppiò profondamente all’interno del territorio eritreo, a 40 chilometri dal porto, seguendo la linea dove le forze eritree si erano ritirate su richiesta dei mediatori di pace.
Alla fine del giorno, le forze eritree avevano sventato l'attacco etiopico, distruggendo la trentottesima divisione etiopica e uccidendo, ferendo o catturando 3.755 militari etiopici. Alcuni giorni dopo, l'8 giugno 2000, l'Etiopia lanciò un altro attacco al fronte di Assab. All’attacco parteciparono tre divisioni con più di 20.000 soldati.
Le forze eritree sventarono decisivamente quella offensiva che lasciò 4125 soldati etiopici morti (conteggio reale dei corpi) e 7110 feriti. Inoltre furono distrutti 7 carri armati etiopici.
Il 14 giugno 2000, proprio mentre Meles Zenawi stava acconsentendo riluttante a firmare l’accordo di cessazione delle ostilità, il suo Ministro degli Esteri delegato, Tekeda Alemu, si trovava a Washington, ad arringare a una folla di etiopici, "voi presto sentirete buone notizie.
L'Etiopia avrà il suo proprio porto; prenderemo Assab entro alcuni giorni". Non c’erano tali buone notizie… Per il regime la avventura è risultata essere, una disastrosa e sconsiderata illusione, per non accennare all’imbarazzo diplomatico e politico.
Il 18 giugno 2000, fu firmato l’accordo di cessazione delle ostilità fra l’Eritrea e l'Etiopia.
Ho visitato Dhtum e le zone circostanti nel marzo 2003 e ho visto che le trincee che erano state costruite da entrambi i lati dell’unica strada che conduceva al punto 71 e al fronte di Bure.
L'intero settore è cosparso di pietre nere che sembrano spuntare minacciosamente dalla terra e non ci sono difese naturali come terreni rialzati o altro. Era un terreno molto aperto e le trincee non sembravano essere distanti più di 200 metri fra loro. Ho sentito storie di valore e sacrificio fra coloro che erano là.
Nel corso della mia ultima visita nel 2003, i corpi dei soldati etiopici erano ancora là, nelle trincee, dietro le trincee, dappertutto… rimasti dove erano caduti. Il regime etiopico aveva rifiutato di accettarli come propri ed erano rimasti là, sotto calore ardente di Assab, fino al loro rimpatrio nel luglio 2003 con l'aiuto della missione della Nazioni Unite Eritrea Etiopia (UNMEE) e la croce rossa.
A suo tempo, la UNMEE segnalò il rimpatrio di 164 corpi in Etiopia. A Dhtum, i migliori figli e figlie dell’Eritrea, i combattenti veterani e le nuove reclute, hanno valorosamente difeso la sovranità e l'integrità territoriale della nazione e hanno decimato le forze d'invasione di Meles Zenawi."
In conclusione sembra che il lupo ha perso il pelo ma non il vizio, ma Assab è un osso troppo duro da rodere e questa volta il lupo perderà anche i denti.
Stefano Pettini
Stiamo cercando di ricostruire una situazione attuale attraverso fatti e notizie ufficiali e lei mi rifila l'articolo di una donna che definirla il braccio destro dell'Pfdj è poco???
Io davvero non la capisco, ci sono momenti che dimostra obbiettività nei suoi pensieri(condivisibili o meno) e altri che casca in queste inezie.
Comunque direi che è evidente il suo odio verso l'etiopia.
Tuttavia dico solo che se quest'ultima avesse voluto prendersi assab lo avrebbero fatto già a suo tempo, magari proprio quando il conflitto era in atto e i woyanè si trovavano alle porte di adiquala.
Neo ho voluto riproporre le informazioni prese dall’articolo di Sophia per portare alla attenzione di tutti un accadimento dell’ultima guerra poco conosciuto, ma assai significativo per spiegare le reali intenzioni della amministrazione etiopica a riguardo dell’area portuale di Assab e alle sue relative strategie operative.
Quanto agli etiopici parlare di odio da parte mia è assolutamente gratuito e fuori luogo dal momento che ho sempre sottoscritto quanto affermato più volte dal governo eritreo circa la assoluta necessità di ristabilire pieni rapporti diplomatici e commerciali con l’Etiopia che è stata e ancora sarà in futuro un partner naturale dell’Eritrea.
