Eritrea Eritrea
eritrea ex colonia come libia e somalia.
L'atuale governo italiano, ha offerto 5 miliardi di dollari alla libia e la realizazione di un' autostrada, in cambio di: una lotta serrata all'imigrazione, e noto che la maggior parte dei disperati arrivono dal somalia e eritrea, questo accordo dara carta bianca alla libia per fermare questo flusso neI peggiori dei modi che si puo immaginare, e per diffendere gli interessi italiani nel teritori libico (eni,impregno, ecc,ecc,)
La mia domanda è? il governo eritreo che intenzioni ha per difendere i cittadini eritrei che sono detenuti e che in futuro verrano massacrati? e possibile che il governo eritreo non chieda come ha fatto la libia danni per le atrocita che hanno commeso gli italiani in eritrea? che non chieda spiegazioni al colonello ghedafi per tutti i detenuti eritrei in libia?
I mezzi di informazione hanno dato immediato e ampio risalto alla notizia dell’accordo Berlusconi-Gheddafi e con un incredibile quanto repentino cambio di atteggiamento ne hanno sottolineato la forte valenza anti immigrazione clandestina dimenticando all’istante tutta quella sequela di articoli dedicati alla tutela dei diritti dei migranti, alla necessità della loro accoglienza e del loro ruolo fondamentale nell’economia nazionale.
Quando ho letto la notizia dell’accordo sottoscritto dal premier italiano sono rimasto a bocca aperta, non potevo credere che mentre la Comunità Europea deliberava la assegnazione di quattro milioni all’Eritrea l’Italia per Gheddafi di milioni ne stanziava cinque mila.
Ragionando meglio i quattro milioni per l’Eritrea sono in tempi brevi, in euro e destinati a progetti di cooperazione, quelli di Gheddafi sono in dollari, distribuiti in venti anni e per danni di guerra.
Due questioni totalmente diverse fra di loro che tuttavia per i clima di letizia in cui si è attuato l’accordo di Tripoli e per la enormità della cifra stanziata porta a riflettere; infatti se da una parte è vero che dal 1890 al 1941 l’Italia ha riversato in Eritrea risorse ingentissime senza provocare danni di guerra diretti, è anche vero che la avventata politica espansionistica di Mussolini è alla base del susseguente disastro eritreo.
Difficile quantificare le migliaia di combattenti eritrei morti per la bandiera italiana in Somalia, Etiopia, Libia e varie altre terre; difficile immaginare quando e come mai riuscire a colmare quell’enorme debito morale contratto con l’Eritrea che nessuna cifra potrà riscattare.
Certo è che l'Italia avrebbe potuto assumere un atteggiamento più deciso a favore del rispetto della legalità internazionale usando la sua influenza per costiringere l'Etiopia a più miti consigli, e promuovere cooperazioni economiche dotate di fondi importanti.
Pensare che in tutti questi anni l’Eritrea si aspettava dall’Italia solo fraterna comprensione e aiuto diplomatico, ricevendone in cambio disattenzione, ignoranza e in alcuni casi ostilità.
Quanto alle iniziative del governo eritreo nei confronti dei migranti detenuti nelle carceri estere guardando la accoglienza ricevuta da quelli rimpatriati forzatamente da Malta ed Egitto verrebbe da dire che sono favorevoli e costruttive, ma non credo che ci saranno interventi a livello governativo per sollecitare provvedimenti che riguardano gli affari interni di altri paesi sovrani.
Stefano Pettini
le riccordo che il primo esercito che ha usato il gas letale e stata l'italia contro la popolazione somala eritrea e libica ha destabilizato in eterno i loro destini,questo nessua quantità di denaro puo ripagare, ma moralmente e anche peggio, che il governo italiano si comporti in questo modo verso i migrati eritrei. lei dice che non è possibile intervenire nei affari interni di un o stato sovrano? be ha me non sembra giusto, il governo eritreo dovrebbe farsi sentire anche solo per salvare una sola vita del suo paese.
David non mi risulta che in Eritrea sia mai stato usato il gas iprite; come ho gia detto le ragioni che determinano il debito italiano nei confronti degli eritrei sono altre e ben individuate.
Stefano Pettini
sono figlio di una meticia italoeritrea,e ho vissuto per molti anni con un italiano che ha fatto la guerra in eritrea e le garantisco che i suoi diari confermano cio che le detto.
Per quel che ne so nel 1890 è stata costituita la Colonia Eritrea e che conseguentemente quando è cominciata la sciagurata espansione coloniale, nella metà degli anni trenta del secolo successivo, il territorio eritreo era gia consolidato come territorio italiano.
Difficile pensare ad azioni belliche condotte sul suolo eritreo con bombardamenti aerei all’iprite diretti contro quelli che costituivano il nerbo delle forze combattenti indigene al servizio dell’Italia e punto di forza nei progetti di invasione dell’Etiopia, della Somalia ecc.
Se ne ha la possibilità la invito a fornire maggiori dettagli su questi presunti bombardamenti all’iprite su territorio eritreo diretti contro gente eritrea, citando date, località, battaglie e contendenti o quanto altro lei ritenga sia utile a chiarire quel contesto storico.
Stefano Pettini
ehttp://ricordare.wordpress.com/perche-ricordare/071-letiopia-e-i-gas-asfissianti/sempio:
x esempio; http://ricordare.wordpress.com/perche-ricordare/071-letiopia-e-i-gas-asfissianti/
Ho letto con attenzione l'articolo che ha segnalato, che peraltro si riferisce a una datatissima e conosciutissima diatriba fra coloro che sostengono l'uso dell'iprite e quelli che fino alla tomba hanno giurato il contrario, e come dicevo non si parla affatto di Eritrea, ma della sola Etiopia.
Interessante sarebbe stato leggere qualche stralcio dei diari del suo conoscente con i vari opportuni riferimenti storico temporali.
