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Eritrea e religione

Dio non benedice un presidente che si accanisce contro i suoi fedeli e i suoi ministri!

Re: Eritrea e religione

A riguardo delle confessioni religiose credo che se da una parte vanno rispettate tutte quelle tradizionali qualunque esse siano, dall’altra non bisogna dare spazio a quelle organizzazioni che protette dietro al paravento della religione nascondono fini occulti o deviati e fanno opera di proselitismo con metodi vicini al plagio e alla coercizione.

Trovo comunque inammissibile che religione e politica si confondano e che religiosi si occupino di politica anziché della cura della anime.

Comunque propongo anche il punto di vista ufficiale del governo eritreo attraverso la risposta a una domanda che ho posto nel corso di una intervista a Yemane Ghebremeskel portavoce ufficiale del presidente Isaias:

“L'Eritrea e' accusata di essere repressiva nei confronti della libertà di culto ed e' stata responsabile di arresti di massa di fedeli che chiedono di pregare liberamente. Quale e' la risposta del Governo?”

Sono costernato quando parla di arresti di massa dei credenti. Che cosa e' un arresto di massa? Quale e' la "massa di gente" che di tanto in tanto si presume sia stata detenuta? La realtà e' che alla gente non e' stato negato o vietato il diritto di pregare liberamente, perchè la nostra e' una società molto devota e di antiche religioni. Abbiamo fedi differenti in questo paese. Ci sono Musulmani e Cristiani.

Abbiamo perfino una Sinagoga in questa città. Se guarda al panorama di Asmara, ha la caratteristica diessere punteggiato da Moschee e Chiese adiacenti tra di loro. Come ho detto in precedenza, questa e' una società devota di forti tradizioni, fedi intrecciate e gente molto religiosa e sotto l'aspetto costituzionale, lo Stato e' laico. Perciò non ci sono problemi legali o pratiche a riguardo della libertà di fede.

Però abbiamo avuto problemi con un manipolo di "nuove religioni", una frangia di gruppi che sono estranei alla società nel suo insieme. Dobbiamo essere molto chiari in questa distinzione. I Testimoni di Jehovah, per esempio, si rifiutarono di partecipare al referendum nazionale, per decidere l'indipendenza dell'Eritrea.

Il loro ragionamento era: "non riconosciamo lo Stato o Governo temporale". Mantennero una posizione dicendo "non riconosciamo un Governo sulla terra perchè siamo responsabili soltanto davanti a Jehovah".

Si opposero al servizio militare quando venne proclamato nel 1994. La reazione del Governo è stata moderata e consisteva nel rifiutare il rilascio oppure di rinnovo della licenza di lavoro ai loro membri. Perchè non si possono avere ambedue le cose: rifiutare di riconoscere il Governo e nello stesso tempo chiede un servizio legale dal Governo stesso.
Negli ultimi sette/otto anni inoltre, sono emersi piccoli gruppi.

La maggioranza di questi gruppi erano beneficiari di fondi esteri segreti o non dichiarati. La maggioranza di loro agirono contro le strutture fondamentali della nazione opponendosi al servizio nazionale o infiltrandosi e seminando divisioni all'interno delle fedi tradizionali.

In seguito a questo il Governo chiese la registrazione ufficiale di tutte le religioni e la dichiarazione fedele dell'origine dei loro finanziamenti. Gli arresti episodici, che sono stati poi distorti ed esagerati, avvennero quando i membri di queste frange si riunirono illegalmente.

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Con riguardo ai Testimoni di Jeovah o altre confessioni pentecostali e neo pentecostali posso dire che il loro comportamento è coerente con quanto messo in pratica nel resto del mondo. I testimoni di Jeovah non riconoscono le autorità temporali e gli obblighi imposti da queste sui cittadini in Eritrea così come in tutto il resto del Globo. Questa è la loro fede. Non ci sono però altri Stati di cui io abbia notizia che hanno dichiarato questa confessione ( così come quelle neo pentecostali ) illegale o sovversiva. Anche perché, proprio perché a loro non interessa nulla dello Stato, non è mai stata loro intenzione sovvertire il potere costituito. Parlerei semplicemente di indifferenza.

Per quanto riguarda i finanziamenti "segreti" ricevuti da queste confessioni credo che esse ricevesso soldi né più né meno di quanto faccia la chiesa Cattolica o quella Ortodossa. E' chiaro che confessioni nate in Paesi esteri, e particolarmente negli Stati uniti per quanto riguarda il pentecostalimo o in Europa per quanto riguarda il cattolicesimo, aiutino le chiese istituite nei cosiddetti Paesi di Missione quale può essere l'Eritrea.