Tuttavia devo ammettere che non nutro una grande simpatia per la attuale amministrazione etiopica che ritengo non sia legittimamente rappresentativa del popolo etiopico poiché al potere solo grazie a conclamati brogli elettorali, e perché caratterizzata da una spiccata tendenza a non considerare il paese nel suo insieme, ma sempre in prospettiva di una sempre più utopica realizzazione della vecchia illusione del grande Tigray.
Tornando alla questione di Assab le suggerisco di rileggere con attenzione la cronaca di Sophia circa gli esiti della battaglia che gli etiopici avevano strombazzato ai quattro venti sarebbe stata quella definitiva che avrebbe restituito lo sbocco al mare all’Etiopia, a meno che non ne voglia contestare i contenuti come non veritieri e magari frutto della propaganda di partito.
Stefano Pettini
Mi trovavo anch'io lì Sign. Pettini, il destino ha voluto che mi trovassi nelle retrovie e non in prima linea. L'odore della guerra e della morte sono cose che non si dimenticano e francamente pensare che lì amici e compagni hanno perso la vita per una situazione attuale tutt'altro che risolta mi fà passare la voglia di gridare alla vittoria come fa la Tesfamariam nei suoi articoli.
Rimango tuttavia sulla mia posizione: se gli etiopi avessero incentrato la passata guerra sulla conquista di Assab credo avrebbero effettuato una guerra di aggressione mirata a quell'area e non estesa ai più fronti situati sui 1000km di confine. Il tutto considerando che i woyanè hanno sempre avuto il benestare (e probabili forniture d'armi e know-how) da parte degli usa.
Neo la battaglia di Dhtum oltre ad essere stata decisiva per gli esiti della guerra del 1998 e ad essere chiarificatrice come detto circa i reali progetti etiopici a riguardo dell’area di Assab, rappresenta anche una delle evidenze circa il reale esito della guerra cessata con i patti di Algeri e da più parti raccontata come persa dall’Eritrea.
Alcune fonti autorevoli sono arrivate a sostenere che questa era la ragione per la quale la Temporary Security Zone era stata dislocata completamente all’interno dell’Eritrea dimenticando che un paese perdente non trova posto su un tavolo di trattative di pace come parte attiva.
La storia in seguito racconterà come l’Eritrea ben lungi dall’essere in procinto di essere scon*****, come gli etiopici avevano con troppa fretta creduto, erano in procinto di sferrare altri attacchi devastanti simili a quello di Dhtum che avrebbero provocato la disgregazione delle forze nemiche esattamente come gia successo nelle fasi finali della guerra di liberazione troppo in fretta dimenticate da Melles e dai suoi accoliti.
Stefano Pettini
Carissimo Sig. Pettini, innanzitutto complimenti perche sta dimostrando di essere Eritreo piu di alcuni Eitrei che grazie a Dio sono la minoranza che invece di essere realisti agiscono solo di emozione.
A cio che ha detto vorrei aggiungere che la guerra sia stata vinta dall'Eritrea non ci sono dubbi. Ricordiamo al Sig. Neo che dopo il cessato di fuoco e l'accordo di Algeri l'Eritrea vittoriosa ha comunicato al popolo Eritreo i nominativi dei Martiri e nelle sue capacita ha dato aiuti economici alle loro famiglie e ha fatto in modo che la popolazione contribuisse all'adozione dei loro figli. Chi e in grado di dirmi che cio che stato fatto a riguardo dei martiri e i disabili di guerra per l'indipendenza e dopo, se e stato fatto in qualsiasi altra nazione del globo ??
Grazie,
Shagaray
Ah. scusi Pettini, aggiungo... l'Eritrea ha comunicato al Popolo I nomi dei Martiri perche vittoriosa..perche i woyane non hanno fatto lostesso?? lascio la risposta al Sig. Neo
Purtroppo non colgo il nesso tra la pubblicazione dei nomi dei caduti col discorso su Gibuti che stiamo affrontando. E' davvero paradossale che ''il moderatore'' si dimentichi di tirare le orecchie a chi loda e glorifica il GoE pur andando fuori tema mentre lo faccia frequentemente con chi critica. Vabbè.
Cmq mi devi spiegare un paio di cose Shagray:
1-dove sta scritto che chi ammette i propri caduti è il vincitore della guerra, se fosse logico sto discorso direi che ogni stato lo farebbe quotidianamente alla fine di ogni conflitto. Fermo restando che NON STO DICENDO CHE ABBIAMO PERSO LA GUERRA! Chiarisco giusto per non darti l'occasione di mettermi in bocca parole che nn ho detto.
