Eritrea Eritrea
WASHINGTON, Oct. 6-- The United States said on Monday it is banning arms sales to Eritrea on allegation that the African country is aiding terrorists in the Horn of Africa.
In a statement, Washington accused Eritrea of supporting terrorist groups tied to the Islamist opposition in Somalia.
Eritrea allegedly has given safe haven to terrorists from Somalia and has shipped weapons there, fueling the civil war.
Washington has threatened to list Eritrea as a state sponsor of terror.
Il rapporto del Directorate of Defense Trade Controls afferma che una quantità enorme di armi è stata fornita dall'Eritrea e attraverso l'Eritrea ai gruppi somali affiliati ad AlQuaeda. Queste armi comprendono un numero imprecisato di missili terra-aria, cinture kamikaze, esplosivi ad orologeria e detonatori.
Neo proviamo ad analizzare la situazione.
La prima ovvia considerazione riguarda quale credito possa essere mai dato ad una amministrazione come quella Usa che non ha esitato un solo istante a diffondere notizie come quelle della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq in base alle quali ha poi legittimato aggressioni inammissibili da qualunque punto di vista legale.
Andando nello specifico poi della Somalia occorre nuovamente evidenziare che da molto tempo la amministrazione Usa tenta di sdoganare la teoria dell’invio di truppe e armi dall’Eritrea alla Somalia, peccato che in seguito alla invasione etiopica sia risultato evidente esattamente il contrario, vale a dire assenza assoluta di militari eritrei e assenza assoluta di quelle enormi quantità di armi che sostenevano provenire addirittura da un consorzio di 14 paesi arabi.
Ancora oggi gli insorgenti Somali usano solo armamenti leggeri raccolti nel corso degli scontri con gli etiopici e nulla più; mai visti cannoni, missili, carri pesanti o altro armamento da guerra.
Oltre a questo riporto le dichiarazioni provenienti da Washington riguardanti le presunte infiltrazioni di Al-Qaeda in Somalia.
“Somalia troppo difficile per al-Qaeda?
Washington – In una nuova relazione militare degli Stati Uniti afferma che Osama bin Laden di al Qaeda non è riuscito per più di un decennio a istituire una base operativa in Somalia, a causa dell’ambiente austero del paese e l’inospitalità dei clan.
Il timore che la Somalia, sul Corno d'Africa e accessibile via terra e via mare, fosse matura per diventare un polo di al Qaeda finora non si è materializzata.
"Al Qaeda ha trovato più avversità che successi in Somalia", afferma la relazione del Centro lotta al terrorismo di West Point.
"Al fine di attuare il suo progetto, al-Qaeda necessitava di essere in grado di promuovere la sua ideologia, ottenere un sicuro rifugio operativo, manipolare le condizioni di base per garantire il sostegno popolare e disporre di un adeguato finanziamento per la prosecuzione delle operazioni. Non ha raggiunto nessuno di questi obiettivi".
Gli Stati Uniti hanno raffigurato la Somalia, priva di un governo efficace dal 1991, sottoposta al rischio di diventare ospite di al-Qaeda, come l'Afghanistan dal 1996 al 2001. L’Afghanistan aveva molto da offrire a bin Laden: i Talebani come alleati; una rete di basi e campi di addestramento, e il facile accesso a un paese confinante come il Pakistan per il denaro, le armi e l’approdo per i viaggi internazionali.
Ma la Somalia è così priva di queste infrastrutture di base che al-Qaeda non ha avuto modo di istituire campi di addestramento operativi che potessero essere raggiunti e riforniti. Il rapporto della West Point ha evidenziato che "Le condizioni di anarchia in Somalia, che molti credono serva ai fini di al-Qaeda, si sono rivelate una sfida per al-Qaeda così come per le organizzazioni occidentali che cercano di aiutare la Somalia".
