General Forum
Start a New Topic 
Author
Comment
domanda?

Stefano Pettini?
gentile Sig Stefano precisamente lei chi è?
ci dia delle info su di leiquando e dove e nato la sua nazionalità
ecc. ecc. grazie a presto

Re: domanda?

Fantastico che chi si presenta su un forum in forma anonima chieda le credenziali a chi ne è il titolare.

In alcuni forum viene richiesta una presentazione formale, una sottoscrizione e una password per entrare.

Personalmente invece do peso più ai contenuti che non alla identità di chi interviene che potrebbe avere mille ragioni personali per non voler “apparire” pubblicamente, ma comunque voler offrire il proprio contributo.

Quello che ho da dire pubblicamente compresi i miei rapporti con l’Eritrea è contenuto nei siti web “Eritrea Eritrea” e “Ferrovia Eritrea”, chi poi sia io nella vita privata credo sia di importanza molto relativa.

In ogni caso David sono nato a Roma nel 1957 e sono italiano.

Stefano Pettini

Re: domanda?

Fantastico che chi si presenta su un forum in forma anonima chieda le credenziali a chi ne è il titolare.


Caro sig. proprio perchè lei e il titolare e giusto che si faccia conoscere in modo che sia piu credibili.
ho chiesto di lei ad eritrei, metici, e italiani di vecchia e nuova data, risultato?

Re: domanda?

David francamente non la capisco, lei ha posto un quesito palesemente provocatorio e io ho risposto con la dovuta cortesia e sollecitudine.

Ora cosa vorrebbe dimostrare che non sono qualificato per gestire i miei siti web e il forum?

Ritiene che dovrei risultare più o meno credibile in base alle credenziali fornite o al numero di persone che mi conoscono?

Se così fosse sbaglierebbe poiché risultare credibile non è affatto il mio obiettivo dal momento che non mi occupo di attivismo politico e non ricerco consensi personali.

Nel mio piccolo cerco solo di contribuire alla diffusione della conoscenza di un piccolo grande paese e aprire un forum ha realizzato unicamente la opportunità di farsi parte attiva e potersi confrontare con gli altri sviscerando argomenti che diversamente rimarrebbero sconosciuti ai più.

Ho le mie convinzioni, le propongo apertamente e offro la opportunita a chiunque di replicare, ognuno è poi libero di trarre le sue conclusioni.

Se lei frequentasse almeno saltuariamente i pochissimi forum qualificati che si occupano di politica internazionale o si prendesse la briga di leggere quanto nel tempo ho scritto o pubblicato su Eritrea Eritrea saprebbe di me tutto quello che c’è da sapere.

Eventualmente in alternativa potrebbe utilizzare Google inserendo il mio nome e cognome ed escludendo i risultati riguardanti due miei illustri omonimi che si occupano ad alto livello di informatica e di musica.

David se ritiene di avere argomenti da proporre e si sente in grado di sostenere un contraddittorio civile lo faccia pure, ma eviti di cercare di screditare la mia persona con argomenti puerili, non serve a nulla e non aiuta la causa eritrea.

Stefano Pettini

Re: domanda?

David se ritiene di avere argomenti da proporre e si sente in grado di sostenere un contraddittorio civile lo faccia pure, ma eviti di cercare di screditare la mia persona con argomenti puerili, non serve a nulla e non aiuta la causa eritrea.

Causa eritrea?
Io sono per la gente comune Eritrea, non una causa.
Vivere degnamente in questo mondo, nella propria terra nativa. la mia terra nativa

Re: domanda?

David purtroppo l’Italia conserva nei confronti dell’Eritrea un immenso debito morale che difficilmente potrà colmare, e come italiano questo non lo posso ignorare.

Quello che negli anni è stato il contributo economico offerto dall’Italia all’Eritrea è nulla rispetto a quanto avrebbe dovuto e potuto fare a livello diplomatico, e in generale l’atteggiamento mantenuto nei confronti di quella che un tempo fu la colonia primigenia è stato quanto mai deplorevole.