Re: Eritrea e religione

Mi scuso anticipatamente per l'off topic. Mi ha incuriosito la "licenza di lavoro".
La prima cosa che mi viene da pensare è che fa sorridere che uno stato di "autorizzi" ad andare a lavorare.
Stefano, puoi spiegare in cosa consiste, quali sono i requisiti, quando è "permesso" andare a lavorare e quando no.
Grazie

Re: Eritrea e religione

Vedi, il fatto di ledere il diritto alla proprietà privata senza dare giusto indennizzo (così come richiesto dal diritto internazionale) è questione tutt'altro che di carattere religiosa.
Nei diversi Stati e nei diversi orientamenti politici il diritto alla proprietà privata è sempre tutelato anche se in modo più o meno esteso (fanno eccezione i regimi non democratici...)

Gli episodi che io conosco non sono di attività o proprietà estere, bensì relative alla Chiesa Cattolica presente in Eritrea dalla venuta degli italiani alla fine dell'800.
Religiosi riferiscono che nemmeno sotto il regime di Mungustu (regime non democratico e di orientamento comunista) la stretta governativa era così forte.
Come mai questo governo ce l'ha tanto con alcune Chiese? Proprio con quelle che difficilmente riesce a controllare? (i vescovi cattolici sono nominati da Roma e le confessioni evangeliche sono notoriamente di difficile soggiogazione essendo restie a qualsiasi commistione con il potere temporale).

Re: Eritrea e religione

Credo che occorra fare alcune precisazioni altrimenti si rischia di fare confusione, per prima cosa i vari certificati o titoli di proprietà fanno riferimento a concessioni etiopiche e non eritree.

Le vertenze andrebbero indirizzate al governo etiopico per gli eventuali indennizzi di quei beni che fossero eventualmente andati perduti con la perdita dell’Eritrea.

In realtà l’Eritrea all’indomani della liberazione invece di fare tabula rasa e ricominciare tutto da capo secondo i suoi principi e non quelli etiopici, ha considerato la possibilità di esaminare i vari casi e trovare soluzioni soddisfacenti.

Successivamente l’Italia tradendo lo stesso spirito che la aveva portata ad essere la prima nazione a riconoscere l’Eritrea come stato nuovo, libero e indipendente, ha assunto un atteggiamento sempre più filo-etiopico culminato con il periodo oscuro delle interferenze all’interno del governo eritreo alle quali ha fatto seguito il tentativo di golpe del 2001.

Da quel momento avendo l’Italia fallito quella manovra tesa a favorire gli interessi etiopici è calato un assoluto gelo diplomatico e nulla è stato fatto per difendere l’Eritrea dagli effetti delle gravissime violazioni del diritto internazionale che si andavano via via attuando.

In questo contesto è possibile ritenere accoglibili le istanze avanzate dalle autorità italiane in materia di proprietà privata facenti leva sul rispetto di quello stesso diritto internazionale?

A fronte della assoluta inconsistenza di azioni a favore dell’Eritrea da parte dei vertici religiosi cattolici affinché il rispetto dei diritti umani di un intero paese venissero rispettati, ci si può aspettare buona predisposizione d’animo nelle mere questioni di proprietà terrene?

Vero è che i religiosi godevano di assai più privilegi al tempo degli italiani, al tempo degli inglesi, sotto Haile Sellasie e poi sotto Menghistu Haile Mariam, ora probabilmente il tempo delle vacche grasse è terminato anche per loro.

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Fabian la frase originale in inglese era: "And this was to refuse issuing or renewing business licenses to their members"

Era probabilmente più corretto tradurre con "Rifiuto di rilascio o di rinnovo di licenze di affari (o di commercio) ai propri membri", licenze quindi per svolgere attività imprenditoriali.

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Ma cosa stai dicendo?

Guarda che qui stiamo parlando della Chiesa cattolica eritrea, di preti e suore eritree.
I 3 vescovi dell'Eritrea e non quelli italiani (Asmara, Keren e Barentu) hanno unanimamente condannato il modo di comportarsi del governo che espropria senza alcuna motivazione e senza giusto indennizzo le terre e le attività e non solo dei religiosi.

Ti ricordo che quei poveri disgraziati di religiosi che si fanno il culo (scusa il termine) in terra di missione di vacche grasse non ne vedono neanche l'ombra da 40 anni oramai!!
E che se non fosse per loro che hanno costruito scuole, cliniche, orfanotrofi; che portano gli aiuti nelle case di gente morta di fame con i soldi occidentali che il governo tanto disprezza; che se non pensassero loro ai tanti bambini orfani e adulti mutilati a causa della guerra le cose andrebbero peggio di quello che già sono!

Quindi diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio per favore!

Re: Eritrea e religione

Per tempi di vacche grasse intendevo dire tempi di privilegi, tempi di targhe automobilistiche verdi esentasse, di importazioni incontrollate di ogni genere di merce, tempi dove ogni religioso girava in fuoristrada costati svariati migliaia di euro, tempi di assoluta autonomia gestionale.