2-quindi secondo te il vero eritreo è colui che celebra le vittorie del partito, difende a spada tratta ogni minima decisione dello stesso, non ammette nessuna critica in nessun ambito, piccona chi s'azzarda a farlo ecc..
Bè...non è una novità questo discorso. D'altrondo si capisce entrando in ogni consolato eritreo che esistono eritrei di serie A e serie B.
Io invece ti dico di ringraziare Dio per il fatto che non vivi in Eritrea e parli seduto in una comoda poltrona in un paese dove uscendo di casa puoi gridare ''Berlusca vattene'' e nessuno ti dirà niente...
L'argomento in questione è Eritrea vs Djibouti, cerchiamo di non uscire dal tema.
Nè in Eritrea nè presso le nostre rappresentanze diplomatiche esistono eritrei di serie A e di serie B, lo sappiamo tutti, non sollevare problemi inesistenti.
Neo non credo che Shagray sia andato fuori tema, ma più semplicemente che abbia espresso un suo concetto, più o meno discutibile, ma pur sempre collegato al tema in discussione.
Approfonditelo in maniera costruttiva in modo che tutti possano capire di che si tratta.
Stefano Pettini
Invece sì Tesfa. Il vero eritreo è colui che fa parte dell'entourage al potere, che lo sostiene e che lo difende. Chi s'azzarda a guardare oltre il paraocchi automaticamente è fuori dai giochi.
Ma questo post non parla di vittoria o scon***** dell'ultima guerra nè di martiri eritrei nè di cittadini di serie A o B. Parla dei problemi con Gibuti.
Mettiamo i woyanè al centro dei nostri problemi quando decidono di invadere la Somalia, li mettiamo al centro dei ns problemi, quando stringono rapporti economici con Gibuti, quando ospitano i caschi blu che noi cacciamo e li colpevolizziamo se la ns economia fa 1 passo avanti e 5 indietro.
Caspita ma allora sti qua sono davvero in gamba, se fossero davvero capaci di fare tutto ciò vuol dire che riescono davvero a decidere le sorti di tutta l'area del corno d'africa. A noi ci stanno mandando sul lastrico con la no war-no peace, in Somalia fanno il bello e cattivo tempo da un bel pò coi loro eserciti, Gibuti è a vs dire un'appendice dell'Etiopia dove transiti di soldati e scambio di terreni-ricompensa è all'ordine del giorno..
Prima dite che quella etiope è una politica allo sbando che ha portato il paese sull'orlo del baratro e ora vedete in tutti i fallimenti e difficoltà dell'Eritrea la faccia di quel folletto che è Melles sostenendo di fatto l'ingerenza di quest'ultimo in tutto il Corno....Non sò..bisogna che vi mettiate d'accordo. O l'Etiopia è una grande potenza che sta muovendo a suo piacimento le proprie pedine nell'area, oppure è un paese allo sbando che non è in grado di salvaguardarsi da crisi interne figuriamoci da quelle esterne. Non posso essere entrambe.
Indiscrezioni suggerivano che il conflitto a fuoco del 10 giugno sarebbe stato provocato da un tentativo di diserzione in massa verso il territorio di Gibuti. Le truppe eritree aprirono il fuoco contro i fuggitivi e di tutta risposta i gibutini risposero temendo un'aggressione.
Sarkozy ordinò a 200 soldati francesi di recarsi sulla frontiera ma ad oggi c'è un buco mediatico e d'informazione totale sul loro resoconto e sui lavori degli ispettori inviati dall'Onu. Qualcuno è riuscito a sapere qualcosa?
Neo, non penso di essere uscito fuori tema.
Riguardo il cosidetto conflitto Eritrea - Gibuti tu sai meglio di tutti noi che e una cosa fabbricata ed orchestrata fuori dal continente e il piccolo stato di Gibuti per poter soppravivere e nel suo interesse eseguire il compito assegnatoli considerando le relazioni USA-Francia, cio non sarebbe accaduto durante la presidenza del sig. Chiraque. Come ben ricordi caro Neo i rapporti fra le due nazioni andavano a gonfie vele,addirittura il Presidente Isayas visito' Gibuti via terra lontano da protocolli di stato, e'lo stesso presidente Gibutiano ha sempre detto che non esistono confini fra le due nazioni sorelle, l'Eritrea considerando le relazioni fra i due popoli fraterni ed essendo coscente che tutto cio' non e dipeso dallo stato si Gibuti non si e lasciata trascinare dalle onde, dimostrando ancora una volta che chi governa l'Eritrea ne e' veramente all'altezza.