In tempi recenti l’Italia ancorché impegnata ad opera del compianto senatore Rino Serri nella serrata trattativa per il cessate il fuoco fra Etiopia ed Eritrea, e dopo essere stata fra i protagonisti degli accordi di Algeri come firmataria e garante, ha nuovamente abbandonato l’Eritrea al suo destino per assumere un poco comprensibile atteggiamento filoetiopico che non esclude neanche un suo possibile coinvolgimento nel tentativo di sovvertimento del governo eritreo.

La causa eritrea è quella per i diritti di un popolo e un paese che ha accettato tutti i meccanismi democratici proposti dagli emancipati occidentali per poi rimanere vittima di interessi economici e di potere che nulla hanno a che fare con la tanto decantata democrazia e man che mai con la giustizia.

Nel corso di questi ultimi anni alla lotta sul campo, evidentemente fallita, i nemici dell’Eritrea hanno sostituito una guerra mediatica basata sulla sistematica diffusione di false notizie screditanti il paese e il suo governo.

Il forum è una opportunità per discutere i vari argomenti e contribuire alla sensibilizzazione verso le problematiche del paese.

Stefano Pettini

Re: domanda?

L'Italia non vuole abbandonare il popolo eritreo al suo destino, e se lo ha fa commette un grosso errore. Però non si può chiedere di dare appoggio ad un governo non democratico e di orientamento comunista. L'Italia non vuole abbandonare gli eritrei, l'Italia ha abbandonato Isaias.

Re: domanda?

Patience questa purtroppo non è una opinione, ma la semplice dura realtà.

L’Italia istituzionale ha abbandonato l’Eritrea nel 1941 lasciandola da allora sola nei momenti cruciali in cui si è deciso il suo destino.

Unici momenti di apparente interessamento delle istituzioni italiane (lo specifico di nuovo per evidenziare che di quelle si tratta e non del popolo italiano) ci sono stati quando in seguito al referendum l’Italia per prima ha riconosciuto l’Eritrea come paese sovrano, libero e indipendente, e successivamente come detto in occasione dell’opera di mediazione incessante del senatore Serri per approdare agli accordi di Algeri.

Gia però in questa ultima fase cominciavano a essere evidenti i primi segnali di accondiscendenza verso le istanze etiopiche evidentemente indotta dalla amministrazione Usa che aveva suoi ben precisi progetti per il Corno d’Africa.

Gli accadimenti successivi hanno poi dimostrato gli effetti deleteri di questa tendenza prima con quello che è stato definito un “coinvolgimento” delle autorità diplomatiche italiane nel tentativo di rovesciamento del governo eritreo, poi con la decisa apertura nei confronti dell’Etiopia dimostrata dai frequenti e cordialissimi incontri con la amministrazione etiopica, la cancellazione del debito e per finire con la questione della Stele di Axum.

Questi incontri sempre improntati alla grande concordia dei due popoli italiano ed etiope, e soprattutto nella questione della stele “a suggello della grande fratellanza che durerà in eterno”, non sono mai stati presi come occasione per chiedere all’Etiopia segnali decisi di rispetto delle regole internazionali da testimoniare con la completa, sollecita e incondizionata adesione a quei patti di Algeri che dovevano spianare la strada alla pace nel Corno d’Africa.

Patience l’Italia ha abbracciato per ragioni di opportunità e interesse la causa del più influente abbandonando una volta ancora l’Eritrea al suo destino e tradendo le aspettative legittime di un popolo che vedeva nell’Italia un alleato influente e storicamente motivato.

Vorrei che le democrazie occidentali si impegnassero nella liberazione dei territori sovrani eritrei dalla ingombrante quanto illegittima occupazione delle truppe etiopiche, e lasciassero libera l’Eritrea di dimostrare a tutti il suo vero volto.

Solo allora tutti i nodi verrebbero al pettine e si potrebbe discutere di questioni interne se queste non fossero coerenti con i principi ispiratori contenuti nella National Charter prima e nella Costituzione poi.

Stefano Pettini

Re: domanda?

ho la vaga impresione che è un scusa il fatto del teritori conteso per non fare libere elezioni,
far decidere gli eritrei da che parte stare sarebbe democrazia, non crede?