La relazione si basa in parte su 27 documenti di al-Qaeda sequestrati durante la guerra al terrorismo e recentemente declassificati, e sui recenti sviluppi nella capitale somala di Mogadiscio. L’Etiopia, un alleato degli Stati Uniti, nel dicembre ha esautorato il gruppo islamico radicale che ha tentato di prendere il potere.
James Phillips, un analista di politica estera presso la Heritage Foundation, ha detto che un altro fattore chiave è la task force militare americana nel vicino Gibuti. Le forze d'aria e di terra effettuano attività di monitoraggio degli eventi in Somalia, e in altre nazioni del Corno d'Africa, e forniscono loro un parere sull’antiterrorismo.
Sulla ricettività della Somalia a una alleanza con al Qaeda, Phillips ha detto: "Al Qaeda è prevalentemente una organizzazione araba e gli arabi tendono a essere isolati in Somalia, per cui è difficile per loro a creare grandi basi clandestine”.
L'unica cosa che odiano più degli islamici radicali di casa loro che si presentano come santi, sono i terroristi stranieri che dicono a loro che non sono buoni musulmani e si comportano come se i santi fossero loro".
Rowan Scarborough”
Oltre a questo credo sia opportuno aggiungere che a suo tempo l’Eritrea ruppe le relazioni diplomatiche con il Sudan a causa dei tentativi di Al-Qaeda di penetrare in Eritrea per stabilirvi dei campi di addestramento e fare del proselitismo, e che solo dopo il cambio di tendenza della amministrazione sudanese e l’allontanamento degli elementi dell’estremismo islamico i rapporti diplomatici fra i due paesi furono ricomposti.
Credo inoltre che una cosa sia Al-Qaeda e un’altra siano le Corti Islamiche, c’è una bella differenza.
Stefano Pettini
Chiedo scusa (Credo inoltre che una cosa sia Al-Qaeda e un’altra siano le Corti Islamiche, c’è una bella differenza.) mi dice la diferenza scusate l'ignoranza.?
David Al Qaeda è una entità sovrannazionale che conduce una sua guerra contro storici nemici giurati occidentali combattendo con il metodo del terrorismo internazionale, le Corti Islamiche sono Somale e agiscono nel loro paese, e quindi rappresentano istanze nazionali, combattono i nemici della loro terra rappresentati inizialmente dai Signori della Guerra, sostenuti apertamente dagli Usa, e ora anche gli invasori etiopici.
Le motivazioni della mancata penetrazione dei Al Qaeda in Somalia sono molto ben illustrate nell’articolo che ho riportato prima, e implicitamente descrivono a loro volta le sostanziali differenze fra le due organizzazioni.
Stefano Pettini
Posso attestare che anche nella stessa eritrea, gira voce che vi siano degli sviamenti di denaro pubblico che vanno a finanziare sia la Somalia che gli oppositori al governo Etiope in Etiopia.
Sono notizie che ho appreso conversando con alcuni eritrei. Solo una voce che gira; ma il popolo eritreo solitamente restio alle bugie ed al discredito ingiustificato.
Patience premesso che ancora una volta il suo intervento è OT il fatto che l’Eritrea possa aver offerto aiuti economici alla Somalia non ha nulla a che spartire con le illazioni circa il presunto traffico di armidel quale sarebbe incolpata l’Eritrea.
In ogni caso l’embargo americano delle armi verso l’Eritrea appare comico perché la amministrazione Usa non ha mai venduto armi all’Eritrea.
Stefano Pettini
Il fatto che vi sia stata una denuncia a livello internazionale sui possibili legami del governo eritreo con il terrorismo (nel 2007) e che pochi giorni fa sia arrivata la decisione di embargo è estremamente preoccupante.
Infatti, poiché la comunità internazionale non può imporre nulla visto che la sovranità degli Stati è imprescindibile, spesse volte vengono usate forme non coercitive di politica internazionale come embarghi, denuncie all'Onu, richiamo ufficiali ecc.