Stefano Pettini
volentieri le faro sapere, pultroppo quando siamo venuti via da asmara tutti i libri e i diari li abbiamo donati ai preti della cattedrale, ma con una ricerca si potranno recuperare.
Allora David questo vuole dire che i documenti attualmente si trovano presso il Pavoni Social Center di Fratel Ezio Tonini.
La mitica biblioteca pavoniana di Asmara è una tappa fissa di ogni mia permanenza in Eritrea e fino ad ora lo studio della nutrita documentazione colà conservata ha confermato che l'iprite mai fu usata in Eritrea.
Stefano Pettini
Salve Sig. Stefano,
posso gentilmente chiederle dove si trova la suddetta biblioteca in Asmara?
Mi dia anche indicazioni su come raggiungerla in città...
conosco abbastanza il centro di Asmara,
un saluto
La mitica biblioteca del Pavoni Social Center è conosciuta da tutti in Asmara comunque si trova in via Tegadelti 70 sulla destra partendo dalla piazza dove si trova il palazzo Nakfa.
La biblioteca è aperta tutti pomeriggi dal lunedi al venerdi dalle 14 alle 18.
Il telefono è 184160 e il referente come detto è l'insostituibile Fratel Ezio Tonini.
Stefano Pettini
Mi permetto suggerire cambiare nome al vostro Stato. Non più Eritrea
nome imposto dai colonialisti italiani ma un nome ricavato dal passato
millenario del vostro Paese, Nubia,Damat o altro.
La colonizzazione si
fa anche con i nomi ed il linguaggio. Non a caso i colonialisti tendono
a cancellare la lingua dei popoli che sottomettono.
Suggerisco di
modificare la cronologia del sito che comincia appunto dal 1879. La
vostra storia è iniziata millenni prima.....
Per prima cosa vorrei chiarire ancora una volta, nel caso ci fosse qualche dubbio in merito, che sono italiano, nato in Italia e senza parenti in Eritrea.
Questo sito web rappresenta quindi solo un omaggio ai meriti e alla tenacia con le quali un popolo assolutamente meritorio sta tentando di emergere nonostante la morsa soffocante delle grandi potenze mondiali che per interessi bassi e abbietti fanno di tutto per impedirglielo.
Quanto alla proposta di cambiare il nome dell’Eritrea per cancellare ogni legame coloniale credo di poter dire che per gli eritrei l’antico legame con gli italiani non rappresenta affatto un tabù o una componente negativa del loro passato storico, ma che si può semmai affermare il contrario e cioè che gli eritrei conservano ancora e nonostante tutto una notevole considerazione per il nostro paese al quale rimproverono solo di averli dimenticati dopo aver condiviso per decenni il percorso storico.
Dal loro punto di vista risulta infatti inspiegabile l’atteggiamento del governo italiano che dopo aver firmato i patti di Algeri come testimone e garante e essersi impegnato formalmente a far rispettare il verdetto finale della Commissione Confini non solo si è totalmente sottratto ai suoi impegni legali, ma non si è nemmeno formalmente opposto alla persistente occupazione militare di territori sovrani eritrei da parte di truppe etiopiche.
Stefano Pettini
caro amico,
sono curioso di sapere chi sono gli eritrei che hanno questo bel ricordo dell'Italia. Per quanto ne so io potrebbero essere soltanto le famiglie dei collaborazionisti all'occupazione militare italiana
La storia della occupazione italiana dell’Eritrea non può essere assimilata a quella di nessuna altro caso di colonialismo.
L’arrivo degli italiani in terra africana alla fine dell’ottocento non ha avuto il carattere tipico della invasione militare ai danni di un paese ben definito; i territori che successivamente sarebbero stati denominati Eritrea era una specie di terra di nessuno oggetto e vittime delle scorrerie di chiunque si trovasse a passare da quelle parti.
Gli italiani arruolarono le genti locali e combatterono i loro nemici storici realizzando un compromesso del tutto atipico rispetto al modo consueto di concepire il colonialismo.
A questo periodo lungo alcuni decenni, nel corso dei quali fra gli italiani e le popolazioni locali si era stabilito un ottimo rapporto di civile convivenza e notevole sinergia in tutte le attività produttive, fece seguito il periodo molto più breve ma assai più controverso del fascismo.
Nel periodo del fascismo le attività erano prevalentemente militari e rivolte verso paesi esterni, come Etiopia, Libia e Somalia, quindi la gente in Eritrea seppure con le pesanti limitazioni dovute alle leggi razziali poteva godere dei benefici di una buona convivenza.
Finito il fascismo nel 41 e fino alla metà degli anni settanta gli italiani sono rimasti in Eritrea con innumerevoli attività economiche e una intensa condivisione con la gente eritrea.
Solo con l’avvento della dittatura militare del Derg e la nazionalizzazione delle imprese private gli italiani hanno cominciato a lasciare il paese lasciando un vuoto ancora oggi assai sentito.
Mai esistito il fenomeno del collaborazionismo nei confronti degli italiani, non ce n’è mai stato bisogno.
Stefano Pettini
Concordo con Stefano sul giudizio che molti Eritrea hanno per l'Italia; il ricordo è molto più gradevole di quello che hanno per la seppur breve occupazione inglese (che ha spoliato il paese di tutto il possibile, compresa l'avveniristica teleferica che da Massaua conduceva ad Asmara). Molto toccante è stata la mia visita al cimitero di Keren dove la bandiera Eritrea sventola sulle tombe degli Italiani, e quella Italiana sulle tombe degli Ascari. Purtroppo il nostro governo attuale (ma purtroppo anche i precedenti non hanno fatto meglio, pur essendo eticamente migliori) non ha nessun interesse a sostenere diritti ed aspirazioni che non siano quelle espressione diretta degli interessi dei capi quindi..... c'è veramente poco da sperare! l'Eritrea non è la Libia, non ha gas petrolio ed altre cose che possano interessare ai vari avvoltoi nostrani.
