Eritrea Eritrea
La domanda che ti sei chiesto:Possibile che Alberizzi ancora non abbia metabolizzato l’espulsione dall’Eritrea patita anni fa per le sue attività illegali nel paese?,ha una risposta chimico biologica,ovvero l'uomo li manca un enzima importante che sarebbe l'enzima della onesta' professionale.Conosco M.alberizzi da tanti anni e anche è un amico di vecchio data, seguo con preoccupazione la sua decadenza intelletuale e la marasma senile che ha imboccato. Massimo non è più credibile e i soui articoli vengano dettati da fonti che lui contatta telefonicamente ogni tanto che c'è da scrivere,vi lo garantisco io che avevo scritto tanti articoli sul corriere con la firma di M. Alberizzi ,lol,più di un ventennio fa.Massimo è un fuori uscito della realtà giornalistico italiano e vi prego non date un peso che non ha, se no, in questo modo lo aiutate a sforanre delgi articoli per poter presentarsi a fine mese davanti lo sportello della busta paga. Scusami stefano ma l'uomo lo sopravalutate spesso.
Per conto mio la cosa più sorprendente è che un giornale come il Corriere continui a pubblicare gli articoli di Alberizzi senza operare una benché minima verifica sulla credibilità delle sue affermazioni.
Eppure basterebbe dare una occhiata all’archivio del Corriere on line per rendersi conto anche dai soli titoli dell’atteggiamento palesemente fazioso del giornalista nei confronti dell’Eritrea, e anche irrispettoso nei confronti delle più elementari regole della deontologia professionale, posto che questa conti ancora qualcosa.
Stefano Pettini
Forse forse così infondati gli articoli di Albertizzi non sono. E' chiaro che le notizie le si può poi riportare in modo molto diverso.
Patience hai dichiarato di non conoscere Alberizzi e i suoi articoli, ma subito supponi che possano essere validi.
Ti suggerisco di dare una scorsa ai contenuti di tali articoli risalendo fino ai tempi delle prime pochissime visite in Eritrea del giornalista, per fartene una idea più meditata.
Stefano Pettini
Gli eritrei di Firenze: «Falsa campagna sul nostro Paese»
Derres Araia si occupa di aiutare i connazionali che arrivano con i barconi. «Somali ed etiopici si spacciano per eritrei»
Gli eritrei di Firenze contro una firma del Corriere della Sera: «Strumentalizzata la situazione politica nel nostro Paese». La “fuga” dall’Eritrea che sta portando tanti cittadini del quella nazione africana ad imbarcarsi su gommoni o barconi di fortuna verso la Sicilia è in questi giorni gli onori della cronaca dopo il drammatico racconto dei sopravvissuti del gruppodi 78 persone soccorse pochi giorni fa allo stremo delle forze a sud di Lampedusa.
Uno dei più noti esponenti della comunità eritrea fiorentina, Derres Araia (che nel 1990 si candidò alle elezioni comunali), ha voluto fare chiarezza su tanti aspetti poco trattati della crisi eritrea. «La visione che in Italia si ha dell’Eritrea non è, a mio parere, corretta. E questo a causa di una campagna di stampa non veritiera impostata da un corrispondente del Corriere,Massimo Alberizzi, che fu espulso dall’Eritrea perché si spacciava per un rappresentante delle Nazioni Unite».
E quale sarebbe la verità, allora? «Che la situazione di crisi economica in atto in Eritrea e che provoca la fuga di gruppi di persone è causata non da un regime dittatoriale, ma da una situazione di conflitto che non dovrebbe esserci più con l’Etiopia. Infatti dopo la fine del conflitto 1998-2000 il Tribunale Internazionale sancì, ad Algeri, che il territorio conteso, quello della zona di Badme,doveva essere restituito all’Eritrea nei cui confini rientrava chiaramente sin dai tempi della colonizzazione italiana. Invece, l’Etiopia continua ad occupare militarmente l’area. Ora, questo porta tutti i giovani eritrei a impegnarsi in una difesa del territorio nazionale lungo i confini e ciò crea un vuoto nell’economia locale. La conseguenza è che i negozi sono vuoti e c’è grande povertà.
Il presidente Isaias Afewerki ha avviato una riforma dell’agricoltura e dell’istruzione molto moderna che per l’Africa è una grande novità in quanto potrebbe consentire di emanciparci dagli aiuti internazionali. E noi eritrei siamo orgogliosi di avere un presidente come lui. Ma per fermare la crisi servirebbe che la comunità internazionale imponesse all’Etiopia di rispettare le decisioni del Tribunale di Algeri. Basterebbe una telefonata di Washington ad Addis Abeba, ma questa telefonata non arriva mai; chissà quanto starà pesando il fatto che l’Eritrea ha negato agli Usa le isole Dahlak per farci una base militare...».
Lei è un rappresentante della comunità eritrea in Italia; cosa fate per i vostri connazionali che arrivano in cerca di un futuro? «Qui a Firenze - continua Araia – io sono impegnato nell’aiutare i giovani connazionali che arrivano per chiedere asilo politico e posso confermare che sui barconi si spacciano per eritrei anche tanti etiopici, sudanesi o somali.
Cito un caso preciso: due anni fa su un gruppo di 145 che si dicevano eritrei venne appurato che lo erano veramente solo in 25. E’ sicuro che anche nell’ultimo caso verificatosi di 78 occupanti del barcone in pochi sono veramente eritrei. Credo che le autorità italiane dovrebbero farsi aiutare da eritrei ormai cittadini italiani per riconoscere chi, sui barconi, viene veramente dal nostro Paese d’origine.
Certo, questa situazione fa comodo a tante organizzazioni criminali che speculano sulla disperazione di tanti africani e se non si ferma questo meccanismo i barconi continueranno ad arrivare.>>
Io invece mi domando se sei vero eritreo, perché mai un ethiope o somalo dovrebbero spacciarsi per un eritreo ,se come dici hanno problemi e fuggono? e per questo dovrebbe essere riconosciuto il diritto di asilo politico. siete faziosi come il dittatore isaias che ha distrutto un paese meraviglioso ,tutto quello che ho letto da sig. M.Alberazzi e verissimo io amo il mio paese ,l'eritrea e non ho nessun vantaggio di raccontare o parlare male del mio paese , solo per il gusto di infangare , non ha proprio senso ,ma qui una cosa e ovvia, cioè chi difende isaias e per motivi di interessi personali e non perché motivato da un sincero amore del paese o della sua gente, non si può dire a mondo intero che sono bugiardi . E se isaias afeworky ritiene che le persone arrestate sono colpevoli dovrebbe metterli davanti a dei giudici con le accuse che li vengono atribuiti altrimenti un piko palino qualsiasi si alza la mattina ti accusa che li hai rubato un milione di euro e vieni giudicato per tutta la vita, dai su andiamo neanche nella republica delle banane lo prendono in considerazione. Comunque non scherziamo perché qui si tratta di gente innocente che perde la vita per colpa di una dittatura feroce che non ha il diritto di esserci anche perche isaias non eritreo non e eroi.