Re: domanda?

David più delle vaghe impressioni quello che conta è la certezza della indebita e illegale occupazione etiopica; l’Eritrea avrebbe potuto reagire a questo stato di cose con le armi, ma ha scelto di evitare la guerra preferendo la più pacifica, anche se più lunga e complicata, via diplomatica.

Con questo si dimostra che la cosiddetta democrazia etiopica frutto di libere elezioni rinnega il processo democratico rifiutandosi di adempiere ai suoi impegni, le cosiddette democrazie accidentali non adempiono ai loro impegni mancando di prendere posizione contro il rifiuto etiopico, e la cosiddetta dittatura eritrea assolve pienamente ai suoi doveri e agisce affinché la pace prevalga nei suoi territori e in tutta l’area.

La opposizione in eritrea non esiste e libere elezioni porterebbero ai stessi risultati plebiscitari dei tempi non tanto lontani del referendum.

La opposizione all’attuale governo si trova all’estero ed è rappresentata da gente che si riunisce ad Addis Abeba tradendo in questo modo, se ce ne fosse bisogno, la sua ben precisa tendenza filo-etiopica.

In Eritrea questa gente difficilmente potrebbe fondare partiti politici e partecipare alle future libere elezioni perché sarebbe giudicata nemica della nazione e colpevole di apologia.

Va inoltre rilevato che la cosiddetta opposizione non ha mai presentato un suo programma politico e non ha mai preso posizione contro il governo etiopico perché rispettasse i suoi impegni e liberasse i territori eritrei occupati.

Se ne può dedurre che sarebbe favorevole a un colpo di mano etiopico che sovvertisse il governo eritreo favorendo un rientro in patria con credenziali di comando e non credo che questo sia quello che la gente eritrea auspica per il suo futuro.

Stefano Pettini

Re: domanda?

A me hanno insegnato che prima di guardare agli altri bisogna guardare se stessi, quindi il governo eritreo deve guardare al suo interno al suo popolo, che sta morendo di fame e quello che fanno l'Etiopia, l'Italia o gli Usa o il resto del mondo gli deve interessare solo in parte perchè andando avanti così si troverà come si usa dire gambe all'aria (già è sulla buona strada....).
Stefano poi tu dici "La opposizione in eritrea non esiste e libere elezioni porterebbero ai stessi risultati plebiscitari dei tempi non tanto lontani del referendum.".... ma se si è così sicuri dei risutati plebiscitari a favore dell'attaule governo che paura hanno a fare nuove elezioni? tutto il mondo si ricrederebbe e e l'Eritrea acquisterebbe anche un pò più di credibilità a livello internazionale.... perche non le fanno allora? forse perchè non sono poi così sicuri del risultato!!!

Stefano pensi di conoscere solo tu la realtà eritrea? io non voglio giudicare le tue esperienze e quello che tu fai anzi, però anche noi abbiamo le nostre esperienze, se diciamo queste cose che a te possono sembrare sbagliate, non le diciamo tanto per o per sentito dire... anche noi andiamo in Eritrea, siamo a contatto con la gente e certe cose le dicono loro non ce le inventiamo noi solo per contraddirti... Isaias avrà fatto anche delle cose giuste non lo metto in dubbio però adesso obiettivamente non si può dire che sia un buon governante........


"David più delle vaghe impressioni quello che conta è la certezza della indebita e illegale occupazione etiopica; l’Eritrea avrebbe potuto reagire a questo stato di cose con le armi, ma ha scelto di evitare la guerra preferendo la più pacifica, anche se più lunga e complicata, via diplomatica.

Con questo si dimostra che la cosiddetta democrazia etiopica frutto di libere elezioni rinnega il processo democratico rifiutandosi di adempiere ai suoi impegni, le cosiddette democrazie accidentali non adempiono ai loro impegni mancando di prendere posizione contro il rifiuto etiopico, e la cosiddetta dittatura eritrea assolve pienamente ai suoi doveri e agisce affinché la pace prevalga nei suoi territori e in tutta l’area.