Neo, io non ho mai detto che appoggio il governo Eritreo & il PFDG ciecamente, il tuo problema e che non riesci a digerire il fatto che la stragrande maggioranza in Eritrea e all'estero ha solo un obbiettivo ossia quello di difendere la patria,chiudere il problema confine eritro-etiopico, una volta risolto questo problema rimarra' solo implementare la costituzione, che come ben sai e una costituzione alla quale tutti noi Eritrei abbiamo contribuito, per arrivare a cio', come Eritrei abbiamo il dovere di appoggiare il nostro governo. Vorrei dirti che io non solo non vivo in Italia, ma addirittura non ho ancora avuto l'onore di visitare questo paese meraviglioso, e ricordati che per scrivere in Italiano non bisogna per forza vivere o studiare in Italia, sono semplicemente un eritreo 50enne che studio' come molti Eritrei presso scuole Italiane.
Eritrei serie "A" e serie "B" ? a me non risuta affatto, ma se tu, ti consideri di serie "B" per causa della tua posizione negativa verso il GoE ed il popolo Eritreo, mi dispiace profondamente ma non posso non so che dirti.
Saluti,
Shagaray
Quindi Shagray stai scrivendo dall'Eritrea? Per carità, non voglio essere indiscreto(e se lo ritieni opportuno sei libero di non rispondermi), ma non credo che una persona che vive stabilmente in Eritrea possa fare i discorsi che fai te.
Per quanto riguarda Gibuti ti pregherei di rispondere al ragionamento che ho fatto nel post precedente sull'influenza etiope nel Corno d'Africa. Mi interessa avere un tuo punto di vista sulla questione.
Venendo invece al discorso dei ''popoli e nazioni sorelle'', ho provato a ricordarmi di tutte le volte che ho sentito tali dichiarazioni. Eh si..fu proprio rivolgendosi all'Etiopia che il GoE espresse queste parole. E se la mente non m'inganna da quel momento abbiamo vissuto 2 guerre con i woyanè stessi, deportazioni da una parte e dall'altra, continue minacce d'aggressione e sconfinamenti. Quindi le parole e le dichiarazioni lasciano sempre il tempo che trovano e non dimostrano niente! Purtroppo!
Per quanto riguarda la stragrande maggioranza di eritrei che sarebbero dalla parte del regime temo che anche te non ci credevi mentre scrivevi tale assurdità. Ancora una volta attirerai le ire del ''moderatore'' su di me perchè mi costringi ad andare OT. Cerco di risponderti con i numeri:
-SAVE THE CHLDREN-ultimi 4 mesi 1117 minori sbarcati in sicilia(maggioranza eritrei, il resto somali). 09/10/2008-Sbarcati a Bova Marina(Calabria)220eritrei.Su 1537 richieste di asilo politico, 866 sono da eritrei nel 2004, 956 richieste nel 2005, nel 2006 le richieste balzano a 2100(dati del Min.Dell'Interno Italiano). Dei 22016 stranieri sbarcati in italia nel 2007, 2900 erano eritrei(pensa a quelli ancora in stato di clandestinità,quelli in stato di ''protezione umanitaria'', quelli già fuggiti nel resto d'Europa, o quelli ancora in Libia, Sudan-40.000secondo UNHCR- o Egitto-1600 nel 2008 secondo amnesty- o fuggiti in Etiopia, Israele-10.000 rihiedenti secondo AmnestyIntern, quelli morti nel canale di Sicilia-556 solo nel 2007). Sono 1/10 dei dati presenti negli archivi del ministero, dovrebbero bastarti per porti seriamente delle domande(pensando che siamo solo 3,5milioni di anime in eritrea).
Per quanto riguarda la diaspora eritrea vorrei proporti altri dati altrettanto significativi, ma sarà meglio aprire un post sulla questione a tempo debito per non mettere troppa carne al fuoco. E cmq non puoi affermare certe cose fidandoti esclusivamente di fattori soggettivi senza proporre uno straccio di prove di quello che dici. Con che autorità e coraggio parli a nome degli eritrei all'estero? Con che sicurezza affermi certe cose? Se dovessimo parlare tutti per intuito o stato d'animo sai che confusione verrebbe fuori?