Voi italiani tendete a giustificare il vostro colonialismo, nessun Eritreo è stato mai contento della colonializzazione e lo sarà mai.
Oltre le leggi razziali etcc.. Chi è che si mandava in prima linea a combattere i “nemici” ?? Sempre gli Ascari.; Poveretti per qualche soldo , per sopravvivere non si rendevano conto di essere usati. Smettiamola con il buon colonialismo dell’Italia. Viva Ghedaffi che nella sua visita in italia portava la foto di un noto patriota anti coloniale.Evviva Ghedaffi che si è fatto rispettare facendosi pagare i danni di guerra. Egregio Sig. Pettini fa sorridere sentirla dire che quando arrivarono gli Italiani in Eritrea era solo un posto senza padre e padroni. Dato che fa sempre il superiore si rilegga un’ po di storia. Perfavore smettiamola di giustificare le malefatte del colonialismo i quali disastri si notano tutt’ora.
Hagos gli italiani hanno la memoria corta e per la maggior parte non è neanche a conoscenza del passato colonialista dell’Italia, anche se questo non diminuisce le responsabilità morali del nostro paese.
Comunque i pochi che si interessano di storia riconoscono sempre il grandissimo valore, il coraggio e i meriti degli Ascari senza mai neanche tentare un paragone con i militari italiani.
Sono sempre comunque convinto che il caso dell’Eritrea non sia assimilabile a quello dell’Etiopia o della Libia o della Somalia. Gli italiani non hanno mai combattuto contro gli eritrei e non è neanche certo che l’Eritrea sarebbe mai esistita senza gli italiani.
Sarà meglio che dia lei una approfondita rilettura al libro di storia con particolare attenzione a due date fondamentali 1 gennaio 1890 nascita della Colonia Eritrea e 24 maggio 1993 nascita dell’Eritrea.
Gli italiani non hanno mai occupato l’Eritrea, l’Etiopia lo ha fatto o almeno ci ha provato.
Stefano Pettini
Volevo rispondere ad Hagos.
Sono italiano ed ho 27 anni.
Alle lezioni di storia a scuola ho sempre patecipato con molta attenzione, ma non abbiamo mai approfondito l'argomento riguardante la storia coloniale. Mi spiace soprattutto di aver trascurato la storia dell'Eritrea e della Somalia. Premetto quindi di esser convinto che in italia il 90% della popolazione ignori completamente la storia eritrea.
Ho iniziato per conto mio ad informarmi sulla condizione degli eritrei, soprattutto alla luce delle vicende legate al fenomeno dell'immigrazione.
Sono rimasto affascinato dalla NOSTRA storia, dalle vicende che hanno visto combattere i nostri soldati sotto la stessa bandiera, la storia di Amedeo Guillet che, itaiano, è praticamente considerato il primo combattente dell'età moderna per l'indipendenza dell'Eritrea. La profonda stima che nutro per il popolo eritreo, è cresciuta osservando le immagini, e leggendo la storia degli Ascari. Il popolo eritreo ha dimostrato di avere un'altissimo senzo dello stato, e di saper combattere per ottenere la propria patria.
Noi italiani abbiamo conquistato l'unità nazionale solo nel 1861, e lo abbiamo fatto combattendo contro l'austria...per ciò la nostra storia non è molto diversa.
Io, come penzo tutti gli italiani in grado di ragionare e di esprimere idee senza preconcetti, penzo che la tragedia che stanno vivendo oggi gli emigranti eritrei, sia disdicevole. Mi vergogno delle scelte e delle azioni cieche messe in atto dal nostro governo.
Personalmente ritengo che per aiutare l'Eritrea e al Somalia, il governo italiano debba concedere la cittadinanza da chiunque Somalo ed Eritreo ne voglia usufruire. Penso sarebbe giusto così, dovremmo fare di nuovo nostri cittadini, i fratelli Eritrei che condivisero con noi il progetto di Stato e di indipendenza dall'Etiopia. Questa sarebbe un'ottima occasione per dimostrare che l'italia non voleva colonizzare per sfruttare le popolazioni etiopi.
Claudio 1 la questione coloniale italiana in Africa, che comunque comprende anche Etiopia e Libia, è complessa e penosa, e ha visto la questione della mancata concessione della cittadinanza italiana ai cittadini dei paesi occupati come uno degli argomenti più discussi e contraddittori.
Tuttavia alla luce dei eventi storici che si sono susseguiti fino alla costituzione dell’attuale Eritrea libera e indipendente, la questione della cittadinanza italiana agli eritrei assume vari e diversi aspetti.
In ordine di precedenza c’è certamente il mai risolto problema del meticciato che di può sintetizzare nella seguente nota:
“Nel 1937, con la prima delle leggi razziali (rdl 880/1937), si proibirono le “relazioni di indole coniugale” tra un cittadino italiano e un suddito dell’AOI; la successiva l. 1004/1939 “Sanzioni penali per il prestigio di razza di fronte ai nativi dell’Africa Italiana,” indicò esplicitamente i figli come possibili indizi di reato (scoraggiando così il riconoscimento paterno). Infine, con la legge 822/1940 (“Norme relative ai meticci”) venne proibito ai genitori italiani il riconoscimento dei figli avuti da unioni con sudditi coloniali. Se un padre avesse riconosciuto i figli si sarebbe autodenunciato.
Tale norma fu poi abrogata dal d.l.c.p.s. 1096/1947, che inoltre, per riparare i danni creati dalle leggi razziali, dichiarò cittadini italiani i figli di genitori ignoti nati in AOI, “quando per qualsiasi motivo si possa fondatamente ritenere che uno dei genitori sia cittadino italiano e l’altro nativo dell’Africa Orientale italiana.” All’epoca, l’Eritrea era sotto amministrazione militare britannica e solo nel 1952 le autorità inglesi emanarono un decreto che rese operativo il d.l.c.p.s. 1096/1947 in Eritrea. Nel frattempo, però, la maggior parte degli uomini italiani erano ormai rimpatriati, lasciando dietro di sé i propri figli non riconosciuti.