La opposizione all’attuale governo si trova all’estero ed è rappresentata da gente che si riunisce ad Addis Abeba tradendo in questo modo, se ce ne fosse bisogno, la sua ben precisa tendenza filo-etiopica.

In Eritrea questa gente difficilmente potrebbe fondare partiti politici e partecipare alle future libere elezioni perché sarebbe giudicata nemica della nazione e colpevole di apologia.

Va inoltre rilevato che la cosiddetta opposizione non ha mai presentato un suo programma politico e non ha mai preso posizione contro il governo etiopico perché rispettasse i suoi impegni e liberasse i territori eritrei occupati.

Se ne può dedurre che sarebbe favorevole a un colpo di mano etiopico che sovvertisse il governo eritreo favorendo un rientro in patria con credenziali di comando e non credo che questo sia quello che la gente eritrea auspica per il suo futuro.

Stefano Pettini

Re: domanda?

certo che di questo passo la situazione del confine non di risolverà mail. Credo che ciò faccia comodo sia al governo eritreo, che per quanto grida all'occupazione indebita usa questa per mantenere una situazione di tensione e assenza di legge e democrazia nel Paese; sia al governo etiopico che occupa territori non suoi e mostra una "prova della sua forza" (per quanto la forza di un Paese non si misuri con la terra che occupa).

Mi sembra quindi che ci sia una specie di empasse, che nessuno ha l'interesse a risolvere. E allora? Fino a quando le cose andranno avanti in questo modo? Questo dimostra che piuttosto he l'interesse dei popoli si preferisce fare l'interesse proprio e della propria parte politica.

Re: domanda?

Ben detto Daniela e Patience
Io sono nato e crescuto ad Asmara hocasa amici e parenti che vivono li'.
Sig Stefano lei che conosce cosi' bene l'eritrea x quanto tempo ci ha vissuto?

Re: domanda?

credo di aver fatto un errore nel scrivere dil mio intervento di prima dove sbadatamente ho ricopiato una parte dell'intervento di Stefano...scusate ma sono unpò impedita...

Re: domanda?

Patience il governo eritreo ha più volte dichiarato la sua opposizione alla attuale amministrazione etiopica perché illegittima e non rappresentativa della reale volontà del popolo, ma ha anche sempre sottolineato che l’Etiopia è stata e sarà in futuro il partner commerciale preferenziale.

Non a caso nelle varie istanze presentate agli alti rappresentanti delle organizzazioni internazionali l’Eritrea ha sempre chiesto prese di posizione ufficiali finalizzate alla normalizzazione dei rapporti con l’Etiopia.

Sia l’Eritrea che l’Etiopia avrebbero tutto da guadagnare da una tale normalizzazione se non fosse che la attuale dirigenza etiopica non è interessata all’intero paese, ma persegue ancora l’antico sogno del Grande Tigray trascurando le istanze delle altre diverse etnie che pure contano molti milioni di individui.

L’iniziale esperienza di cooperazione commerciale con l’Eritrea infastidì non poco le lobby etiopiche abituate a non avere concorrenti e fin dall’inizio da queste ultime è arrivato lo stimolo a rimettere in discussione una indipendenza eritrea mai completamente digerita.

Stefano Pettini

Re: domanda?

Credo che nessuno possa mette in dubbio che entrambi i popoli gioverebbero molto dal normalizzarsi della situazione territoriale. Ma evidentemente questa normalizzazione non gioverebbe ai due governi in questione. Dico ai tutti e due e non alla sola Etiopia o alla sola Eritrea. Diversamente non si capisce perché sono 7 anni che le cose stanno in bilico e ancora non si vede soluzione. La responsabilità è di entrambi e non solo di uno. Se leggiamo le dichiarazioni del governo etiopico, vengono addotte tante ragioni contro l'Eritrea quante sono quelle che l'Eritrea adduce a carico dell'Etiopia.

Re: domanda?

Daniela non credo che si trova al governo in Eritrea sia incompetente, le problematiche sono enormi e altrettanto grandi sono le sfide che il paese deve affrontare, ma nel complesso credo che le cose non vadano come si vuol far credere.