Infine caro Shagray io non ho il complesso di eritreo di serie b, ma mi considero eritreo.Punto.Niente più e niente meno. Dove sta scritto che devo elevarmi a dfensore del mio paese solo perchè ne sono cittadino? Non posso difendere l'indifendibile, innanzitutto. Inoltre sarei complice di color che come ho già detto prevaricano me, la mia famiglia, i miei amici e tutto ciò che di più caro ho al mondo.
Neo i richiami a non andare eccessivamente O.T. sono motivati dal fatto che argomenti interessanti rischiano di non essere individuati da chi cerca di seguire gli interventi tenendo dietro al filo logico proposto dai titoli dei 3d.
Se qui si discute della presunta vertenza Gibuti-Eritrea non mi pare logico divagare su altre questioni che confondono chi segue la discussione e fanno perdere il filo del ragionamento.
Tornando quindi all’argomento principale vorrei che in attesa di prove certe si cercasse di stabilire se sia più logico credere alla versione gibutina degli eventi oppure se può esistere una diversa verità.
Le obiezioni mosse fino a ora alla versione della aggressione da parte dell’Eritrea proposte in sette punti da Tesfa appaiono abbastanza plausibili e assi più concrete che non la presunta eventualità di un esodo di massa da parte di disertori eritrei che appare assai fantasiosa, ma se qualcuno ritiene che esistano altre chiavi di lettura della vicenda si faccia avanti spiegandosi in maniera chiara e soprattutto attenendosi ai fatti.
Stefano Pettini
Assolutamente coscente di essere andato OT!!! Ma mi premeva rispondere a Shagray.
Detto questo ritorniamo al topic:
nessuno sà che fine hanno fatto i 200 francesi in spedizione nel luogo degli scontri? E gli ispettori Onu che fine hanno fatto? Possibile non vi sia un minimo accenno sulla questione nelle agenzie?
Neo le sue domande sono attualmente senza risposta e questo indirettamente accredita l’ipotesi che i fatti non si siano svolti secondo le modalità proposte dal governo gibutino che avrebbe avuto a sua disposizione ogni possibile opportunità tecnologica per fornire prove fotografiche o satellitari attraverso la collaborazione dei francesi o degli americani presenti in forze a Gibuti.
Stefano Pettini
Scusate l'intromissione ma ci sono molte imprecisioni da parte vostra.
Dire che i fatti non si siano svolti secondo le giuste modalità è del tutto inappropriato, peggio ancora l'affermazione secondo cui non vi sia risposta ai quesiti del sign che chiedeva notizie.
Infatti dopo il 10 giugno 2008, data degli scontri militari, l'Onu si è subito attivata, tant'è vero che due giorni dopo, 12 giugno, Il consigio di sicurezza Onu col presidential statement S/PRST/2008/20, ha condannato l'aggressione eritrea e richiamato le parti ad un cessate il fuoco e alla risoluzione pacifica del conflitto. La stessa IGAD e Lega Araba hanno richiamato l'Eritrea all'immediato ritiro delle truppe.
Il 25 Giugno il Consiglio di Sicurezza con lo statement SC/9376 richiede l'invio immediato di una missione fact-finding nei territori in questione con il compito di indagare sull'accaduto.
La missione è partita il giorno 28 giugno alla volta dei territori teatro della disputa rimanendo nell'area sino al 6 agosto.
Il 17 settembre 2008 il consiglio ha discusso il rapporto consegnato dalla missione come da verbale S/2008/602.
Il 14 gennaio 2009 Il consiglio di Sicurezza delle nazioni unite adotta la risoluzione 1862 richiedente l'immediato ritiro delle truppe eritree e il ritorno alle posizioni dello status quo entro 5 settimane dalla data dell'emissione della risoluzione stessa.
Direi che le chiacchere e le ipotesi stanno a zero. Si potrà accusare l'Onu di qualsiasi cosa tranne di non aver fatto il proprio lavoro. La procedura è stata cristallina e coerente.
I fantomatici silenzi di cui parlate sono infondati.
Buona giornata a tutti.
beppe
Benvenuto sig. Beppe, la ringrazio per il suo intervento che offre la opportunità di riesaminare un argomento di sicuro interesse per le sue implicazioni a livello regionale, ma non concordo sulla sua ipotesi a riguardo di presunte imprecisioni in questo forum nella descrizione degli eventi.