Quindi, a differenza di quanto dice Stefano, poco importa se l'USA abbia o meno mai venduto armi all'Eritrea. Quel che conto è il peso direi notevole di questi due atti di politica internazionale (2007 e 2008).
Patience ritengo che l’embargo posto dalla uscente amministrazione Usa nei confronti dell’Eritrea sia solo una delle ultime azioni senza senso di una lunga serie collezionata negli ultimi anni di temerario e irresponsabile governo a guida Bush.
Lo scopo palese è quello di nascondere gli innumerevoli errori commessi nel Corno d’Africa e cercare in qualche modo di giustificare l’altrimenti ingiustificabile atteggiamento preferenziale nei confronti dell’Etiopia appoggiata economicamente e politicamente con il pretesto della lotta all’inesistente terrorismo islamico in Somalia ed Eritrea.
La storia rivelerà quanto decisiva e deliberata sia stata la azione della amministrazione Bush nella diffusione di un vero terrorismo internazionale con il pretesto di combatterne uno inesistente al solo scopo di giustificare atti ignobili come, per citarne alcuni, l’invasione di Afganistan, Iraq e Somalia.
L’unico messaggio che si può cogliere in questa ultima scelleratezza Usa è evidentemente quanto sia sentito dalla sua amministrazione uscente il sentimento di cocente frustrazione nei confronti di un piccolo paese africano che è stato capace di tenergli testa mantenendo fermi con assoluta dignità e coerenza i suoi fondamentali principi di indipendenza e legalità.
Stefano Pettini
Ma tu credi davvero che l'USA dia tutta l'importanza che pensi tu all'Eritrea...
Se fosse così l'avrebbero già invasa e distrutta.
Patience la ammistrazione Usa ha un suo preciso programma per ogni settore del globo terrestre, quello relativo al Corno d'Africa ha il suo fulcro nell'appoggio all'Etiopia, che controlla attraverso enormi finanziamenti, alla quale ha delegato il compito di tenere vivi i conflitti nell'aerea.
La amministrazione Usa ha tutto l'interesse a porsi come eterno mediatore di qualunque crisi per potersi assicurare il lucrosissimo affare delle ricostruzioni e dei cosiddetti aiuti umanitari.
Con l'Eritrea il giochetto non ha funzionato e il presidente Isaias è riuscito addirittura a porsi come mediatore privilegiato per le questioni sudanese e somala, rovinando tutti piani di Bush e compagnia.
Ottimi motivi per attirarsi le ire della pessima gestione uscente.
Stefano Pettini
e lei pensa che la nuova gestione cambi idea sul l'eritrea?
David le esperienze passate non lasciano ben sperare, ma ciò non toglie che sia lecito augurarsi che visti i risultati negativi seguiti alle temerarie avventure e alleanze in fatto di politica estera consiglino la amministrazione Usa entrante a modificare la propria linea di condotta.
Indipendentemente da quello che accadrà negli Usa è comunque in atto nel mondo un grande cambio di equilibri legato alla frenetica ricerca di materie prime e fonti di energia che potrebbe in qualche modo favorire un diverso e più concorrenziale approccio nei confronti dei paesi africani che ne sono dotati.
In questa ottica gli Usa e la loro invasiva influenza potrebbero non più rappresentare l'ago della bilancia del destino di tali paesi.
Stefano Pettini
Indipendentemente da quello che accadrà negli Usa è comunque in atto nel mondo un grande cambio di equilibri legato alla frenetica ricerca di materie prime e fonti di energia che potrebbe in qualche modo favorire un diverso e più concorrenziale approccio nei confronti dei paesi africani che ne sono dotati.
non mi risulta che in eritrea vi siano risorse che possano interesare al mercato mondiale
David l'argomento è OT, volendo approfondire il tema delle risorse dell'Eritrea, ma soprattutto quello del crescente interesse verso le risorse del Sudan da parte di paesi in crescita come Cina e India, e le relative conseguenze nell'intero Corno d'Africa bisogna aprire un nuovo 3d.