A fronte di questo non vedo possibili alternative perché come ripeto continuamente nessuno ha mai presentato un programma politico contenente delle linee guida che possano condurre alla soluzione dei problemi dell’Eritrea.

Criticare è facile e non costa nulla, ma saper dimostrare che è possibile percorrere strade nuove con argomenti convincenti è tutta un altra cosa.

Fino ad ora le alternative proposte sono state quelle di cedere Assab e Badme all’Etiopia oppure aderire a una nuova federazione con il governo di Addis Abeba.

Qualcuno dei frequentatori del forum è d’accordo?

Qualcuno sente di poter avanzare delle proposte serie che illustrino con chiarezza in quale modo il governo potrebbe agire?

Oltre a questo vorrei ancora una volta sottolineare che mi considero un osservatore super partes e che rispetto le opinioni di ognuno, se espresse in maniera civile, senza alcun preconcetto.

Stefano Pettini

Re: domanda?

David conosco bene l’Eritrea perché ci vivo due mesi all’anno da sette anni, perché ho moglie eritrea, famiglia adottiva eritrea e tanti amici eritrei che mi fanno l’onore di considerarmi uno di loro.

Più di una volta dopo lunghe chiacchierate e scambi di vedute sulle questioni del paese mi sono sentito dire “siamo eritrei, amiamo l’Eritrea, ma tu sei più eritreo di noi”.

In aggiunta a questo seguo alcuni piccoli progetti di cooperazione con le autorità responsabili del ripristino della ferrovia e della formazione dei giovani che costituiranno l’ossatura del servizio ferroviario.

Di tanti eritrei che ho conosciuto però quasi nessuno scrive in italiano come te…

Stefano Pettini

Re: domanda?

Patience credo ti sfugga un dettaglio di primaria importanza, l’Etiopia è in torto e l’Eritrea no.

Questo è scritto nero su bianco ed è indiscutibile.

La questione non è paritetica, ma totalmente a svantaggio dell’Eritrea.

L’Etiopia ha messo un piede in Somalia e si è presa la Somalia, altrettanto avrebbe fatto con l’Eritrea se questa non gli avesse tagliato lo scarpone appena passato il confine.

Qui non parliamo delle invenzioni americane come le inesistenti armi di distruzione di massa servite come scusa per radere al suolo l’Iraq o l’inesistente terrorismo internazionale grazie al quale l’Afganistan è stato polverizzato.

Qua si parla di palese occupazione unilaterale di territori dichiarati definitivamente sovrani da una commissione arbitrale; tanto per capirci sono più delineati quei confini di quelli che separano l’Italia dalla Francia.

Il perché da sette anni la questione è sospesa è arcinoto e non comprende alcuna volontà da parte dell’Eritrea, ma ricade esclusivamente su chi ha sottoscritto i patti di Algeri come testimone e garante salvo poi tirarsi indietro.

Stefano Pettini

Re: domanda?

Ma allora ti chiedo, se l'Eritrea è nella ragione e la situazione attuale rimane congelata perché nessuno a livello internazionale fa nulla per cacciare l'Etiopia, cosa pensa di fare il governo eritreo al riguardo? Queste vie diplomatiche sembrano non funzionare perché l'Eritrea ha tutti contro. Forse solo la ripresa del conflitto potrebbe cacciare definitivamente l'invasore.

Re: domanda?

Patience questa è la tragedia nessuno muove un dito per l’Eritrea e l’Eritrea resiste in tutte le maniere pur di evitare una nuova guerra.

Pensa solo alla Somalia e a quello che ha dovuto subire a causa delle sue divisioni interne, chi se ne è preoccupato? Nessuno.

Eppure la strategia è stata la stessa, prima un periodo di mistificazione delle notizie per far abituare la gente a pensare alla Somalia sempre sul baratro del conflitto, poi il colpo di mano assolutamente illegittimo sotto gli occhi di tutti.

Quello sarebbe successo all’Eritrea se non avesse vigilato con la massima attenzione su quanto andava accadendo oltre la zona controllata dalle Nazioni Unite.