Scuole, cliniche e orfanotrofi non potranno rimanere in eterno nelle mani dei benemeriti donatori ma dovranno pur diventare prima o poi un bene pubblico gestito dal paese; altrimenti queste opere meritorie rischiano alla lunga di diventare occasione di dipendenza da parte della gente che sarebbe indotta a credere che non esiste altra realtà che quella dell'aiuto dall'estero.

Basta leggere gli articoli di Nigrizia o Vatican news, per citarne alcuni, per farsi una idea di quanto interesse vi sia da parte dei religiosi nella strenua difesa dei beni e dei privilegi acquisiti negli anni, e quanto malanimo nei confronti del governo dell'Eritrea.

Trovo questo feroce attaccamento dei religiosi ai beni terreni e il loro rilevante attivismo politico antigovernativo in contrasto con la loro vocazione evangelica e fortemente incoerente.

Quindi diamo al governo quello che è del governo e a Dio quello che è di Dio.

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Più che giusto il tuo ragionamento, se solo fosse accompagnato dall'obbligo di tutela della proprietà e soprattutto dall'effettiva capacità del governo di getire ciò che si prende.
Ricordo che qui non si sta parlando di espropriazione (che prevede il giusto indennizzo) ma di confisca (che sottende quasi l'esistenza di un reato peraltro mai commesso).
Inoltre una buona parte dei beni confiscati sono lasciati andare alla malora! Senza nessuno che se ne occuapa. Gli esempi sono innumerevoli, basta girare per Asmara.
Con questa politica di accanimento immotivato il governo altro non fa che il male della gente oltre che tirarsi contro la chiesa. E, vedi, a nessuno probabilmente interessa il giudizio dei religiosi (che peraltro a subire angherie di vario gnere in giro per il mondo ci sono abituati), ma è deplorevole che un governo penalizzi il proprio popolo togliendo quelle poche forme di aiuto esistenti solo perché persegue una propria ideologia: un governo egoista, dunque, che non fa gli interessi della gente.
L'autonomia dagli aiuti esteri non passa per la confisca dei beni e il divieto di aiutare a livello sociale. Bensì nell'affiancare quella he è lìattività dello Stato a quelle che sono le attività dei privati.
Come, del resto, succede in quasi tutti i Paesi del mondo. Ora come ora privare la gente eritrea di quegli aiuti che vengono dalla Chiesa è come se si prendessi a calci un moribondo!

Re: Eritrea e religione

Patience non intendevo generalizzare e sono ben consapevole di quanto di buono sia stato fatto in Eritrea anche dai religiosi.

Rimane il fatto che taluni di loro travalicando i limiti del proprio mandato pastorale hanno assunto posizioni pubbliche critiche e oltranziste nei confronti del governo per mere questioni di interessi.

A fronte di queste eccezioni naturalmente esiste una realtà sana e rispettosa delle regole rappresentata da Ong come il Gruppo Missioni Asmara, solo per fare un esempio, che opera in Eritrea da tempo attenendosi scrupolosamente ai progetti concordati con il governo e astenendosi dall’immischiarsi con questioni lontane dai propri compiti istituzionali.

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Patience postare argomenti di discussione e non link. Grazie

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Scusa, perché hai tolto il link che avevo messo? Preferisci un copia incolla di tutto il testo che occupa solo posto??

Re: Eritrea e religione

Patience no link no copia incolla. Grazie

Stefano Pettini

Re: Eritrea e religione

Articolo 18 Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

"Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti."

Voglio portare a conoscenza che il 19 settembre è stato pubblicato il report annuale riguardo la libertà religiosa nel mondo edito dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America.

L'Eritrea è al terz'ultimo posto a livello mondiale (ultimo fra gli Stati africani) per tutela della libertà religiosa. Le fanno compagnia Iran e Corea del Nord.

I motivi di questo non invidiabile piazzamento del governo Eritreo si possono andare a leggere nello stesso report.

Io voglio solo ricordare che, in questo preciso istante in cui io scrivo e nel quale voi leggerete, persone come me e voi si trovano rinchiuse nelle carceri (così come in altri Paesi del mondo) perché hanno voluto esprimere la loro fede, il loro pensiero, il loro culto. Un diritto riconosciuto come degno di tutela e fondante l'essere umano che il governo eritreo viola costantemente.

Re: Eritrea e religione

Patience
Articolo 18 Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

"Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti."

Voglio portare a conoscenza che il 19 settembre è stato pubblicato il report annuale riguardo la libertà religiosa nel mondo edito dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America.

L'Eritrea è al terz'ultimo posto a livello mondiale (ultimo fra gli Stati africani) per tutela della libertà religiosa. Le fanno compagnia Iran e Corea del Nord.