Il dramma è stato che l'occupante inglese, dopo la caduta del Fascismo, non diede l'exequatur alla legge italiana che aveva abrogato le leggi razziali, se non molti anni dopo la sua promulgazione... quando cioè la maggior parte di quei padri se ne era già dovuta tornare in Italia...
Ciò ha fatto sì che molti italo-eritrei hanno dovuto vivere per decenni l'umiliazione di una status familiare incompleto (oltre alle difficoltà inimmaginabili che hanno dovuto vivere le madri ...).
Gli italo-eritrei hanno poi iniziato a promuovere - con successo - cause di riconoscimento della paternità... negli ultimi anni però in Italia sono sorte difficoltà nella delibazione di queste sentenze eritree... per le diffidenze nate a seguito dell'esplosione del fenomeno migratorio.
In altre parole, data l'ignoranza imperante su quel periodo storico... a troppi è risultato sospetto il numero (neppure troppo elevato) di sentenze che arrivavano per la delibazione, ritenendo che dietro si nascondessero intenzioni elusive delle leggi italiane sull'immigrazione.
Altro problema era poi connesso al fatto che i figli di questi italo-eritrei erano (per ovvie ragioni anagrafiche) tutti maggiorenni... e quindi non era a loro automaticamente trasferibile la cittadinanza eventualmente acquistata - con grandi difficoltà - dal padre.
Il problema oggi si pone in modo molto diverso per gli italo-eritrei nati durante la vigenza delle leggi razziali e quelli nati in data posteriore. Se non erro, tra quelli che stanno cercando di ottenere la cittadinanza ce ne sono anche di nati dopo il 1947..
Per gli italo-eritrei nati durante il periodo di vigenza delle leggi razziali, secondo me quello che è opportuno fare è cercare di ottenere una corretta applicazione del d.l.c.p.s. 1096/1947, che prevedeva criteri molto ampli per l'accesso alla cittadinanza ("qualsiasi motivo" che faccia ritenere che la persona è figlio di un italiano e di un "nativo dell’Africa Orientale italiana” ).
Per gli italo-eritrei nati dopo la fine della vigenza delle leggi razziali una specifica soluzione legislativa è improponibile perché a rischio di incostituzionalità dato che risulterebbe discriminante nei confronti dei figli non riconosciuti disseminati per il mondo dagli italiani negli anni 50, 60, 70, 80, 90, ecc. ecc.”
Ai giorni nostri se pure possa ancora essere ragionevole pensare a una soluzione per i cittadini eritrei con ascendenze italiane che desiderassero il riconoscimento della cittadinanza italiana, sarebbe del tutto impensabile che un popolo che ha tanto lottato per la sua indipendenza e libertà possa ora desiderare il riconoscimento di una nazionalità diversa da quella eritrea.
Stefano Pettini
David, prima di parlare di atrocità o di uso di gas nervini in eritrea da parte di italiani per primi, vada a studiare qualche testo di storia. Nefandezze di questo tipo neanche un bambino di 4ta elementare le direbbe.
Brutta bestia l'ignoranza.
AC
Non capisco veramente perché quando si parla del colonialismo italiano in eritrea si cerca di dare l'impressione che fosse addirittura per il bene della popolazione,eritrei.Perché non parlare anche di scuole vietate, se non fini alla 3a elementare agli indigini oppure le strade che venivano costruite fin dove cera solo la casa di italiano, oppure le abitazioni riservate in abashawl,e il divieto di entrare in centro di asmara,gli eritrei che si ribellavano contro l'occupazione italiana venivano messi in carcere nel isola dahlak ,venivano lasciati morire lentamente essattamente come fa l'amico del'italia isaias afeworky anche lui ha fatto chiudere l'universita
Potete dirmi, per cortesia, perché è stata costruita la funivia che dalle montagne di Segheneiti portava a Massawa? A che cosa serviva? Che cosa trasportava?
Grzie
Martino
Hagos io dico per favore non dobbiamo criticare il colonialismo italiano in eritrea,altrimenti la vendetta sara dura di quanto isaias si sta già vendicando a favore degli Italiani noi oggi stiamo pagando dopo tutto il sacrificio pagato per essere padroni a casa nostra e invece guarda come siamo messi
Marta il colonialismo italiano si è svolto in due diverse fasi molto ben distinte fra loro. La prima è avvenuta nella seconda metà del 1800 e la seconda nel periodo del fascismo.
A questo secondo e molto più breve periodo appartengono le leggi razziali e quanto altro di peggio si sia potuto conceopire in quel disgraziato periodo storico, ma i forti e sentitamente favorevoli rapporti con gli italiani affondano le loro radici in tempi assai più remoti.
Fermo restando il fatto che il colonialismo è sempre disastroso per i territori che lo subiscono si può comunque affermare che nel caso di quello italiano in Eritrea se non altro è rimasto un certo patrimonio culturale e infrastrutturale che ancora oggi costituisce motivo di orgoglio per gli eritrei.
Ieri nel corso di un importante evento che si è tenuto presso la sede della Società Geografica Italiana al quale hanno partecipato accademici di fama e personalità politiche ed economiche ai massimi livelli ed incentrato sui rapporti fra Eritrea e Italia, Yemane Grebreab ha commentato il colonialismo italiano descrivendolo come un freno che ha impedito alle genti di Eritrea di sviluppare liberamente un proprio modello di società, ma che tuttavia il popolo eritreo continua a nutrire per quello italiano un forte sentimento di fratellanza tale da rendere i rapporti con l'Italia prioritari rispetto a qualunque altro paese.