La pace e la tranquillità sono i soli obiettivi degli eritrei, che hanno fatto ricorso alla forza solo quando è stato necessario, ed è da ammirare il modo in cui abbiano saputo contenere fino ad ora tutte le provocazioni, anche militari, entro i limiti di una paziente opera diplomatica.

Il caso di Gibuti è quanto mai indicativo di quale siano le manovre degli etiopici che nulla lasciano di intentato pur di raggiungere i loro mai mutati obiettivi di riassorbimento dell’Eritrea.

Attualmente l’Eritrea vive ancora più di prima sulle risorse in valuta pregiata degli eritrei in diaspora e tutta la campagna di demonizzazione contro il governo ha lo scopo di demoralizzare chi vive lontano dal proprio paese per indebolire l’apporto di valuta indispensabile alla sua sopravvivenza in attesa della tanto desiderata autosufficienza, e preparare il terreno per un intervento che verrebbe chiamato ingerenza umanitaria giustificata da un inesistente stato di bisogno della gente.

Allo stato attuale delle cose sarebbe logico aspettarsi un fronte comune di tutte le parti in causa per allontanare il pericolo di una nuova invasione, e solo in presenza di forti garanzie di sicurezza circa l’integrità territoriale del paese attivare le strategie di ridistribuzione dei poteri nel paese.

Agire in questi momenti di crisi e di pericolo con azioni volte a mettere in discussione il governo trascurando di valutarne l’impatto a favore della azione etiopica, è equiparabile a un tradimento verso la propria nazione e moralmente inaccettabile.

Stefano Pettini

Re: domanda?

Di tanti eritrei che ho conosciuto però quasi nessuno scrive in italiano come te… ??????
non ho capito??

David conosco bene l’Eritrea perché ci vivo due mesi all’anno da sette anni, perché ho moglie eritrea, famiglia adottiva eritrea e tanti amici eritrei che mi fanno l’onore di considerarmi uno di loro.

Due mesi all'anno? e mi dice di conoscere l' eritrea?


ma nel complesso credo che le cose non vadano come si vuol far credere.???????

io spero che lei stia scherzando? x un attimo sia realista per cortesia.
mi sa che lei e un portavoce de governo

Re: domanda?

Però, tu non credi che se l'Etiopia volesse riassorbire l'Eritrea l'avrebbe già fatto? Con la comunità internazionale dalla sua perte, la forza numerica e militare, gli aiuti esteri potrebbe appro*****re della situazione. Conseriamo anche il fatto che queso sarebbe un momento buono visto che la gente eritrea è piegata dalla miseria materiale e inizia a dubitare del overno di Isaias.

Re: domanda?

David il riferimento al suo modo di scrivere era comunque un complimento, ma in più per non essere frainteso avrei dovuto sottolineare che mi riferivo alla sintassi, raramente infatti sbaglio nel riconoscere un eritreo che scrive in Italiano per via della forma assolutamente tipica di esprimersi.

Anche se questo non fa alcuna differenza ero certo di avere a che fare con un italiano, ma evidentemente sbagliavo.

Mi dispiace che due mesi all’anno non le sembrino sufficienti eppure c’è moltissima gente che trascorre nel paese molto più tempo di me e dimostra continuamente di non conoscerlo affatto e altra alla quale solo sporadiche visite sono state sufficenti per compenetrarsi con la realtà eritrea.

Sono comunque convinto che potrei anche non esserci mai stato in Eritrea, ma avere ugualmente diritto di esprimere le mie opinioni liberamente senza dover essere trattato con sufficienza.

David le avevo chiesto di evitare inutili attacchi personali, ma devo prendere atto del fatto che lei non è interessato al dialogo quanto al discredito, comunque non sono un portavoce del governo e mi sorprende che da eritreo, come lei afferma di essere, possa anche solo pensare una cosa del genere.

Stefano Pettini

Re: domanda?

Patience l’Etiopia è sempre pronta a sfruttare ogni possibile occasione per riappropriarsi dell’Eritrea, lo ha fatto nel 1998 e lo ha fatto ancora recentemente quando ha occupato il Monte Ali Musa, che include territori sovrani di Gibuti ed Eritrea, posizionando “armi offensive a lungo raggio”.