Nessuno ha infatti affermato che non siano state osservate le giuste modalità nella gestione della questione, ma molto più precisamente che non erano state prodotte da nessuno prove concrete che dimostrassero la fondatezza delle affermazioni del presidente di Gibuti nonostante la presenza in zona di forze francesi e usa prima, e di una commissione Onu dopo.
Inoltre risulta anche evidente che l’argomento, forse a causa della sua inconsistenza, è stato del tutto trascurato dai mass media ed è rimasto terreno di ricerca per gli specialisti abituati a seguire gli scambi di corrispondenza diplomatica.
Rimane il fatto che appare incomprensibile come il Consiglio di Sicurezza delle N.U. abitualmente estremamente lento nei suoi passi, come dimostrato in molte recenti occasioni, abbia potuto pronunciarsi in soli due giorni, dal 10 al 12 giugno, sulla base di una protesta unilaterale del solo presidente di Gibuti senza neanche aver avuto il tempo materiale di verificarne la reale consistenza, tanto è vero che la missione fact-finding è stata disposta solo il 25 giugno.
Rimane altresì incomprensibile perché la missione fact-finding disposta su richiesta di Gibuti pretendesse di essere accolta dall’Eritrea, che nulla aveva reclamato, invece di recarsi nella sola Gibuti e svolgere le sue indagini sul campo attraverso la raccolta di precise evidenze anche fotografiche.
In ogni caso il rapporto conclusivo della commissione S/2008/602 del 17 settembre 2008 non chiarisce affatto se vi siano mai state responsabilità o colpe da parte dell’Eritrea, ma si limita con un lungo panegirico ad affermare che in quei luoghi i confini sono di difficile determinazione.
Ciò nonostante dopo aver tergiversato fino al 14 gennaio 2009 il Consiglio di Sicurezza si è espresso con la contraddittoria e inutile risoluzione 1862 dimostrando di non aver affatto svolto bene il proprio lavoro e che avrebbe fatto molto meglio a tacere piuttosto che assumere un atteggiamento così ambiguo.
Stefano Pettini
Mi chiedevo da quando in qua la consistenza delle situazioni delle crisi venga misurata in base all'interesse dei media. Quante volte in questo sito si è scritto che i media sono pilotati e quindi le loro affermazioni sono da prendere con le molle. Quante volte abbiamo catalogato i giornalisti in carcere in Eritrea come spie e via dicendo? E ora invece ci fidiamo ciecamentedei mezzi d'informazione?ma se ormai in tv non parlano più nemmeno degli attentati in Iraq? Quindi non è molto logico come discorso.
Sulle sollecite disposizioni dell'Onu se mi permette scuoto un pò la testa perchè abbiamo sempre aspramente criticato il Cons. di sic. per la fatica che fa nello schierarsi o per la lentezza dei suoi giudizi. Ora che finalmente ha svolto una procedura come dio comanda ci facciamo venire mille sospetti. E ma allora non ne combinano una giusta..Io invece la vedo diversamente, non sarà mica la minaccia di un nuovo conflitto in una zona già fin troppo calda ad aver messo l'onu nelle condizioni di attivarsi così velocemente?
Guardate, io non posso avere un'idea precisa su ciò che è accaduto in quelle lande desolate, come esattemente ognuno di voi.ma a ragion di logica vorrei chiedere una cosa. L'eritrea non ha reclamato niente dice Lei, e allora?vuol dire che tutte le accuse dovrebbero decadere? Fosse così allora sì che vivremmo in un mondo versione Far West.
Lei ha scritto:''In ogni caso il rapporto conclusivo della commissione S/2008/602 del 17 settembre 2008 non chiarisce affatto se vi siano mai state responsabilità o colpe da parte dell’Eritrea, ma si limita con un lungo panegirico ad affermare che in quei luoghi i confini sono di difficile determinazione''. Forse non ha letto ciò ho sopra citato, cioè la risoluzione che intima il ritiro delle truppe, a rigor di logica da quando mondo è mondo lo si chiede a chi è avanzato in territori che prima non erano occupati.Cmq ci saranno sviluppi a breve, dato che i termini sono scaduti.
Cmq personalmente non reputo giusto minimizzare in questo modo, sopratutto perchè sappiamo bene cosa altro sta succedendo in quell'area, mi riferisco agli scontri esercito-ribelli afar.
Buona giornata.