Stefano Pettini
Scusatemi se insisto, ma non ho ancora ricevuto risposta alla mia domanda: Potete dirmi, per cortesia, perché è stata costruita la funivia che dalle montagne di Segheneiti portava a Massawa? A che cosa serviva? Che cosa trasportava?
Grzie
Martino
Non sono mai state costruite funivie in Eritrea e men che mai da Segheneiti.
Forse si riferisce alla teleferica Massawa Asmara che rappresenta una delle opere più alte di ingegneria a livello mondiale e ancora insuperata nel suo genere per arditezza e lunghezza.
Come è noto tale teleferica fu depredata a opera degli inglesi che ne asportarono e trasferirono all'estero ogni parte custodita nei magazzini come scorta o ricambio, o facilmente smontabile.
I tralicci in metallo furono venduti all'asta e demoliti da un faccendiere italiano che trasse grande profitto dalla vendita dei rottami di metallo.
La teleferica fu costruita nel 1937 per incrementare il trasporto di merci dal porto di Massawa alla capitale in vista dell'invasione dell'Etiopia.
Stefano Pettini
A me è stato detto che con la teleferica si portavano via i tronchi di legno pregiato, perciò in senso inverso, cioè verso Massawua, effettuando una grande deforestazione che ha nel tempo ha cambiato il clima locale. Ma può darsi che invece servisse, come lascia intedere lei, a far arrivare grandi aiuti dall'Italia che a quell'epoca produceva anche molti emigrati.
Cordialmente
Martino
La teleferica trasferiva merci nei due sensi di marcia, ma non mi risulta abbia trasportato prevalentemente legname, forse sporadicamente.
La deforestazione dell'Eritrea non ricade comunque sotto la responsabilità degli italiani, semmai dei successivi occupanti e colonizzatori che non hanno mai avuto alcun rispetto dei beni appartenenti al popolo eritreo.
Stefano Pettini
(Di Yemane ghebreab posso dire che lui e il braccio destro che sta sterminando un popolo dignitoso, perciò e meglio che si limita a parlare dei sui orrori e i sui crimini contro innocenti ,anziche di accusare altri.) Io sono eritrea e sono fiera di esserlo,come qualsiasi persona al mondo che nasce in determinato paese, ed e fiero di essere nato li, detto questo io non voglio dire si come siamo stati dominati ,dobbiamo odiare il popolo che ci ha oppresso ansi io sono una persona per perdono,e per conciliazione.Ma comunque non dobbiamo parlare solo di infrastrutture lasciati da italiani, hanno lasciato altrettanto problemi come lei sa benissimo, inoltre nel costruire sono stati usati la mano d'opera eritrea esattamente come oggi fa l'amico d'italia isaias,io voglio solo chiedere a lei sig. Stefano Pettini da quello che lei sostiene e amico sostenitore del popolo eritreo allora le chiedo di non essere ingannato da chi sta devastando il nostro amato paese nascondendo i reati peggiori che si possano compiere su persone che chiedono solo democrazia e libertà, so che in un mondo globalizzato per sfruttare le risorse e una impresa difficile ma noi persone che cercano la verità e la giustizia dobbiamo approfondire e non limitandosi di ascoltare una campana sola di chi e al potere da quasi 20 anni,con bugie e eliminazione di gente onesta , impedendo ogni forma e strumento di democrazia, scelga anche lei di essere da parte dei deufradati .
Marta lei non vuole aprire un contraddittorio, ma fare solo della sterile propaganda politica basata su falsità ben conosciute molto spesso utilizzate anche in questo forum.
Come nuova arrivata in questo forum ho lasciato che lei esprimesse il suo pensiero liberamente nella speranza che volesse comunque intavolare una discussione e scambiare le sue opinioni, ma devo constatare che lei vuole usare questo spazio a suo comodo e in maniera distorsiva.
Ulteriori post espressi nei termini che hanno caratterizzato i suoi precedenti saranno cestinati senza commenti.
Stefano Pettini
Sign. Pettini, non siano stupidi, e non siamo obbligati a creder solo a lei. I racconti degli anziani dei villaggi eriteri ci dicono cose diverse dalle sue riguardo la colonizzazione italiana. Le bugie alla lunga non pagano, se ne ricordi.
Cordialmente
Martino
Martino invece di impartirci lezioni di retorica ci spieghi cosa raccontano gli anziani dei villaggi e discutiamone.
Tenga comunque presente che dal mio personale punto di vista, poichè l'Eritrea in quanto tale esiste solo dal 24 maggio del 1991 data della sua definitiva liberazione, considero tutto quello che è accaduto prima appartenente oramai alla storia e materia quindi per specialisti ai quali non intendo sostituirmi.
Conosco tuttavia bene l'altissima considerazione della quale godiamo, forse indegnamente, noi italiani presso il popolo eritreo e tento il possibile per meritarne almeno una piccola parte.
Per concludere non pretendo affatto di essere creduto sulla parola, mi accontento di offrire spunti per una ricerca indipendente e di riflessione che poi ognuno è libero di sviluppare in qualunque direzione creda.
Stefano Pettini
Stefano Pettini guardi questo e continua a dire che siamo un paese sovrano . marketwatch eritrea gold project
Marta lo sfruttamento delle risorse minerarie dell’Eritrea contrariamente al resto dell’Africa è in corso di realizzazione attraverso un innovativo sistema di partnership che vede il governo eritreo possessore di oltre il 40% delle quote e una percentuale ancora maggiore dei profitti.
Oltre a questo va ricordato che l’intero progetto minerario ha subito un ritardo di almeno cinque anni perché le compagnie hanno dovuto sottostare a regole rigidissime sulla protezione ambientale e assicurare un impatto percentualmente insignificante di danni all’ambiente per poter operare.
Il sistema eritreo viene ora studiato e riproposto anche in altri paesi africani.
Anche di questo si è discusso nel corso del seminario che, come detto anche nel relativo articolo pubblicato, si è tenuto nei giorni scorsi presso la sede della Società Geografica Italiana.