La ragione che impedisce all’Etiopia di attaccare apertamente è che la scusa dei confini non è più sufficiente e che la legnata del 1998/2000 ancora brucia.

Naturalmente bisogna anche tenere in considerazione che lo scontro sarebbe fra titani e che gli etiopici gia legnati in Somalia si limitano a strangolare l’Eritrea privandola di quella tranquillità alla quale avrebbe diritto.

Però se si presentasse l’occasione…

Stefano Pettini

Re: domanda?

David le avevo chiesto di evitare inutili attacchi personali, ma devo prendere atto del fatto che lei non è interessato al dialogo quanto al discredito, comunque non sono un portavoce del governo e mi sorprende che da eritreo, come lei afferma di essere, possa anche solo pensare una cosa del genere.


Le dico che secondo me lei e un portavoce semplicemente perche conosce dei particolari che un italiano che non ha vissuto in eritrea non puo conoscere e parla in senso unico (filo governativo)
per cui deduco che dietro al suo lavoro ci sia qualcuno che fa della propaganda, e questo non è da giornalista libero, come daltronde l'italia insegna.

Re: domanda?

David lei prima afferma che non conosco abbastanza bene l'Eritrea per avere il diritto di esprimere opinioni e poi sostiene addirittura che potrei essere un portavoce del governo.

Non le sembra contraddittorio?

Probabilmente con il tempo dovrà semplicemente arrendersi all'evidenza che quello che scrivo non è frutto di fantasie, ma solo dello studio serio e consapevole di un argomento che i giornalisti, alla cui categoria non appartengo di certo, non hanno mai neanche tentato di esplorare, e rendersi anche conto che pochi altri hanno fino a ora tentato di accostarsi alla problematica dell'Eritrea con altrettanta onestà intellettuale.

Stefano Pettini

Re: domanda?

Bisogna constatare due cose:
1) Quello che dice Stefano è unidirezionale e sostanzialmente uguale a ciò che sostengono i sostenitori del governo ovvero il contrario di ciò che ne dicono gli opposotori.
2) Non è detto che accostandosi in modo serio alla realtà eritrea e studiandone con interesse le vicessitudini si debba per forza arrivare a posizioni di totale sostegno al presidente Isaias. Anche perché, solitamente, la verità sta nel mezzo.

Re: domanda?

Patience nel punto uno non si tiene conto del fatto che mentre io propongo i miei punti di vista, ancorché in linea con quelli governativi, argomentandoli dettagliatamente, i cosiddetti oppositori non propongono nulla che non sia pura e semplice denigrazione.

Mai un programma, mai un progetto, mai una presa di posizione.

Questo atteggiamento non getta le basi per una discussione pubblica, ma si propone solo come propaganda fine a se stessa.

Il punto due invece forse focalizza quello che probabilmente è un errore di interpretazione che fin dall’inizio ha viziato il nostro dialogo; lo scopo del sito Eritrea Eritrea, e del forum, non è quello di sostenere il presidente o il suo modo di condurre il paese, ci mancherebbe altro, ma solo quello di contribuire alla conoscenza dell’Eritrea esaminandone ogni suo aspetto storico, politico e culturale.

Come italiano poi non posso fare a meno di sperare che al più presto il mio paese compia quei passi indispensabili affinché siano onorati gli impegni che tutti noi ci siamo assunti in occasione degli Accordi di Algeri, e ritengo che in mancanza di questa condizione preliminare noi non si possa, proprio per mancanza di titoli, neanche entrare nel merito di questioni interne che solo con la coscienza sgombra e pulita potremmo permetterci di discutere.

Stefano Pettini

Re: domanda?

David lei prima afferma che non conosco abbastanza bene l'Eritrea per avere il diritto di esprimere opinioni e poi sostiene addirittura che potrei essere un portavoce del governo.

Non le sembra contraddittorio?

No non è contraditorio se dietro di lei vi sono suggerimenti.


Mai un programma, mai un progetto, mai una presa di posizione.

