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complimenti!

Sono passati ormai cinque anni dal mio viaggio in Eritrea, una settimana intensissima nel mese di febbraio del 2003.
Il motivo del viaggio una serie di cerimonie commemorative in vari cimiteri militari italiani ed eritrei, Asmara, Adua, Cheren, Dogali e Massaua, tutto organizzato dall'Associazione Nazionale Alpini di cui faccio parte, coadiuvata dal governo eritreo.
Un'esperienza unica che ha lasciato in me un segno indelebile per la travolgente forza di una realtà così distante dalla nostra, addirittura per certi versi sconvolgente ma allo stesso tempo affascinante.
Tra i ricordi che porterò sempre con me ci sono sicuramente i sorrisi e la genuina semplicità dei bambini eritrei e la cordialità di quegli anziani signori di Asmara, che in un'ottimo italiano, scambiavano sempre volentieri quattro chiacchere con noi.
I miei complimenti vanno a Stefano e a questo sito che spesso visito per vedere come vanno le cose nell'amata Eritrea.

Gianluigi

Re: complimenti!

A quanto raccontato da Gianluigi, che ringrazio per i complimenti, si potrebbero aggiungere una infinità di altre testimonianze di gente che ha avuto la fortuna di visitare l’Eritrea riportandone esperienze positive e indimenticabili. Questo non è un fenomeno casuale, ma profondamente legato a quell’insopprimibile legame spontaneo che da sempre ha unito gli eritrei agli italiani fin dai tempi dei loro primi incontri, e che nessuna vicenda storica o politica ha mai potuto indebolire.

Il viaggio di Gianluigi ha portato però come valore aggiunto la conferma del sincero rispetto degli eritrei nei confronti degli italiani e della loro memoria, espresso anche attraverso la conservazione dei luoghi simbolo di un periodo storico ora lontano, e per certi versi controverso, nonostante l’ostentato disinteresse dimostrato per anni dalla diplomazia italiana nei confronti dell’Eritrea verso cui è ancora grande il nostro debito morale.

Non potremo infatti mai dimenticare il valore militare e la abnegazione degli eritrei a fianco degli italiani fino alla disfatta del 1941, e ci piace pensare che quella esperienza abbia in qualche modo ispirato l’altrettanto grande valore dimostrato nella lunga lotta per l’indipendenza dall’Etiopia combattuta a viso aperto sui campi di battaglia rifuggendo dalle spregiudicate tecniche terroristiche che oggi in altre parti del mondo coinvolgono gente comune e civili innocenti.

Stefano Pettini

Re: complimenti!

la cosa più toccante è stata vedere la bandiera Italiana sventolare sul campo degli Eritrei e quella Eritrea sventolare sul campo Italiano nel dolcissimo cimitero militare di Keren. Una fratellanza che non deve finire mai