Nell’occasione si è anche discusso della presunta massiccia penetrazione della Cina nel mercato eritreo e dei possibili pericoli per il paese legati a questa, ma è stato chiarito che le società cinesi che attualmente lavorano in Eritrea sono titolari di lavori ottenuti in seguito alla vincita di gare aperte a tutti e non per scambiare materie prime eritree con prodotti a basso costo e infima qualità.
Stefano Pettini
Sig. Pettini,
Lei non puo parlare a nome del popolo eritreo. Di che cosa dobbiamo essere grati del colonialismo italiano? perché ci avete resi schiavi? Avete mandato a morire migliaia dei nostri nonni in guerra per la vostra voglia di grandezza? Si ricorda la battaglia di Bahta Segheneyti per diffedere le nostre donne, che i vostri soldati volevano usare ed abusare come delle prostitute? Dobbiamo essere riconoscenti per essere governati da una potenza straniera, privi della sovranità sul nostro paese? Come la mettiamo con il regimme di apartaide che era in vigore ad Asmara dopo il 1938? che nessun eritero poteva salire sul lo stesso mezzo di trasporto con i bianchi,interi quartieri dove non potevano mettere piede i negri di eritrea, tranne la servito che doveva pulirvi il sedere. Di questo che dobbiamo essere grati all'italia dal 1890 - 1941.
Con quale coraggio lei parla a nome degli eritrei? Sa quanti figli di copie miste a casua delle leggi razziali non hanno avuto un padre? L'Italia coloniale ha umiliato le nostre donne, insultato il nostro popolo, quando poteva fare qualcosa di buono ha preferito fare pace con l'Etiopia che appogiare la nostra richiesta di indipendenza.
Italia ha troppi debbiti con il popolo eritreo, non basta liquidare come ha fatto con la libya.
Lei Sig. Pettini da Italiano parla se lo desidera al nome del suo popolo non a nome del popolo eritreo non ha nessun titolo per farlo.
Sig. Pettini,
posso dirle che molti anziani, dopo aver aver avuto tanto coraggio e sofferto tanto per la conquista dell'indipendenza, oggi esprimmono la loro paura di parlare?
Per quanto riguarda la bontà del colonialismo italiano, mi ero dimenticato che, prima di recarsi in Eritrea armati dimoschetti, avevavo chiesto un regolare permesso di soggiorno alle autorità locali e, soprattutto andarono a fare i lavori che gli ertrei non avevano più voglia di fare.
L'unica cosa che posso capire nel caso dell'Eritrea, ma non in altri casi,è che il colonialismo italiano è ricordato come il meno peggiore, ma sempre di colonialismo e prepotenza si tratta.
Che cosa direbbe se le cose fossero state diverse e africani e americani, quelli veri, fossero venuti a conquistarsi un "posto all'ombra" in Europa?
cordialmente
Martino
Tedros non ho mai parlato a nome degli eritrei e men che mai ho sostenuto che gli eritrei dovrebbero essere grati agli italiani per il colonialismo.
Come ho già detto lo studio di quel periodo storico è materia per professori specializzati e non intendo discuterne, tuttavia ho molto spesso raccolto espressioni di particolare apprezzamento da parte degli eritrei per quello che nel bene o nel male fecero i miei connazionali e credo di avere tutto il diritto/dovere di testimoniarlo pur senza entrare nel merito della questione.
Confondere poi volutamente il primo periodo coloniale con quello fascista è solo fuorviante e antistorico.
Stefano Pettini
Martino lei afferma: “posso dirle che molti anziani, dopo aver aver avuto tanto coraggio e sofferto tanto per la conquista dell'indipendenza, oggi esprimmono la loro paura di parlare?”
Cosa c’entra questo con l’argomento in discussione? A cosa si riferisce?
Per quanto riguarda il periodo coloniale italiano in Eritrea vale quelle che ho già scritto in risposta a Tedros.
Stefano Pettini
Lei pero sig. Stefano Pettini quando argomenta non parla come uno storico o un giornalista , limitandosi a raccontare i fatti ,ma parla soltanto e sottolineo soltanto in difesa di chi e al potere in questo caso di isaias
Marta non sono uno storico ne un giornalista, e non difendo niente o nessuno.
Mi limito a descrivere la realtà per quella che è.
L'Eritrea non ha al potere Isaias, ma un governo che è espressione del popolo.
Ognuno è libero di esprimere il suo dissenso nei confronti della politica governativa ma a condizione che lo faccia in maniera circostanziata, facendo riferimento a dati oggettivi e non a notizie infondate portate ad esempio solo per supportare le proprie tesi.
Stefano Pettini
Sig. Pettini,
quali soono i crireri e chi decide che la condizione pregiudiziale che la critica è circostanziata, e fa riferimento a dati oggettivi e non a notizie infondate portate ad esempio solo per supportare le proprie tesi è rispettata?
Cordialmente
Martino
Martino in questo post si discute di "Eritrea ex colonia italiana", anche se Marta ha un poco deviato su altri argomenti.
Posti la sua obiezione in un 3D più adatto.
Stefano Pettini
Sig. Pettini,
mi scusi, sa, sono un po' vecchio e anche un po' imbranato, e non so che cosa sia un 3D, ma il problema non è questo, io le ho fatto una domanda in seguito al suo post del Nov 11, 2010 - 6:50AM in risposta al mio, non vedo il motivo di cambiare il 3D che non so neanche che cosa sia.
Su, non si formalizzi, ho non ha argomenti per rispondermi?
Cordialmente
Martino
Chiedo scusa, il suo post in risposta al mio era del Nov 11, 2010 - 4:21PM
Martino che senso avrebbe continuare la discussione se lei ritenesse che sono a corto di argomenti?