Per presentare un programma bisogna vivere ed esprimersi liberamente, senza rischiare di farsi male.
Lei stà facendo un ottimo lavoro per quanto riguarda far conoscere l'eritrea,quando parla di politica lei parla a senso unico su questo non ci sono alcuni dubbi.

Re: domanda?

David il forum è stato aperto da poco e ancora vede la partecipazione di pochi utenti ai quali rispondo personalmente.

La speranza è che con il tempo si sviluppi un dialogo fra gli utenti stessi in modo che io possa dedicarmi solo alla moderazione del forum e lasciare il campo libero a chi sente il bisogno di confrontarsi.

Potevo aprire il forum e lo stesso sito Eritrea Eritrea in maniera totalmente anonima, ma ho preferito presentarmi con nome e cognome per dimostrare in qualche modo la mia buona fede e dare modo a chi vuole sapere con chi ha a che fare di raccogliere informazioni.

In aggiunta ho lasciato la porta aperta a tutti senza restrizioni ,se non poche semplici regole di principio, e nel rispettare il diritto di tutti di volersi esprimere in forma anonima ho voluto implicitamente incoraggiare la presentazione di idee e opinioni che altrimenti non troverebbero spazio altrove.

Lei David fino a ora non ha fatto altro che dubitare, sospettare, criticare e replicare in maniera sgarbata; a ogni richiesta di prendere una posizione netta ha glissato l’argomento, non le sembra ora di decidere se continuare a intervenire partecipando costruttivamente a una qualche discussione o, se non soddisfatto dell’ambiente, a lasciare perdere?

Qui può scrivere liberamente senza rischiare di farsi male, come dice lei; lo faccia dunque si esprima in merito a possibili strategie di miglioramento delle sorti dell’Eritrea.

Stefano Pettini

Re: domanda?

non avrei problemi di esprimermi ovunque.
argomenti costrutivi?
ok! mi dica quanto durerà questa situazioni in eritrea?
non mi venga a dire che i cittadini sono contenti del'operato del governo? ok? non mi dica che tutti quelli che fugono dal'eritrea rischiando (donne incinte) siano solo pochi e stupidi.

Re: domanda?

David no link no copia incolla. Grazie

Stefano Pettini

Re: domanda?

perche NO?
troppo pericoloso?
di che a paura?
certi link non possono essere interessanti?
o non sono a favore di?
non habbia paura di far dare oppinioni diverse

mi ha chisto di costruire e dibattere cose interesanti,
fatto,ma lei non vuole far sapere oppinioni diverse.

Re: domanda?

David i link e i copia incolla non sono pericolosi e non fanno paura, ma non sono argomenti di discussione.

Se vuole discutere uno degli articoli che propongo in Eritrea Eritrea lo faccia pure, altrimenti ne proponga qualcuno di sua preferenza sotto forma di commento ragionato e non di semplice riporto.

Stefano Pettini

Re: domanda?

i link erano buoni per una discussione,lasci perdere non ha una visuale corretta della realtà eritrea.

Re: domanda?

David lasci perdere, lei non sembra in grado di sostenere un contraddittorio, e se da credito a quel tipo di siti dei quali voleva postare i link evidentemente non ha neanche capito quanta ignoranza strumentale circoli per il web.

Stefano Pettini

Re: domanda?

David lasci perdere, lei non sembra in grado di sostenere un contraddittorio, e se da credito a quel tipo di siti dei quali voleva postare i link evidentemente non ha neanche capito quanta ignoranza strumentale circoli per il web.

Certo che io non sono in grado di sostenere un contraditori.
Certo che certe verità sono difficili da accetare.
Certo che non sono alla sua altezza.
Certo che lei e la verità assoluta.
Certo che lei da bravo informatore scrivere solo la realtà dei fatti.
Certo che io non ho capito l'ignoranza che circonda il web
Certo che lei è proprio un bel tipo?
Certo che se lei fosse sicuro che i link erano propaganda li avrebbe publicati senza nessun problema.
Di Una cosa pero' son certo non sono in grado di sostenere lei

Re: domanda?

David credo che l'argomento sia stato approfondito adeguatamente e quindi da considerarsi chiuso.

Stefano Pettini