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Re: autobus's population


Che ridere!!!!!! Sinceramente io mi sento di appartenere a diverse categorie... Dunque: quella dell'attaccabottone quando ne ho voglia, ma non proprio con chiunque, dai! E' solo che tu non provi quest'ebrezza! Poi mi riconosco abbastanza in quella dell'abitudinario e mi piace osservare che non sono l'unica, ormai salgo sul bus e saluto (chi veramente, chi solo con lo sguardo) tutti i 789 occupanti. Infine, quando l'autobus è un pochino più vivibile, faccio parte della categoria dei lettori (questa non l'hai scritta), cioè prendo in mano un libro (genere a caso) e comincio a leggere, salvo poi trovarmi spaventata ad una fermata venti chilometri più avanti di dove volevo andare io... Baci!

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Replying to:

Allora, visto che oggi non so proprio cosa fare in attesa del lauto pranzo che mi aspetta (un panino e, se mi va di lusso (cioè se ho abbastanza soldi) una bibita) vi parlerò un po' di alcune cose che ho notato sugli autobus di Trento (ma le osservazioni valgono presumibilmente su tutto il territorio nazionale, oibò!) da quando ogni giorno mi tocca prendere l'autobus ad orari improponibili (almeno per il mese di agosto, quando tutte le persone normali riposano e dormono fino alle 20.30 - 21.00).


Ok, adesso parto...è un maschietto!!!! (bruttissima questa!!!)




Dalle mie infallibili ossrvazioni ho notato che le persone che popolano gli autobus si possono dividere in un numero n di categorie (dove n è dato da quello che mi verrà in mente da adesso in poi), che vado subitaneamente ad elencare:




- gli abitudinari: quelli cioè che ogni giorno dell'anno, comprese le domeniche, le festività,... prendono l'autobus sempre alla stessa ora, alla stessa fermata, si siedono sempre allo stesso posto,... Queste persone non possono vivere senza autobus: quando sono malate devono legarle al letto per impedire loro di alzarsi, non possono andare in ferie, fondamentalmente vivono nella perenne attesa di poter rivivere ogni giorno l'inebriante esperienza di salire su quel mastodontico veicolo arancione.


Queste persone sono facilmente suscettibili, soprattutto se il conducente del mezzo cambia da un giorno all'altro o se cambiano i volantini pubblicitari (quelli che sono appesi in quella buste trasparenti e che penzolano dalle "sparangole" dondolando sempre sopra la testa di quei poveracci che ci stanno sotto); per non parlare, ovviamente, dei giorni di sciopero dei mezzi pubblici...




- quelli che dormono: questi sono favolosi: non fanno neanche a tempo a salire che già vengono presi da una sonnolenza tremenda. Di solito si trascinano fino al sedile più vicino e cadono in catalessi. Normalmente vengono svegliati al capolinea dall'autista, a 234 km dalla loro destinazione.




- i "gentili": quelli che, a tutti i costi, anche se ci sono posti a sedere per un intero reggimento, si alzano per lasciare il posto a qualcuno. Non importa che sia un 25enne alto e in piena forma, avrà sempre qualcosa per cui dovrà sedersi (tipo un cerotto su un dito, una macchia sulla maglietta, le scarpe slacciate...)




- gli "stanchi": questi sono il rovescio della medaglia di quelli sopra. Di solito sono vecchiette sui 70 anni che, per qualche ragione, devono assolutamente sedersi nell'unico posto occupato dell'intero autobus. Di solito si avvicinano con fare furtivo, si appoggiano allo schienale del malcapitato, buttano lì qualche commentino del tipo "ma che fiacchezza che g'ho ancoi", fino a che riescono a sfiancare il poveraccio e a conquistare la sedia. Solitamente scendono dal bus esattamente 7 secondi dopo essersi sedute.




- quelli che, piuttosto di farsi 30 metri a piedi, aspettano 20 minuti l'autobus e poi scendono alla fermata dopo quella a cui sono saliti.




- quelli che salgono sull'autobus perfettamente abbigliati per andare a giocare a golf, con tanto di mazze, palle,... e poi scoprono con grande rammarico che, ahimè, il campo da golf verso cui si stanno dirigendo è stato "raso al suolo" (se non vi chiamate ale o Mirko mi sa che questa non la capite).




- quelli che, quando sono sull'autobus, devono per forza attaccar bottone con qualcuno. Di solito salgono, si guardano un po' intorno, individuano la preda e si lanciano all'attacco, solitamente partendo con dei discorsi inutili sul traffico o sul tempo per poi finire a parlare di sanità pubblica o di efficacia della tecnologia termonucleare. L'interattività della vittima solitamente si ferma a qualche "eh già", "sì sì" oppure "l'è vera". Vittima che, per altro, scenderà ad una fermata a caso inventando scuse poco plausibili tipo "Guarda là, il piccione del mio capo ufficio, devo proprio andare".




- quelli che non hanno ancora capito che si scende dalla porta in mezzo e si sale dalle altre due, non viceversa!!!




- quelli che salgono su un autobus e non hanno la minima idea di dove stanno andando. Di solito stressano tutti quanti chedendo a quale fermata devono scendere per arrivare in una via che nessuno ha mai sentito, salvo poi rompere le palle al conducente che li fa scendere in un posto a caso.




- quelli a cui squilla sempre il cellulare, e che di solito come suoneria hanno la nona di Beethoven (si scrive così???) e la ascoltano tutta ogni volta!!!!




- i bambini dell'asilo in gita: dei casinari come pochi, corrono in giro, si aggrappano, organizzano in quattro e quattro otto dei tornei di "chi sta in piedi alla prossima curva senza tenersi" (che nel 99,9% dei casi terminano senza vincitori!). Gli Unni a confronto erano degli agnellini.




- i bambini delle medie: i peggiori, girano in gruppi di 345 unità, e pretendono tutti di salire sullo stesso autobus e sedersi. Appena il bus si ferma scattano per conquistare i pochi posti seminando il panico (ho visto io una signora che avrà avuto sui 135 anni buttarsi dal finestrino quando li ha visti) e lanciando in giro i loro zaini di 4-5 quintali per occupare i sedili, mentre qualli dietro urlano frasi tipo "Tienimi il posto che dopo ti do una caramella alla brina" oppure "Se non mi tieni il posto dico alla Luana che la scorsa estate in colonia a Calambrone hai avuto una storia a tre con la Fabia e una bambina autoctona di cui or ora non mi sovviene il nome, storia che si vocefera in giro non sia terminata una volta finito il breve lasso di tempo della vacanza, ma che ancora continui per via epistolare".




Ok, direi che per ora mi fermo qui.


Anzi, prima vi dico una roba che non c'entra niente: lo sapete che il nome scientifico di una specie di gorilla è "Gorilla gorilla gorilla". Originale originale originale, non trovate?


Ciao


ale