In realtà il problema è quello opposto; io di argomenti ne ho a sufficienza, ma chi vuole sfruttare la visibilità offerta dal forum evita proprio di affrontare un contraddittorio, nel corso del quale dovrebbe proporre ragionamenti logici, e si limita a svolgere attività di provocazione o disturbo attraverso il pronunciamento di comunicati che non lasciano spazio a discussioni.
Questi personaggi in linguaggio internet vengono definiti Troll.
L’alimento del Troll è la polemica fine a se stessa avente lo scopo di generare disturbo nei forum per svilirne i lavori e quindi screditarli.
Se lei frequentasse altri forum leggerebbe spesso l’avvertenza “non date da mangiare ai Trolls”, come dire non cedete alle provocazioni per non alimentare disturbatori o provocatori.
Già che ci siamo, a costo di andare ancora fuori tema, aggiungo che "3d" è la forma abbreviata di “Thread” (discussione) o a volte Topic (argomento), vale a dire che l’argomento che va proposto deve essere coerente con la discussione in corso e non bisogna divagare come stiamo facendo noi ora su un 3d dedicato al colonialismo.
La sua richiesta in questo caso andava “postata” nel 3d “Osservazioni e cancellazioni” che tratta argomenti inerenti la gestione del forum e per coincidenza ospita anche le opere dei Troll che vengono direttamente cestinate per mancanza di conformità alle poche regole del forum.
Stefano Pettini
Sig. Pettini,
mi sento veramente offeso dalla sua risposta che non è una risposta ma una serie di parole offensive in plateale contraddizione con le regole del forum.
Io l'ho sempre chiamata "Sig. Pettini", lei mi si rivolge solo con il mio nome, e già questo è una mancanza di rispetto.
Non ho mai offeso il popolo eritreo e neanche il suo governo, non ho mai dato del sanguinario a nessuno, ho posto soltanto delle domande semplici a cui non ha risposto con la scusa del 3D sbagliato e dandomi invece del provocatore.
Io sono abbastanza vecchio e non mi offendo più di fronte a questi atteggiamenti supponenti e arroganti, sono semplicemente indignato per la sua mancanza di rispetto. Si ricordi che lei sta facendo un pessimo servizio al popolo eritreo e anche al governo eritreo.
Con molta amarezza
Martino
Martino evidentemente mi sono espresso in maniera poco chiara generando uno spiacevole equivoco.
Lei non ha mai offeso nessuno e questo lo sottoscrivo.
Il punto è che non mi riferivo certamente a lei parlando di Troll, anzi le suggerivo un atteggiamento di prudenza per evitare di farsi coinvolgere involontariamente.
A parte questo è facile verificare che rispondo sempre a tutti indifferentemente premettendo il solo nome dell'interlocutore poiche questo è spesso rappresentato solo da uno pseudonimo di fantasia che in molti casi suonerebbe ridicolo con un bel Sig. davanti.
Tutto qui.
Quanto alle regole del forum queste impongono il rispetto reciproco attraveverso la formula del "Lei", ma anche se gradito non menzionano l'obbligo del "Signore".
Di signore ce ne è stato solo uno ed è finito in croce.
Mi scuso comunque se involontariamente l'ho offesa, non era certo mia intenzione.
Cordialmente Stefano Pettini
Anche se di Signore c'è ne staqto uno solo ed è morto incroce (per motivi politici) io per rispetto a chi non è cristiano continuoa a chiamarla
Sig. Pettini,
la ringrazio per aver chiarito l'equivoco, ma avrei piacere che lei rispondesse ugualmente alle mie rispettose domande, su qualunque 3D lei ritenga opportuno.
Cordialmente
Martino
Martino proverò a rispondere alle sue domande con degli esempi.
Se, tanto per rimanere vagamente in tema con l'argomento trattato, qualcuno volesse discutere sul colonialismo italiano argomentando sull'Iprite sganciata sull'Eritrea e sugli eccidi di massa perpretati dalle truppe italiane, occorrerebbe prima ricondurre la discussione sui binari della realtà ogettiva e storica e poi trovare argomenti su cui confrontarsi.
Ora purtroppo capita spesso che utenti intervengano sul forum con dei toni perentori che vorrebbero sottintendere che le argomentazioni che loro presentano sono realtà oggettive quando invece sono menzogne propagandistiche sulla base delle quali è impossibile dialogare.
Potrà notare leggendo i vari argomenti affrontati che non manco mai di rispondere nella maniera quanto più circostanziata sia possibile anche agli utenti più esagitati, ma che solo con le persone veramente in buona fede, ancorchè di opinione diversa, è possibile dialogare.
Stefano Pettini
il problema vero e lei Stefano Pettini, perché lei cerca solo di far ingoiare la sua verità, ma la verità di un periodo storico non e una sola ,dato che la storia la fanno gli uomini e gli uomini non sono perfetti sia in azioni che nel racconto ci possono essere diverse verità, perciò lei deve prendere in considerazione anche il racconto degli altri
Marta la storia è storia e non si cambia.
Non è questione di interpretazioni od opinioni.
Certamente si verificano anche casi in cui prove nuove costringono gli studiosi a riscriverne interi capitoli, ma fino a quel momento è necessario attenersi a quanto è documentato.
Lei certamente sarà al corrente della diatriba circa la verità sui bombardamenti all'iprite in Etiopia e che per ora tutte le testimonianze concorrono a far ritenere che gli italiani usarono l'iprite su ordine diretto di Mussolini, nonostante Indro Montanelli abbia sostenuto fino alla morte il contrario.
Su questo argomento si potrà dibattere ancora, ma mai si potrà sostenere che altrettanto è successo in Eritrea perchè sarebbe antistorico.