Stefano Pettini
Chi ha un pò di buon senso sà bene che la gestione della politica estera americana degli ultimi anni ha compromesso pesantemente la credibilità di quest'ultima.Comunque il fatto dell'embargo mi preoccupa in quanto ho come l'impressione che gli Usa stiano lentamente ma costantemente spostando il mirino verso l'Eritrea. Ovviamente non sputerei in faccia a chi riuscisse a togliere di torno chi oggi sta prevaricando me, la mia famiglia, i miei fratelli, i miei amici e il mio popolo, ma mi preoccupa l'eventuale perdita di vite umane in un contesto che ci vede da troppi anni in lutto quotidiano.
Purtroppo a chi dice che agli Usa non interessa minimamente l'Eritrea, rispondo di non dimenticare che mesi fa è stato bombardato un paese come la Somalia, ovviamente per favorire gli Etiopi, ma è stata una dimostrazione di quanto sia imprevedibile e inaffidabile la macchina da guerra americana e tutti i suoi adetti ai lavori..
Saluti
Carissimo NEO mi sa che della storia Eritrea te ne intendi poco....l'America non oserebbe mai di intervenire militarmente in Eritrea non ti preoccupare uncle Sam non fara mai un passo del genere, al limite provera' tramite...stai pur certo che dal punto di vista militare non sono in pochi ad aver preso lezioni nel Sahel per citarne alcuni... USSR, CUBA, Germania dell'est ecc..
Shagaray
Povero Shangray...Purtroppo è a causa di gente come te che l'Eritrea si trova in questa situazione. Punto primo: innanzitutto dal momento che non sai chi è il tuo interlocutore cerca di commentare ciò che leggi senza dare lezioni a nessuno, sta sereno, non saremo tutti dei geni come te ma la storia la conosciamo. Secondo, è molto ovvio che non m'aspetto uno sbarco stile ''normandia'' da parte dei marinesa massawa, ma come sappiamo di bracci armati degli usa ce ne sono tanti..Etiopia in primis nel corno d'africa Punto terzo, parli del sahel e fai riferimento alla gloriosa resistenza eritrea..PECCATO TU TI SIA GIà DIMENTICATO DI QUANTO CI SIA COSTATA IN TERMIN DI VITE UMANE LA LOTTA PER LIBERTà, tutt'ora la società eritrea ne sta affrontando i postumi. Quindi non riempiamoci la bocca di frasi fatte di estrazione nazionalista del tipo:''siamo i più forti''...perchè qualora ti dicessero di imbracciare un fucile dubito sfodereresti la stessa fermezza che dimostri stando seduto ad una scrivania battendo alla tastiera...
Carissimo Neo, avrei preferito non risponderti, purtroppo mi sento in dovere di farlo, non sono una persona alla quale piace depistare i fatti, so che il nostro paese sta attraversando un periodo non facile, nello stesso momento sono confidente che le cose miglioreranno perche come sai il nonstro popolo e conosciuto per la sua pazienza, unita' e dedicazione. odiare il governo Eritreo e un tuo diritto e non ti chiedo di cambiare la tua opinione, ti chiedo solo di essere coerente con te stesso. come era l'Eritrea 16 anni fa ? se per te indipendenza significa risolvere tutti i problemi di una nazione che e stata sotto vari colonizzatori per piu di un secolo, amico mio ti sbagli. se il governo mi dovesse chiedere di impugnare il fucile nonostante abbia 50'anni non cambierei di certo idea verso il mio governo ed il mio popolo, per tua informazione sono uno di tanti padri di familia che nonostante vivano all'estero hanno mandato i figli a SAWA. So che non siamo i piu forti ma so altrettanto che siamo un popolo unito e in grado di difendere la PATRIA.
