Eritrea Eritrea
Dalla costituzione dello Stato dell'Eritrea
(2) The term of office of the President shall be five years, equal to the term of office of the National Assembly that elects him.
(3) No person shall be elected to hold office of the President for more than two terms.
Come mai il presidente Afwerki è al potere dalla liberazione dell'Eritrea? ovvero già 17 anni?
Dopo la liberazione, avvenuta nel 1991 il Fronte affidò a Isaias Afwerki la guida del Governo di Transizione, che condusse l'Eritrea fino al referendum popolare che nel 1993, con un risultato plebiscitario, proclamò l'Eritrea ufficialmente Indipendente.
Il periodo di transizione terminò nel 1993, ma per la trasformazione vera e propria bisognò aspettare ancora un anno, esattamente fino al 3° congresso del Fronte che si tenne a Nakfa nel 1994, un momento che segnò la vera svolta politica dell’Eritrea.
In quella occasione il Fronte, trasformato da Fronte Popolare di Liberazione Eritreo in Fronte Popolare per la Democrazia e Giustizia, approvò fra l’altro un documento nazionale (National Charter o Carta Nazionale) che stabilì i principi fondamentali su cui si basa il sogno (vision, dream) della nuova Eritrea e dal quale successivamente scaturirà la Costituzione dell’Eritrea approvata nel 1997.
Sfortunatamente nello stesso anno cominciavano ad addensarsi funeree nubi sul processo di approntamento dell’apparato statale eritreo che fu del tutto interrotto nel 1998 dalla dichiarazione dello stato di guerra da parte del governo etiopico che con ondate successive di attacchi arrivò a occupare quasi i due terzi dell’Eritrea.
Da allora il territorio sovrano eritreo non è stato più del tutto liberato ed è tuttora tenuto ostaggio da forze nemiche e dal disinteresse del consesso internazionale.
La Costituzione eritrea non è mai stata applicata perché non sussistono le condizioni basilari che garantiscano la certezza dell'integrità territoriale e dell’indipendenza nazionale.
In questa situazione transitoria il presidente Isaias è stato investito dal governo, dal Fronte e dallo stesso popolo eritreo della enorme responsabilità di gestire l’emergenza e difendere il patrimonio nazionale conquistato a caro prezzo dopo immani sacrifici.
Tempo fa nel corso di una intervista è stato chiesto al presidente Isaias quando si sarebbe ritirato; la sua risposta è stata: “A tempo debito”.
Stefano Pettini
la mia impresione e che il presidente facia come tanti al potere, americani in primis,tenere sempre sugli attenti il popolo da un iminente pericolo, e un modo migliore per comandare,terrorismo mediatico
La differenza è che in Eritrea il pericolo è reale e tangibile, gli etiopici infatti in questi anni non si sono limitati a occupare passivamente porzioni di territorio sovrano eritreo, ma vi hanno anche installato proprie amministrazioni e infrastrutture.
Come se non bastasse la amministrazione etiopica è arrivata addirittura a pubblicare false carte geografiche che inglobano quei territori nei loro.
Non bisogna dimenticare che la attuale amministrazione etiopica non ha mai fatto mistero delle sue reali intenzioni tanto che il partitito che la rappresenta si chiama Fronte popolare di liberazione del Tigrai e che a dare energia a ogni sua azione è il vecchio sogno mai realizzato del grande Tigrai.
Stefano Pettini
Ma perché secondo te l'Etiopia vorrebbe ancora riprendersi l'Eritrea? Non sarebbe come mettersi un Kamikaze in casa? Due popoli che sono cane e gatto non credo riuscirebbero a stare insieme...
per la sua posizione gieografica puo essere la porta dell'africa non per niente sono interesse cinese e americano, e x questo il governo eritreo ne dovrebbe aprofitare naturalmente senza svendersi ma collaborando con tutti
Che l’Etiopia abbia come unica mira il riassorbimento dell’Eritrea e il suo completo assoggettamento è un dato conclamato sul quale non vi è alcun dubbio da parte di nessuno.
Le potenti lobbies economiche etiopiche non hanno mai fatto mistero di questo e hanno da sempre rimproverato a Melles Zenawe di non aver avuto il coraggio da dare il colpo di grazia all’Eritrea nel corso dell’ultimo conflitto.
Quello che le lobbies non avevano capito, cosi come non lo aveva capito fino all’ultimo neanche Melles stesso, è che l’Eritrea dopo un iniziale ritirata strategica si stava preparando ad una terribile controffensiva che avrebbe nuovamente messo in ginocchio le forze di invasione etiopiche come gia era avvenuto nelle fasi conclusive della guerra per l’indipendenza.
Solo qualcuno alle Nazioni Unite ha avuto sentore di quanto stava per accadere e ha disposto un intervento immediato delle varie diplomazie allo scopo di ottenere un rapido cessate il fuoco e di fatto salvare l’Etiopia dal disastro.
L’Eritrea da parte sua non aveva alcun interesse ad alimentare un conflitto non voluto e ha accettato volentieri di aderire alla linea della negoziazione e il ricorso a una commissione arbitrale che avrebbe portato ad una definizione legale e immodificabile dei confini.
Nonostante tutto però l’Etiopia non demorde e dopo aver fallito l’attacco militare è passata a una diversa strategia nella speranza di sfiancare l'Eritrea economicamente e gettare discredito sul suo governo.
L’Eritrea è la porta dell’Africa e motivo di orgoglio per tutti quei paesi africani che credono nella possibile emancipazione dalle forze straniere, il suo governo poteva svenderla al migliore dei tanti offerenti, ma non ha ceduto e continua per la sua strada.
Stefano Pettini
quale sarebbe la sua strategia? isolarsi dal mondo ?
soli soletti pultroppo non si va da nessuna parte, almeno su questo è daccordo con me?
Quali partner propone:
- Gli Usa che con la loro limpida gestione della politica estera hanno portato disperazione e distruzione in Afganistan, Iraq, Somalia, Sudan, Kosovo, Georgia e molte altre nazioni fra le quali la stessa Eritrea della quale non si è curata di salvaguardare le più elementari regole alla base delle relazioni internazionali?
- L’Italia che ha voltato le spalle al suo stesso passato recidendo il cordone ombelicale che la legava all’Eritrea?
- La Comunità Europea vassalla della amministrazione Usa e incapace di avere una propria politica estera illuminata e indipendente?
- L’Etiopia che è tenuta in scacco da una minoranza al potere solo grazie ai pesanti brogli elettorali, e mano longa della amministrazione Usa per il lavoro sporco nel Corno d’Africa?
- Gibuti che si è dovuta assoggettare al volere delle potenze straniere dalle quali dipende e che sono installate permanentemente sul suo territorio?
In ogni caso l’Eritrea non è affatto isolata, ma intrattiene ottimi rapporti diplomatici con moltissimi paesi sia in Africa che in altri continenti, purtroppo il mondo è tenuto in scacco dai continui ricatti di una amministrazione Usa fuori controllo e in decadenza, e a molti sembra essenziale dover scegliere fra una forzata alleanza con i più pericolosi o subire un presunto isolamento.
L’Eritrea dimostra che è possibile resistere dignitosamente a queste pressioni e procedere sulla propria strada senza dover necessariamente finire fagocitati.
Stefano Pettini