Stefano Pettini
Stefano Pettini:io in uno dei miei commenti le avevo chiesto se lei era uno storico o un giornalista, e in risposta lei ha detto che non e ne uno ne l'altro, allora perché solo quello che racconta lei deve essere storia vera o la bocca della verità?ma il suo ragionamento che significa che se voi avete bombardato solo l'ethiopia dovrei essere felice? per me gli ethiopi sono come noi eritrei vittime del colonialismo occidentale ieri e oggi in modo più o meno subdolo con persone come isaias che tradiscono il sogno dei popoli che hanno lottato
Marta le ripeto le stesse parole già scritte a Martino:
"Tenga comunque presente che dal mio personale punto di vista, poichè l'Eritrea in quanto tale esiste solo dal 24 maggio del 1991 data della sua definitiva liberazione, considero tutto quello che è accaduto prima appartenente oramai alla storia e materia quindi per specialisti ai quali non intendo sostituirmi.
Conosco tuttavia bene l'altissima considerazione della quale godiamo, forse indegnamente, noi italiani presso il popolo eritreo e tento il possibile per meritarne almeno una piccola parte.
Per concludere non pretendo affatto di essere creduto sulla parola, mi accontento di offrire spunti per una ricerca indipendente e di riflessione che poi ognuno è libero di sviluppare in qualunque direzione creda".
Tenga in particolare considerazione l'ultima frase.
Stefano Pettini
Anche isaias afeworky non essendo di nazionaltà eritreo precisamente del tigray (temben) regione ethiopia il suo nonno abraham , il nonno di isaias aveva ucciso un valido combattente contro colonizzatori da li il nonno di isaias e fuggito in eritrea e isaias e nato in eritrea ma le sue origini non sono eritrei dice la , stessa cosa,cioè che eritrea esiste solo dal 24 maggio , quindi e una provocazione o qualcosa altro? io le ho già detto che eritrea esiste da quando esiste il mondo che persino nella bibbia e scritto il mar eritreo, e voi avete colonizzato un paese che si chiama eritrea no!
Marta ammesso pure che quello che lei afferma fosse vero bisognerebbe anche dire che il presidente Usa è di origine keniota per parte di padre, il presidente francese è di origine ungherese da parte di padre e greca da parte di madre, per non parlare di Sonia Ghandi e tanti altri.
Questo cosa significa?
Inoltre gli italiani non hanno affatto colonizzato l’Eritrea, ma dato nome a un’area che prima del primo gennaio 1890 era territorio libero, cioè privo di un governo centrale, sottoposto a razzie da parte di Dervisci, Turchi, Egiziani, Etiopici ecc., e troppo lontano dalle zone d’influenza di Addis Abeba, del Cairo, di Kartum o di Sanaa, per essere identificato come parte di uno di questi governi.
Gli italiani non hanno deposto alcun governo legittimo, anche se certamente hanno deviato il corso naturale della storia di un territorio che ora si ritrova a dover recuperare la sua identità originale e indipendente.
Il Mar Rosso era anticamente chiamato Eritreum e questo ha fornito l’ispirazione per il nome, ma non esisteva uno Stato Eritreo.
Stefano Pettini
Stefano Pettini:personalmente mi e difficile affermare cose di qui non sono sicura perciò e verrissimmo che isaias e tutti i sui ministri in eritrea che sono di origine tigray ,infatti lei sta parlando di paesi come america e francia dove chi nasce nella loro terra diventa cittadino, o meglio la francia riconosce la cittadinanza a chi aveva colonizzato cosa che voi italiani non lo riconoscete, quindi non deve sempre obbligarci nella nostra terra che dobbiamo fare cosa che fanno altri,
Questo cosa significa?significa che noi in eritrea essendo stati dominati e venduti da potere ethiopico per tanti anni , infatti si e visto dal risultato di chi occupa il potere in eritrea il suo conflitto d'interessi e per quale interessi impegna quel potere e poi ci sono cose che lei non conosce ? oppure conosce molto bene ma per interessi preferisce fare finta
Marta questa volta non riesco a seguire il suo ragionamento.
Comunque le ricordo che in questo 3d si discute del periodo coloniale italiano e per estensione della sua influenza sulla storia dell'Eritrea.
Quanto alla questione della cittadinanza italiana agli eritrei mi pare che lei sia in contraddizione, non sarebbe stato un sopruso inaccettabile trasformare tutti gli eritrei in italiani?
Dovrebbe essere contenta del fatto che questo non sia accaduto e che il popolo eritreo abbia conservato la sua identità.
Stefano Pettini
lei mi sta dicendo che in america ce Obama e in ungheria ce Sarcozy , ma perché lei paragona eritrea a questi paesi che hanno maturato la democrazia e ci sono centinaia e miglia di cittadini americani e francesi che controllano il potere!! allora lei ha mai visto francesi o americani che rischiano la loro vita per fuggire dal paese?lei ha mai visto in eritrea un referendum???
in quanto la cittadinanza :ovviamente no e le assicuro che non interessa a nessuno
Io ho cercato di farle ragionare che voi italiani non riconoscete la cittadinanza a chi vive in italia , provenienti da paesi che avete colonizzato e questo e il vostro diritto, e noi come eritrei e nostro diritto o cosi dovrebbe essere , se uno può governare il paese o no noi abbiamo sacrificato tutto per essere indipendenti in tutti sensi, detto questo io sono una persona che ho capito come molti noi dobbiamo essere dei buoni vicini con l'ethiopia come tutti paesi normali che per interessi reciproci co-operano insieme capendo il nocciolo delle nostre guerre che non sono ovviamente per i nostri interessi per interessi dei colonizzatori arabi e occidentali
Marta, lei afferma ke il PIA e i suoi ministri sono del Tigray! cioè etiopici!!!!
è curioso sapere ke gli stessi hanno combattuto per l'indipendenza dell'Eritrea.
Ho letto tutti i suoi post e li trovo alquanto incongruenti... un miscuglio di deliri incomprensibili..mamma mia ke frustrazione!
Marta lei domanda:
"lei ha mai visto in eritrea un referendum???"
La risposta è: si, il 23 aprile del 1993 quando il 98% degli eritrei votò per l'indipendenza del paese.
Stefano Pettini