I motivi di questo non invidiabile piazzamento del governo Eritreo si possono andare a leggere nello stesso report.

Io voglio solo ricordare che, in questo preciso istante in cui io scrivo e nel quale voi leggerete, persone come me e voi si trovano rinchiuse nelle carceri (così come in altri Paesi del mondo) perché hanno voluto esprimere la loro fede, il loro pensiero, il loro culto. Un diritto riconosciuto come degno di tutela e fondante l'essere umano che il governo eritreo viola costantemente.


Pensi che questo articolo è lo stesso che impugno io per far valere i miei diritti di cittadino.
Lo scorso anno abbandonai il culto dei testimoni di geova e da quel momento in poi sono stato ostracizzato da tutti i membri della comunità.
Perdere familiari lavoro e casa non è una cosa democratica. Inoltre il luogo di culto che usano i testimoni non è di proprietà della associazione locale, ma della sede centrale di Brooklin.
Dunque il fedele si trova a pagare 3 volte per avere un proprio locale in cui tenere il culto, infatti la stessa società torre di guardia ha istituito un fondo chiamato "Fondo Sale del Regno" e con questo si raccolgono dei soldi per PRESTARLI alle varie associazioni locali. Le stesse si impegneranno a restituire questo prestito alla sede centrale e, come risultato, qualora si decidesse di vendere questo immobile, il ricavato della vendita andrà alla sede centrale e non ai singoli fedeli che hanno contribuito per la stessa.
Questi sono i fatti, e questo succede anche in Italia.
E' inoltre curioso il fatto che la libertà religiosa, di cui gli stessi testimoni si riempiono la bocca, è valida solo nel caso ci siano problemi nel loro culto, nel caso un testimone cambi idea, non è piu valido, anzi è giusto e appropriato distruggere questa persona moralmente e fisicamente.
Lei pensa che il governo eritreo sia a conoscenza di tutto questo? Sinceramente non saprei, ma non vedo cosi male l'iniziativa. E sullo stesso piano ci sono scientolgy, mormoni e altri.
Noi qui in Italia viviamo in democrazia e siamo felici di questo, i nostri diritti civili e religiosi sono rispettati, anche il nostro diritto di farci prendere in giro e farci distruggere psicologicamente e fisicamente da questi culti abusanti.
Sinceramente preferisco un governo che mi tuteli sotto questo punto di vista.
Poi quanto scritto dal presidente Isaias non fà una piega, anche se non ne condivido i modi e i tempi.
Da parte mia in Eritrea ho sempre sentito un grande rispetto verso tutte le religioni e Asmara in particolare è un esempio di tolleranza religiosa.
Ci son diversi problemi, e su questo siamo daccordo, ma nella realtà delle cose, questo è un falso problema

Eritrea e religione

Sig. Pettini
Le faccio una domanda, un religioso per lei è un cittadino o no? Può avere una sua opinione sulla situazione politica, economica ed culturale del suo paese? Ha il diritto di criticare le cose che non vanno del governo del paese? La da voi in Italia i religisi hanno il diritto di voto si o no? Hanno il diritto anche di esprimere le loro opinione non solo personale ma anche a nome della comunità che rapresentano.
Quindi non capisco perché questo non deve valere per i religiosi, qui i vari Keshi, diacon ortodossi fanno politica in Eritrea, perché se parlano i cattolici, o peggio le altre minoranza religiose deve essere considerato una prevaricazione del proprio mandato?
Perché il regime di Isaia mette le mani dentro la chiesa Ortodossa?
Tenta in tutti i modi fin'ora falliti nella chiesa cottolica e nelle altre conffessioni minoritarie.
Ovio fa gola le scuole e cliniche con fatica realisate dalla chiesa cattolica in Eritrea, il regime invece di pretendere di sotrare queste dovrebbe realizzare lui altre, dovrebbe incorraggiare la chiesa a fare altri, per il bene del popolo.Molti villaggi sono fosse per la chiesa cattolica sarebbero senza scuola, clinica, per fino l'acqua potabile. Quindi il popolo eritreo deve molto alla chiesa cattolica, non attacarla e confiscare i suoi beni materiali che sono strumenti per servire il popolo.

Re: Eritrea e religione

Tedros uno dei fratelli di mia moglie è diacono e avrebbe voluto dedicare la sua vita alla preghiera.

Da diversi anni sta svolgendo il national service e non se ne lamenta considerandolo comunque compatibile con la sua vocazione.

Certo preferirebbe stare accanto alla sua famiglia e assistere sua madre gravemente malata, ma nella vita non sempre le cose vanno come si vorrebbe.

La questione dei missionari tuttavia è diversa e di questo si discute nel 3d dedicato.

Stefano Pettini