Ottimo Shagray, sono contento che discuti serenamente come è giusto che sia. Hai fatto molto bene a rispondere invece!!Dobbiamo appro*****re di questi spazi concessici sul web per confrontarci su temi scottanti come quelli riguardanti la nostra patria. Guarda, io metto subito le cose in chiaro: non mi riconosco assolutamente in coloro che quotidianamente fanno della denigrazione del governo il proprio cavallo di battaglia. Vivo ancora in Eritrea(a parte qualche settimana all'estero) e questo testimonia il fatto che pur lottando con le unghie e coi denti, non ho nessuna intenzione di rinunciare al mio paese, cosa che molti eritrei(haimè) hanno deciso di fare non volendone più sapere del prorio paese natale. Come avrai letto nel post in cui accuso gli Usa di ingerenze nel corno d'africa, sono convinto che il governo ha fatto una casa sacrosanta cacciando gli inutili caschi blu presenti nel paese. Questo ti dimostra che non critico ad oltranza. Parli di odio da parte mia nei confronti del regime attuale. Odiare è una parola davvero delicata. Posso dirti che sono deluso, amareggiato e turbato dalla svolta negativa che il GoE ha fatto intraprendere al paese. Vedi, i discorsi sulla nazione giovane e i sui soli 16 anni di vita sono purtroppo passati di moda. Vengono dimenticati sopratutto quando perdi un figlio a Wia'a, vengono rimossi quando perdi un figlio nelle galere di nakfa, vengono odiati quando perdi un figlio nella traversata del mediterraneo. Non dimentichiamoci che la strada giusta era stata intrapresa già dal '93, il governo aveva preso delle posizioni eccezzionali per la una crescita e uno sviluppo che se ricordi bene ci lasciò sbigottiti in senso positivo!!Ma ciò che fu costruito in 4 anni venne distrutto in pochi mesi con un colpo di spugna!!
La speranza è una parola che ti rigenera nei momenti difficili, ma ti assicuro che quando mi trovavo chiuso in un container al caldo di assab assieme ad altre 25 persone per 31 giorni consecutivi la speranza era diventata una parola insignificante, una chimera.
Sarei molto felice nell'osservare la minima svolta del paese verso una situazione politica serena e rispettosa dei diritti umani. Purtroppo i passi effettuati sino ad ora sono avvenuti in senso opposto.
Un'ultima cosa Shagray, ricorda che la guerra, la lotta armata, il conflitto non è la solo risposta a tutto!! Chiamare a raccolta l'esercito non è la soluzione ad ogni minimo ostacolo e difficoltà. Non dimenticarlo.
Ciao Neo, sono veramente contento di non essermi sbilanciato precedentemente e altrettanto felice di leggere il modo in cui hai risposto. Sono perfettamente d'accordo su cio che hai scritto, ad oggi non c'e una famiglia Eritrea che non abbia perso un caro ( in un modo o nell'altro ). come hai citato anche tu il GOE ci ha impressionati tutti facendo salti da gigante i primi 4 anni d'indipendenza, purtroppo la macchina si e fermata non per colpa del GOE ma per motivi che tutti sappiamo ossia Il GOE ed il popolo Eritreo stanno pagando per aver detto NO agli USA che purtroppo sono sempre stati abituati al YES SIR. secondo me la via migliore per risolvere i nostri problemi ( e spero che concordi ) non e cambiare il governo dell' PFDJ ( anche perche ad oggi e insostituibile ) ma cercare di incoraggiarci reciprocatamente e rimboccarci le maniche ed in piu dialogare con il nostro governo che, credimi e da invidiare a tanti governi del continente che nonostante abbiano ricche risorse fanno morore di fame i loro popoli mentre dall'altra accumulano richezze all'estero, precio condivido con te che parecchi nostri connazionali hanno scelto di essere spettatori e alquni non fanno altro che infangare il governo. Mi associo a te, lottiamo pacificamente lavando i panni sporchi a casa e cerchiamo di trovare una via di come poter dialogare con il nostro governo, sempre pero facendo tutto cio che nostro dovere verso la patria.....vedrai che un giorno tutto diventera storia.
Ti ringrazio e ti rispetto.
Shagaray